L'Europa respinge Carlo d'Absburgo

L'Europa respinge Carlo d'Absburgo L'Europa respinge Carlo d'Absburgo La rampogna di Sforza davanti al Senato italiano ' Roma, 1, notte. Anche oggi l'aula è molto affollata. Sono presenti oltre duecento senatori. Le tribune sono gremitissime, essendo anche oggi una giornata bellissima. Al banco del Governo siedono gli on. Giolitti, Sforza, Facta, Micheli, Raineri, Fera. Alla seduta assistono anche oggi i due Agli del Duca d'Aosta che prestarono ieri giuramento come nuovi senatori. Alla seduta è presente sui bancbi di sinistra il senatore Frassati ambasciatore d'Italia a Berlino, giunto iersera a Roma. Dopo alcune altro interrogazioni — fra le quali una sulla concessione, poi revocata, del Colosseo1 a una società teatrale per spettacoli lirici — si passa allo svolgimento di una interrogazione dei senatori Conci e Pellerano al ministro degli affari esteri «sul recenti avvenimenti in Ungheria ». ' SFORZA, mmistro degli affari Esteri, (segni di viva attenzione) : — Dà prima notizia degli ultimi telegrammi ricevuti da Belgrado dai quali appare- la perfetta intesa della diplomazia italiana colla francese e l'inglese per far partire l'ex-Imperatore Carlo. Fornisco le notizie dei passi fatti presso Vienna per ottenere per lui un salvacondotto. Annunzia che il Governo italiano non avrebbe neppure difficoltà a che egli traversi il territorio italiano per recarsi in Spagna o altrove e così conclude : « E' stata una soijrresa l'avventura di Carlo? In senso generale cerio :ÌO, perchè voi sapete che l'Italia ha talmente prevenuto e preveduto il pericolo absburgico che non ha esitato a stringere in proposito formali accordi con Belgrado, completali con altrettanti cordiali scambi d'idee con Praga, e quésto è uno dei vantaggi del trattato di Rapallo, uno dei vantaggi degli intimi nostri rapporti politici con gli Stati successori della ex-Monarchia. Ma da un altro lato, confesso, mi pareva difficile che Carlo d'Absburgo sentisse si bassamente dei suol doveri verso un popolo, cui egli finge di appartenere, xla non esitare, per vanità personale o famigliare, a gettarlo oggi, col suo gesto puerile, in nuova crisi ed in nuovi pericoli, di ungheresi vedono ben male ripagata Ut abnegazione per cui con un eroismo, cui renilìamo omaggio, fecero ammazzare tanti loro figli sul fronte italiano per la gloria di quella casa, di Absburgo, che oggi II voleva {porre ancora una volta a rischio'di cadere in una situazione intollerabile,- poiché tutti in Ungheria sanno che nà l'Italia, nè gli altri Stati vicini ammetterebbero mai la restaurazione di Carlo. Sono lieto, del resto, di constatare che, a parte un gruppo di vecchie famiglie aristocratiche magiare, nelle quali, olire un rispettabile se,nso di tradizione, influisce una men pura e vien rispettabile cura del loro vecchi privilegi feudali, la grande onesta massa agraria del popolo magiaro non ne vuol più sa.pcre degli intrighi di Carlo d'Absburgo. L'Italia ha troppo antica civiltà per non preferire di mostrare rispetto per nemici caduti e sconfitti, anche per Carlo d'Absburgo, cioè il cognato e il complice di colui che non a fronte aperta, ma con bassi intrighi cercò pugnalarci alle spalle, lo voglio formulare solo l'espressione di una mia sicura fiducia, che desidero giunga al Paesi che, come ;ior\. tanto soffrirono dagli Absburgo, e cioè che sia questa l'ultima volta che nel Parlamento italiano faremo a questo signore l'onore di j/arlare di lui (approvazioni). CONCI, si dichiara pienamente soddisfatto della risposta del ministro degli affari. Esteri ed aggiunge che l'Italia, opponendosi al ritorno degli Absburgo sul trono, completa la sua vittoria e fa opera di civiltà e progresso. PELLE K ANO : Le dichiarazioni del ministro degli Affari Esteri, faranno piacere non solo agli italiani ma a tutti i popoli che furono oppressi dal dispotismo degli Absburgo. La seduta è sciolta alle ore 17,50. Il blocco alleato Roma, 1, notte. Lo dichiarazioni del conte Sforza in risposta alFinterpellanza dei senatori Conci e Pellerano sugli avvenimenti di Ungheria, riuscirono di piena soddisfazione degli interpellanti. Il punto