I comunisti sconfitti alla Cooperativa ferrovieri

I comunisti sconfitti alla Cooperativa ferrovieri &a lotta tra comunisti e socialisti I comunisti sconfitti alla Cooperativa ferrovieri ■; Il dissidio esistente da tcmjio in seno alla ■organizzazione cooperativa, locale, ha. avuto •un» nuova importatilo ripercussione. I nostri ■lettori sono informati dei termini della, quejStìone per essere stata appunto da noi recata la conoscenza del pubblica e successivatiionlc aiuatrata in tutti i suoi aspetti. In sostanza lo Cagioni die determinarono già una palle dei iaoci della Cooperativa ferrovieri, aderente alla. lAlleanza torinese, della quale costituisce una 'delle .branchie, a fondare la nuova Unione 'cooperativa pure tra ferrovieri, dondo jjoi :sorse la controversia giudiziaria per il diritto idi appartenenza ai due enti, sono le stesse ■ette aaitmano il dissenso odierno. Mei primo :caso erano elementi apolitici che volevano •mantenere la coopcrazione estranea ad ogni •corrente od interesse di partito: ora sono gli limitari, o in termini più semplici, i socialisti, i quali, effettuatasi la scissione a. Livorno, contrastano ai comunisti la. direzione del movimento cooperativo, affermando che l'attuale iindirizzo impresso alle organizzazioni di consumo è rovinoso, non rispondente ai veri interessi della, classe lavoratrice per la quale olirono create, e deve perciò cessare. ; La questione aveva avuta, come si ricorderà, un'eco assai rumorosa quando, essendosi «chinata recentemente l'assemblea dei soci Ideila vecchia Cooperativa ferrovieri, questa, f>er la brutta piega presa dalla discussione nei riguardi dei dirigenti comunisti, tu ad un «erto punto improvvisamente inlerrotta dalle guardie rosse entrate nella sala al grido eroicomico di: «arrivano i fascisti!». Quell'asfcemblen. riuscì quindi praticamente nulla. Essa Valse, tuttavia a persuadere sempre più >i soHalisti che essi fossero in maggioranza di fronte ai comunisti, sebbene questi si trovino a capo degli organismi della cooperaziohe. Diciamo di passaggio che una eguale sicurezza i socialisti hanno per le organizzazioni sindacali, pure dominate dai comunisti. Fu pertanto cosi che un buon numero di kocialisti appartenenti al Consiglio generale »le!la Cooperativa ferrovieri avanzò formale richiesta per la riunione del Consiglio medesimo, allo sttopa di discutere sulla situazione determinatosi in seguito al concorrere di tulli questi elementi. La richiesta a. termini dello statuto non poteva non essere accolta e la riunione del Consiglio generale anzidetto ebbe luogo nel palazzo di corso Galileo Ferraris l'altro ieri sera, assurgendo ad un'importanza che per i riflessi col movimento operaio torinese sarebbe vano negare. L'adunanza, iniziatasi alle 21. terminò ad torà inoltrati), della notte e fu presieduta tlalfc'on. Pagella, che esponendo, i motivi della convocazione de) Consiglio, sostenne le iasioni dei socialisti in contrasto coi comunisti, dichiarando che i primi avevano: ragione di ritornare sulla, discussione, perchè l'assemblea dei soci, della quale abbiamo latto cenno più sopra ,st era svolta irregolarmente. Il presidente diede poi subito la parola ad Aliriata. primo degli oratori socialisti. Questi iniziò un» carica a: fondo contro il Consiglio d'amministrazione, che accusò di 1 enere indebitamente la direzione della cooperativa dopo la .chiara manifestazione uscita dall'assemblea ilei soci, malgrado quello che egli definì il tracco dell'intervento' delle guardie rosse. Con aspra parola, l'oratore rimproverò ai comunistii di condurre, dittatoriamente gli organismi cooperativi, non tenenàoi conto alcuno dei reali Interessi dell'azienda. « Giù da tempo, prosegui l'Abriata, rivolgendosi agli amministratori, voi avreste dovuto dimettervi, ben sapendo che non godete più Ja fiducia dei soci ». Ha inoltre riepilogalo Witti i motivi del dissidio sorto tra i soci stessi itfd il Consiglio d'amministrazione, non ultimo >! fatto delle. 