La mostra della "Promotrice al VALENTINO

La mostra della "Promotrice al VALENTINO La mostra della "Promotrice al VALENTINO pucocercernquesamosranomdi artisti ad osso cari, o noli perche usi a cimentarsi in tali gare di bellezza. Non li trove.'à, .Non perciò si potrà, dire che l'esposizione clic .s'inaugura oggi sia. povera di opere, o di scarso valore artistico; Raste'ebbe a provarlo diesi è pensato a rievocale in essa e per essa una figura di pittore delicato c sincero e di una sensibilità squisita, quale lu quella di Giuseppe Ricci, raccogliendo la parte maggiore omiglioro dell'opera di lui nella sala, dove l'anno scorso squillò — cosi diversa per intenti e per tecnica — la fanfara luminosa dell'arte di Vittorio Cavalieri. 'Ed ove ciò non bastasse, la Direzione della Promotrice seppe, indurre Marco Caldei ini — oramai cesi svilivo dai far parlare di sè in .pubbliche mostro — a ritornare nell'agoni! con alcune grandi tele, ignote ai più, ove lo spirito ilei fori-i paesista, cosi penetrante e soli ile nell'indaffine del vero, si manifesta, in guisa caratteristica, e con vari studi, cosi preziosi di disegno e di colore, da potere per sò selli .essere argomento a molte tiilessioni — e non tutto lieto — sull'indirizzo dell'arte paesistica moderna. Ma una mostra come questa non può naturulhienle affidare la sua fortuna all'opera di un morto ed a quella di un artista che fortunatamente sa contrapporre la robusta libra all'azione deleteria degli anni. La vita, anche nel campo dell'estetica, è movimento continuo: è evoluzione costante; è anelito verso nuove fórme, anche se queste forme oggi ci trovino esitanti, o addirittura refrattari, ad accoglierle. Etl ecco, fra una pleiade di giovani, che avendo cominciato bene proseguono animosi per la loro via, e di più anziani, che si accontentano eii ritornale dignitosamente sui loro passi, ecco alcuni fra questi ùltimi in apparenza eli volgere verso nuovi orizzónti, mentre una schiera di avanguardia afferma in una sala il suo «credo» artistico. opere nuove véramente im- Quali, ora, portanti ? Se con questo qualificativo si vuole segnalata l'opera » principe ». l'opera che costituisce il eósidetto « clou » di un'esposizione, non esito a rispondere che essa qui manca: che, anzi, uno dei caratteri di onesta mostra ,s una cena dignitosa compostezza, onde-lo spirilo non si senio eccitato alla lotta per un'idea, per un segno, per una di ciucile aspro velleitn di combattimento, le quali spesso non sono se. non la. favilla suscitatrice di un incendio, che già ria lungo tempo covava inavvertito in noi. Ritratti, paesaggi; scenette di costume e d'i genere (pochissime queste, e perchè'.',', che ci ricordano altri ritratti,..o paesaggi e scenette; qualche più possente 'anelito della, scoltura vev.-.o l'idealismo, ma anch'esso espresso iu l'ovnie per lo più loggiato in istampi noti.:. t\o! campo della pittura un'opera sola, o per dimensioni e per intenti, vorrebbe elevarsi nel campo di una spiritualità rafforzata da eleni;, nti decorativi attinti dal vero: la. grande tela, cui — per mancanza del catalogo — non so quale titolo abbia, o che Luigi (inetti concepì e dipinse. Su un fondo romantico dj cielo, percorso -ancora da residui dell'uragano — ora risolvehtesi alla luce crepuscolare in un accumularsi di nubi afose' _ la vegetazione si disegna iu tutta la sua ricchezza. E due creature nude, luna di donna protesa sull'erba lussur uggiamo, l'altra di uomo, diritto, colle braccia aporie, in atto di evocazione, di compiacimento spirituale, di esaltazione del proprio essere, spiccano sul verde, illuminata la figura dell'uomo, ia alto, da un vivido raggio di sole. Cho inlese di dire l'Onctli? Il simbolo vuole significazioni chiaro. Intese egli rappresentare il concetto che nella vita, travolta dall'uragano delle passioni, da luco dell'anima, che è gaudio, accarezza colorò che seppero vincere, vivendo nella semplicità primitiva? Voile egli sigiòlicare la purificazione dello spirito attraverso it senso soddisfatto? 0 elio altro volle? Resta it pittore. Ed il pittore, sicuro nella estrinsecazione della forma umana, accurato .sinu al possibile nello studio dei particolari, sagace distributore di luci c di ombre, si dimostra anche qui defilo ili plauso' pure fra la crudezza .di certi, verdi, che soltanto l'accuratezza onesta, del disegno può attenuare... Hi quanto — peraltro ed almeno a mio giudizio — di quanto preferibile l'altro quadro eli dimensioni di gran lunga, minori; ovo una fanciulla, citi il fumo sprigionantesi da una non lontana fiammata dà — ooll'avvolgerno. le l'orme — parvènza fra la realtà c la visiono, ci si mostra conio immersa nella vastità dell'ambiente, nell'ora crepuscolare, mentre i colli, così cari all'Onetti, declinano, lontano placidamente, e tutt'inlorno spira un senso di poetica quiete! Tolte queste, ovo un'altra ope-ra pittorica che sia espressione di qualchemoto interiore, o tenda al simbolo? 