L'arringa di Parte Civile

L'arringa di Parte CivileL'arringa di Parte Civile ore 15,20, all'inizio dell'udienza pome.-(ridirma prende la parola l'avv. Villabruna pei' la parte civile: « Signor presidente, signori giurati ! * Io l'Orto la prima mode?ta parola della priia.ia accusa- Starnane l'amico Magliola, primo della poderosa falange dei difensori, nello slancio deila parala >rnata, in una vibrante perorazione. Ira corcato di agitare innanzi a voi il fantasma de! dubbio. Non è tjues'a. o signori, la causa del dubbio: diro di piti: è questa una causa in cui non si possono nemmeno conoscere, nemmeno arfae!eirLi-B le angoscio e le trepidazioni di una iàiisa indiziaria. E' questa la causa della i |prova. siiMira.e manifesta ; è questa ia causa : in cui la venta si è aperto il varco attraver- ' so otto tormentose udienze e oggi ha ini u; cui i fa hanno s menzogn «Oli, la menzogna; è onesta la causa in ii, i fatti sovrani e indistruttibili acetato, lianno polverizzato ogni e ogni finzióne. ie menzogne, lo finzioni, t trucchi sorgono e fioriscono da ogni parte, 6 una siepe folte, dentri la quale si è cercalo di ossemi(diarci e diro che sono questi trucchi, queste finzioni, queste simulazioni che durino ra.-1 gtone alla breve discussione che io farò. -Si j è preso il corpo martoriato di i povero don | Gnavi, quel corpo straziato, fatto a pezzi <• ' lo si e gettato la, in mezzo ad mia selva di menzogne e di imposture!; ma queste menzogne, queste imposture, o signori, ormai sono cadute come dello toglie ingiallite spinilo dal vento ; sono scomparse le menzógne, sono scomparse le Imposture e insieme con esse è caduto usta il castello defensionale del Balocco, Balocco, signori giurati, quest'anima trirro di delinquente, di un delinquente Ictoch, di un impostore cinico ; Balocco, ormai ti adergo sopra un cumulo di menzogne: Balocca oggi non può più sperale quello che ha i sempre spera angoscioso in di poter convertire questo Iso in ima beffa giudiziaria !più musiiunta del delitto che sarebbe stali che ha compiuto. Orntstf !«> coKOhcituno „ ;torniai lo conosciamo Balocco ; lo cono- sciamo nella sua anima, nei suoi intendi- menu, lo conosciamo nel suo delitto; Boìoc- co, che affida tutta la sua difesa, allo sue pa-1i-ole e die non porta il co-afono di nessuna prova.; Balocco, che ha sempre mentito, ha sempre simulato, ha sempre tentato d'ingan- naie. Ha mentito, ha simulalo, (la tentalo diIngannare rimarne la sua latitanza: ha men-lite, ha ha sempre ten'ato d'ingan , ha simulato, ha tentati, di e 10 sua. latitanza; ha menila telitelo d'ingannare du. ; ha mentito, ha simulato, igonnaro qui alla pubblica ■ cospetto, o rignori giurali. i> ni otto mesi di latitanza, tutto l'ossequio della poli- ha ten'iaii» d udienza, ai v Balocco hu g « Diciamolo zia giudiziaria, esso ha occhi, braccia, rati nette per i delinquenti minuscoli, per i de-1Unquenli, dozzinali, ina con i grandi delln- [queliti, con i delinquenti abili e astuti la po-1fi: ia giudiziaria soffre sempre di una ero-ir.i. a disdetta. E" stai" necessario, o signori, buon senso di una umile ter intuire e indovinine il cessarlo l'occhio pronto <■. K un modesto parrucchiere sse assicurato olia giustizi mie mesi di latitanza, i" ilimila por reato, e. stato slancio civico •civile Balocco i. Balocco Ita i quali s - ,; ;y.J(i~,-,- lia lueiU'sxo. ha archi tettato I ,;; mQ t dlh.s.l ^ È tuUa ^la com- i ttìi. ll!ia simulazione ] , inciuigiamo. .amie.. Magliola, indiUgiamo ;.,. .. , commedia colla padrona di proprietari delle trattorie che egli frequentava ; indulgiamo alla fantasmagoria (j(, ,„-,,,,; .r,nSi Terre, domani Qulrico, do- l'altro Barbèris), indulgiamo alla pron -tozza scabri di quest'uomo che da Traversa ;. conosciuto comò Barbèris, che nell'incontro ! voi: una gonfile signoria'* al Lido viene prò- j .xntnxi come Quirico ed egli, l'uomo pron-"1 io, dico: . , l «Mi chianiano cosi perché ho assunto in| nome dei mio socio, prwbèho una moglie ge- 1 loalsaìma e per non tormentare l'animi» della *-4uJto tnggUt in PHBffiriMfi niisopnderiui eoMo le spoglie del socio mio; ma, signori, inditi- gere a quest'uomo che inganna, che tradis l'espilali;i d.i Traversa, indulgere, giustificare quest'uomo che tradisce l'amicizia che gii e venuta dal cuore troppo largo e troppo fraterno del Traversa, di colui che egli do veva sapere e per la delicatezza, per la rispe4tabtlj .i della posizione che occupava, meritevoli di ogni rispettò, di ogni riguardo? Ma non ha ingannato, signori giurati, soltanto i conoscenti, non ha tradito soltanto gli amici incauti! o generosi; quest'uomo, la bocca della verità, duratile la latitanza ha ingannato, ha traditi», ha sorpreso la buona fede, è unto (hre. persino del proprio avvocato. « Balocco, signori giura:.:, a distanza 'li potìli ,.,,..,,„ „.