Simons è contrario all'imposta

Simons è contrario all'imposta Det una Conferenza all* altra Simons è contrario all'imposta del 12 per cento sulle esportazioni tedesche {Servizio speciale della Stampa) N Zurigo, li, mattino. II ministro degli Esteri tedesco,- Slmons, ha, tenuto a Stoccarda l'atteso discorso sulla attuale situazione polllca, parlando innanzi ad oltre un miglialo di persone, fra lo quali u ministro del Wurtenbergcr, i rappresentanti di tutte le Organizzazioni del commercio, dell'Industria, ecc. Nella prima parto del suo discorso il ministro ha dichiarato che il popolo tedesco non conosceva ancora abbastanza il Trattato di pace, e che soltanto le decisioni di Parigi avrebbero aperto gli occhi al popolo tedesco. Egli è ora lieto di poter parlare innanzi ad un uditorio non berlinese. ..'aria di Berlino — ha detto — avrebbe qualche cosa di assillante, e ci si deve guardare intorno anche nelle altre parti della Germania per convincersi che ci si Intende bene gli uni e gli altri. Per quanto, in questi ultimi tempi si sia molto parlato della questione delle riparazioni e molto materiale si sia accumulato, il ministro non può dire di aver mutato il suo parere primitivo, dopo maturo esame. Con l'accettazione dell'invito a Londra non si sarebbe presa nello stesso tempo una decisione nel senso degli alleati. L'invito a Londra « Se noi — soggiunse Simons, — avessimo rifiutato l'invito di andare a Londra, lo avremmo potuto faro per parecchi motivi. Innanzi tutto, per mostrarci spiacenti delle, supposizioni di slealtà fatte contro di noi.,Inoltre, pel forte pessimismo diffuso, sull'inevitabile sconfitta che avremmo riportata a Londra. Ma chi non sa essere ottimista non è capace di trattare. Inilne, ci avrebbe potuto trattenere di andare a Londra la paura della propria debolezza. Ma la politica della paura e la peggiore di tutte. Io so molto bene che a Londra vi saranno di fronte uomini di Stato di fama mondiale, nelle cui mani non si trovano soltanto i poteri e la fama, ma anche un'ampia cognizione delle cose e degli uomini. Ammetto volentieri ciò che il premier inglese ha dichiarato di me, alcuni giorni fa', e cioè che io sarei ancora troppo giovarla in politica. E' vero, sono ancoia molto giovane, ina io mi appoggio sul nostro diritto e sulla conoscenza dei fatti, e in ciò io sono superiore all'avversario. Rifiutare l'invito di-andare a Londra avrebbe provocato sanzioni che sono state già decise contro di noi t Parigi. Prima di attirarci simili sanzioni, dobbiamo tentare l'ultima estrema possibilità per giungere ad un accordo con l'avversario Se facessimo altrimenti, non saremmo -uomi ni di Stato responsabili e coscienti del nostro dovere ». Il ministro Simons parlò quin di della responsabilità che si è voluta dare alla sua risposta, nella quale ha dichiarato che la Germania va a Londra se si tratterà <( anche » delle contro proposte tedesche. « La parala «anche» io l'ho scelta con piena coscienza. Altrimenti noi saremmo venuti ad una battaglia sulla portata della dichiarazione ,cosl che non si sarebbe più' trovato un terreno favorevole per le trattative a Londra, Le proposte degli avversari nel loro comples so non sono discutibili per la Germania. Ma noi non vogliamo giungere ad -una rottura, prima'di aver esaurito ancora l'ultima mossa dell'Intesa... La ricostruzione Il ministro Slmons ha. indi continuato, affermando che l'esame delle decisioni di Parigi ha confermato pienamente il giudizio da lui dato nella sua dichiarazione innanzi al Reiiclìstag. Sarebbe strano se nè Lloyd George, ne Briand, nè il conte Sforza nei loro discorsi pronunciati dopo il convegno di Parigi avessero fatto il tentativo di (rimostrare, sulla scorta del materiale della Conferenza di Bruxelles, elle la Germania è capace di pagaie le enormi annualità di sei miliardi di njarchi in oro. Si è tentato di spiegare la capacità tedesca non dal punto tecnico, economico, finanziario, ina si sono fatto umicamente cifro fantastiche sul futuro ammontare delle esportazioni tedesche Per ciò clic riguarda l'imposta del 12 nei cento sulle esportazioni il ministro ha dichiarato che sono state fatte delle dlohlarazionTOin sarebbero in piena contraddizione. Questa imposta non sarebbe compatibile non solo con gli interessi dell'economia tedesca, ma neppure con quelli di tutto til (traffico europeo. L'attuale discussione avrebbe dimostrato chiaramente che le disposizioni circa lo riparazioni non avrebbero risolto l'enorme compito della ricostruzione europea, ma l'avrebbero sostituita con nuove disposizioni. Una soluzione non potrebbe essere determinata, poiché il gravame principale pesa sulle spalle tedesche, e sareb be necessario ottenere dalla Germania un con senso volontario. Le controproposte tedesche dimostreranno che la Germania si assume sul serio il dovere di lavorare fino al limite della sua capacità per il risanamento dei danni di guerra. Esse non daranno Cifre fantastiche, ma saranno praticamente eseguibili. Ciò che abbisogna all'economia europee è un progetto per la ricostruzione del territorio