Le esitazioni di Lloyd George di fronte al programma di Briand per l'occupazione del bacino della Ruhr di Lloyd George

Le esitazioni di Lloyd George di fronte al programma di Briand per l'occupazione del bacino della Ruhr Due giorni di colloqui ad Hythe Le esitazioni di Lloyd George di fronte al programma di Briand per l'occupazione del bacino della Ruhr In attesa delle nuove proposte tedesche - Il movimento inglese ostile alla nuova impresa - Si tornerebbe al sistema del forfait - Briand spera nella solidarietà degli Stati Uniti. (Sero , - Mli Parigi, 25, mattino. Le prime ore della Comereriza franco-britannica a Hythe. sono state consacrate, come era del resto facile a prevedersi, a semplici lavori di approccio. Nella conversazione preliminare che. il primo ministro britannico ha avuto con Briand, appena questi giunse alla villa di sir Sasson, Lloyd George volle udire, dalla bocca stessa del ano ospite l'esposizione particolareggiata del punto di vista francese, sulla questione delle riparazioni. Briand fece questa esposizione con chiarezza e fermezza, ed indicò anticipatamente al suo collega il criterio che egli apprezzerà il valore delle proposte definitive della Germania. La tesi di Briand La sua tesi è semplicissima: in questo momento, il trattato di Versailles è quello che funziona. La Germania deve un miliardo di marchi in oro che occorre versare, primo di ogni- negoziato; miliardo che ' essa possiede. Essa deve altri undici miliardi per Ur pagamento, dei quali deve presentare un programma, chiaro ed esplicito, tanto per la natura dei pagamenti quanto per la loro data. Questi pegni, che possono ■ essere pi'esi verso la Commissione delle riparazioni., ciofr—.a.- ia piurisdiziono istituita dal trattato, non possono essere considerati come validi die qualora siano accompagnati da pegni, e da gai-anzie. Primo di questi pegni è il deposito sotio il controllo degli Alleati delle riserve d'oro della Banca dell'Impero. Altri pegni sono considerati. In breve Briand espose ii piano preparato per la occupazione della Ruhr, suggerì a Lloyd George altre garanzie per le quali la coopera/ione britannica.'sarebbe par trcolarmente efficace, insistendo sul fatto che. era necessario dare una lezione alla, Germania la quale si rifiuta di eseguire le clausole del 'disarmo. Nei colloqui dei due uomini di Sfato non si è parlato, a quanto assicura il « Matiu » dell'intervento americano, fattore di cui si terrà conto più tardi, quando si saprà se gli Stati Uniti si associno in modo decisivo alla politica delle riparazioni, e se, .esprimendo la loro opinione sul valore del prò getto tedesco, essi diranno agli Alleati di voler collaborare con essi, per costringere la Germania a. mantenere le sue nuove promesse. E' certo, assicura sempre il a Matin », che nel pensiero di Briand se 1'.America, si decidesse ad agire d'accordo con gli alleati potrebbe servirsi di garanzie più moderate e di altra natura, poiché la coopcrazione degi' Stati Uniti le renderebbe più poderose ; là dove, senza la conperazione della grande repubblica nord-americana, i Governi interessali a questo affare hanno bisogno di ricorrerò a pegni di un valore più completo, quale il carbone e le dogane marittime. A proposilo poi dell'America, la « Chicago Tribune » asse riva che per il tramite del suo ambasciatore a Washington la Francia farà sapere al presidente Harding quale somma essa intende ottenere dalla Germania a titolo di riparazioni. Questa deterroinazione sarebbe stata presa durante una riunione tenutasi venerdì sera al Quai d'Orsay, ed avrebbe per scopo di prevenire da parte del presidente la trasmissione di offerte tedesche che a Parigi si ritengono in anticipo dover essere, considerate insufficienti. Anzi la edizione parigina del giornale americano credeva poter precisare che a Hythe, Lloyd George e Briand avrebbero parlato della cifra di 226 miliardi di marchi in oro, come base della domanda. Ma sarà bene accogliere questa informazione con le dovute riseneEsitazione ? Sul senso generale dello scambio di vedute avvenuto, Pertlnas, che in occasioni analoghe ha mostra» di essere sempre eccellentemente, informato, dava nell'«Echo de Parise qualche indicazione. * Al momento del pranzo, Briand — assicura PeTtinax — benché avés*e.