Pietro Balocco dinanzi ai giurati in un lungo movimentato interrogatorio espone una nuova versione dell'assassinio di don Gnavi

Pietro Balocco dinanzi ai giurati in un lungo movimentato interrogatorio espone una nuova versione dell'assassinio di don Gnavi Pietro Balocco dinanzi ai giurati in un lungo movimentato interrogatorio espone una nuova versione dell'assassinio di don Gnavi Questo famoso processo, 11 primo grande processo che si li a dopo la pi erra, e sul quale tanto già si è scrìtto, a causa particolarmente del ripetuti rinvìi, finalmente è cominciato. Verso le ore 9 entrano nell'aula i primi giurati. L'Autorità ha preso rigorose misure per evitare incidenti alla porta d'ingresso della tribuna pubblica. Per quanto 'non manchino 1 curiosi, non si può parlare di grande affollamento. I pochi carabinieri Adibiti aHa sorveglianza sono più che sufficienti per mantenere l'ordine, nè per ora occorrono misure speciali. L'Interessamento verrà poi. Poco dopo le 9 fanno la loro comparsa nell'aula 1 due avvocati difensori, l'aw. Carlo Felice Boggjnri e l'aw. Erizzo. Si traitengono qualche momento nell'aula, poi si recano dal Presidente. Quando rientrano l'accusato 'Pietro Baiocco è già stato fatto entrare nella «abbia, oggetto di curiosità vivissima da parte dei presenti. Pietro Balocco è nel flsieo completarnenie diverso da quello che i rifratti pubblicati facevano supporre. Non diImostra che una trentina d'anni ed è completamente raso. Veste in nero. Ha un colorito ■terreo e non ha nulla Begli sguardi e negli Iatteggiamenti, cosi almeno lo vediamo quando si presenta, di esuberante, di audace, di prepotente, come poteva pensarsi leggendo gli atti dell'istruttoria. Evita di guardare il pubMtco. che gremisco la tribuna, ed anche gli «tessi giurati. Tiene gli occhi continuamente Irlvolti a terra, e si passa con frequenza la lutano tra i capelli e si preme la-fronte, quasi Svolesse forzare la mente a ricordare quanto ìdovrii esporre. ; n Presidente, barone Uaviso, entra nelrauHa alle ore 9,40, seguito dal sostituto procuìratore generale Crosta-Culti e dal cancelliere fVJttonatio. Gli avvocati della Difesa, Etìzzo he Boggieri, quelli di Parte civile, avvocati iQnaglia e ViUabruna, già sono ai loro posti, In attesa. Ricordate le generalità dell aceutsato, il Presidente fa iniziare l'appello nel '«lurati. \ Una sola eccezione viene affacciala. Un Slittato fa notare che è un funzionario dèlie ferrovie e chiede se non vi sia incompatibilità fra lui e l'accusato che fu impiegato ferroviario. Presidente: — Il personale ferroviario costituisce un mondo; se dovessimo escluderlo tutto I età remino freschi. I giurati entrano nella camera di dclineraiKione e ci si prega di uscire dall'aula per le formalità di legge alle quali non dobbiamo asIslstere. Ci si comunica l'atto di accusa con la 'liste dei testimoni. 1 capi di accusa sono quatitro. tre le parti lese, fio i lestimoui addotti dal IP. M., 23 quelli chiamati dalla difesa. I/atto d'accula e. i testimoni Ecco l'atto di accusa: Balocco Pietro di Gio- tvanni, d'anni 35, nato a San Germano Vercellese, residente ad Alessandria, applicato ferroviario .imputato: l.o del delitto p. e p. dagli lart. 364, 36G n. 2 e 6 Cori. Peti., per avere in iTòrtno, il 13 marzo i!H8, con premeditazione a jfine di ucciderò e per impossessarsi d'una som- rma di denaro superiore alle ino mila Tire, ca- igionata la morte al sacerdote Don Guglielmo Gnavi; 2.0 del delitto p. e p. dagli art. 40G, 412, Usi C. P. per avere nelle sfesse circostanze di Itempo e luogo, con violenza, costretto Don lonavi Guglielmo a soffrire che egli s'impossessasse di titoli e di somma di denaro per un [ingente valore non ben precisato. 3.o del de- dttto p. e p. dall'art. Hi C. P., per avere nelle [stesso circostanze di tempo e luogo tagliato a Ipezzl fi cadavere di Don Guglielmo Gnavi da lini ucciso, facendo atti di vilipendio al cada- ivere stesso che disperse, gettandolo in parte inel fiume Po, in parte aspoi-tenrìolo in una valigia. 4.0 del delitto p. e p. dagli art. 364, 366 In. 2 e 6 C.P., per avere in Massahibrense, alli itl.o e fi luglio 1918, con premeditazione ed a [fine di uccidere allo scopo dì procurarsi l'impunità» col far credere che certo Rizzetto Antoirto, non identificato, fosse l'autore del delitto di omicidio del sacerdote Don Guglielmo Gnavi, di cui al capo primo d'imputazione, cagionate la morte allo stesso presunto Bizzetto. esplfxlcndogli un colpo di rivoltella al capo. Ecco la Usta dei testimoni: : Parti lese-. i Gnavi Leonardo, Borra Carolina, Peagno llpnazio. ! Testi d'accusa: ; Borgtois Giovanni. Garielio Giovanni, Acthiardi Giovanni, iSiieiti Elisabetta, Bria Gin«eppina, Peola Giuseppe, Gamalcro Domenico. '(Prandi Giacinto. L'ernia Luigi, Larghi Carlo. Gallo Annetta. Gosso Lucia, Ternavasio Vittoria, Collamarini Alfonso, Gueli Giuseppe, Negro Emilio, Buga Zaira, Gnavi Erminio, Gnayl Maria, Colombo Fausto, Vigilante Osvaldo, Canonica Giovanni, Torricelli Riccardo, Basore Antonietta, Valle Angiola, Er-nigJo Maddalena. Andrina Ermanno, Actis Michele, Calandri Carlo, Somiglia Caterina, Torello Emilio, Gnglieimlni federico. Aime Ernesto, Palma 'Amedeo, Batto Candida, Montcvecchio Dina, Barro Luigia, Vannini Ines, Stiirla Maria, Magnata Cesira, Gaggero Mario, Gagge.ro Giusep•pe. Catto Gio. Rallista, Pilastro Ada. Traverso (Nicola, Borei Fedele, Parodi Allerto, Fezzar«li Andrea, Barlxvris Giacomo, Balocco Luigi, I 'Cappuccio Salvatore, Lurgoni Olga, Ziircher | 'Ernesto, Contardi Alfredo, Cosentini Vincenza, t .