essenziale della Cisposità del ministro degli esteri consiste nell'assicurazione della perfetta intesa della diplomazia italiana con la francese e l'inglese per far partire re Carlo dall'Ungheria. Il ministro degli esteri ha tenuto a dimostrare che l'Italia si è adoperata e si adopera in tutte le forme che sono consentite per facilitare l'uscita di re Carlo dall'Ungheria. Il Governo italiano lig, infatti compiuto passi presso il Governo di*Vienna per ottenere un salvacondotto all'ex-IImperatore consentendo eventualmente che egli traverei il territorio italiano per recarsi in Ispagna o altrove. La richiesta, le offerte del Governo italiano non poterono essere tradotte in atto poiché fino a questo momento l'erede degli Absburgo si ostina a non voler lasciar il territorio ungherese. La situazione è dal punto di vista dei fatti indubbiamente oscura; ma dal punto di vista diplomatico, del quale il Governo può e deve rispondere, essa appare rassicurante. Non vi è dubbio che il blocco alleato avrà, in ultima analisi-, ragione della resistenza dell'ex-Sovrano allo intimazioni dell'Inteso. A tale riguardo era atteso con particolare curiosità il punto delle diqhitv razioni del ministro Sforza riguardante l'atteggiamento della Francia. Orbene, il ministro degli esteri, che ebbe incidentalmente paiole sferzanti' ppr il principe Sisto di Borbone, cognato di re Carlo, ha esplicitamente detto ubo se" è vero che in taluni salotti austrofili di Parigi l'avventura di re Carlo viene vista con simpatia, il Governo francese ha lealmente, apertamente concordato con il Governo di Roma nel disapprovare il tentativo compiuto. Inoltre, come è stato dimostrato dal telegrammacircolare di Briand a tutti gli agenti diplomatici all'estero, il Quai d'Orsay ha cooperato con la Consulta in tutte le misure coercitive adottate. dall'Intesa rispetto a re Carlo. Le trattative fra le Cancellerie dell'Inteso proseguono del resto e sono in progetto misure anche più energiche. Se l'aspirante al trono di Ungheria persisterà nella sua avventura, il piano relativo è destinato, secondo il pensiero delle sfere autorizzate, ad un sicuro naufragio. pnaevsdndtmas . , , . .dagricola e quella delle città hanno fatto entu- p" dscpBapdmlnascqedncggdrcrblzli ni tisi Psitei nin contrario al tentativo tieii'Absluirp (Screlzto speciale della Stampa) Zurigo, 1, notte. A Prangins sono giunti ieri i primi dispacci ufficiali sulla «passeggiata ungherese » dell'ex-Imperatoro Carlo. Uno di questi, spedito da Steinamanger, annunzia che la popolazione sfastiche accoglienze al Monarca. Il dispaccio assicura anche.che Carlo, la cui salute ò ottima, si trova in eccellenti disposizioni di spirito. L'ex-Imperatore non fa ancora cenno al suo ritorno: ma questo sembra ormai certo, dopo che lo stesso incaricato di affari, ungherese a Vienna ha comunicato al Governo austriaco che la partenza di Carlo per la Svizzera e Iminìneme. Come già ieri vi assicuravo, il Governo federale non si oppone al ritorno dell'ex-lrnperatore a Prangins, e la notizia viene oggi confermata ufficialmente. La decisone del Consiglio federale è tuttavia soltanto provvisoria, poiché dipenderebbe dall'ulteriore corso desìi avvenimenti. Vi aggiungo che una gran parte della pubblica opinione svizzera appare veramente seccata da questo episodio, e vedrebbe con piacere il giovane Absburgo, la sua famiglia e il suo entourage fare le valigie per altre contrade. ' Il passaggio delle truppe del colonnello Lehar, il fratello del noto operettista viennese, agli ordini di Carlo, viene smentito dall'/I<veniza Ufficiosa Ungherese. Ma lo stesso telegramma di Carlo alia sua famiglia conferma, se non altro, che a Sfeiriamanger l'ex-Imperatore è stato ricevuto con gli onori dovuti ad uh Sovrano. La città è sempre imbandierata, e continuano le manifestazioni monarchiche della popolazione, e soprattiftto degli ufficiali. Lo dichiarazioni fatte ieri da Carlo, e che vengono oggi confermate, lasciano chiaramente comprendere come l'Absburgo non abba agito così spensieratamente come si riteneva, ma che veramente egli si sia mosso in seguito ad assicurazioni che avrebbero dato alla sua avventura