-„ )a,-to~ tuanua un memoriale £ nueliV :.' inte manda : ri:io, per la di! pn? iami'-'iia. varile. « se io di tutti i delitti l'udienza, ed è il moriale. E' il Li I"'/1'- fi'"-i niello zelantissimo patrono (e te diro senza ombra di ironia) che è l'avv. Greppi. E' il grido dell'innocente che egli confidava al proprio avvocato, perchè ahhia ìio-rma e emina per la sua difesa : e un memoriale che egli vuole che sia confidato al procuratore uri Re; e un in etri ori alo che vuole olio sia dispensati. ;ii gloruM.li cittadini, perchè ^i diffonda la voce dell'innocente, perchè nessuno, nessuno possa dubitare che t-gli sia l'autore deli'"' stiuartumeiiW del povero don Gnavi. Ed egli -••rive in quel memoriale: • lo' espongo fatti che corrispondono nel modo più assoluto alla •■li ghigno <\<-ì mentitore,, ! fatti suesposti — soggiunge — ropprepenfano la più sacra verità. Se essi non svilo veri, jo sono il più tenibile delinquente, responsabile di tutti i delitti)'. L' il grido dell'innocente, è la voon angosciata che il lati .-.!;-'■ in¬ urli, L'Autói'irù i ricercare, a racco u valutare le prov toritù in qùell'isti cui i bagliori di hanno rischiarato è angosciata d! ; alla complessi'-' cc-ute, date h fornite !;: dimostrai infame ! gelia dev do l'agii di quell'i B che awoeato, che risiede a Toi sua, per lai dil"sa delta prol'eepressione della più sacra > u" mito, io sono colpevole .signori giurati, veniamo al Balocco che lacera quel mudeco che se lo mette sotto i nciuoriall! Nuli sono più il ite, quei memoriali rappieiguo studiato, voluto, calco:. E lo arrestano. E Balocco innumerevole di interrogaIti pronta ad indagare; a gljere la voce dcll'i'.iu-eiji -, e che égli pòssa offrire; l'Auìitie (u'on s:ain'j ad nggi, in •ila luce sonu penelrafi ed le tenebre, di questa causa) onte ài mistero e di fronte del liuto. Oii! pariate, innonovi; deila vostra innocenza, della vita che avete condotto, Mele vittima di una calunnia parola tenóni [avere, il sigi'.arsi )"-r iu* to; quando Pag uova, -o interro; l'orologi signori Trarrsi denaro ri giurali, il giorno in cui Pulite alla volta di Genova, quanrammostra la polizza di pegno io i he c^li ha carpito (C; l'i alla buona fede dc-l cdi ha impegnato por ire a l'orino, per con lui col proprio awoeama di paline per Gecontesta le nuove cirnte, signori giurati, ha una ó un oltraggio contro il Panon il titolo di assasshi il Asasinò lui! lo zelante, l'onesto funzionario, tenente dèi reali curahdcri, che muove alla ricerca degli Indiziati! lì quando nella cella utli- iia, pi :a e u jstanzi )hl pa ella. i. del carcere si presenterà l'avv. Bionaj, cialc istruttore, che gli contesta le con. dell'istruttoria, che gli contesta le circos che Manno conilo di lui, che gli chiede q prova osi ahhia per .poter dimostrare la urta innocenza; lui, proprio lui, <;. signori, sorge, protesta, recalcitra, ai rifiuta di ì spendere, :. . edur? «Abbia urgente! Strattóne, egli, inni ndiziai I, et j zialit: .. signori giurati, por una giornata c mezza. Le avete ad'.ic neiU» sua declainaxiono. La. na¬ ni lisi' Uizi 11-1; delle ragioni gravi. Ko una ila, di cui a \oi. giudice ìr: posso darà ragione! ». conosciuto la pratica riservata e i diffama, o signori,•l'ufficialo ili scrivo all'avvocato militare, ed ne, cas" unico negli annali giuaccusa !'