•Bini Elisa, Capczzi Giovanni, Esposito Gaetano. Pagella Marziano, Arpino Giovanni. Testi a di/esa: , Ciadoa Gherlijidi, Civalbero Maddalena. PoglioUi Lodovico, Greppi Costantino, Rossi Pietro, iCorona Giovanni, Della Pietra Lina, Serra Maria, Maresc.a Antonio, Caca ce Natele, Dottare iBottaro, Chiaretto Francesco, Merlo Giovanni, .Sapetti Teresa, Orgiazzl Pietro, Sciavo Cannino, Meinardi, Agnetis Michele, Diressi Carlo, l'Dompé Luisi, DI nuda Angelo. JJ/Bdiensa © aperta , IQuando rientriamo la Giuria e composta ed IH Presidente ringrazia i giurati che vengono iposti in liberti. Ma un ben più vivo ringra-IzWenlrj viene da questi fortunati rivolto alPresidente. — L'udienza è aperte, grida l'usciere Gabu'. II barone Daviso dà lettura del riassunto dei-!l'atto di accusa, poi fa l'ammonizione ai giù- irati e dà qualche consiglio ai novizi. Presidente. - Il processo può durare due o l-tre giorni [commenti dì incredulità da porte ! degli icoe fe fatto obbligo del più assoluta riserbo per non pregiudicare lo svolgimento della causa. Il Presidente pronuncia in seguito la formula di •giuramento per i giurati poi vengono fatti entrare nell'aula i primi testimoni citati. Vediamo, tra essi, la madre di don Gnavi, i una vecchietta umilmente vestito in nero, con un foulard nero sul capo, e il padre, alto, àeoco, con grandi baffi spioventi. L'uno e l'altra impressionati, commossi. I presemi se¬ d' aj■iti Biuiui icuim.ii»!' ni UH.ICWIHU lid. imi le U avvocati e dei giurali stessi). Ricordo .ogni giurato diventa un magistrato e gli +* r\ «Vii il t ttr. /irti r» in •-, l-i>rt n<f. -r*> <- ..ri,'. Y-. n-w ti/mi ni Capozzi, il proprietario della villa che il Balocco avrebbe affittato a Sciano presso Ca- Pua, ciò che proverebbe che era nel napo- l.'.iano quando si trovò morto il Rizzetto. ]'as-sassinate di Massa Lubrense. Avverte che lo farà tradurre. Il Capozzi ira scritto che le sue condizioni finanziarie non sono tali da con Tanno una trentina, ma ne mancano parecchi, Uno 6 defunto. Si fa l'appello. 11 P. M. note che tra gli assenti vi è Giovan-1sentirgli il viaggio. P. M. : — Ed e appunto per queste considerazioni che lo farò tradurre. Avv. Quaglia, della Parto Civile: -- Il padre e la madre del defunto don Gnavi sono in non buone condizioni di salute. Prego 11 Presidente di volerli mettere in libertà. La costituzione ili Parte Civile è già stato fatte. La Difesa non si oppone. Avv. Roggeri: — Nusstma opposizione. - Presidente: — La madre di don Gnavi potrà essere chiamata più tardi, tu: lo si riterrà necessario. TntU i testimoni \'engono congedati, intimind uscire sono la madre e il padre di don Gnavi che sono incerti, come si temessero che pel loro alloutacuun<nto alla memoria del tflglto assassinato mancasse la difesa. Il Presidente e l'aw. Quaglia li rassicurano. D'accordo tra P. M. e Difesa si procede alla ti visione della lista dei tesi: moni assenti. A parecchi, le due parti rinunciano; per altri si dispone per accertamenti. Le prime battute E eorniticia, eolle consuete formalità, l'interrogatorio di Pietro Balocco. — Ammettete di avere ucciso don Gnavi? — domanda il Presidente. Nossigaorel — risponde l'imputato. l-r.^«ifc.-iter — No?! E allora dite qtnlio che ;;. vostra, difesa per qam.ulill F* I | t I ùacYoriòsb. Veniamo al fatto. Perchè avete I1,lwo;IUTi_ Vivavi ri»Ti'nnnprrio <n via Maria ! Portato don Gnavi neB alloggio di via Maria : * '/tona i ,__„ mnrv)„t. i L'imputato .rimane tifi mpmento i ~ 1_~.™7T*'ot"To"iì«" si2FS?o^rr0fSÌ. lT?«rhrre dei «no nrimo in <?nJ?^f «,SLR»ri \™fZCint'.n fWflS rame lene fBCero !ns'unL- AC«UJSl1 01 fcona,° 0i MIUL diate fuga Dite quello che volete, ma delle i cose credibili. Balocco inizia la sua dtfesa con un tono che dimostra di aver fatte una lunga preparazione, non solo per la coordinazione, ma anche per la forma. Dice che esporrà tutta la verità; elio si difenderà con tette le sue forze, perché non è un assassino e non vuole essere condannato per assassinio. E conclude la presentazione: — Sona pronto a dare tette le informazioni che si vorranno, ad illuminare tutto il mio passato, a dare ragione di ogni mio alto. Accuse gravi stanno contro di me, lo so. e mi difenderò con tutte le mie forze. Non sono un assassino. La presentazione che ha una forma banalmente letteraria non suscite alcuna impressione. Dà anzi un senso di fastidio. Si attendeva una parola per don Gnavi ed è mancato anche questo accenno che poteva determinare una qualche commozione. Presidente: — E allora io vi interrogherò. Rilevo subito che nonostante le vostre aichiarazioni il vostro passato non depone a vostro favore. Troppe cose poco pulite ci sono nella vostra vita. Balocco: — La mia coscienza ò tranquilla. Presidente: — Queste è una cosa che vi riguarda. Non direi io la stossa cosa. Con vostra moglie non vi dimostraste mai un buon marito. Tiitt'aitrn. La vostra vita ha avuto una. base disoneste. Siete stato un dilapidatore. Avete commesso un mondo di raggiri e di truffe. Avete mentito con tutti sempre. Vi siete presentato con dei nomi falsi, compiuto rlei raggiri commerciali, fatto delle speculazioni disoneste. Tutto ciò spiega come sia giustificate l'accusa più grave, quella