"Tirare in lungo...."

"Tirare in lungo...." "Tirare in lungo...." Ha torto il Corriere della Sera di scambiate la nostra opinione sui problema del debito con l'America — solo perchè contraria alla sua — per una « difesa ufficiale » della condotta dei senatore Rolandi-Ricci, ambasciatore italiano a Washington., Anche il giornale milanese sa benìssimo che non è nostro costume assumere difese ufficiali od ufficiose di chicchessia, per alcuna cosa, sibbene di sostenere e difendere liberamente quel che a noi sembra essere l'interesse migliore del Paese, ragionando con la nostra testa soltanto: il quale rilievo facciamo non perchè abbiamo bisogno di riaffermare la indipendenza dei nostri giudizi, ma perche riletti amo nocivo all'educazione politica del pubblico questo sistema polemico di ridurre anche i più gravi problemi nazionali a meschine questioni di persone o di par tito, di ministeri alisino e di ant&ministerialismo. Ma quella dei debili esteri di guerra è appunto una grande questione nazionale e internazionale insieme, di enorme portata politica, morale e finanziaria, che investe i\o Stato ed impegna necessariamente la responsabilità del Governo e del Parlamento : volerla invece far passare per una faccenda personale di quel dato ambasciatoi!e, prò o contro il quale debbasi perciò bat'.ugnare, sembra a noi un eccesso di ingent jtà più ancora che un espediente polemico. Ingenuità che valica davvero ogni confine quando si arriva a prendersela allo stesso modo, hi egiial tono di pedagogia personale, con l'ambasciatore straordinario che la Francia, proprio in questi giorni, ila inviato a Washington per regolare, tra l'altro, i suoi debiti di guerra con gli Stati Uniti. Questo ambasciatore straordinario — il Viviani — è un ex-presidente del Consiglio, quegli che governava la Repubblica allo scoppiò della guerra, una 'delle personalità più spiccate della politica francese; ma poiché, manco a farlo apposta, appena sbarcato in Ame rica, egli si è affrettato a parlar della que stione dei debiti in termini pressoché analoghi a quelli usati dal nostro ambasciatore, ecco che agli occhi del giornale di Milano rinviato straordinario della Francia altri non è che un « signor Viviani » in vena di « emulare il sen. Rolandi-Ricci nelle non richieste e probabilmente non autorizzate (!) profferte di rimborso dei debiti n; é uno eie « ignora evidentemente l'arte dello" stareìzitto, in cui a.lmeno i diplomatici di cantera eccellono »; è uno che ha « tròppa fri.tta e troppa impressionabilità » al solo obliare del... pendolo elettorale nord-an:c.'ff!*^>.. Una lezione, questa", che il signor Viviani e il Governo francese certo non si aspettavano -da un giornale - italiano; ma che intanto niuna importanza toglie al fatto che l'ambascialoie straordinario della Francia, in nome della Repubblica, abbia assunto a Washington, nella questione del debito, ia stessa posizione del rappresentante dell'Italia: « Quello che la Francia devo — ha detto il Viviani — sente di doverlo. La Francia e troppo onesta per ripudiare t suoi debiti, ha troppa dignità per discuterli. La Francia non mendicherà nini: solo intende che i suoi erediti/ri si comportino vèrso si comporta versi» di loro». Lo stesso punto di vista morale e pratico aveva già 'assunto l'ambasciatore italiano, dicendo: «La cosa più.'importante e quella di regolare al più presto la questione del debito dell'Italia verso gli StatL Uniti. E' inutile tarsi illusioni. Uri giorno o l'altro questo debito deve essere regolato in qualche maniera e la prima nazione fra quelle debitrici che lo farà, avrà ottenuto in America una vittoria morato di portata incalcolabile. Ma regolare, o meglio liquidp.ro un debito, non vuole dire pagarlo a denari contanti, ciò che sarebbe impossibile nel caso presente. Io ho allo studio un progetto di liquidazione del debito clic sottoporrò prima al Governo italiano e poi a quello americano ». Punto di vista morale o pratico, che devo pure avere qualche riferimento con la realtà americana se Italia