. giudice istruttore di partriamó all'udienza. Vi ha parlato 5r\ I!I i IIII UI,iìiI rola ora è melliflua, ora è violento, ma è una parola, lo abbiamo notato fin dai primi istanti, è una parola che non sale al cuore, è una parola che viene dal cervello, dal cervello pronto al cavillo, al sofisma. « l,a sua parola è sapiente e calcolata. Vi parla e. che. cosa vi incconta? Narra un romanzo fantastico. Lo vedremo complicato,, inverosimile. Signori, quando io l'udivo nella sua difesa io pensavo ad una frase che una grand" anima scomparsa, scomparsa fra ii compirno unanime. Oiazio Raimondo <è uno dei tanti grandi patroni a cui egli si rivolse per aver consiglio), e il consiglio fu degno di quell'uomo: » Agisci, lo dice lui stesso, come la'coscienza ii dettai ». La coscienza che per lui era sinonimo di paura, lo consiglia a mantenersi latitante. 1! colloquio è della line di luglio ed e arrestato soldato alla line di novembre! lo pensavo, signori giurati, ad una frase di quel grande scomparso pronunciata in una causa celebre. « 1 romanzi, diceva Orazio Raimondo nella concitazione della sua eloquenza insuperabile, i romanzi non si discutono nelle aule giudiziarie. 1 romanzi si allontanano, si cacciano con un piede 1 ». « Ha mentito, ha inventato, ha simulato, lia tentato di ingannarvi, o signori, e quando vengono i testimoni che lo confondono, che lo sbugiardano, che lo bollano di mendacio, voi l'avete veduta la figura del ribaldo che si aderge contro a quei deboli. Egli inveisce contro i test imeni: io sono un innocente. Essi sono i testimoni che mentono: essi sono i testimoni che sbagliano: essi sono i testimoni elio dicono bugia La bocca della veritìi, signori giurati, quest'uomo... « Quest'uomo che è in contrasto con tutti e con tutto Ala bocca della verità? Quest'uomo in cui è Wiitinua e irreducibile la dissonanza tra i fatti e le prove? Io non voglio seguire tutta la vita di Pietro Balocco: no fisso, o signori giurati, i punti culminanti. Vediamolo prima del delitto: Impiegato a sVtOO lire all'anno, la maglie, sventurata donna, proprietaria di una vasta estensione nell'astigiano. Era cosa facile (siete ancora in tempo se volete) presentare i certificati catastali. Un uomo che per giustificare le sue giustificazioni devo ammetteie di essere ricorso ai sussidi, ai soccorsi della famiglia. E quest'uomo froda lo stipendio, viaggia, si diverte. '• ft/uiiica verità fletta ùn Baiocco .. « Lo conosciamo nelle case da gioco a Nervi, a Rapallo, a San Remo e Montecarlo! « Il gioco, ha scritto in una. lettera trovata, in tasca al Rizzétto, il gioco è stata la disgrazia mia! ». signori giurati, questa c l'unica verità che abbia scritto Pietro Ralocco. 11 gioco! è questa la grande disgrazia sua! Enoi lo vediamo sollazzarsi tra adultere e danne di facili costumi. Peccati veniali, amico Magliola, siami' d'accordo, per noi che siamo degli scapoli impenitenti con pochi capelli, ma che è peccai/) imperdonabile, signori giurati, per colui che l.u una moglie ed ha un angiolo di virtù. i-V un peccato che non si perdona per colui ci 3 tardi, troppo tardi, piange per il bombii)o suo, « il gioco, le adultere,, le, prostitute, 1 viaggi, i divertimenti: e si viene qui e si dice: Io amavo la mia famiglia di un amore sviscerai. >: E quest'uomo, anche prima del delitto si pavoneggia di titoli che non gli appartener.mo, parla di ricchezze che non possiede, liuon Dio! Innocente vanità 1 Ma 0 un mezzo utile per poter gabbare il inondo e poter scroccare. • Vediamolo nel momento del delitto: seguiamolo, signori giurati, nella sua nuovissima, versione. Ah I tu sei im uomo che ammetti per necessità di difesa, e ne. vedremo le ragioni» signori giurati, sei uomo da ammettere di aver cosi tra una chiacchiera e l'altra, ira mia pietanza e l'altra al «Lagrauge». di aver accettato la proposta ed il proposito di truffa, forse di rapina del povero Uc-u Gnavi I Rer metter a posto la tua coscienza hai bisogno di poco, di molto poco, signori giurati: un pezzo di carta e una piccola diffida « por mettermi (egli, il galantuomo . moralmente a posto di fronte a Don tinavl?» La data? Quisquiglie, signori giurati. diffida Rizzetio a consegnare l'olio che ormai esso sa che egli non possiede e si chiude, atroictì ironia, colla diffida Tuttoció a scanso di 'provvedimenti giudiziari. Ciò si presto per condurre il povero sacerdote in ipieirapparwmen'.o in cui" si sa che è téso un agguato; ma egli iti quel momento ha fede In ila giustizia è si pone