una certa base reale. Si ripete infatti con insistenza a Vienna, e noi riferiamo per debito di cronaca, che la Francia sarebbe stata a giorno del viaggio di Carlo. Non è un mistero per. nessuno che alcuni circoli francesi, allo scodo di allontanare il pericolo di ima unione dell'Austria alla Germania, vedrebbero volentieri il ritomo degli Absburgo a Vienna, passando per Budapest. L'annoygio francese? "Quanta parto il Governo francese abbia in questa correrne absburgolila non si può dire, soprattutto dopo lo assicurazioni ufficiali date da Parigi. Questo non toglie che a Vienna si sia allarmati, e che le voci più disparale circolino in quégli ambienti politici. Si crede anzi di poter assicurare ohe il Governo francese avrebbe 'arto sapere confidenzialmente a Budapest che. nel caso di uri fatta compiuto, verrebbe creata una nuova situazione, sulla qnaie verrebbe quindi deciso} e si aggiunge ancora che l'opposizione dello stesso governatore Horty sarebbe stata soltanto appaiente. Horty vorrebbe far credere alla possibilità di una guerra civile, e quindi presentare la questione monarchica come una questione puramente interna. J/organo dei socialisti austriaci, la viennese ArSelter Zeitung, aggiunge che l'azione di Carlo venne appoggiata dai realisti francesi sotto la direzione del generale Franchet d'Esperay, e sarebbe stata favorita non ufficialmente dallo stesso maresciallo Foch. Franchet d'Esceray avrebbe assicurato l'ex-irnperatore che la Piccola Intesa non sarebbe intervenuta militarmente. Il giornale dice poi di sapere che, a Praga, Kramar sarebbe il capo del gruppo realista. La Romania sarebbe legata dalla difficile situazione in Transilvania, e si troverebbe ora completamente sotto l'influenza di Parigi. La Cèco-Slovacchia non sarebbe armata, e disporrebbe di soli 150 mila uomini. A Vienna si'dichiara inoltre che Carlo, prima [di partire da Pranghis avrebbe avuto dei colloqui con personalità politiche francesi, il cui nomi sarebbero noti. Costoro avrebbero as-| sicurato l'ex-imperatore che la Francia sarebbe ' rimasti passiva se egli fosse riuscito a restare in Ungheria senza provocare la guerra civile. Vi ripeto che tutte queste voci viennesi debbono essere raccolte con la massima riserva; 'ma è tuttavia opportuno rilevarle, perchè in ; fondo a molta esagerazione vi potrebbe pur j essere un briciolo di verità. Pare poi assodato che Re Carlo avrebbe passato il confine austriaco con un passaporto falso, intestato ad un ufficiale inglese, certo William Gordon? e che alla frontiera ungherese un gendarme lo avrebbe interrogato, senza tuttavia riconoscerlo. L'ex-imperatore si era messo enormi occhiali da automobilista. La seduta dell'Assemblea Nazionale Cario ha ora diramato un proclama al popolo ungherese, nel quale dichiara che non poteva rimanere più a lungo assente, e che è venuto per porre Ano alle terribili sofferenze patite dall'Ungheria in questi ultimi tre anni. L'appello sarebbe firmato anche dal conte Andrassy. Ma intanto sono continuate a Steinamanger le trattative per la partenza di Carlo. Da ieri ;anzi il treno speciale, composto di tre vagoni' saìon, è già pronto alla stazione per riportarlo in Isvizzera. Carlo pare voglia attendere il risultato della seduta odierna dell'Assemblea Nazionale Ungherese. Questa, secondo le notizie giunto questa notte da Budapest, si è svolta abbastanza tranquilla. La maggioranza ha presentato un ordine del giorno nel quale si invita il Governo ad iniziare immediatamente tutti i passi necessari perchè l'ex-imperatore abbandoni subito il territorio ungherese. Oratori dei vari partiti hanno dichiarato che l'attuale stato di cose non può essere mutato che per via costituzionale. Fu presentato quindi un ordine del giorno che approva il contegno del reggente Horthy, e gli esprime la riconoscenza della nazione. Un deputato ha motivato in un lungo discorso questo ordine del giorno, concludendo con l'esprimere la fiducia al reggente Horthy. Il discorso fu accolto da unanimi applausi; quindi tutti i deputati deU'Assemblea Nazionale si levarono in piedi e cantarono l'inno nazionale. Il presidente del Consiglio, Telekl. ha pregato