e Francia in esso convengono così spontaneamente. Senonchè pel Corriere — che ritiene assai più giovevole all'interesse nazionale il « tirare le cose in lungo », aspettare, procra' stinare,. nella fiducia che il erediiore... si ravveda e ci rimetta un bel dì il debito — la realtà, la realtà che conta, non 6 quella che è, che si vede e si tocca, puta caso, sbarcando a New York, (questa ò « pura teoria »!), bensì quella che noi corremmo che fosse e che... sarà se noi ce La creeremo, di giorno in giorno, con la nostra volontà... Dove si vede che, con un po' di pragmatismo, anche la questione dei 21 miliardi di nostri debiti con l'estero ò bell'e liquidata; anche se l'organo autorizzato della Casa Bianca — VWashington Post — intanto scriva: • Non crediamo elio nessima grande Potenza europea voglia ripudiare il suo debito. Le Nazioni stanno liberandosi dei residui della guerra e potranno risanarsi e ritornare prospere. Gli fatati Uniti vogliono e possono agiro amichevolmente con loro. E per quanto dipende dalla loro volontà umana, l'Europa rimarrà libera e potrò ricostituirsi. Il tempo e l'industria faranno il resto, aia non c'è ragione di cancellare indiscriniinatamente ti debito con gli Stati Uniti. 11 debito non sarà cancellato ». Ora, i debiti che non si cancellano — filosofìa a parte — bisogna prima o poi pagarli, come e quando si può, ma pagarli, e intanto riconoscerli, regolarli, consolidarli nella cifra minima, — rivedendo la somma posta per posta e ognuna discutendola a fondo, — se non si vuol cadere nel discredito, se non si vuol vivere da mendicanti. Voglion forse questo i nostri idealisti contradittori? Ma non è già a tal specie d'idealismo che noi dobbiamo l'ingrata realtà d'oggi, contro la quale non vale ora ribellarsi in nome della moralità e del diritto? Questo, lo sappiamo, è un tasto doloroso a toccare e il ritoccarlo non serve più a nulla; ma poiché il* Cor. riere della Sera ci dà dei « teorici » per- i comportino verso di lei come essa che noi volevamo che nei '15 il Governo itallano stipulasse con gli alleati meno aleatori accordi finanziari, gli ricorderemo come e qualmente lo stesso Asqutth ebbe, finita la guerra, a dichiarar che l'Inghilterra ci avrebbe consentito ben altro per assicurarsi il nostro intervento, solo che avessimo chiesto. Tale ricordo potrebbe forse sembrare oggi un argomento a favore della campagna per la remissione del debito, se non verso l'America, verso l'Inghilterra; ma purtroppo la verità si è che certe generosità idealistiche, una volta usate a proprie spese, non ritornano a casa. Restiamo dunque al concreto e Siamo pratici, una buona volta! Quali che sieno gli errori' commessi nel passato, oggi, per essere moralmente Uberi, per ripigliar credito e fiato, per poter usufruire della collaborazione economica degli Stati Uniti nel gran travaglio della nostra ricostruzione, . il cf debito che non si cancella ■> dobbiamo anche noi guardarlo a viso aperto per regolarlo, per liquidarlo, secondo le nostre possibilità e coi mezzi meno gravosi. Cosi si serve il Paese, laddove la campagna del « tirare a lungo », sia pur sventolando di sopra alla realtà che ci rinserra i buoni principi della morale e della giustizia, al fine di non pagare i debiti, ottiene l'effetto tutto contrario. Ci vuol poco, infatti, a capire che, se noi ci mettiamo a gridare che non intendiamo e non dobbiamo pagare, che non si deve nò riconoscere né consolidare il debito, il creditore finirà sfiduciato per allarmarsi, e si riterrà autorizzato a romper lui gl'indugi passando dalle amichevoli transazioni alle più gravi esigenze. Il Consiglio dei Ministri Le dimissioni dell'on. Stola Bononii a! Tesoro, Rodino alla Guerra Roma, i. notte. Stamane o.lle ore 11 si è riunito a Palazzo Viminale il Consiglio dei Ministri sotto la presidenza dell'on. Giolitti. Mancavano il Ministro del Tesoro on. Meda ed il Commissario generale agli approvigionamenti on. Solerl. U Consiglio è terminato poco dopo mezzogiorno. 