all'Ombra dei provvedimenti giudiziari. Si fa qualche cosa, di più: Don Gnavi e ucciso. Egli lo vede la. in quella stanza boccheggiaute a terra Vicino a lui la figura mefistofelica di un Rizzétto. Basta la promessa the Rizzétto metterà, a postò l'appartamento perchè tulle le lagrime scompaiano, scompaiano inni i terrori della scena, scompaia tutta la pietà per Iti povera vittima. Ed celi, docile, mansuete, servizievole, parte per acquistare dei sacchi, Ja valigia, la paniera che serviranno per il traspor- '., dot r-a'lavfi'n ,Ua mivi-i) '(imi finivi fati" !a pezzi li Ebbene, l'uomo che ha prestato ninno alla truffa, l'uomo che ha introdotto Rizzétto nell"appartamento perché il reato si I i„,ff.sst. consumare, l'uomo che ha fornito i mezzi per la sparizione dei pezzi del cadavere è l'uomo che ha. l'impudenza rivoltante Idi dirvi che di fronte al cadavere del povero III.ni Gnavi ha. pianti' le lagrime più cocenti! E vedete, la difesa dice che e colpevole, i"lI pernio in una corta misura, a scartamento I ridotto per hi meno. LO ainmel.'c la stesso difesa. E' l'uomo che deve avere innanzi a se la visione orrenda indimenticabile delia Uecna a cui ha. assistito; è l'uomo, signori entrati, che dentro l'animo deve avere il rimorso che non si distrugge e che non ,si cancella di aver posto un Rizzétto nelle condizioni di fare scempio del corpo del povero don Gnavi. Ed egli parte. •• Vito sptóHsieictttn... „ «Ed è mia vita, spensierata, 6 una vita allegra che conduce. Io m-n vai", signori giurati, alia ricerca della inarca «lei vino spumante che si è bevuto. Eosse Cane tu o fosse Champagne, amico Magliola, a me poco Importa; ma io lo trovo la che si :■ <Tira. signori giurali, nella chi/i ligure, io l'o°vedo la fra "prostitute o gente sospetta; io lo colgo a banchettare nell'osteria del Mij'eniaccio e in quella della Gesiro, !<• lo I sorprendo, signori giurati, sotto mentita spo"lin (ti soldato. Egli dice, irridendo al nostro sacrificio, Irridendo al sacrificio dei nostri poveri fratelli caduti, egli vi dice: "Ho Indossato ia divisa dei mintale, ma quella di ordinanza non eie abbastanza elegante. Ho indossato quella divisa non mino per sotirarmi alle investigazioni delia giustizia, ma perchè mio proposito era. di recanni al fronte , per compiere il mio dovere di buon haliairi"'» Ed i! buon italiano, signor presidente, Combatte al fronte iii Genova. O egli muove alla espugnazione di formidabili fortezze, ma quelle fortezze si chiamano Barro, Vannini, e portano qualche altre nome che non voì -Po indicare, ina che e tacile immaginare. E'"questo, signori giurati, l'uomo che voi d» vete giudicare: il bugiardo, il cinico, l'iitseiisimle, l'uomo (tic non ha saputo trarre ima soia lagrima pél martirio dei povere Don Gnavi, L'individuo irrido '-.-ti la vita lussuosa, che- le 2Ì0Ù lire all'anno non pc-tewo consentire. L'uomo e sovrattutto fidu;,„so della potenza oscuraiiva della if.enzo..... fiducioso nella forza del trucco. I. muividuo senza scrupoli, senza iremori, alfronta aiunaue rischio e si inette a qualunque shara.'lio E quando >i salgono', signori giurati, unisti gradirli, quando l'infinita miseria mot'ala di duetto uomo dà di queste note e di in iste risonanze, allora noi comprendiamo conie precipitando di gradino in gradino abbia potuta sprofondarsi in un abisso, comnreheto che "teli ria. potuto giungere alla ', isione, allo squartamento del povero Don L. "È'perché, signori giurati, lo ha uc-iso? • --".V,. io ha fatto a pezzi? Io non voglio rli pfeni quello che ieri, nella sua meravigdosa .;!or:a, me lo lasci di"- ser»~a ombra di adi dazione ' vi ha detto il rappresentante del- Il'Accusa, Ve lo ha delineato, vi ha scolpito, signori giuriti, la causa del fatto. Balocco ha ucciso don U::avi. vi die- il rappresentante della legge, perchè era nell'impossibilità di poter estinguere il debito che aveva verso di iiui di 3Q uni- lire .^giungiamo qusi-ciie. to- Isa'di'piùV Jjo, cupidigia della ricchezza « Egli ha ucciso don Gnavi attratto dal fascino del denaro, dal bisogno del denaro, dalla cupidigia della, ricchezza che doveva esercitare la consapevolezza dei valori che il povero sacerdote portava con sè ogni mereoledì, quando veniva a 'l'orino a compiere delle, operazioni bancarie, per sè, per la Banca di Caluso, per gli amici e conoscenti. Debito delle 30 mila lire. E qui non si dubita più; vi è il copialettere, dove il povero don Gnavi. cosi accurato, cosi diligente.