1 nostriartisti trovano assai più facile copiare che non pensate. Un pezzo di vero vate per e*si un'idea. E la loro impotenza spiegano con una certa ostentata indifferenza, che ha troppo delia cocciutaggine semplicista per essere considerata degna di attenuanti. Una sterilita di pensiero esasperante ci circonda cosi e ci domina. Certamente nel vero possono essere insiti tali elementi psicologici da farci palpitare di fronte alle espressioni più umili di esso. Ma. »iua.nti capaci di rievocarli, di farcene sentire lessenza? Volgo l'occhio ad alcuni ritratti. A quella forma d'arte, cioè, dove l'espressione dovrebbe avere una signicazionc più intensa e più intima. E cho trovo? Giovani di innegabile valore, pieni di buona volontà e di liseuse, come. l'Arduino, il Parachini, il ^andina, clic, tendono essenzialmente a fare della pittura abile, ora piò SignoTilnieutc ricercata, come nell'elegante figura di donna in grigio, •', nel ri!rait'> d'uomo. dell'Arduino; ora più superficialmente fastosa nel Caudina, audace prouotìiti'iv. di problemi, talora risolti con fortuna, talvòlta abbandonati a metà; ora più equilibra1'!, più sobria e penetrante, ma più 'ledila liei Darachiui. E parlo di giovani, cui giustamente deve, sorriderò l'avvenire. Ma dove la. robusta serenità, la seriipliciln quasi rude, la dignitosa compostezza, 1 intimo valóre espressivo, la vitalità gagliarda de' no»iri antichi maestri del ritrailo? Od anche quelle do' tubilo vecchi? Sono esti visti, studiati, copiati e ricopiati dai nostri giovani? Conoscono codesti giovani i lunghi anni di vita trascorsi nelle pinacoteche dal Lanttach, dai Oainsboroug, dai Wattc, dai RèynoJds c da tanti altri? I loro educatori in arte pensarono mai a condurli attraverso le nostre pinacoteche? O non iiulllrarono piuttosto nelle loro menti la i.convinzione dio il pasaoAq non rltocia yiV» . v - !.. ... .-MHimiliilT r^ti^ ceosuareveccnue,porclea coltura h un vano gioco predicata dagli intellettuali? E coll'aiuto della drogheria borghese pescecauista ovo s'ha a gìugefoV Ma noi siamo poveri «codini». - Farce nnbiui C'è, ad ogni modo, in codesta stessa esposizióne un documento, cui tutti potranno volgere lamenti con pronito: il ritratto di donna seduta del Ricci. Starà essa nella mostra postuma del pittore piemontése come un semplice tessuto per ricamarvi su dei punti di esci umazione ammirai iva? *""* E cosi è per ii paesaggio. Quando un giovane, cònio ad esempio il Boelto, ha. avuto una certa fortuna prova, una benedetta tendenza al ripetersi. E. nella mancanza di quella spontaneità, che spesso è ispirazione, offusca hi. freschezza, sincera delle sua qualitù migliori. Un motivo di neve- in montagna; con esili alborelle, ch'i protendono i loro fusti neila. limpidità di un cielo tornissimo, potrebbe essere lina, fra le opere più beh> dell'esposizione, se Millo fosso studiato e dipinto come il primo piano. Ma ecco il demone della facile decoratavi!à impadronirsi del pittore, ed ecco quel cielo, che a t'orza di essere ugualmente azzurro non c più so non una. parete uniforme e turba la bellezza d'altri particolari! E quale altro demone suggerì al-pittare di sciupare iu un'altra tela il tenue stolido luminoso della montagna, eosi delicato e reso con giustezza di valori, con la vacca, del Plinio .innanzi?... E' invece, in questa esposizione, un pittore, che si direbbe senza alcuna prelesa, di tarsi osservare. S'accontenta di poche noia grigio rosate, in ambienti marinareschi, ravvivati da qualche- figurina, abilmente e sommariamente macchiala. E riesco poetico e suggestivo. La, in alleanza, di sostanza, di volume, in alcune parti 0 largamente compensato, da un non so che di semplice, di'scorrevole, e di quasi iiiHcnuo (ingenuità sincera) olia emana dall'insième. E questo pittore ò il Piana. Accanto a lui, o poco discosto, c un altro pittore, che ha col Piana qualche ponto di contatto: l'Omegna. Ed è fra gli artisti più ragguardevoli della mostra. A tutta prima l'impressiono, destata dai suoi dipinti nou ò scevra da un senso di mollezza, di inconsistenza, di mancanza di vigore c quindi di vita. .Ma. invece, non occorre un lungo esame