dell'assassinio di don Gnavi. ;Xon un muscolo del viso di Balocco trema. Bisponde con l'eguale timbro di voce. — Io sono qua perchè mi si renda giustizia. Dei malevoli mi hanno accusato, dei cattivi si sono accaniti contro di me. Ho errato, e anche molto, ma questo rimi prova che io «fobia-tagliato a pezzi don Gnavi. Ho commesso molti errori ma non ho ucciso. Con ironia .mordente il Presidente lo interrompe: — Tutta la vostra vita è un tessuto di falsità. Il tono divite che menavate noo era quello consentito ad un umile impiegato dello Stato. Per trovare del denaro, dice l'accusa, prima avete speculato, commerciato, come dite voi; poi, quando vi siete trovato stretto dagli impegni che avevate assunti'e che non potevate soddisfare, siete ricorso ai m&M estremi. Balocco ripete che è innocente e che l'accusa è falsa. .Presidente: — Voi dovevate a don Gnavi 30 mila lire. "Non ero debitore di don (.navi., — Non è vero — esclama con voce irata l'accusato. _ Don Gnavi mi aveva affidato del denaro per i miei commerci, ma nulla mi aveva imprestato. Presidente: — Le trentamila lire che vi erano state date le avevate già dilapidate; vo no occorrevano delle altre. L'accusa dice che don Gnavi aveva l'abitudine, brutta abitudine, di portare molto denaro in tasca. E voi lo sapevate. Lo sapevano tutti. — lo non lo sapevo. Presidente: — L'accuso ritiene che lo sapevate. E con questo dato di fatto illustra quanto avvenne poi. Voi dovete spiegarci perchè non essendo un signore o non avendo traffici colpevoli tenevate a Torino due alloggi. Secondo l'accusa l'aver affittato i due appartamenLi significa che voi preparavate l'agguato al povero prete. E il prete c'è caduto. E aggiunge poi, dopo nuove proteste dell'imputato: — Lo squartamento è un peccato veniale di fronte al fatto di uccidere. E' mia conseguenza. Il fatto gTave è l'aver ucciso. — Mi difenderò I — ripete Balocco. Presidente: — Pi rchO avete affittato due alloggi? Dite, dite tutto quello che volete, lo sarò lietissimo se riuscirete a dimostrarvi innocente. Quanto avete detto slnora però persuade poro. Meno che meno quello che avete scritto. Balocco prende ad esporre a voce quello che è la sostanza del suo memoriale. E in certi tratti lo ripete meccanicamente, con voce e gesto filodrammatico. Dice che quantunque semplice impiegato delle ferrovie non mancava di risorse. Parla delle sue industrie, delle proprietà della moglie che aumentavano e ad ogni periodo ripete il ritornello: «^Con ero un povero diavolo ». Presidente : — Ma non eravate in condizione di poter poetare mille lire ili alleggio!... L'imputato non si dà per vinto e continua dicendo che spiegherà come venne a troverai in condizioni di poir-r avere un alloggio signorile di regalare del gioielli alla moglie ed a qualche amica. Pa/la della gelosia della moglie e delle persolo maligne che cercavano « con attacchi soizi » di turbare la quieto della sua famiglia E ciò per dimostrare che potè non essere fedele alla donna che aveva sposata, ma sempre ebbe per lei tenerezza ed affezione. I/ad criterio non c'entra Presidente (con bonarietà) : — Non siete accusato di adulterio. Venite ai vostri rapporti con don Gnavi. Diteci piuttosto perchè lo avete portato nell'alloggio di via Maria Vittoria. E' questo che interessa. — Bisogna pure che spieghi i miei rapporti con mia moglie per difendermi dalle accuse che Fono staio fa.t.te in proposito contro ili me. Presidente: — Questo è già stato illuminato. Veniamo ai rapporti con don Gnavi. Per il momento non avete fatto altro che delle chiacchiere vane. Cose inutili. .Sono i fatti che coniano: le parole non servono- Voi siete un va- perplesso. I poi come se" si"trovasse non alle Assise, ma ad luna assemblea di partito, riprende: l _ per compiacere l'illustrissimo signor Pre- l .. leena «lV. preSaente: '— Tutto questo va beile, tó£utoa diTOgarc. Comprendo che è ur. l,vj * *" a _ . -. .____»._ ma non la necessità'umana. "Si perde, una giornata negli esordi perchè non si vuole veniro al fatto. — Ciascuno ha il suo modo di esporre — esclama l'aw. Roggeri. Presidente: — Non si tratta di modo di osporre, ma- ili non perdere, il tempo in chiacchiere mutili... Se nel giorno del delitto, invece della portinaia, in via Maria Vittoria, c'r ra un agente che acciuffava Balocco, tutte queste discussioni non sarebbero saltate fuori. In un ■tato finito. E' lungo... Pa- i 2ienza ! | Balocco riprende a parlare dei suoi affari commerciali e dei rapporti che ebbe con duri r,naVi per vendite di legnami. Specifica quali !p.!.,no i0ro rapporti e come ebbe le prime i sovvenzioni di danaro. Spiega poi il perchè : CVa il titolo di ingegnere. Per avere dell i giorno il processo sarebbe si I °,BopR-ieri: — Lo lasci dire. 1*iénzal , !a ^twlùm^*^l"ìc8nim Balocco nel fare im a erano ì sovvenzioni di danaro, prendeva il titolo di ingegnere facilitazioni nei suoi commerci e particolarmente nelle spedizioni dei vagoni di legname. Presidente (tra l'ilarità del pubblico): — Anche quando affittaste l'alloggio di via Donizetti, era necessario che vi presentaste come ingegnere? .. — Presi il titolo di ingegnere, di capitano, ecc., semplicemente perchè come impiegalo ferroviario non potevo commerciare : i diversi titoli mi servivano come presentazione, dome fi profila Hs»Ketto Presidente; Venga all'olio, adesso: di legna ne sappiamo abbastanza. I! richiamo non serve. L'imputato continua Quale scopo abbia :1 esposizione minuta di quelli che furr.no ; rapporti commerciali con don Gnavi. non è bene chiaro,,ma non deve essere senza'motivo. Minutàmentt ne parla, accennando alle speculazioni tentate, al guadagni fatti, elle divisioni degli utili tra ini e don Gnavi, E conclude dicendo: « Ciò dimostra che don Gnavi non aveva prestato a mi SO mila lire, ma semplicemente messo a mia disposizione un pi di denaro «, E vieni finalmente al't'alfaie dell ulto e del c-nme. secondo la .sua versione, avrebbe conosciuto il Rizzoli", l'assasiuato di Massa Lubrense. In treno, dice, memi.' mi recavo in Liguria per acquistare dell'olio per don Gnavi, troni una necsona di» me no. offri, t-.r.