- che nulla dimentica, che ogni minima operazione che egli compie lissa e consacra nella carta. « Signori giurati, il copialettere riproduce una lettera, con la quale don Gnavi chiede e reclama invano il pagame.no delle 30 mila lire. Balocco non poteva, o signori, pagare lo 30 mila lire, ed in quella lettera vi è un lamento e vi ò un appunto verso il Balocco. Dopo aver chiesto le 30 mila lire, don Gnavi chiude la lettera dicendo: » Sono due mercoledì che mi affaccio al finestrino inutilmente! ». Passava per Settimo e si sapeva creditore di 39 mila lire. Don Gnavi lo cerca, ma egli sfugge, o signori. « Sono due mercoledì clic mi affaccio al finestrino inutilmente ». Vi è stato il notaio Guglielmini, e ve lo ricorderete, il quale vi ha detto che. rovistando fra le carte del povero don Gnavi, ha rinvenuto una lettera, in data 23 febbraio, con la quale il Ralocco si riconosceva, debitore dello 30-mila lire, e le 00 mila lire, o signori, non (tono state pagate. Ralocco sente, e lo sento fino dal primo istante, fino dallo prime battuto dell'istruttorio, sente la gravità, sente il valore di questa circostanza. Non bisogna lasciar credere che era deìbtore delle 30 mila lire. Bisogna far credere clic queste 30 mila lire le abbia pagate al don Gnavi. ed allora egli inventa una delle sue solite fandonie di cui è scomnnatamonte fecondo, ed in Istnittoria, signori giurati, non soltanto dice di aver pagato le 30 mila lire, ma le 70 mila. « Delle 30 mila lire —■ soggiunge — io non sono debitore verso don Gnavi: ma io ero creditore verso di lui di una somma cospicua perchè gli avevo aiutiate 70 mila lire per acquistale della Rendita al :LfiOper cento ». Quando il giudice gli domanda dove ha trovato questo denaro, come, ha fatto lui. modesto Impiegato a 5>VT0. ad accumulare 70 mila lire. Egli dice: •< Tutto questo e frutto delie vìncite al giuoco. A Begli ho guadagnato CO mila lire, a Nervi ho guadagnalo 8 mila lire, a Rapallo dalle 23 alle mila lire.. Ecco lo 70 mila lire elio ho affidato a don Gnavi », ed invocava un testimonio, o signor-i-, e invocava il Parodi, che. avrebbe dovuto sapore'delle sue vincite al giuoco.- ed il Parodi vieno e dice: «La. fortuna è alterna, o signori; qualche voi (a si guadagna e qualche volta si perde. Ho visto Ralocco guadagnare le -5, le 5 mila lire, non l'ho mai veduto guadagnare cifre colossali ». « Ed allora lui e. forse meglio di lui, i suoi difensori, hanno sentito l'impossibilità di poter far credere che Balocco disponesse di una tale somma. All'udienza si indugia, si modifica; non si tratta più che del pagamento delle 30 mila. lire. 'Non sono miti le 70 mila lire per l'acquisto della RcndShi. 3.-50 %. « Ho pagato soltanto le 30 mila lire o mi sono sdebitato verso don Gnavi ». E non ò vero nemmeno queste! Gli si domanda dove avete le prove, i documenti della estinzione del vostro debito? «Don Gnavi mi aveva rilasciato ricevuta, ma io l'ho stracciata». Si conservano, signori giurati, per otto mesi gelosamente lo duo ricevute per somme minori (L. 300 e L. STiGO versate al fantastico. Impalpabile .Rizzétto), non la ricevuta delle 30 mila lire. Egli, che è un archivista, che tutto conserva, la'ricevuta delle 30 mila lire l'ha distrutta ». L'oratore spiega come Balocco ha fatto per attrarre don Gnavi a Torino, ul suo ultimo appuntamento. Si è fatto credere a un con tratto d'olio. Una miseria: qualche latta di olio racimolata qua e là. Il contratto simulato, per attrarre don Gnavi, non è l'olio, ma la fornitura del solfate. A cinque giorni dalla tra gedia, Balocco invia un telegramma a. .don Gnavi, in cui l'avvisa che i carri ferroviari potranno partire il lunedì prossimo. Il mercoledì avviene il delitto, perche don Guari ha creduto. Nella domenica era così sicuro che sarebbe arrivato il solfalo, che avverte il co. guato di preparare j cani e i cavalli pel tras porto: il lunedì c'è il telegramma di Balocco, il martedì è persuaso che il solfato arriverà