Cammin facendo... per l'Esposizione-fiera dei Vini

Cammin facendo... per l'Esposizione-fiera dei Vini Cammin facendo... per l'Esposizione-fiera dei Vini £' stata inaugurata ieri in Piazza Carlo Alberto. Quest'Esposizione vive da 30 o 40 anni. Fa ipiacere constatare questo caso di longevità «nene a chi noni beve vino. Si può amarlo u gualmente. Non ci sono forse gli amori platonici? Del' resto, oggigiorno, coi prezzi delle acque minerali, è inutile essere astemi. Ci sono molti padiglioni, arredati con eleganza, ricclll'di prodotti. Entrando in piazza Carlo Alberto viene in mente il verso di Orazio : « Hic innocgfttis pocula Lesini duces sub umbra». Qui. all'ombra berrai a centellini bicchieri di. Vino innocente. A molti viene in mento invece di bere subito, senza Orazio... flappresentava il Municipio Emilio Zanzi. 11 Municipio ha mandato alla testa un assessore astemio. Un rappresentante astemio ha un bel alzare il calice, ma non alzerà mai il gomito! Zanzi, contornato da un gruppo d'autorità, ha pronunciato un inspirato discorso ed ha fatto un cristiano elogio del vino. Indubbiamente ricordava le parole del Vangelo « Non quod 1Intra in OS coinquinat hominem: seti quod :procedit ex ore...». Attorno a Zanzi facevano corona il coirmi.,Lissone.-il comm. Fassio. l'ing. Verrua cucirappresemava l'Intendente di Finanza, il vice-:prefetto cav. Bocgio, il cav. Silvano Venchi. il co— sano au personale coll'acqua. d'invitati fecero il giro dell'esposizione: ogni padiglione, una bevuta:- trenta padi foretto cav. Boggto, il cav. Silvano Venchi. il )mm. Ronco, il cav. Granerò, il cav. Muìas-ino. il comm. Greppi, il prof, lem ina ed altre inorila che veramente hanno una questione glioni, trenta bevute. Poi musica, poi una tienila generale — tanto per cambiare — e finale: e quindi libero ingresso al pubblico. 'C'è da ammirare. Ecco la Sardegna colla ■paia Vernaccia e la Malvasia: la Sicilia colla filza interminabile dei suoi tipi di "Marsala, i generosi Moscati di Siracusa e di Pantelleria, i vini di Capri e quel Lacrima Christi che fa rimpiangere agli stranieri che Cristo non abbia cosi lacrimato nei loro paesi, i vini delli Cantelli e il Chianti che maestoso e imperioso •passeggiava in mezzo al core» del medico e poeta Redi, le auree Albano di Romagna, i Valpolicella e poi tutta la coorte dei grandi vini del nostro Piemonte, dal iLessona al Gattinara passione di Fra Dolcino, al Carema, al profumato Freisa, al dolce Caluso. E il Barolo si può dimenticarlo? Lo storico Cibrario ^- che a Torino ha dato il nome a una via — lo ha proclamato il miglior vino del mondo e agli storici bisogna credere. Consolò a Grin"zane un gran ministro. Cavour, e innamorò un re, Carlo Alberto, a divenirne produttore in flucl castello di Verduno dove il generale Sta, glleno diede saggio di molto sapere di... agronoiilo. Fan pompa..con loro, naturalmente, i gagliardi vini di Barbera, il Grignolino, e Quei moscati di Strevi, di Canelli e di Asti che fin dal 1616 il marchese di Monara a capo di soldatesche spagnuole invadenti chiamava « moscati delicatissimi »: e infine quell'imperiale Barbaresco che nasce dalla terra ohe ha dato i natali a Elvio Pertinace, imperatore 'df Roma, e che il generale Melas si fece portare a carrate per festeggiare Ja vittoria del 4 novembre 1TW. Questa è storia bella e buona! Mi diceva un enologo che in questa esposizione è veramente rappresentata la patria, l'Italia migliore, perchè ogni regione ha i suoi vini tipici <iuasi come il proprio dialetto le proprie tradizioni, i propri costumi. Notava infatti Plinio: Il terreno-e 11 paese, non l'uva fanno la differenza nei vini. Cosicchè ieri sera vedendo' genio barcollare liei dintorni di piazza Carlo Alberto, di ritorno dalla fiera, c'era da giurare che erano persone rèduci da un giro... circolare attraverso i vari paesi d'Italia, come notava il saggio Plinio. "•Ne vedremo molti nel prossimi giorni di questi turisti. Niente paura! Il buon Noè alzò "U "gomito sino al punto di far arrossire i propri Iteli. Marc'Antonio quando lasciò il vino si .cacciò, Infelice, nelle braccia di Cleopatra; (Alessandro Magno poteva dire ai suoi sudditi : Io; Magno e... bevo. Enrico HI. Carlo IX e Luigi XIII vollero essere consacrati col vino. Solo Napoleone odiava il vino, ma è finito in mezzo ad un oceano d'acaua! Tutti i popoli bevettéro. Bevettero sfosso... Gli antichi egizi erano forti bevitori, nei Parti era un onore bere molto : i Traci, i Sibariti ed i Romani prendevano delle sbornie classiche. Atene non fu da meno di Roma. Alcibiade. Demostene ed E6oht)o sono ricordati anche per le libazioni eccezionali. Alessandro il Grande, che ho già ricordato, il grande capitano invincibile, era spesso vinto dal vino cosicché una volta in un accesso alcoolico uccise 11 suo amico Clito e lece.incendiare Persepoll. Buon per lui che allora non c'era la Corte d'Assise... A questo punto mi sorprende indignato un amico, rapriresentanle d'una casa estera di acque minerali che si fa venire in casse e imbottiglia poi qui, con grande disperazione del padrone di casa che ogni trimestre vede crescere il contatore dell'acqua potabile L'amico mi dice; — Ma chi le ha dette tutte queste cose?!!! : — Si leggono sui libri stampati, caro mio. A non crederle, è inutile allora consumare la propria esistenza sul libri... e sul litri. emme.