- il Riza il**», ila i^-Uu i» SavPDtK ( Corte ci' Assise di Torino ) Dei Bizzetto dà i connotati con grande precisione ricordandone sinanco i segni particolari. Dice poi che ad mi mese di distanza incontrò nuovamente il Rizzetto, ma non più in treno, ma a Torino. — Uscivo dal Ligure, e incontrai il Rizzetto. MI tornò ad offiire l'olio. Non accettai di trattare dirèttamente, ma lo misi in rapporto con don Gnavi. Ero già stato trasferito ad Alessandria a motivo che commerciavo e non volevo altro noie. Presidente: — Il Rizzetto lo conoscevate? Come avete potuto presentarlo a don Gnavi? — Sapevo che era Antonio (Rizzetto. perchè con tele nome mi si era presentato. Niente altro. Non mi curai, nè avevo ragioni di fare delle indagini. Non cercai di sapere di più. — Presidente: — E va bene. Per ora sospendo l'udienza. Oggi parleremo diffusamente di questo sifinnre. Preparatevi. Quanto avete scritto non convince. Nè basta quanto avete dichiarato stamane. E* impalpabile questo Bizzetto. Preparatevi a rispondere. Balocco, con voce ferma: — Non ho bisogno di prepararmi, perchè non devo dire che la verità e la verità è quella che è. Nel cortile non poca gente attende l'uscite dell'imputato, ma nessuno riesce a vederlo. La folla è tenute lontano dai carabinieri e Balocco entra nel carrozzone senza vedere alcuno. L'udienza pomeridiana Troviamo in via Corte d'Appello e in via Bellezia, malgrado la pioggia, un po' più di gente in attesa elio non al mattino. Erano stamane .pochi capannelli di curiosi; sono oggi centinaia di persone di ogni condizione ed età: quelle di via Bellezia attendono di poter entrare e non ne vengono ammesse che pochine; quelle di via Corte d'Appello vorrebbero vedere Balocco e non lo vedono perchè il carrozzone entra nel cortile o Balocco è così sottratto alla vista dei curiosi. .Alle 15,15 l'imputato entra nella gabbia; gli avvocati difensori e di pane civile sono a posto (con l'aw. Carlo Felice Boggieri vi sono anche i sostituti avvocati Maiola e Barclanzellu), ma mancano ancora Presidente e Pubblico Ministero. Tutti i giurati sono al loro jxisto. Si inizia l'udienza alle ore 10.30. 11 Balocco continua, cosi come ha cominciato stemane, il suo interrogatorio, che non finirà tanto presto, ed occuperà piirecchie sedute. Starnano ha divagato molto, ma di sostanziale, circa i capi ili accusa che gravano-su di lui, non ha detto nulla. 11 Presidente, rivolto al Balocco, riprende: — Siamo rimasti all'inizio della storia del Rizzetto. Prima della morte del Gnavi questo signor Bizzetto non è mai comparso, nessuno ha mai accennato a lui. Avete cominciato a parlare di lui dopo la morte del Gnavi, sostenendo che si trovava nel vostro alloggio quando il prete venne ammazzato. Vi ricordo che avete trovato sulla vostra strada una .portinaia intelligente, che non solo vi ha capito ma hn veduto bone quello che avete, fatto e vi ha ingannato, mentre voi credevate averla ingannata. Dite dunque quanto «sapete sul Rizzetto. Il commercio dell'olio Balocco: — Ho dichiarato ohe dirò la verità e la dirò. Toma quindi su quanto ha già accennato nella mattinata e cioè che trovò il Bizzetto una prima volta in trono e una seconda volta davanti al « Ligure ». Parlò con don Gnavi di questo fornitore di olio, combinò un appuntamento coi due alla stazione di Porta Susa. I due, don Gnavi e il Rizzetto, si sarebbero trovati e avrebbero combinato. — Don Gnavi — aggiunge il Balocco — aveva qualche diffidenza, ma io copersi il Rizzetto con la min. persona assumendo la responsabilità di ogni suo atto, e ciò per facilitare i rapporti d'affari tra i due. Presidente: — Precisate l'affare del campione dell'olio che voi avreste o il Rizzetto avrebbe consegnato a don Gnavi. Come questo campione è sfato consegnato? La risposta dell'imputato è imprecisa e il Presidente osserva: — Nel memoriale dite di aver trovato in via Lagrange il Rizzetto con raatrsiacfcgsmngdnud1vdBascll1tzclsdpspchtoilPfcqiuaczadvdd(vdRelplppvVndssBpK un campione d'olio per don Gnavi. Dn cam- apione del peso di 5 chili. Insieme avete cercato I adon Gnavi e lo avete trovato in un bar. in i dquesto bar don Gnavi avrebbe consegnato a ' \voi trem'ila lire per conto del Rizzetto. Con- jf ormate questo fatto ? : riBalocco: — Ho detto la verità. jGPrcsidente: — Vi pare naturale che Rizz^tte. ! rcome un facchino, andasse in giro per ! VTorino con un campione di ó chili d'olio senza j Ssapere so trovasse voi e tento meno don Gnavi? /E che don Gnavi consegnasse tremila lire fi afacesse il contratto senza nemmeno assaggiare sloiio? cBalocco: _ Lo ha assaggiato. IPPresidente: - Nel vostro memoriate dite Hi Wno. Prendiamo note