per ferrovia. Siamo al primo atto della trage dia. — E allora — dice l'avvocato — se f Baiocco che inganna e che illudo, l'autore dell'uccisione di don Gnavi è... Rizzétto?! Il Presidente ha definito costui con un aggettivo che ha fatto fortuna: <• impalpabile ». L'ha pure chiamato una « figura mitologica »'. Impresa ardua è stata infatti quella dell'aw. Magliola. nel voler dare vita ad una creazione fantastica.. La Difesa dice che è stato notato a Torino, in treno; ma'è una illusione. In trono è notato un Individuo, al quale Balocco dico: Arrivederci martedì ». E, perchè mercoledì don Gnavi è ucciso, quell'uomo del treno — di cui Ralocco non ha mai parlato nei suoi memoriali — deve essere Rizzétto?! Nessuno lo ha avvicinato, nessuno lo ha presentato: tuttavia, quello è Rizzétto!!... L'oratore accenna ai passi della famiglia presso i vari testimoni, e dice che sono passi umani, ma delineano la situazione disperata di Balocco. « Ma, perdio attardarci in questa dimostrazione oggi che sappiamo chi è la vittima di Massa Lubrense, oggi che sappiamo chi è quello sventurato, a cui si è imposto il nome di Rizzetio per poterne propalare la memoria attraversò quel cadavere ed assicurarsi l'impunità. A clic a dimostrare che Rizzetlo non In a Torino nel momento del fatto, che non aveva rapporti con don Gnavi? Cile la vittima di Massa Lubrense sia il povero Virginio Isnardi non vi può essere dubbio. Vi 0 stata una sorella che tra i singulti ha riconosciuto in quella fotografia il fratello straziato; vi e stato un cognato che lo ha riconosciuto. Lo ha riconosciuto la Brcsagola Cristina, la lavorante che ha avuto con lui lunga consuetudine di rapporti, perchè per parecchio tempo ha lavorato con lui; lo ha riconosciuto la De Vecchi, la testimone dell'ultimo momento, iridi, ani. dalla Difesa; lo ha riconosciuto, signori giurati, il Catto, perché Catto non vi ha detto il nome di Isnardi, ma anche in istruttoria, quando si andava, a cercare per identificare l'uomo basso, piccolo, dal naso rincagnato, quell'uomo che all'udienza Baiocco dirà che è Rizzétto; Catto, signori giurati, anello In istruttoria ha riconosciuto la fotogialla del povero morto; lo, ha riconosciuto penino un pochino a denti stretti, signor Presidente, quella inqualificabile Bariz.onzi. « Mi pare, sono quasi certa ». Con una teste di quel genere non si poteva pretendere di pili! Ed allora Rizzétto, la vittima di Massa Lubrense, quando, signori giurati, 6 stato a Torino? La. sorella ha dello che egli si ó recato a Turino soltanto in settembre, nel 1917. quando venne alla ricerca della moglie. E non ne é ritornato più. La Cristina ve io dice: è stato nel settembre del 1:117. La Do Vecchi, testimone di difesa, ve lo dico: Costui o stato a Torino solo nel settembre del 1917. Ah! Rizzétto, il produttore., d'olio, l'uomo che doveva truccarsi e mascherarsi sotto il falso nome, signori giurati. E' venuta la De Vecchi o vi ha detto che questo uomo, qualunque esso fosse mai si faceva conoscere col proprio nomo, era Isnardi Virginio ». Èli'n un poveri» »arto... L'oratore, proseguendo la sua vigorosa arring». dico: * Era un povero sarto o non ha nascosto il suo vero uomo: non ha mai nascosto la sua professione. E mi venite a parlare di un Rizzétto, che non si vede, che non si atterra, di cui non si hanno traccie? Ma volete persuadervi, signori giurati, che il nome del Rizzétto è fantastico? Badate! Questo uomo, elio va e che viene, che scompare e che compare, che si eclissa secondo la vojontà e secondo le esigenze della Difesa di Balocco, questo uomo pensa, agisco e ragiona proprio come Balocco. E' l'uomo che egli ha creato a sua somiglianza, è l'individuo a cui egli ha imprestato tutta ciò che si 6 maturato in quel cervello, tutto ciò che si è compiuto con quelle mani. Ah! il produttore d'olio!, che viaggia in prima classe, che ha la pelliccia, che. ha aidrgdmldglrallsvemvnpègdcGdImNffdc—csnttztelfredbpuddhithfmrgdtfScladfDnaetdtmsdtrstvcssaERdscla aatente, sigari giurati, di.circolazione peri automobili e motociclette, chó Ha! I magazzeni in Liguria, che ha il magazzeno alla Barriera di Casale! E' proprio il Ralocco del solfato di ramo: dai molti magazzeni, molti