-esposto lungamente-il suo progetto, non aveva marcato chiaramente ai suoi interlocutori inglesi se egli considerava l'occuìpazio mvdella Rulir come una semplice minaccia destinata ad indurre la Germania ad accettare il piano delle riparazioni elaborato dagli Al leali, o se considerava come una garanzia in dispensabile di questo pegno. Se Briand di oh.M*a che l'occupazione della Ruhr è una minaccia, i suoi interlocutori inglesi hanno tutta la possibiltà di proporgli alriri metodi se invece il presidente del Consiglio francese ritiene che la grande misura coercitiva, studiata nell'ultima, settimana è il motore in dispensabile di ogni progetto che conduca al pagamento delle riparazioni, diverrebbe ditti cile agli inglesi di Schivare il dibattito, e c?r care scappatoie. Ed a questo riguardo lo rcrit tore nazionalista si chiedeva: Perchè ariand mostra tanta esitazione- all'inizio di una di scu*sàone deci si vai 7 Pcrtinax affermava poi che le preoccupazioni principali di Lloyd George, quando si incontrò coi presidente del Consiglio francese, «ratio state di chiedere, a questo se la sua decisione relativameiini alla Ridir fosse, cosi renna come, sembravano in cbcarla, i suol discorsi. Questa preoccupazione, dei primo ministro britannico .si è precisata nella riunione pomeridiana tenutasi ieri, quando, dopo aver udito il lungo memoriale consegnalo da Bei-thclot, nel quale sono p>[iosti nei più minuti particolari i_progetti di sanzioni elaborati a Purigi, Lloyd George credette dover formulare qualche riserva. I liberali inglesi IL ministro britannico, secondo telegrafa infatti il corrispondente del Temps. dichiarò che, pine comprendendo che l'opinione francese chieda la soddisfazione delle rivendicazioni legittime cui 'la Germania non ha tincora soddisfatto, bisogna tener conto non soltanto della debolezza reale del Governo tedesco, ma anche di ceriti clementi che in vari paesi alleati formulano riserve suDIii natura delle sanzioni da adottarsi nei risruardi della Germania. Lìoyd George ha fatto abbastanza chiaramente allusione all'opposizione dei liberali, del inbourisii iti Irigliili.'ini, che. colite c noto, hanno compiuto un («asso tonto [prtnaj di min lettera rivolta al primo ministro britanaico. e recante la firme di AfqUlth. i lynes e lord:J5r, rnlmsimsczctpqp;qnatcocdpaberi» Cecil. Egli ha .inoltre indicato che l'otpi- ittóne. aiiisricana, «he. pareva essere animata IJMttigteBJ ia<rl*ìÌa'lnVftP^ v-tto ali Alleata rvizio Speciale della STAMPe o e e a ì o i e l e o i à e n e a o e l d i d l a a e, a , e i ò a o a . e ne , rischierebbe di assumere un atteggiamento meno favorevole se si adottassero nei riguardi della Germania misure di estremo rigore. Insomma, il primo ministro britannico è parso disposto ad accordare un ultimo tentativo di conciiazione verso la Germania, Egli non sembra, infatti, rinunciare a. ricondu.rla ad un sentimento pili esatto e sincero del suo obbligo. La osa non deve, del resto, aver sorpreso eccessivamente Briand, poiché era notorio che i circoli inglesi vedrebbero volontleri gli Alleati ninnare alla Germania, di accettare le condizioni dell'accordo dì Parigi del gennaio scor- o, senza di che essi procedertbbero alla occupazione della Ruhr, restando per intesi' che tale occupazione non dovi-ebbe essere che temporanea e dovrebbe cessare automaticamente qualora la Germania mantenesse i propri