172 mila, lire residuali della *oitoscriziono per i bimbi di Vienna, che i comunisti tentarono di devolvere a. favore dell'organo estremista, torinese. J^'oratore ha puro ricordano che, avvenuta, l'assemblea dei soci e rilevato da essa il sicuro orientamento degli inscritti alla cooperativa, i socialisti fecero Ìiervmlre una diffida legale.aliiAiiimiiiistrazio»e, invitandola in conseguenza di ciò ad aktenersi dal compiere qualsiasi atto inerente alle .sua funzioni, pena l'andare incontro a .liltio le'responsabilità del caso. «Neppure di Wnesto — concluse Annata — gli nmrriinistrajori eomunisiti hanno fatto c.oiito alcuno: ed t> per ciò venuto il momento che essi rispondano davanti pi Consiglio di lutto il loro operato». Vivissima impressione produssero queste dichiarazioni. Nello stesso senso si espresselo Carradori e l'operaio Romanibi. A difesa dell'amministrazione comunista insorse invece Male-biodi, che ribattè le argomentazioni desìi oratori precedenti. Prese poi la parala il presidente della Cooperativa Fiotta, clic si difese a sua volta dagli allaccili mossigli. A proposito dell'irruzione delle guardie rosse mei l'assemblea dei soci c relativi incidenti, dichiarò die in cuor suo aveva ciò deploralo, ina che non aveva reso pubblico questo giudizio per la preoccupazione di non danneggiare il movimento cooperativo! e comunista. Affermò ad ogni modo che né lui, nò i suoi compagni d'amministrazione erano disposti a dimettersi e chiuse il suo dire invitando f convenuti n compiere opera di pacificazione e di concordia. L'invito ebbe pero un effetto completamente begativo. Abriala e Carradori ribadirono i lo:ro attacchi, che furono ancora rincalzati da Bioletti. In ultimo .Soderò presentò un ordine del giorno, riassumente il giudizio desìi oppositori. I/ordine del giorno suona biasimo e deplorazione contro il Consiglio d'amminietrazione della Cooperativa ferrovieri •• perdio — dice in riassunto — non ba agito correttamente nei rapporti colla massa ferroviaria: non si e attenuto alla diffida legni* Coitagli pervenire da una parte dei membri del Consiglio generale, ha amministralo in modo dittatorio e settario, non ha .«di'vi imbblieaJrjent.c la propria responsabllitA da coloro che avevano provocato gli incidenti nell'assemblea del 22 marzo scoilo: il Consiglio generale dichiara perciò decaduto l'attuale Consiglio di 'Amministrazione: ». La lettura dell'ordine del giorno provocò un Vivissimo subbuglio tra gli elementi comunisti presenti, che elevai uno vivaci proteste. Indetta la votazione, l'ordine del giorno risultò approvato con 58 voti conno R contrari e meno di una diecina di astenuti. Dopo questo esito si deliberò seduta, stante la riconvocar Mone del Consiglio generale per le ore 21 di stasera, sabato, allo scopo dì procedere all'elezione della nuova amministrazione.. Così ebbe •fine l'assemblea, la cui importanza,, come abbiamo già rilevato, non consiste tanlo nel l'atto in sé della sconfitta dell'Àmaninisl.razionn in canea, quanto nella, constatazione che lale sconfina costituisce uno desìi episodi centrali della lotta ingaggiata tia socialisti e comunisti, con una portata nei riguardi dell'intera classe lavoratrice, torinese «he l'ulteriore svolgersi delia lotta medesima Chiarirà sempre meglio iazuurgrdgt—

Persone citate: Bioletti, Carradori, Mei, Pagella, Witti

Luoghi citati: Aliriata, Livorno, Vienna