di questa seconda versione. | ^tmmspeelndsccttdMesso sul terreno delle contestazioni, altre ne fa il Presidente, e coglie Balocco più volte. In contraddizione circa date, fatti, ecc. Nota la contraddizione tra quanto l'imputato disse al friudico istruttore e quanto scrisse nel memoriate presentato. Sul campione dell'olio il Presidente ritorna per rilevare come appaia strano che. mentre il Balocco afferma che tra don Gnavi e il Rizzetto vi fossero rapporti di affari, non si è trovata tracria nelle carte del mono di questi suoi rapporti col Rizzetto. Ayv. Ro^gieri: — Don Gnavi trattava col Rizzetto pel tramite di Balocco. Nei suoi registri non poteva quindi esserci traccia del Bizzetto. Presidente: — Mi pare strano che nei registri di don Gnavi non si trovi traccia delle migliaia di lire consegnate al Balocco, o al Rizzetto per mezzo di Balocco. Don Gnavi era un uomo molto preciso. Avv. Boggieri : —• Non tentinmp di convincere lei perchè già sappiamo che è impossibile. Balocco: — Bisognerebbe sapere come teneva j conti don Gnavi. P. M- : — Segnava anche la serie del biglietti clie vi consegnava! Balocco: — Ma non i denari che lo gli restituivo. P. M. : — Questo è quello che vedremo. Avv. Erizzo : — Io se, signor Presidente, che olla ha diritto a fare delle constatazioni, ma la prego di voler lasciare liberamente parlare l'accusato. Ella lo opprime con le sue contestazioni. Lo lasci parlare. Presidente: — Non facevo altro che co.reare ili metterlo in carreg'giata. Non si vuole? Parli puri'. Gli lascio le briglie sul collo. L'imputato illustra in seguito quali sono stati i suoi rapporti col Rizzetto. Dice che solo dopo il delitto riuscì a capire a che cosa tendevano le informazioni che il Rizzetto gli chiedeva di continuo su don Gnavi:. Accenna nel una lettera che don Gnavi gli avrebbe scritto per invitarlo a trovarsi prosante ad un nuovo colloquio tra lui ed il Bizzetto, che irli chiedeva, nuovi acconti per la consegna dell'olio. L'appuntamento avverino il fi marzo: don Gnavi verso altre r>r,nn lire. Dico poi clic: lo stesso giorno 6 marzo condusse don Gnavi nel suo alloggio di via Mario. Vittoria o trii corise'-'nó so mila lire a pagamente del debito e perchè gli acquistasse dei titoli, Presidente: — Nel memoriale avete detto che erano 70 mila. Balocco: — Dissi 70 mila allora perché, tpiando lessi sui (domali che. venivo accusato di avere dei debiti con don Gnavi, credetti ini fosse utile dichiarare ebo gli avevo consegnato 70 mila lire Erano soltanto so mila lrre. Le 30 mila lire Presidente: — Ma era a pagamento di debiti o per acquisto di titoli? Balocco : -- Por licitazione di debiti e acquisto di titoli. Presidente: — E allora andiamo avanti di una settimana. Veniamo al giorno del delitto Avv. Frizzo : — Non ancora. Vi è altro da aggiungere. Balocco infatti passa a pariate di propositi elio il Bizzetto gli avrebbe tatto nello stesso giorno >j marzo» e noi giorni seguenti. Nel gelino C £li avrebbe proposto di cambiare il tijHi d'olio n dui) Gnavi e d;;rfrli della robaccia anziché dell'olio secondo il tipo presentato. Il giorno 7, ad Alessandria, gli chiese di indurre don Gnavi ad entrare in altro giro di affali onde aver modo di estorcergli altro denaro. E c,;->i il giorno a a Torino. Presidente: - Aveva .-:!.. estorto CO»» lire a d-.Mi uu-.vi eàton gli aveva dato oolla e pieten-| deal alin d&iari, e voi >i pigiavate *<f<m raggiri senza conoscere bene con olii avevate | a clic fare. Balocco: — Fu queste il mio torto. Mi fidai troppo. Agii in buona fede credendo nella oneste degli altri. P. M. : — ri giorno 8 vi sarete convinto che il Rizzetto era una canaglia? Balocco: — No. P. M. : — Come no ? Vi proponeva di dare al Gnavi, vostro amico, olio guasto, di estorcergli dei denari. Come potevate pensare che fosse un galantuomo? Balocco: — Ebbi l'impressione che fosse un cattivo soggetto nel colloquio avuto con lui il giorno 8, ma non seppi sottrami! allo proposte che mi faceva di procurargli un appuntamento con don Gnavi pei' chiedergli altri denari. Fu un errore e lo confesso, per quanto gravi possano essere Te responsabilità che ne derivano. Dice poi che il giorno 9 ebbe col Rizzetto un nuovo incontro ad Alessandria e si combino un appuntamento con don Gnavi alla stazione di Chivasso per la domenica e cioè il giorno 10 e nel caso di mancato incontro, per un nuovo appuntamento, al martedì, a Torino. Alla domenica il Rizzetto si recò a Caluso mentre Balocco si sarebbe tonnato presso la famiglia a Settimo. Si incontrarono in treno alla sera e si lasciarono alla stazione Dora, dopo aver precisato l'appuntamento per il martedì. £.» nuova versione E qui comincia, nelle dichiarazioni del Balocco, a venir fuori una nuova versione sull'assassinio di don Gnavi, versione con la quale 11 Balocco viene ad ammettere, noiuli aver partecipato al delitto, nè di aver avuto la sensazione esatta che il Rizzetto macchinava qualcosa di tristo contro il prete di Caluso; di averlo favorito, in un primo tempo, per la suggestione che questi esercitava su di lui: poi. a delitto compiuto, assecondato e coperto per la preoccupazione di essere couivolto nella responsabilità. E' una versione che si fatica a percepirla neUe dichiarazioni caoticlic dall'accusato e non è se non dopo che il Balocco ha raccontato come - sarebbe avvenuto il delitto, che se ne Inumo le linee precise. A