Un "caso" nel Partito popolare

Un "caso" nel Partito popolare Un "caso" nel Partito popolare La secessione del conte Sassoli Roma, 26, notte. Sulle ragioni che hanno indotto il conte Sassoli presidente dell'ala destra del Partito popolare ad uscire dal partito, getta luce una lettera che lo stesso conte' Sassoli ha diretto da BolognaJn quésti ultimi giórn*»al giornale, fiorentino Fede e'Ragione. 'La lettera è luri-1 ghissinw: eccovene il brano, essenziale.' « Circa le ragioni che mi mossere insieme con molti amici a lasciare ir partito popolare italiano esse sono ben chiare. Senza parlare' assolutamente della dimenticanza in cui la Direzione del partito popolare italiano lascio a bello, studio e pensatamente cadere l'articolo otto ,del programma, dimenticanza clip giustificò ottimamente il pensiero di coloro che quell'articolo avevano definito uno specchietto per le allodole, ossia un tranello per accapararsi l'adesione ed il voto anche di quei cattolici chet volevano e che vogliono che la questione religiosa in generale e quella della libertà della chiesa e del romano pontefice in particolare fosse accettata e discussa anche con precedenza sopra tutte le altre, come quella dalla cui soluzione dipende la soluzione di tutte le questioni onde l'Italia è travagliata; a parte dico, la dimenticanza, e non la dimenticanza puramente, ma la sistematica opposizione della Direzione del partito contro tutto quello che il gruppo dell'ala destra, per mezzo del sottoscritto e di altri, tentò fare perchè la promessa che l'adesione all'articolo otto venisse valorizzata presso le moltitudini e discussa nel congressi generali del partito cosi da sollevare attorno ad essa i sentimenti sopiti della coscienza-cattolica, è chiaro che il contegno assunto in questi ultimi mesi dal partito popolare italiano tanto in merito di questioni politiche quanto, e soprattutto, di questioni economiche e sociali, che agitano il paese, è stato ed è tale da obbligare tutti i cattolici che non vogliono coinvolta la propria responsabilità negli errori del socialismo a protestare e ritirarsi. Mentre in politica 11 partito popolare italiano è andato sempre più piegando al liberalismo, cosa del resto fatale, dato il programma suo di aconfessionalità non pure della gerarchia ma della dottrina cattolica perchè- l'appello alla cosidetta ispirazione cristiana è la cosa più vaga ed incerta ed equivoca che possa pensarsi in materia economica, il partito popolare italiano ha sconfinato talora dai principi della vera dottrina sociale e cristiana fino» al... socialismo. La scissione — che del resto già fin dal passato novembre si delineava nel partito popò? lare e che oggi è arrivata alla sua fase suprema per coprire la quale e tentare di ricondurre gli estremisti in porto, la Direzione ha persino-.rimandato il congresso — tra le correnti liberali e l'estremismo socialistotzzante è l'argomento- migliore a conforto di quei cattolici (e noi ci vantiamo di' essere del numero) I quali, non volendo abdicare alla propria coscienza davanti agli ideologismi liberalistici e demagogici, si sono ritirati. .Se taluni amici dell'ala destra che. o per la loro posizione personale o per la situazione politica amministrativa creatasi in taluni posti dopo le ultime elezioni, pure convenendo nelle deficienze e nelle colpe del partito popolale italiano, credettero di rinnovare la tessera, il loro contegno non deve essere assunto come uni pretesto per- la invenzione di dissidi che non esistettero niai tra essi ed il sottoscritto. Essi credettero e credono di dover continuare l'esperimento di penetrazione che l'ala destra si era proposto di fare. Noi. crediamo all'oppostocene; essendo inutile, data la mentalità del aBriito popolare italiano e dei suoi diri gentrche l'azione e la forza dei cattolici tentarono di volgere' ad un puro politicantismo a tutto beneficio dèlia conservazione di uno stato di cose che, dominato dalla setta, si risolve nella negazione più odiosa di ogni cattolica libertà della Chiesa, nè valga nè serva pfH continuare l'esperimento e che piuttosto ai cattolici, abbandonato 11 partito popolare ai suoi fati, convenga raccògliersi e lavorare fuori di esso, pronti alla piena obbedienza alla Chiesa unica'loro maestra e guida nella lotta suprema che gli avvenimenti in corso preparano ». Il • Corriere d'Italia » pubblica una nota dal titolo • Una pretesa crisi nel partito popolare italiano», nella quale, rilevando che ajròposito dell'uscita dal partito del conte Filippo Sassoli De Bianchi, alcuni giornali hanno voluto vedere in questo fatto una crisi del garrito stesso, dice che il conte Sassoli (e ianchi, che 'apparteneva alla cosi detta ala destra, non è, per quanto stimabile, che una sola persona e con lui non è uscito dal partito nessun altro. « Nè le ragioni della pretesa crisi, — continua il • Corriere d'Italia » — sono di maggiore gravità. Il Sassoli De Bianchi dà alla sua uscita 'due motivi: che il partito popolare non si occupa della questione della libertà della Chiesa e del pontefice e che nelle questioni economiche esso fa della demagogia. Ora, «tanto ai firimo punto è superfluo par¬ larne, visto che si- contano sulle dita di una mano quei cattolici i quali non comprendono quale sia la vera missione del partito popolare e non distinguono, le opere che esso può e deve svolgere .da quelle che la Santa Sede lia' tutto il diritto di riservare a sèste ssa, •Quanto 'al secóndo motivo.