impegni. Questa occupazione non dovrebbe avere ;n nessun momento un carattere di annessione. a Francia però si mostrerebbe contraria a questo eventuale passo preliminare. In una nota trasmessa dail'uffloiosa agenzia Havas si assiema, infatti, che « si fa notare non senza agione cho i delegati tedeschi avendo rifiutato il concordato che era loro offerto con l'accordo di Parigi è ad essi cho spetta fare nuove offene e non agli Alleati ». Aggiunge poi che rappresentanti tedeschi, avendo riflulato qualche settimana fa di sottoscriverei ai principi! dell'accordo di Parigli., la loro accettazione non può aver carattere ssria che qualora venga accompagnata da garanzie di un principio di esecuzione. Un accordo di principio 11 fatto capitale della giornata di ieri è stato che.un accordo di principio è intervenuto tra la Francia e. l'Inghilterra per l'impiego di nuove sanzioni contro la 'Germania,' compresavi 1 occupazione eventuale della Ruhr. Non si tratta ancora, è bene premetterlo, che di un'intesa condizionale, poiché il consenso britannico sembra infatti subordinato a due condizioni: la prima è che le nuove proposte tedesche siano poco soddisfacenti, come le precedenti, e la seconda che i provvedimenti eco' nomici, proposti dal Governo francese contro la Germunia, resistano ad un serio esame. Sul primo punto l'incertezza sussisterà necessariamente lincile gli alleati non si troveranno in presenza della Nota tedesca. E' poco probabile, tuttavia, che una divergenza di vedute possa prodursi a tale riguardo fra Lloyd George e Briand, poiché entrambi giudicano nello stesso, modo l'ultima comunicazione del dott. Simons sulla ricostruzione dei paesi devastati. Essi ritengono che questa Nota contiene, suggerimenti di metodo che potranno essere utilizzati sotto un'altra forma, ma che, data la sua insufficienza, essa non modifica la situazione generale. In quanto alla solidità dei progetti di costruzioni economiche presentate dalla Francia, essi non potevano essere stabiliti in poche ore di conversazione. Infatti, i segretari di Lloyd George non avevano avuto nel pomeriggio il tempo di leggere il voluminoso rapporto consegnato a tale rigardo dn Berlhelot. Da ciò la decisione presa di convocare oggi i periti alleati, affinchè esaminino e, al bisogno, ritocchino I progetti in questioneaprima del 30 aprile, data fissata per la riunione del Consiglio Supremo, riunione cho avrà luogo a Parigi, se la situazione creata dallo sciopero dei minatori permetterà a Lloyd George di abbandonare la capitale. In caso contrario, secondo la proposta che ha fatto Briand, il Consiglio interalleato si riunirebbe a Londra. i Ecco, dunque, i risultati clic ieri'sera si potevano registrare e cho Pertinax enuncia nelVEcho de Paris. Lloyd George, per quello che lo concerne, accetta il principio che l'operazióne di occupazione della Ruhr venga eseguita qualora le proposte che la Germania ha trasmesso all'America non riescano ad. un'intesa tra il Reichstag e gli Alleali; Lloyd George accetta che, senza, più aspettare, gli esperti economici francesi ed inglesi, si riuniscano per completare definitivamente il piano di misure economiche studiate dai tecnici francesi. E' probabile che gli esperti italiani e belgi si uhi scano alla Commissione franco-inglese. Infine, Lìoyd George accetta che il Consiglio Supremo, che esaminerà le proposte tedesche, si riunisca il 30 aprile. Tali sono le conclusioni cui hanno condotte i colloqui di Hythe. Esse sono stamane considerale dalla maggioranza della stampa come soddisfacenti. Nei colloqui che i due capi dei Governo hatino avuto ieri, Lloyd George non ha mancato di lasciar swrgere lo preoccupazioni che gli hanno recato le proteste formulate non soltanto da Asquith. Lord Robert Cecil e Barnes hanno invitato il Governo a non associarsi! ad una eventuale operazione