mettere in rilievo le differenze sostanziali tra questa e la prima versione ci pensano il presidente e il P. M. che di ogni pausa dell'accusato approfittano per coglierlo in contraddizione. Avuta dal Balocco la dichiarazione che nei colloqui avuti col Rizzetto aveva compreso che questi macchinava qualcosa contro don Gnavi, il presidente lo incalza: .» — Eravate d'accordo con il Rizzetto per fare un* bricconata a don Gnavi. dite la verità ! — Iji verità io la dico sempre. Non eravamo affatto d'accordo — esclama Balocco con vivacità — Presentivo la macchinazione del Rizzetto e non trovavo la forza ut oppormi Presidente: — Mi sembra strano che andiate a cercare in altri i motivi per la soppressione, di don Gnavi, mentre li avevate in voi. Dovevate pagare trentamila lire, avevate bisogno di denaro... Quale migliore spinta a delinquere? Balocco proteste, fa delle nuove affermazioni di onestà, di retitucline, ai amore alla verità (quante già ne abbiamo sentite e quanto dovirno ancora sentirne!) poi prosegue e narra dell'incontro avuto col Rizzetto nel martedì. Restarono d'accordo ebe siccome il - Bizzetto era nella impossibilità di presentare al Gnavi la merce che gli aveva promesso come base pei- la nuova richieste di denari il solo Balocco avrebbe incontrato nella mattinate il prete in via Andrea Doria ove avevano l'appuntamento. 11 Rirzwtto avrebbe atteso i duo verso mezzogiorno sull'angolo di via Maria Vittoria e piazza San Cario per combinare un nuovo arppuntenionto pel pomeriggio. 11 giorno del delitto Presidente: — E siamo al -giorno ueLdctìtto. L'attenzione si fa più viva per quanto il modo di parlare dell'accusato affatichi e non vi sia ned suo discorso molta chiarezza. — M giorno 13 — continua Balocco — verso le 11.;». trovai don Gnavi in via Andrea Boria, come avevamo fissato. Don Gnavi voue prima recarsi da un vicino cambiavaime. Jx> accompagnai Insieme ci recammo poi al mio appartamento ili via. Maria Vittorio. Atten demmo un quarto d'ora. Io sapevo che il \^7,zeìXo non sarebbe venuto, ma simulai la j,m viva sorpresa per il non vederlo compa: rire L'assenza ilei Rizzetto impressiono don jGnavi, che protestò. Disse-poi di volersi reca- ! re a pranzo da parenti. Use il da via Marni ! Vittoria con don Gnavi. Sull angolo ai Piazza j San Carlo, come d'inteso, incontrammo i-iiz /.otto. Bizzetto spiegò che non J^J^vf™ al mattino per la mancanza delte merce, o si fissò un appuntamento te ^^—entre convegno dissi che non potevo intervenne IPerchè avevo un appuntamento C9n un altra W».^. , interrompe: - Non-è vero, | ^S^SS^M^^^sl smentita, da fatti e circostanze addotti contro di voi. Balocco: — Ripeto che avevo un appuntamento con un'altra persona e ali appuntamento ci andai. Non ho motivi per dire questo se non fosse vero. So altri smentisce è perchè ha le sue buone ragioni per farlo. E continua: — Dissi che per le M„W non ero libero, ma che lo sarei stelo verso le li, e li avrei raggiunti. Diedi una chiave dell'appartamento a Bizzetto. ' . Presidente: — Avete detto due chiavi, e non a Rizzetto, ma a don Gnavi. — Una, e al Rizzetto. Non mi contondo. Dico la verità, oggi. Dissi allora d'averla dota a don Gnavi per coprire la mia responsabiìlità. Oggi non c'è più ragione. •Fatta questa dichiararono, riprende la narrazione. Combinato tra i due l'appuntamento por le 14,20 in via Maria Vittoria, Balocco e Rizzetto lasciarono don Gnavi e si recarono a colazione n.\VAlbergo Uxgrange. Io — continua -Balocco — non ho preso cibo. Sempre più si faceva strada nel mio cervello l'idea che un pericolo minacciasse don Gnavi, elio, il Rizzetto fosse disposto a tutto per avere ad ogni costo dei denari. Tanto ne ero preoccupato, che chiesi al Rizzetto di garantirmi che « sarebbe stata una cosa da niente», tide da non compromettermi. La frase « sarebbe state una cosa da niente » pensando alla fine che ha fatto il povero don Gnavi, è sottolineata da lunghi mormorii ironici. Ije pradtvnz© di Knlocco Presidente insiste: — Temevate che facesse qualche tiro a. don Gnavi? Balocco : - Non volevo che compromettesse me. anche nei riflessi della famiglia mia, ohe don Gnavi conosceva. Avevo la sensazione che qualche cosa di bruito, non so cosa, ma ero sotto il fascino di quell'uomo; qualunque cosa mi avesse dotto di faro lo avrei fatto. Presidente: — Voleva compiere una rapina forse? Non so. Comprendevo in quel momento che il Rizzetto era capace di tutto. Presidente (di scatto) : — Anche di ucciderlo?! Per questo, la capacità di ucciderlo l'avevate anche voi. Lunghi mormorii della Diresa. Avv. Boggieri: — Quanto ella ilice, signor Presidente, è una sentenza-, se un giurato dicesse altrettanto lo pregherei di andarsene. p . — Balocco dice delle cose enormi e In piena contraddiziono con quanto ha dichiarato finora. Si sposta tutto il processo. Balocco continua a narrare lo sue impressioni sulla colazione al Lagramie. Ripete elio non mangiò, tento era pieno di paura per quanto stava per succedere. Dichiara poi di aver fatto sottoscrivere al Rizzetto una dichiarazione, dalla quale risultava che su quanto sarebbe potuto accadere non aveva alcuna responsabilità, e die aveva fatto pressione perchè mantenesse i suoi impegni con don Gnavi — Ca dichiarazione - - aggiungo — porta la data del 14, ma effettivamente venne fatta il giomo 13. al Laoiange. K fu per salvaguardi'residente: — Voi, così astuto, temevate le imboscate'.' . . . .. , — Mi sono fatto imbrogliare da tenie persone anche altolocate. Ho prestato tenti denai'i' sulla parola e non mi sono stati restituiti. . . .. p ;v{.