11 Consiglio si è anzitutto occupato della situazione internazionale divenuta improvvisamente delicata soprattutto per il tentato colpo di Stato dell'ex-irnperàtore Carlo e sono state fornito ampie notizie sul tentativo degli Asburgo per ritornare sul trono. Il Consiglio si'è poi occupato della situazione del Gabinetto per le dimissioni presentate dal ministro del Tesoro on. Meda. Uopo il suo ritorno da Londra l'on. Meda, continuando la sua salute ad essere malferma, aveva fatto nuovamente noto all'on. Giolitti il proposito di lasciare il- portafoglio. 11 Presidente del Consiglio aveva ancora rinnovato le già espresse premuro presso il suo collaboratore perche accettasse di rimanere ancora in carica, ma i medici hanno assolutamente vietato al. leader del Partito Popolare di continuare nel grave lavoro che il potere importa. L'on. Meda che si è recato subito dopo la chiusura della Camera a Monte Cassino dove venne ospitato dai monaci della celebre Abbazia ha scritto'dal suo attuale romitaggio una lettera al Presidente del Consiglio dichiarandogli che le sue condizioni di salute per l'esaurimento nervoso dal quale fu colpito, esigono un lungo riposo, perciò si trovava costretto a dover insistere nelle dimissioni presentate. Ora all'ori. Giolitti non rimaneva pertanto che prendere atto della decisione dell'on. Meda e provvedere alla sostituzione. L'on. Giolitti allora chiedeva ai dirigenti del Partito Popolare che gli indicassero il successore dell'on. Meda e l'indicazione nella riunione tenuta iersera cadde all'unanimità sull'oli. Radino al quale è stato assegnato il portafoglio della guerra, portafoglio che eglii aveva già nel terzo ministero Nitti. Al Tesoro è passato l'on. Bonomi. Iersera il- Presidente del .Configlio ricevette l'on. Rodino al quale fere j l'offerta del portafoglio dèlia.! guèrra. 11 deputato popolare di Napoli, che è anche vice-presidente'della Camera, accettò l'offerta. L'on. Giolitti proponeva pertanto oggi al Consiglio dei ministri il passaggio dell'on. Bonomi al dicastero del Tesoro e l'assunzione dell'on. Rodino a quello della guerra. La notizia di questi lievi mutamenti nel Gabinetto doveva rimanere segreta sino a elio il Re avesse firmalo il decrctodi nomina dell'on. Rodino olla guerra e del passaggio dell'on. Bonomi al tesoro. Fu per questa ragione che a Palazzo Viminale si dichiarava oggi e si dichiara anche stasera che non sono possibili notizie ufficiali .intorno allo sostituzioni» dell'on. Meda, ma risulta che le nomine sono state decise e che il loro annuncio ufficiale 6 imminente. L'on. Bonomi sceglierà nei prossimi giorni il suo sottosegretàrio perchè per la mòrte dell'on. Agnelli è vacante anche il sottopotrtafoglio del tesoro. Il nuovo sottosegretario sarà, a quanto si dice, un uomo del gruppo radicale, grappo al quale era iscritto il povero Agnelli, giacché è intenzione dui Governo che i vari gruppi parlamentari conservino nel Gabinetto eguale numero di rappresentanti. Non è pero escluso che il nuovo sottosegretario di Stato sia un deputato popolare. La situazione interna è stata poi oggetto di esame da parte del Consiglio, principalmente in vista delle nuove elezioni politiche rhe sembra ormai certo avverranno precisamente il 15 maggio Quindi i ministri si sono occupati dei lavori del Senato. Sono poi stati approvati vari provvedimenti di ordinaria amministrazione, fra cui disposizioni illative regolanti la materia di reati annonari, contributo del tesoro all'amministrazione del fondo culto per provvedere alle condizioni economiche del clero bisognoso, aumento delie "competenze per valore dei singoli giudici dello nuove provinole. L'ambasciatore Frassati a colloquio coll'on. Giolitti Roma, i, notte. E' giunto a Roma da Berlino l'ambasciatore d'Italia in Germania senatore Frassati, il quale è sceso al Pnlace Hotel. Egli stamane, dopo il Consiglio dei ministri, è stato ricevuto a Palazzo Viminale dall'on. Giolitti col quale ha avuto un primo colloquio. Il Comune di Firenze contrarrebbe all'estero au prestito di 1O0 in il ioni Firenze. 