che avesse per scopo l'occupazione di nuovi territori tedeschi. Clynes, Ilanderson ed alcuni oltii si sono pronunziati nello stesso senso. L'opinione del' Labili' Party e l'opinione ecclesiastica si mostrano contrarie alle sanzioni. Cosi è lecito prevedere che il primo ministro' britaiinico non potrà sfuggire ad una vivace tempesta parlamentare. Le sue preoccupazioni' per giungere art una transazione sono perciò ampiamente giustificabili. Per contro, non si è ieri parlato di operazioni sulìe dogane marittime, che in un avvenire determinato potrebbero diventare* indispensabili, allo scopo di completare Tope ra di pressione e di organizzazione economica iniziata nella Rutir. Alla fine dei colloqui. Lloyd Gnorge ha fatto finalmente l'importante dichiarazione che suggellava l'accordo sidle sanzioni: » Sono assotutainerUe d'accordo con voi — disse a Briand — per proporre uoli altri aXleati l'occupazione immediata della Huhr, se il Consiglio Supremo, dopo avere preso conoscenza delle propo- esnelnuartacetadegapLcoqtraseaidmIlncesiGl'semnpzficctenzeS'estè^tedcsclie, le riterrà insufficienti ». Ma ili Primo Ministro britannico si c affrettato ad| aggiungere che le basi di apprezzamento erano fornite dalle decisioni prese durante la precedente conferenza, e sulle quali gli Alleati | non potevano più ritornare. Queste ultime parole sono oltremodo interessanti, poiché indicano che Lloyd George pensa sempre agli accordi di Parigi; esse pongono di nuovo "una | questione interessatiti-, quella de) forfait. K' certo che, dopo t'ultimo convegno di Londra, l'affare del forfait non esiste più. Ma rcrc.hè non potrebbe essere ripreso? Lloyd GeorgeI i- }c*ede alla possibilità di ima: capitolazione dei a | tedeschi e preterirebbe ottenere ti pagamento jta .on la «I» n-r.»™-!* m,™** rr-rrr aLfctentlLnCtvdmddaevDddnGgBAbbAAVliLcpaniosnpo PA) o a i n i o l o e d o l , a à e o l a n r e e à . a uole aiaa coer re E' i e, esi ni e a ito li ns d oi. oaaeoare te to n re* e ito god ne eo- esecuzione. Egli ritiene, d'altra parte, che t: nuovo forfait presenterebbe il vantaggio i eliminare per l'avvenire ogni possibilità, i nuove discussioni ed ogni nuova proposta c arbitrato cho rimettesse, in questione il tra tato <li Versailles. Infine, sopprimerebbe le il certezze che risultano dal potere che il tra tato di Versailles conferisce alla Commissioi delle riparazioni per stabilire ogni anno il p gamento, secondo il suo apprezzamento di c pacità della Germania. Circa l'intervento dell'America,. Briand Lloyd George hanno preso conoscenza di ux comunicazione venuta da Washington, nel: quale è detto- che il Presidente Harding no trasmetterà agli Alleati le proposte tedescl se non dopo essersi assicurato che queste sor accettabili/In altre parole, non vi sarà conr ideazione ufficiale che in seguito ad una emunicazione ufficiosa o ad una conversazion Il Governo francese e il Governo americar non hanno nulla da obbiettare contro tale pr cedura. Resta tuttavia, però, che seTAmerti si incarica di trasmettere il messaggio del Germania, essa si orienta forzatamente ver.1 l'accettazione di certe responsabilità. Se le c se dovessero procedere, in tale senso, sarà pe messo ai Governi alleati di desiderare il rito no degli Stati Uniti al Consiglio Supremo, ra presentati a tale Consiglia da un plenipote ziarioe non da un semplice osservatore r ficioso. Tale e il bilancio di questi due giorni < conferenze, bilancio che permette tuttavia constatane che un reale progresso è stato e tenuto nella difficile via dello riparazioni- 1 nuove proposte tedesche, relative alle oper zloni, sono giunte a Washington l'altra pot ed il presidente Harding- ed il segretario Stato Hughes stanno studiando se debboi 'essere o no trasmesse agli alleati. Lia Nota tedesca ili ad| aeti | adicna | ncrgeI ei to jdata l'ora tòrda, ì\ C^vtigW ixm~p»i»fc S LfciBfllfyrfm. rYn ì rlTiTjwtji ni otfl Waahingtoa. 