- --• Dn povero impiegato a fiWO lire ali'anno come voi eravate, come poteva imprestare del denaro? Se i denari fossero in relazione allo chiacchiere, voi sareste un milionario. Isdtvetsip0GlsgIj| m Aw.to»»-.;,-* In speculazioni. Poteva fare del prestiti. Possiamo provarlo. P. M. riassumendo le ultime dichiarazioni di Balocco. — Insomma voi confessate che si trattava di un nuovo imbroglio di cui voi eravate a parte? Va benissimo. Prendiamone noto e tiriamo avanti. Balocco. — Dopo colazione -Rizzetto si portò all'appartamento dt via Maria Vittoria o io rimasi solo an attesa di recarmi al mio. Lessi su di un giornale un fatto di cronaca che .mi impressiono. Tanto mt impressionò che quasi instmtivamente montai su di un tram tei via Lagrange u mi portai in via Maria Vittoria, 19 pei" tentare di evitare l'incontro tra il Rizzetto 0 don Gnavi. Giunsi al numero 09, quando don Gnavi stava aprendo il cancello, lo afferrai per la sottana per trattenerlo. Don Gnavi m^chteso spiegazioni di questo atto ed lo risposi che non volevo che salisse di sopra perchè Rizzetto mancava alla paiola date. Lo costrinsi a segu-inni per via Maria Vittoria quasi con violenza e lo poitai sin presso alla chiesa di San Filippo. Giunto alla chiesa ebbi con lui un vivaciss.iino colloquio ma riuscii a convincerlo a non andare dal RizzeT.to -subito, ma di attendere le 17, a quell'ora mi sarei trovato anch'io. Per quanto non persuaso fint por accondiscenderò. Un oppor&nno rilievo Il Presidente fa notare che Balocco mette In relazione la deposizione fatta contro di lui dalla portinaia con la'nuova versione onde darle apparenza di verità. L'imputato prosegue: — Lasciai don Gnavi e mi recai al mio appuntamento. Prima dello 17 fui in via Maria Vittoria., nel mio alloggio, trovai Bizzetto solo. Era irritatissiino perchè don Gnavi aveva mancato all'appuntamento delle l-i.30. Dissi ohe sarebbe venuto. Restai rnialche momento con lui, poi tornai fuori o mi recai dalla portinaia per pregarla di volermi far cambiare mi biglietto da cinquecento lire ^e acquistare dolio marche da bollo. Mi disse che non poteva muoversi e io risposi : « Lo faccia con suo comodo: io tornerò^ verso lo ore 19». Ciò dimostra che non avevo preoccupazione e niente da nasconderle. Attesi poi don Gnavi sul portone e lo accompagnai iiali'appartamento. Erano vicine le 17. Trovammo il Rizzetto nella camera da pranzo in maniche di cornicia. Rizzetto chiese a don Gnavi porche aveva tardato all'appuntamento o don' Gnavi chiese, al Rizzetto perchè nontaveva fatta ancora la consegna della merce. Rizzetto replicò dichiarando elio per avere la merco, doveva sborsare la completa somma. Don Gnavi rispose che denari non ne aveva. Rizzerio chiese a don Gnavi di firmargli una obbliKozione. Per fare una obbligazione ci voleva della carta da bollo e io mi offrii per andarla a comperare. Sull'uscio d'entrata trovai la portinaia che mi portava 1 denari del foglio da cinquecento cambiato. Le regalai 10 lire. Gli chiesi se poteva indicarmi dove ìwtevo recarmi a cambiate un assegno e acquistare d«ìlta carte da bollo e uscii ». Racconta i>oi che girovagò in via "Maria Vittoria., via Po, per trovare un tabaccaio. Trovò degli amici e si trattenne qualche poco con essi. Presidente. — Don Gnavi doveva partire alle 18 e voi lo «apevate. Perchè trattenervi per la strada? Bafooco. — Sapevo questo, ma non ci pensai. Osserviamo in questo momento attentamente. Balocco per vedere se riusciamo a cogliere sul suo viso qualche impressione. I tratti del suo viso si sono maggiormente segnati, parla a tono più alto e con maggiore concitazione, ma nessuna traccia <h commozione. Nè l'avrà più tardi quando racconterà di aver visto don Gnavi cadavere. Il cadavere di don Gnavi L'imputato prosegue: — Comprato il foglio di carta bollala, rientrai nell'alloggio. Appena entrato ebbi la visione spaventosa Don Gnavi giaceva a terra rovesciato su di mi fianco. Non ebbi la forza di guardare: Sentii che. era la mia rovina. Il Rizzetto era nella sala da pranzo. iPresidente. — Vedeste sul cadavere di don Gnavi dello tracc.ie di sangue? P. AL — Non avete avuto paura che il R1zIzelto vi ammazzasse? Balocco. — Rizzetto mi impose di tacere e mi assicurò che avrebbe fatto scomparire ogni traccia del deìStto dall'alloggio. Mi ordinò di j andargli a comprare una valigia, del bauli, ecc. Non ebbi il coraggio di ribellarmi. Ero come terrorizzato. Mi mancò ogni forza di inveire contro di lui. Temevo por la responsabilità che avevo incontrato. Feci quanto mi ordinava. Mi recai a compralo la valigia, i sacchi e li lioriui nc-rl'allogtfio. Comprai questi oggetti da negozi ove ero conosciuto, il che vuol dire che non avevo preoccupazioni per me. Al ritorno Rizzetto voleva uscirò dall'alloggio con me ed io mi opposi. Sarebbe stato lo stesso come denunciarmi come suo complice. 