1. notte. Il Journal di Parigi del 23 corrente pubblicava una notizia piuttosto sensazionale e cioè che il Comune di Firenze starebbe trattando in America uri prestito di 100 milioni, offrendo come garanzia parte del patrimonio artistico della nostra città. Abbiamo assunte informazioni presso le autorità comunali e la notizia è stata smentito categoricamente per la parte che si riferisce alla forma delle garanzie pubblicate dal giornale parigino. In realtà il nostro comune sta svolgendo delle trattative per contrarre un prpstito all'estero di 100 milioni per far. ironie alle ésitrpnze --in| bilancio, ma le garanzie non si allontanerebbero da quelle che sono solite fare le amministrazioni comunali in base alle disponibilità della loro entrata. liUccBzlamntl ti; lutti gli sperai vstrlerì ni Belgio Bruxelles, 1. In seguito alla crisi, le vetrerie della regione del centro hanno deciso di licenziare tutti gli La data delle elezioni Roma, 1, notte. Nell'odierna seduta del Senato del regno fu notevole un accenno del presidente del Senato alla imminenza delle elezioni.* Avendo il ^ice-presidente del Senato, principe Fabrizio Colonna, chiesta l'iscrizione all'ordine del giorno del progetto di iniziatica parlamentare per il trattamento di pensione degli ufficiali della riserva, l'onorevole Tittoni si oppose a tale richiesta facendo notare che l'eventualità di elezioni generali rendono necessario approvare innanzi tutto i progetti di legge già votati dalla Camera per evitare che la chiusura della sessione Taccia cadere qualche progetto già votato a Montecitorio, ma non discusso a Palazzo Madama. La giusta osservazUono del presidente del Senato costituiva, se ve ne fosse ancora bisogno, la prova delle elezioni generali a brevissima scadenza. Senza tale sicurezza l'on. Tittoni non avrebbe fatto opposizione alla proposta del vice-presidente del Senato. In quel momento tutti gli- sguardi si posarono sull'on. Giolitti, ma il volto del presidente del Consiglio, che si trovava al banco del Governo, rimase impenetrabile. Nessun dubbio però è possibile. Il solo particolare da stabilire consiste nella data. Nel pomeriggio d'oggi1 a Montecitorio si affermava che le elezioni saranno anticipate fissandole all'8 maggio. Questa data -non può essere nè smentita, né confermata. La data della convocazione dei comizi sarà stabilita solo all'atto della pubblicazione del decreto di scioglimento; pubblicazione che si presume possa avvenire il 7 aprile. Socialisti e popolari secondo il " Corriere d'Italia „ Roma, i, notte. Il Corriere d'Italia, organo politico del partito popolare, si occupa dell'atteggiamento del partito socialismi, e di quello dei popolari nelle elezioni, scrivendo: «Il partito socialista abbandonerà ogni proposito di astensione o di simili passive manifestazioni di protesta e prenderà parte alla lotta. 11 partito socialista, divenuto idropico per effetto della guerra, ò destinato, per effetto delle elezioni, a sfondarsi. E' naturale che di questa situazione approfittino i partiti liberali per cercare di riconquistare nell'Italia Settenuionale e Centrale, le posizioni perdute nel novembre 1919. Resta tuttavia a vedere se essi riusciranno a concentrarsi in un unico grande partito o so là varietà delle tendenze e delle denominazioni, e più ancora i contrasti degli interessi personali non impediranno questa formazione di uu blocco; e resta da chiarire quale posizione elettorale finiranno per ©rendere i Fasci là dove essi sono già una vera e propria formazione politica. E poiché vi è da qualche leu ino una opposizione costituzionale, appaie anche certo e inevitabile che in alcuni collegi la formazione di listo ministeriali e d'opposizione avverrà in aperto contrasto fra loro. Quanto al partito popolare, U quale non mancherà di esporre agli elettori il suo pensiero, non può che restare fedele al programma di ricostruzione sociale nazionale, per il quale nacque e per il quale ha iìn qui lavorato. In quel lavoro e in quei propositi esso vede oggi piti che mai la salvezza e