- " « Corriere d'Italia» dice che, esso, in quanto, viene espresso dal''conte Sassoli, ha un sapore ironico,, perché tutti sanno che dal congresso di Bologna a quello di Napoli e dopo ancora, il Sassoli ed i suoi pochi amici «U'ala destra, furono palesemente e rumorosamente gli alleati nelle auestioni economiche, sociali degli-estremisti i sinistra». A) Negli ambienti Vaticani, non meno che in quelli del partito popolare, ha prodotto interesse ed impressione la grave lettera con cui il conte Sassoli De Bianchi, sinora presidente dell'ala destra, ha illustrato nel periodico fiorentino Fede e Ragione le cause che lo hanno costretto ad uscire dal,partito, dove ha constatato l'inutilità della permanenza dell'ala destra. Questa in realtà era l'estrema destra, o, per lo meno, funzionava come equilibrio colle tendenze di sinistra nell'amalgama che ha costituito il parlilo popolare. In questa dicliiarazione il conte Sassoli sostiene che le tendenze aconfessionali e demagogiche hanno avuto tale sopravvento nel partito da non potervi più' appartenere chi vi è entrato con mentalità tanto opposta. 11 fatto* di tale scissione, se non ha un grande valore per- il numero materiale di aderenti cha^usclranno dal partito insieme al Sasa^Bkrappresenta però un momento storico t^Jm vita del giovane partito popolare italiano/«me ormai si concreta sempre più in due ali : la liberale borghese con l'on. Meda alla testa e'la democratica radicale che" va da Mauri e Mignoli, Anche nell'ambiente romano del" partito popolare, il fatto odierno ha suscitato molta impressione. Senza fare "homi, è. certo che qualche notevole personalità cattolica già non aveva rinnovato quest'anno la tessera del partito e si parla persino di una resurrezione per le. elezioni dell'antica organizzazione e lettorato Unione Romana. ■ • Sulla data delle elezioni ' Roma, 26, sera. Qualche agenzia di informazioni pubblica che la data delle elezioni politiche è stata fissata. Essa sarebbe quella del 23 maggio prossimo. L'annunzio ufficiale della convocazione dei comizi sarebbe dato al paese, non appena il Senato abbia ultimato il breve corso di sedute per le qi|ali è-stato testò convocato. Vi riferiamo per puro debito di cronaca queste voci, ripetendo ancora una volta che soltanto dopo il ritorno a Roma del Presidente del Consiglio si potrà parlare di decisioni, particolarmente per ciò che riguarda la data in materia di elezioni. Il «Giornale d'Italia» in un articola editoriale sulla vigilia elettorale scrive: «Il Ministero deciderà lo scioglimento della Camera subito dopo che i lavori del Senato saranno terminati. Ma la decisione virtualmente è §là presa. Il Governo non è impressionato alle contese tra fascisti e social-comunisti che si svolgono nel paese e pensa che, dopo •ut;o, le elezioni saranno uno sfogo legale alle agitazioni attuali. Dopo di chela Carne ra nuova potrà riequilibrare finalmente la vita nazionale.. Si crede che i socialisti nonché i popolari perderanno vari collegi ed è quindi spiegabile logica umana che questi gruppi siano contrari alle elezioni. Certo non è piacevole per tutti, i deputati eletti appena sedici mesi or sono, rimettersi in campagna e affrontare la serie infinita di fatiche, di noie, di spese e di incognite. Col sistema delle preferenze e con l'allargamento delle circoscrizioni in molte parti d'Italia, nessun candidato, per forte,'' attivo e autorevole che sia, può essere sicuro della riuscita. E' tutta una tecnica speciale quella imposta dalla legge sulla proporzionale, tecnica che - fa rimpiangere a molti a. vecchio e tranquillo collegio uninominale in cui si manovrava con molta più facilità e con molto minor fatica e spese Vi sono collegi adesso costituiti perfino di quattro provinole, ed I poveri candidati, se vorranno prendere contatto soltanto' con i centri principali, dovranno mettersi in' automobile per molte settimane e il tempo non è molto lungo poiché siamo ormai alla fine di marzo e le elezioni saranno verosimilmente

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