35, mattino. Il Governo è stato informato che la Noi tedesca è stata spedila da Berlino dom nica, alle ore 16 (ora tedesca). Non si a tende' che Hugues se ne occupi prima < lunedì. Li oisi ll'Uria il il Hi in un discorso di Baldesi Milano, 25, mattino. Nel pomeriggio di ieri, nel salone dell'Uro nltaria, continuò il convegno nazionale del Confederazione generale del lavoro. Dopo av terminata la discussione degli articoli del nu vo statuto, il presidente Ferraris di Alessa dria invitava i radunati a procedere alla n mina del nuovo Consiglio direttivo. Prtn della votazione, Lunedei dichiara, a non della frazione comunista, che questa si sarebi astenuta. Procedutosi alla votazione, venne eletti: Per le Camere del lavoro : on. Ramella (N vara), Reina (Monza), Caporali (Cremona), o Dugoni (Mi.ntova), Recchia Cesare (Alessa dria), on. Belletti Arturo (Reggio Emilia) Gic dano Giovacchino (Venezia), on. Bonetti (G nova), Stranchino Ettore (Prato), Zlrardi Gaetano (Ferrara). Per le Federazioni e Sindacati : on. Qu glino, Federazione edile di Torino; on. Bruì Buozzi, Federaz. metallurgica Torino; Ga Alessandro, Federazione tessile Milano; Ce bella Ettore, Federazione chimici Milano; t berti Enea, Federazione libro Bologne, ; Treb Augusto, Federazione lavoratori dello Stai Azimonti Carlo, Federazione impiegati Bus Arsizie; Sordelli Giuseppe, Sindacato trai Vieri Roma; Baldini Nullo, Federazione lav ralori della terra Ravenna ; Mazzoni Ntno, 6 putato. Federazione lavoratori della terra B logna. Ha poi preso la parola Gino Baldesi, il qu le trattò ampiamente i\ tema dell'attuale cri industriale, rilevando come essa non sia t fenomeno solamente italiano, ma mondial L'oratore viene poi a parlare del fascismo, ci chiama un <c residuato della guerra ». Dice ci U progresso fatto dal fascismo è dovuto 1 parte anche agli errori corranessi dai socialis aUa'mentarità nazionalistica di molti appari nenti ai fasci ed al bisogno di,rivincita dee industriali e degli agrari, i quali cercano ritrarsi delle importantìasime recenti ' conquis operaie. Venendo a parlare delle violenze f sciste, l'oratore crede che non si possa fa nulla, e un grave errore sarebbe queBo di o porre violenza alla violenza. Egli presenta t ordine del giorno per invitere i'inte«iaziona dei Sindacati a prendere in esame la situasti ne creata dal fascismo italiano. Anche - Azimonti parìa sull'argomento. Et esamina a lungo ed attentamente la sttuazioi creata al socialismo ed alle organiszazioni d fascismo, mettendo in rilievo che molti rhc nò-ranno al sotialieino, nauseati dalle violen del fascismo, contro le quali avrebbe dovu opporsi la massa operaia. Ora è troppo tare Un'altra arma sarebbe stala quella dello sci pero generale. Anche Azi-monti rifiuta, di acc dere all'idea della conni-o-vio-lenza. L'orato non è d'accordo con Baldesi sol modo di tr vare una soluzione della crisi attuale. Essa'd ve essere risolta per forza interna e ne esterna, Guamberi, Zini, Staglietti sono invece per violenza. Marchiali, metallurgico di Torin a nome degli organizzati, non inscritti a ne sun partito, dichiara che essi non si eentoi di scontare le colpe dei pai-titi più vicini al massa operaia, e pertanto giudica che il co veglio cadrebbe in errore se non indicasse un via di uscita alla grave crisi industriale. Vota, comunista di Torino, polemizza ce Baldesi sostenendo che la crisi esiste soltan in qualche ramo di industria, aggravata d fatto che taluno cerca di valsisi di questo 1 nomcno per ostacolare la man-/.* ascensiona del proletariato. L'on. Retina parla breveroen sostenendo le idee di .Baldesi, mentre Tasc comunista di Torino, naturajmeote è contrari Replica Baldesi ed-hiflne anche Serrati si a socia aJl'orrJiiie del Storno di Baldaè^n»