distrutto e per il risanamento di ogni antro danno di guerra, e ciò potrebbe essere raggiunto se tutte le disposizioni complicate del trattato di pare venissero sostituite da disposizioni semrlM e chiare. Inoltre è necessario spiegare le condizioni per le quali l'esportazione tedesca, che rappresenta l'unica fonte durevole per il pagamento della Germania, possa essere elevata senza danneggiare se stessa e le 'industrie degli altri Stati. L'imposta del '12 per "conto sul l'esportazione' non sarebbe adatta a ciò. Sarebbe necessario, quindi, invitare ancora i tecnica industriali di tutti gli Stati interessati a discutere nuovamente sull'argomento; il problema tecuico della ricostruzione dei territori d'istrutti deve essere definitivamente esaminato. La Francia, il Belgio, hanno rifiutato ogni collaborazione tecnica della Germania, senza tutta> via essere in grado di risolverò tale compito. Lo spettro delle cifre La Germania offre ora il suo aiuto dìsinteTcssato. Essa non vuole fondare colonie; essa non ha l'Intenzione di pagare somme enormi per lavori che potrebbero essere compiuti cou spese molto inferiori. Se si fosso cercato da prima di mettere in esecuzione il problema di Bmxelles, sarebbe forse stato possibile, secondo il Ministro Slmons, di venire ad un regolamento provvisorio. Ma ora ciò sarebbe assolutamente escluso perchè il popolo tedesco, dietro ogni regolamento provvisorio, vede salire lo spettro di enormi cifre di marchi in oro. L'accettazione di ogni accordo che potrebbe essere decisa a Londra sarebbe, dice Simons, necessaria innanzi a tutte le Camere della Germania. Il riconoscimento dei nostri avversari che il trattato di Versailles deve essere modilicato forma oggi un attivo nel bilancio della Conferenza di Parigi. La Conferenza di Londra si riunirà il 21 febbraio {Servizio speciale della Stampa) Parigi, mattino. Il Temps conferma che il Governo francese è desideroso di evitare qualsiasi rinvio della Conferenza che deve riunirsi a Londra il 21 febbraio, e che devo cominciare ad occuparsi delle questioni orientali. Non sembra certo che la delegazione turca di ■Vngora possa trovarsi in grado di. arrivare per quella data, ma anche se dovesse essere in ritardo di un giorno o due i Governi alleati potrebbero sempre cominciare fra essi un utile scambio di vedute, tanto più che la delegazione di Costantinopoli e quella ellenica si troverebbero già sul posto. Intanto a Londra sono già state prese disposizioni per ricevere le delegazioni estere, che verranno alloggiate negli alberghi Carlton, Saoy, Ritz, Claridge e Hyde Park, ove le camere necessarie sono già state trattenute per i rappresentanti esteri. Le delegazioni italiana, francese, greca, belga saranno composte di 25 persone e di 50 quella turca, 25 per quella di Costantinopoli e 25 per quella di Angora. Lo delegazioni saranno ospiti dell'Inghilterra. Gli i IL boi m disposti a iiiiaiar nulli i debiti degli Alleati [Servizio speciale il ella Stampa) Parigi, 14, mattino. Il Daily Mail ha da. Washington cho un membro della'Commissione senatoriale degli affari esteri ha dichiarato, in seguito a coiiotniio col segretario del tesoro, Huston, che questi gli aveva confermato che Austin Chamberiain aveva effettivamente ed ufficialmente chiesto agli Stati Uniti di considerare come nulli i debiti degli alleati, ma che il Governo americano aveva risposto con un rifiuto. Hnston soggiunse che infatti parecchie richieste erano state ricevute a tale riguardo e che la sola offerta che egli aveva potuto fare entro i limiti della "logge era quella di mutare i prestiti a breve scadenza in prestiti a lunga scadenza. » Tre grandi giornali di New York, secondo telegrafano al « Matin », richiamano la attenzione sugli sforzi compiuti dalla Gran Bretagna e dalla Francia, affinchè i loro debiti verso gli Stati Uniti siano annullati, Parlando innanzi alla Commissione senato riaJe degli affari esteri, il ministro delle Fi' nanze, Houston, ha affermato che quei due paesi, durante !a Conferenza di Parigi, avevano presentato dello proposte di annullamento dei debiti. Ma il ministro non ha fornito dei particolari. Secondo informazioni che si ha ragione di ritenere attinte a fonte autorizzata, non vi furono che conversazioni ufficiose, ma non formali, fra le due parti in causa, conversazioni basate sul concetto che l'Inghilterra aveva prestato agli Stati Uniti per lo meno quanto gli Stati Uniti avevano prestato all'Inghilterra, e che l'Inghilterra era pronta a dire ai suoi debitori che il loro debito era pagato qualora l'America avesse agito nello stesso modo verso di essa. Alcuni economisti americani fra 1 più autorizzati, ritengono che l'annui lamento dei debiti di guerra sarebbe il mezzo più pronto per rimediare nel mondo intero aJle conseguenze catastrofiche della guerra, ma il ministro Houston ha dichiarato nel modo più energico che la domanda della Gran Bretagna e della Francia aveva incontrato a Washington una disapprovazione sistematica.

Persone citate: Austin Chamberiain, Briand, Houston, Huston, Lloyd George, Simons