l'avvenire d'Italia, mentre, ben inteso, si rende perfettamente ragione di quella che è la più urgente necessità del momento : rafforzare cioè, contro ogni attentato sovversivo, l'autorità dello Stato e le ragioni dell'ordine ». Il progetto di cessione diretta dell'azienda postelegrafonica ' Roma, 1, notte. Le linee generali del progetto di cessione dirètta dell'Azienda postelegrafonica, compilato dal Comitato centrale della Federazione dei Sindacati postelegrafici, e che sarà discusso a Napoli ne! primo Congresso della Federazione stessa, nei giorni dal li al 17 del corrente aprile, sono le seguenti: Lo il personale, costituito in Associazione cooperativa avente personalità giuridica, dovrebbe gestire l'Azienda nell'interesse pubblico. La direzione dell'Azienda dovrebbe spettare ad un Consiglio centrale e ai Consigli regionali e provinciali, nominali da tutti gli associati; di tali Consigli dovrebbero far parte di diritto rappresentanti dello Stato e degli utenti, per la ititela degli interessi dell'Erario e del pubblico. L'esecuzione dei deliberati dei Consigli e l'amministrazione ordinaria dovrebbe spettare al direttore, nominato dagli stessi Consigli; 2.o il capitale fisso, cioè quello che non si consuma nel primo processo produttivo, come i mobili, impianti, materiali, inocchine, attrezzi di ogni genere, investito nell'impresa, dovrebbe essere di proprietà dello Stato. L'Ente concessionario dovrebbe pagare allo stesso un modico interesse. Lo Stato dovrebbe rivalere l'Ente di tutte le spese importanti ad incremento di capitalo. L'ammortamento di questo capitale dovrebbe restare a caldeo dello Stato; n.o ogni forma di esenzione e riduzione di tasse dovrebbe essere abolita. Tutti 1 servizi che attualmente l'Impresa postelegrafonica rende gratuitamente, dovrebbero essere compensati, mentre l'Associazione dovrebbe pagare tutti i servizi che sono resi gratuitamente all'Amministrazione postelegrafonica; 4.o il reddito netto dell'Impresa dovrebbe evolversi parte alla riserva, parte al miglioramento dell'Azienda, parte alle azioni e parte al premio al personale: 5.0 per i miglioramenti degli impiegali (aumento del capitale Asso) l'Ente dovrebbe far ricorso al credito; Co all'Associazione del personale dovrebbero essere assicurali tutti i privilegi ed t diritti che attualmente gode lo Stato nell'esercizio delle comunicazioni postelegrafoniche. Tutte lo leggi e regolamenti che attualmente disciplinano 1 servizi e il personale dovrebbero essere abrogati, restando liberato il nuovo Ettiu da tutti gii obblighi ed impegnt che lo Stato può avere verso essi e verso il personale: 7.o il bilancio dell'Amministrazione dovrebbe essere sottoposto al controllo parlamentare: 8.o la concessione della gestione dovrebbe essere fatta per un periodo determinato, salvo rinnovazione, e si dovrebbe precisare in quali casi 10 Stato possa avere la facoltà di revoca della concessione, anche prima del termine. Verso l'esaurimento dei moti comunisti in Germania ISeivtitq speciale della Stanami Zurigo, 1, notte. Ci avviciniamo sempre più alla pacificazione completa della Germania centrale, il cancelliere dell'Impero e il presidente del Governo prussiano hanno pubblicato un appello nel quale esprimono la loro riconoscenza alle truppe di polizia per l'azione compiuta nel domare 11 movimento comunista in Germania. Le truppe di polizia si sarebbero dimostrate strumento sicuro nelle mani del Governo. Nelle varie località In cui ancora sono rimasti dei rivoltosi, si procede con la'massima energia. La morte del capo comunista Sylt, il quale era stato ferito mortalmente durante un tentativo di fuga, ha prodotto una grande impressione nella classe operaia, e i comunisti tenderebbero a sfruttare questa occasione per minacciare nuovi scioperi. E' tuttavia probabile che tutto ciò si riduca ad uno sciopero di protesta che durerà 34 ore. cioè nella giornata in cui avverranno i funerali del comunista Sylt. Nel discetto di Liebenwerde pare che anebe la Reichswehr abbia dovuto intervenire.