l'Assemblea di non discutere per il momento la questione della responsabilità di fronte agli attuali avvenimenti, avendo riguardo alla difficile situazione in cui si trova il Governo. Egli ha conchiuso affermando che naturalmente il Gabinetto si assume ogni responsabilità dei suoi atti. Su tale punto non vi è guindi nessun dubbio; e Carlo dovrà partire da Steinamanger, come del resto avrebbe promesso ai rappresentanti di Horty, il conte Andrassy, il conte Bechley e il generale Hegedus, che hanno in questi giorni trattato con lui per il suo ritorno. Carlo avrebbe loro assicurato che si sarebbe ritirato in un paese neutrale. Svizerà o Spagna; ma non averebbe voluto rinunziare al trono ungherese, nella speranza di tempi migliori. Il plenipotenziario ungherese a Vienna, Maschirewitsch, ha già avuto dal cancelliere austriaco Mayer, l'autorizzazione "per il passaggio dell'|?x imperatore Carlo sul territorio austriaco. Nella seduta di ieri dinanzi alla Commissione parlamentare per gii Affari Esteri 11 cancelliere Mayer ha così potuto fare alcune- conclusioni circa questo suo colloquio col rappresentante del Governo Ungherese; e ha soggiunto che anche l'incaricato svizzero gli ha annunziato che la Svizzera è d'accordo sul ritorno dell'eoe imperatore. 11 ritorno dovrà quindi aver luogo la cniardo ha dichiarato Mayer, d'intesa, coi 'Governi Ungherese e Svizzero, al più presto possibile, e dono aver preso tutte lo misure necessarie. Il Cancelliere ha pure accennato alle misure prese dal Governo Austriaco per evitare un contraccolpo sull'Austria degli avvenimenti in Ungheria. La discussione che segui olle comunicazioni del Cancelliere ha dimostrato il pieno accordo di tutti i partiti, nel senso che la politica austriaca deve impedire con tutti ì mezzi qualsiasi attentato all'attuale forma di Stato repubblicano. La stessa manifestazione repubblicana si è avuta oggi alla seduta del Consiglio Nazionale austriaco, soprattutto per iniziativa del partito pantedesco. I socialisti hanno presentato una pro posta secondo la quale l'ex imperatore Carlo dovrebbe attraversare il territorio austriaco soltanto come prigioniero, e come tale essere consegnato al Governo Svizzero L'annosìzions del rari Stati Anche la Camera Ceco-Slovacca si è occupata ieri dell'affare; e il Ministro degli Esteri Benès ha tenuto un lungo discorso, terminato a tarda ora della notte. Egli ha accennato ai particolari già noti del viaggio a Budapest dell'ex imperatore Carlo, e ha continuato: « 11 nostro Ministero degli Affari Esteri si è messo subito lunedi mattina in relazione con le Potenze, alleate, e ha comunicato al Governo di Budapest che se l'ex imperatore non si allontanasse subito dall'Ungheria, la Cecoslovacchia avrebbe preso mielle disposizioni che essa avrebbe considerato necessarie. In questo senso noi ci siamo accordati lunedì etti la Iugoslavia e con l'Italia. Anche a Londra e Parigi sono state inforniate di tutte le nostre intenzioni. Siamo poi intervenuti anche in Isvizzera, a proposito del futuro soggiorno dell'ex sovrano in questo Stato, lo posso aggiungere che il pericolo di conflitti guerreschi per ora. non esiste; ma il Governo dovrà essere preparato a tutti gli avvenimenti, in modo che la pubblica opinione possa restare tranquilla, e sentirsi completamento siclra ». Anche l'inviato romeno a Budapest ha ricevuto istruzioni dal suo Governo per protestare assieme con gli altri inviati dell'Intesa contro un eventuale ritsmo dell'ex Imperatore Carlo sul trono ungherese. Se ciò dovesse accadere la missione romena abbandonerebbe Budapest, e la. Romania prenderebbe tutte le misure suggeritele dal caso. L'organo ufficioso del Governo Iugoslavo, la Palliata, dichiara che il Gabinetto Pasic attendeva onesto avvenimento, e che ha' dato l'ordine alla prima divisione di tenersi pronta per ogni eventualità. Il giornale ufficioso assicura che l'accordo fra l'Italia, 'la Ceco» Slovacchia e la ìurroslavia contro la resturazione degli Absburgo, è completo. Stasera viene poi comunicai», la decisione presa oggi dal Consiglio Federale Svizzero circa il ritorno provvisorio deirex imperatore Carlo, decisione alla quale