viaggi, grandi ricchezze, sfoggio di titoli, esibizione di documenti che non si possiedono. Il commediante che. non ha il solfato di rame è Balocco; il povero morto che non ha una goccia di olio 6 l'isnordl; l'Isnardi il disporato, signori giurati, il povero uomo che guadagnava lo 4,50 al giorno, l'individuo che deve farsi rattoppare i calzoni, l'uomo che per andare a Napoli non può estìnguere 11 debito di 26 lire e deve dare In pegno alla sorella l'orologio. E' costui, signori giurati, che può passarsi il lusso della ricca pelliccia, che può viaggiare in prima classe, che può spendere e spandere?!! Ed è proprio Rizzétto che immagina, che crea la truffa dell'olio. Prima sf vuole offrire dell'olio scadente, poi addirittura non si vuole più consegnare niente, soltanto portare via del denaro. Ed è la stessa traffa, è la stessa congegnatura, il trucco, lo strattagemma, a cui Balocco ricorre, facendo credere alla fornitura del solfato di rame, peri condurre il povero don Gnavi a Torino! L'avv. Villabruna sostiene, col Procuratore Generale, che Balocco ha creato la persona di Rizzétto per estreme necessità, di difesa. I mezzi per attrarre Don Gnavi nell'appartamento chi ò che li crea, Batoccrt o Rizzétto? Naturalmente Balocco, perché Rizzetlo sn.lla fuori molto pia tardi. Esamina per ciò l'affìtto de d'appartamenti o, che non soddisfece del resto Balocco perché era • un po' soffocate ». Cerio che avrebbe preferito — osserva — un luogo piò solitario, un villino. E una cosa chiede o che subito mette in sospetto: se c'ora molta acqua. «-Signori. — ilice — non dimenticato che il povero corpo del prote fu squartato nella vasca da bagno. Inoltre si chiedono tutte le chiavi e non e Rizzetlo che le chiede, ma Balocco, alla, contessa, che «ino all'arrivo del colonnello si era riservata di entrare nell'alloggio. L'11 c'è la lettera di Greppi che si era interessata fior attenere a Balocco il passaporto all'estero ; il 12 c'è l'impiegate ferroviario Balocco elio chiede la licenza dei tre giorni per affari di famiglia.. Diteci — esclama l'aw. Villabruna —- di che affari, di famiglia s'è occupato il giorno 13? Il Balocco hn. inventata un nome: o un'invenzione, comune di tutti i delinquenti-. Un mese fa l'avv. Villabruna ha: difeso il soldato Polloni per cui i giurati hanno negalo, te attenuanti. Ache lui aveva inventato- nu nome, un soldato del 5ì.o fanteria, che avrebbe, compiuto' il delitto. Ma poi ha. avuto più coraggio di Balocco ed ha confessato tutto I L'oratore esamina lo dichiarazioni dp| Memoriate e quelle orali dei Balocco, dichiarando audace o inutile il temimi ivo dell'alibi galante, che poi Ica stesso imputato ha abbandonato' di ironie olle dichiarazioni della portinaia, p degli altri testimoni, i quali Intima fatta crollare l'edificio difensivo di Balocco. Si discuta, si arzigogoli; ma c'è un episodio; che nessun difensore può distruggere. C'è l'episodio della portinaia allontanata alle aro 17, col pretesto del biglietto da 500 lire' da scambiare. A quest'ora rinnova il tentativo fatto già alle 11.30. Aveva allora, allontanato Don Gnavi afferrandolo por la tonaca perche non l'osse listo dalla portinaia; allontanava alte ore 17 la. pori inaia, perchè non vedesse entrare con lui il sacerdote. Girai se la fiortinaia l'avesse visto I " La mazzata del macellalo,, Ed è cosi che ci avviciniamo all'ora fatalo della tragedia. -Siamo alle 5 ed è Balocco che trascina il povero Don Gnavi nell'appartamento, ed in quell'appartameuto' vi è già la, strumento deJ martirio. Qui egli non ci ha detto che aveva, portolo la roncola, la roncola tremenda. Ed il sacerdote crttra. Entra ignaro, entra fiducioso, entra credendo di iraitare e discùtere di affari. Avrà letto, avrà scritto? chi io sa? Ma si è avvicinato a quella tavola. Vi è ia chiazza di sangue sul tappeto, vi è l'ombra opaca sul pavimento. Si è ;lwì-| cinato a quella tavola, si è chinato, e qui,, signori giurati, è la mazzata, la mazzaSa classica del macellaio. E' quella roncola, che voi avole veduta., signori giurati, che porta ancora frammenti di carne e scheggie dossa, i E' cosi, signori giurati, che si uccide. Ed egli, dice, Io lascia col Rizzoito. Col1 Rizzottoi si è discusso