per vedere di quanta delicatezza sia compendiata l'arte sua. Spesso non sentiamo i corpi soito le vesti, ma, per contro, quante teatino dipinte con una succosi tu, con una morbidezza di pennello, e'on ini arte tanto sapiente,' (pianto delicata! E finale studio delle estremità! Il colore poi non e tavolozza. E l'Omegna bene dimostra di saperlo ricordare. Altri invece troppo spesso lo dinienticti.no. Pelle varie telo, che l'Omo, gna espone qui. trovo sovratutto degna di osservazione quella ove due bimbi giocano coi pesci racchiusi in un vaso. Altro temperamento -il Pizin. Il ritratto di ufficiale, ha buone parli. Ma da qualche tempo questo pittore si compiace di presentarci scine di costume, dominate da un vivo scuso del coloro. Stoffe, ornamenti, particolari vari sono resi con perizia notevole. Studiate altresì lo caini, ina non cseiiii uél disogno e-nel colore da durezze. Cosi, malgrado la ricchezza o il moviménto « l'iuteiesoe eccitato dal trovarci innanzi ad usi e costumi di ìiaosi lontani, c malgrado anche la soda qualità dell'artista, l'anima nostra non sa riscaldarsi al calore, che vorrebbe sprigionarsi dalla tavolozza. Vibra invece un'anima neila gloria di t~ole, che nella tela del Palchetti linondu le figure di contadino di ritorno dal lavoro. L'impressiono ù vivo; direi persino eccessivamente focosa. Innamorato della luce ii Palchetti si lascia trasportare talora a violenze di effetti per imprigionarla nelle suo tele. Ma come ria. tutta la tela erompe l'impressione di trovarci innanzi ad un temperamento sano e gagliardo di pittore! Il Palchétti sa per altro anche raccogliersi, e dominarsi; e l'arte sua ritrova alloro intimità insospettata di accenti, cho ce la rendono più intimamente simpatica, il battesimo in montagna, che nel salone ò contrapposto al ritorno dal lavoro, ha nelle note basse crepuscolari, finezze di linguaggio che la fastosim festosa deila tela sorella mette oppormi intani cu te in evidenza. Ricordo che innanzi ad uno studio di fiori del Sei'i-ulunga un amico mi dissi;: «Vedi, io non so immaginarmi questo pittore so non in un ambiente lussuóso, nella penombra, avvolto iu un ampia vesto di velluto... Ed egli dipinge cantando... ». Ora tutto ciò noti è, naturainiente, -poiché, anche gli artisti più ricercati non possono permettersi da noi, in genere certi lussi d'oltre alpe. Ma certo l'amico mio definiva bene invece i caratteri dell'arto del Serralunga. L'n'artè dominata da un senso aristocratico del colore; intimamente gioiosa nel-,,. . . ìL^lSJf. c^tes"l0,n' spontanea, o fresca, 8,1n5?„,t'?pitanifc' sgomenti. Lai cestelloidi violette basta al Serralunga per ricavarne eftciii di succosità, vibrazioni di tinte e no V lr biltà di armonie coma pochissimi nitri saprebbero: la larga semplicità, con cui sono dipinti i due ritratti diffonde intorno un senso come di simpatica letizia: del sapere cimentarsi cori lo difficoltà di un ambiente il'ìiiiinato dalla luce artificiale, vincendole in gran parte, è uno prova ii quadro maggiore che egli espone. Talora, h vero, il senso dell'eleganza trascina involontaria mente il pittore a rasentare lo rhii:.qualche volta la facilità ce lo fa sembrare alquanto superficiale: ma che perciò? Sentiamo l'artista. E ci basta ! . Pei' oggi credo possa, bastare anche al leiloie. Parlerò fra. breve di altri lavori; la pubblicazione dei catalogo permetterà ima più sicura disamina delio onere, e sovratutto di quelle di scoltura. 11 bianco c nero ci dira che valga ancora in Italia quella forte pleiade di artisti elle tiene in onoic l'acquaforte, cosi trascurata nell'ordinamento degli studi accademici. E i pochi artisii non piemontesi, i quali vollero ricordarci, avranno anch'essi il loro posto. Come trascurare infatti — doveri di ospitalità a parie — le due marino del IleiIoni, cosi mosse,*cosi penetrale di melanconia attraverso le grigie armonia dei cielo e. del maro; gli studi di anima!! del toscano Panerai, cosi penetranti e fermi di disegno: e il ritratto dell'Ortolani, .-osi sobriamente inteso, e — pure di liti — la distesa di neve lungo la pianura desolata, tinta di riflèssi leggermente purpurei sotto lo sprigionarsi dei raggi di uu sole al tramonto da una livida nuvolaglia? £ il Russi, e lo Iodi, e il Corompai, e il Sacheri, e il Blgn&mi, e via via? La via non sarà perai ti o molto l'ansa. E ia pe^wrireremo lietamente insieme, i. rnmiTTUM. MMWIt»»»».- va

Persone citate: Giuseppe Ricci, Marco Caldei, Millo, Onetti, Palchetti, Parachini, Sacheri, Vittorio Cavalieri

Luoghi citati: Italia, Serralunga