vi ho già accennato. Si aggiunge tuttavia che ora il Governo Federale chiederà all'ex imperatore che egli si ohbliarhi. non solo a riunzlare ad ogni attività politica, ma anche a dare formale assicurazione che etrli non «.hbandonerà in nessun modo la Svizzera senza, averne preventivamente informato il Consiglio Federale stesso. Gataqorlca dichiarazione delia Conferenza degli Ambasciatori Parigi, i, notte. La Conferenza degli ambasciatori, mi proposta di Cambon, che agiva in conformità delle istruzioni avute dal Governo francese, ha approvato alla unanimità la seguente dichiarazione: « Gli avvenimenti, di cui l'Ungheria è teatro, mettono le principali Potenze alleate nell'obbligo di ricordare al Governo e al popolo ungherese i termini della loro dichiarazione. Gli alleati hanno il dovete di ripetere che una restaurazione degli Absburgo viettercbbe in vnricolo le basi [stesse della pace e non potrebbe essere da ssi nè riconosciuta, nè tollerata. Le Po¬ l | tenie alleale confidano elle il Governo un ' i e a e e o i ghercse, conscio della gravità della situazione, che verrebbe a crearsi con il ritorno dell'ex-Sovrano sul trono di Ungheria, prenderà provvedimenti efficaci per impedire il tentativo, il cui successo, che non potrebbe essere che momentaneo, non 'po- trebbe avere per l'Ungheria che. disastrosi conseguenze ». La dichiarazione sarà comunicata alla delegazione ungherese presso la Conferenza della pace e telegrafata a Budapest. In seguito sarà comunicata ufficialmente ai rappresentanti dell'Austria, della Jugoslavia, della Cèco-Slovacchia, della Romania^ della Polonia. Alternarsi di notizie contraddittorie Il Temps pubblica il seguente dispaccio, datato da Vienna 31: «Secondo notizie ricevuta da Steinamanger .la situazione si sarebbe completamente cambiata, a favore dell'ex-Sovrano. I contadini delle vicinanze arrivano in massa nella città per manifestare la loro fedeltà al Sovrano. Nelle vie si sono svolte processioni, durante le quali i ritratti del Re e della Regina sono stati portati a banco delle immagini sacre. Il come Andrassy ha arringato il popolo a nome d; Re Carlo. L'ex-Sovrano et stato oggetto di ovazioni deliranti. Si annuncia che csli è stato ostile ad una marcia militare contro Budapest, e dichiara che vuole evitare ogni spaigimemo di sangue. Corrai voce che i negoaiati in corso fra il conte An« drassy e il ministro Grate avranno probabili» mente come risultato d'indurre l'ammiraglio Horty a cedere il pos» al Sovrano ». II Temps, pubblica d'altra parte il seguente dispaccio da Budapest, che si riferisce ad avvenimenti anteriori: i L'ammiraglio Horty a 1 membri del Governo magiaro sperano-che. l'ex-Imperatore Carlo losciera il ..territorio un-' gherese al più presto possibile. Nei circoli politici è reclamata l'abdicazione di Re Carlo a la costituzione di una reggenza per réx^rincipe ereditario Otto, che attualmente ha setta armi. La Reggenza sarebbe costituita dal pri». mate di Ungheria, Cardinale Cernoch, dall'ammiraglio Horty e dal conte Andrassy ». Il Petit Parisien ha pei da Viejijtt&i € Le truppe passate oH'ex-Re Carlo ammontano a circa 25.000 uomini. Una parte di queste truppe si è messa in movimento a mezzanotte per marciare su Budapest. Il Governo unffberese^ in previsione di ciò, ha preso prowetmnenu per sbarrare la strada di Steinamanger. Negli ambienti politici di Enirknest si ritiene impossibile prevedere le conseguenze finali dett'afc. teggiamento del generale Lenar, la cui divisione può ragntimgere Budapest in meno di 48 are. e si ritiene che le forze di cui dispone il Governo di" Budapest non sieno sufficienti per opporre una seria resistenza ». La voce che Horty avrebc? rimesso // potere Da Friburgo si comunica che il giornale Friburger 'Nachrichten ricove da Budapest il seguente 'rspaccio: « Itorty ha rimesso il potere nelle mani dell'ex-'*»- Le trupr 5 di pareo* chie guarnigioni hanno acclamato l'ex-Sovr»! r-> Da parecchie città le truppe, a^^mpagnate. daile auwrità e dalle popolazioni entusiaste* che ad esse si sono unite, marciano su Bshì&h pest Andrassy ex-presidente dal CkMMlgìto, hé innato un ultiJMtian alla autorità di Bada'