Italia e Germania

Italia e Germania Italia e Germania nella ricostruzione europea Un'intervista con l'ambasciatore Frassati (8ar«lilo ipedai» dilla • Stampa ■) Berlino. 29, noie. . L'ambasciatore Frassati ha concesso al corrispondente dell'Agenzia americana United i'etet/raph, una intervista, nella quale ha detto: « Questo mio ritorno in Germania è a me cosa assai cara e gradita. Si riveggono sempre con piacere e con commozione i paesi ove si sono passati gli anni più operosi della propria giovinezza. In Germania io venni la prima volta nel 1888 a compiere la mia coltura universitaria, e dopo tanto spazio di tempi mi stanno ancora innanzi le venerande figure dei maestri che ho udito ad Heidelberg ed a Berlino. Ricordo Albert Friedrich Bcrnier, che nel Diritto penale seppe con tanta genialità fecondare I antico con il moderno ; rammento Gustavo Schmoller e Adolf Vagner, i cui scritti non hanno, dopo tante vicende di uomini e di cose,. perduto la propria attualità. Qui io seguii i con reverenza l'attività scientifica di Franz i von Liszt (allora professore ad Hale), che volle io collaborassi — ed è uno dei ricordi più cari della mia vita di studioso — nella sua « Zeitschrift fùr die gesamte Strafeschwitzenschaft ».. Ricordo le lezioni frér quentatissime di Enrico von Treitschke, alle quali fui. assiduo. Non discuto l'uomo politico, rammento il maestro, che con le sua lezioni sulla scienza politica si mise al fianco di Aristotele e di Machiavelli. » La preparazione spirituale del passato spero mi sia dunque mezzo efficace e conforto ad intendere il presente. Fondamento alle relazioni dei popoli è la reciproca loro conoscenza. Ora la civiltà italiana e la germanica sono due grandi creazioni dello spirito che nel corso della storia hanno sempre contribuito al reciproco sviluppo, con vantaggio di tutta la cultura europea. Nell'interesse supremo dello spirito umano questi grandi scambi e questa cooperazione si devono perciò non soltanto continuare,. ma anzi rendere più intensi. Certo, io, per parte mia, cercherò ogni modo perchè questo ideale si compia in tutta la sua interezza. Io non mi nascondo la realtà. La situazione presente è grave. Ma' non è grava per la sola Germania ; è tale per tutta l'Europa. Tutta l'Europa dunque deve lavorare per uscirne. La grande verità che tutti ci dobbiamo porre innanzi come monito e guida comune è questa: non ci può essere tuia ricostruzione particolare indipendente dalla generale ; ma tutti dobbiamo lavorare in ,'iomune per la salvezza comune. E' assurdo pensare un'Europa ricca e fiorente,- se la parte centrale di essa — che dovrebbe essere come il cuore di un grande organismo — non lavora e non crea. E quello che si dice per la Germania si può ripetere per ogni altro Stato. Questa grande legge dell'interdipendenza economica dei popoli e degli Stati non può essere violata impunemente da nessuno. Perciò sulle basi granitiche del sapere, del lavoro e della giustizia, non deve essere impossibile, anzi deva essere facile, trovane, nell'interesse comune, l'accordo tanto desiderato. Io — che prima di salire a questo posto sono stato a capo di un'industria — ho imparato dall'esperienza' quotidiana, e perciò ho sempre cercato di applicare, questa umile verità: non ci sono affari buoni per uno solo, ma gli affari veramente buoni, cioè utili, debbono essere tali per tutti coloro che li contraggono.. Come nella vita degli individui, cosi deve essere in quella dei popoli. E a tale luce io cercherò di favorire ogni relazione commerciale ed industriale tra il popolo tedesco . e l'italiano, lieto sempre se il mio consiglio e la mia opera potranno riuscire a qualche cosa di proficuo e di conclusivo. Perchè su questa ripresa e su questo sviluppo di rapporti appunto si dove rinsaldare la ri-, costruzione cosi dell'Italia e della Gei-mania come dell'Europa. » Nulla è conteso alla volontà ed alla forza dei popoli, quando essi lavorano nelle vie della giustizia e dell'utile umano. La Germania dunque non deve, non può disperare del suo risorgimento. Dalla sua storia, dalla sua civiltà, dalla sua disciplina, essa trarrà la forza per ricostruire il proprio gigantesco organismo economico, che farà a sua volta rifluire un'ondata di sangue nell'anemico organismo europeo. Qui è la gran- , de molla dalla stona avvenire: ì popoli la- vorahdo alla propria ricostruzione lavorano insieme alla liberazione ed a vantaggio di tutti. » Con questa fede e con questi propositi io . mi accingo alla mia opera ; e mi conforta in essa il sapere che la stessa via ha battuto anche il valoroso mio predecessore, ba> 1 rone De Martino ; che in Germania troverà negli uomini che stanno al Governo validi. compagni di lavoro. Ho seguito con grande interesse l'opera del ministro degli Affari -E» steri, dottor Simona, e ne ho ammirato la serietà e l'abilità ; in un lungo colloquio, che alla vigilia della mia partenza ebbi in Roma col signor von Berenberg-Gessler, ho , dovuto apprezzare la nettezza delle sue vedute e la modernità del suo pensiero. Lavoreremo insieme tutti, per i migliori e più intensi rapporti tra la Germania e l'Italia, sì, certo, ma con essi e per essi alla ricostruzione ed alla pace d'Europa ».

Persone citate: Adolf Vagner, Albert Friedrich Bcrnier, De Martino, Frassati, Gustavo Schmoller, Hale, Liszt, Machiavelli