11 delitto non poteva non essere scoperto. So ci vedevano insieme, .io sarei stato compromesso. Uscii dalla porta principale mentre egli usci da altra porto secondaria, poi ci ritrovammo. Da via Maria Vittoria ci portammo in via Lag-rango, in via Saluzzo, in via Donizetti. Sull'angolo di via Saluzzo Rizzetto mi lasciò assicurandomi cho avrebbe fatto scomparire il cadavere di don Gnavi dall'appartamento di via Maria Vittoria. Salito nel mio alloggio mi buttai sul lotto ma non dormii. Non potevo prendere sonno. Al mattino allo 6 Rizzetto picchi* al mio alloggio e. portò una valigia. — E non avete chiesto che cosa la valigia conteneva? — esclama l'aw. CroBte-Curtì. — Nulla ho chiesto. Come potevo supporre? Pensai fossero suoi indumenti. Poi con maggior impeto e inconsueto caitore. —- MI si lasci parlare. Non ho finora potuto dire la verità. ~ -Mi lascino partare. Da 3 anni sono in camere. Voglio parlare. Mi volevano fucilare e dovevo tacere. Oggi posso parlare e pario. Da tre anni... Presidente. — Voi siete nella cella e lui, don Gnavi, è nella tomba! L'interruzione del Presidente tronca netto 1 smanie dell'imputato. — Credevo fossero indumenti — continua. Ero lontano dal pensare che la valigia conte neva i resti di don Gnavi. Se lo avessi saputi avrei avuto cento modi dt farla scomparire • non l'avrei lasciata nell'appartamento, in vi Donizetti. La valigia insangnlnnt* Si ha poi un breve intermezzo sull'alloggli di via Donizetti e sul fatto clic proprio que l'alloggio era affittato dal Balocco col suo veri nomo. E lo provoca l'imputato, per dimostrar* che in tutt'altro luogo, ma non in via Don: zetti, avrebbe dovuto portare i resti di doi Gnavi. P. M. : — Voleva farti scomparire poi, m; gli mancò il tempo. Presidente, riprendendo l'interrogatorio: Rizzetto deve aver ucciso don Gnavi per dena ro, è vero? Mi sapete spiegare perchè hi lasciato i denari nel vostro alloggio? Lo provf l'atto, di accusa, e voi non vorrete dire di no. Balòcco : — L'atto d'accusa è esagerato i falso ! P. M. : — Lo sappiamo I Presidente: — Voi siete da compatirei, per che, stando a quanto dite, non lo sapevate Lasciò nel vostro alloggio di via Donizetti 31 mila lire. Vi paro possibilo che (mesto Rizzetto così venale, dopo aver ucciso don Gnavi pe denaro, lo abbia portate nel vostro alloggia < lasciato nel vostro armadio? Balocco: — Io non lo sapevo. P. M. : — Voi sì ! Ma Bizzetto lo sapeva. — La verità è, — esclama u Presidente, che questa nuova versione è peggiore diellt precedenti ! Balocco : — La verità è sempre una. A-nchi da qui a cento anni è sempre quella. Nonr alta» dico che quello che è vero. P. M. : — Non pare, perche avete semprv nuovo versioni'. Balocco: — Por me, mi si condanni, ad un giorno o per tutte la vite, è lo stesso. La mao chia sul mio nome è eguale. Per questo oggi dico la verità, anche se può nuocermi. Il Presidente ritorna su uno dei motivi sul quali maggiormente insiste: — Perchè avete inventato il Rizzetto, quando bastavate voi ad uccidere don Gnavi? Ne avete tutta l'attitudine. Imputato e diTensorf protestano, e il Presidente prosegue: — 'Come mai questo Rizzetto non 6 stato visto da alcuno? Voi èravate sospettato dalla por. tinaia di ossero un latteo ed eravate spiatoComo mai il Rizzetto, che andava con voi, non fu mai visto? Tutti hanno visto voi e nessuno lui. Paro stranissimo. A questa nuova dichiarazione del Presidente, Balocco attacca con vivacità la portinaia, che è la principale teste di accusa e corca di coglierla in contraddizione. Dice che se sospettava di lui, perchè nella notte del 13, quando vide 11 lume nell'alloggio affittato da lui, non diede l'allarme e non si polio neTl'alloggioi per vedere quanto succedeva? — Se nd rito» neva un ladro, perchè accettò le dieci lire di mancia che lo diedi quando mi cambiò le cinquecento lire? Il tappeto rivelatore P. M. : — Sino a quel momento sospettava!, dopo ebbe la certezza. Balocco narra-noi che il riorno 14 si recò in via Donizetti con la cesta, secondo quanto gli aveva ordinato il Rizzetto. Entrato nell'alloggio, vide quanto era successo, compresa quello che aveva fatto il Rizzetto, ma non, ebbe neppure il coraggio di toccare gli indumenti del povero don Gnavi. Attese il Rizzetto, che aveva promesso di venire. P. M. : — Ma, il Rizzetto non era nell'alleggio? Balocco: — Non c'era!. Dissi, nel memoriali che era stato lui ad aprirmi la porta, ma non è vero. Entrai in casa e non lo trovai. Vidi per prima cosa che mancava il tappeto nella sala da pranzo. Attesi. Squillò 11 campanello. Era la portinaia. P. M-: — Dal vostro ingresso nell'alloggio all'arrivo della portinaia quanto tempo è passato? — Non so. Ho-atteso Rizzetto. Quandi» verme la portinaia non la lasciai entrare: le dissi che ero nel bagno, mi pare. Presi gli indumenti di don Gnavi, li cacciai nelli cesta, poi scesl. Dalla portinaia seppi che la contessa Rianehi voleva visitare l'allogato e gli impianti. Condussi la contessa e la portinaia nel- [l'alloggio. Quando si fu nello stanzino da bagno, la contessa notò 11 tappeto o vldo che era sporco. Quando mi accorsi che essa fi disponeva a svolgerlo, per constatarno lo stato, ebbi! la sensazione che conteneva 11 cadavere, e fuggii, fugg-w-senxa sapere come o senza saperci dove. E andai a finire in via Donizetti..; Ero sfinito. Presidente: — Non era, per caso, perchè avevate passato la notte a squarterò don Gnavi? Su questa interrufcione del Presidente si chiude la seconda seduta del processo. Sono quasi lo 18. L'imputato e gli avvocati sono stanchi, e Tndienza viene rinviata a starnano. In via Corte di Appello vi è ancora maggiora affollamento che non si aveva alle 15, ma l'Imputato torna alle Carceri senza che alcuno le» veda.