e vi è stata, la. necessita della carta bollata E avete mandato la por-i tinaia a scambiare le MO lire ed a comprare1 le inarchi! da. bollo. Ahi vi era la necessità,' signori giurati, di chiedere informazioni sugli cheques, qua,,do si ha in casa il ban-i chierc ? Quando avete. Don Gnavi, clic è um tecnico, un pratico in quelle.rose. Così poi l'uccisore, quando sente lo squillo del campanello, osco composto noi vestili e se scendo per cercare dulia carta bollate e chiedere informazioni. E' tornato e dico die è stato Rizzétto che ha tradito. Pensino, signori giurati, all'inverosimile I Creato il Riz-1 zetlo che ammazza por depredare Don Gnuvi dei valoTi Clio ha con sè, voi. Balocco ti, rendete assentò perchè andate a cercare ia carta. Chi è quest'uomo che ha ucciso nell vostro appartamento? Quest'uomo può fuggire pereiiè é solo, ina il Uizzetto resta I Rizzetlo che ba tradito l'ospitalità, cho gli è statai accordata da Balocco, rimane in casa, si chiude in una via senza uscita, affronta 1» Irò e le. indignazioni di lui ? E lui non ìiftj sapeva niente. E' ritornato in quoll'apparta mento e vedo 11 povero Don Gnavi boccheg-1 giante; è di fronte al fatto mostruoso di' iin uomo che appronti andò di pochi islanti di lontananza, ha. compiuto un reato nuce.. Signori giurati, ditemi: un uomo comune! che casa avrebbe faUo in {jiteirtetante? Ma' ditemi se di fronte al cadavere boceboge+ante del povero Don Gitavi uri Balocco clic non: sia l'uccisore, la squ; ir tutore, ditomi se unni avrebbe seni ito sprigionarsi dalla sua co-j scienza la voce deli'istinto? Ditemi se in quell'istante la sua voce non sarebbe prorotta in' un urlo solo di spavento e di indignazione.! Ma lui invece no. Egli ritorna, vede Doni Gnavi boccheggiante. Basta una parola, si- ( gnor! giurati I Basta elio Rizzétto gli dica:^ Prometto io di metterli a posto) l'apparta-; mento. Ogni lagrima scompare dal ciglio, ' ogni movimento di pietà e di orrore si dissipa' da quell'olmo, cMetti a posto l'appartameli-! to, sono a tua disposizione». E pòrte, e va'j ad acquistare la. valigia, i sacchi o la panièra,.. L'oratore pas:sa sotto impressionante esame tale mostruoso acquisto. Non c'era da tr.iportàre dell'olio, perchè durante la colazione, al Lauranae, Rizzétto disse che olio non no a-, veva. ma che nonostante voleva i soldi di' don Gnavi. E allora, come si spiegano la va- ' ligia e i .sacelli comprati, quando era esclusa' la possibilità di questo trasporto? Dovevano servire pel trasporto del preta dopo il suo .squartamento, nella sera e nella notte dal 13 al 1-1. E quella valigia la ritroviamo, infatti, all'indomani nell'alloggio di Balocco, o i fiacchi in Po, coi tronconi di gambe. E nell'allog-, gio ci sono inoltre gli altri oggetti di don Gnavi. La Difesa ha dette : Ralocco sarebbe slato così pazzo da portare quei resti nel suo alloggio? l.a bisogna non erti facile; c'era da lavorare ili mannaia, c'era da trasportare. La notte era stata troppo breve per il grave e atroce lavoro, tanto che in via Maria Vittoria rimasero' ancora le vesti di don Gnavi. L'oratore descrive la scena dell'intervento della proprietaria dell'alloggio, e della portinaia col fumista, »; l'audace giustificazione di Balocco di frontu alla mancanza del tappete. Ralocco fugge, si nasconde nell'alloggio 41 via Donizctti, come belva che si rintana: tergo il giornale; fugge a San Remo, dove attende, coi bauli, il passaporto per la Francia. Il passaporto non arriva, ed allora ritorna a Genova e piglio alloggio presso una mondana! La |>i't'pui'ir/i«m<* del sccoado delittn u II periodo trascorso a Genova è quello in cui il Balocco è venuto ideando e preparando il secondo delitto: la uccisione dell'incognito, fino a ieri, di Massa Lubrense. E la P. C. osserva che Balocco, nella sua frenesia di poter dimostrare la propria innocenza, aveva la necessità di dare corpo, di dare vita, per poi sopprimerla, a quel nome fantastico e immaginario che avova assegnate nella suu memoria, al uomo di Antonio Rizzétto. Nel memoriale parlava di questo Rizzétto, ma non na dava lo prove. Bisognava quindi crear'' questo Rizzetlo. E volle creare quell'uomo, queste i Rizzatto, peichà soltanto, con l'arresto di Ri*.