Il contributo di Romain Rolland alla gloria d'un poeta cesareo

Il contributo di Romain Rolland alla gloria d'un poeta cesareo Il contributo di Romain Rolland alla gloria d'un poeta cesareo nomala .Bollimi, tu un volutilo di rcrontc niibbliriizlono. « vayage musical au pays du passe ». ha affermato r.lic u Metastasio può e deve considerarsi preuurcoro di Gluck, dal punto di vista della cosi dotta riforma melodrammatica compiuta dal Glitch. A Uilo affermazione il Rollami pervieni', ragionando su alcuni frammenti di una lettera che 11 Metastasi* inviava nel 1749 allllusse, i>or risponderò al rt^ideffo dot musicista, elio gli aveva chiesto qualcho consiglio. Tali frnnjmciill. isolati m-t pensiero del Metastasio. parvero al Kolia'nd costituire una prova dccW.'Iva. della partecipazione spirituale del poeta cesareo al movimento intellottualistlco ed artistico, che culmino nel melodramma giuckiano. Riveduti, ora, tutti l volumi delle Ietterò metastasiano, larfrontatt i pensieri sparsi, rievocale lo testimonianze di coloro che frequentarono li poeta., ricordale lo tendenze o le opinioni d'uso più corrente fra 1 letterati ed i musicologi dei 700. Andrea Della corte, in un Saggio di prossima pubblicazione nella Rivista Musicalo Italiana», edita, in Torino, dal B'.UI Bocca, dimostra e concludo che 1 ragionamenti e le affermazioni del Rollami non sono esatti, polche pcajerl ed opere del Meu-tstaslo rivelano che il Poeta rimase ostinatamente estraneo al movimento innovatore, tenendosi spiritualniente e personalmente lontano, negli ultimi anni de la sua vita a Vienna, dalle manifestazioni musicali del nuovi tempi. Ecco la i>arto conclusiva del Saggio: Gli " avanguardisti „ Qual'era codesta musica nuova? E' facile identificarla senz'altro in quella che gli artisti austriaci, tedeschi, boemi andavano diffondendo in Europa dal '30 in poi e cho alcuni italiani parzialmente e timidamente cominciavano ad accettare.. Si tratta, insomma, della musica sinfonica. Le vicende della vita avevano condotto il mite e tradizionalista poeta a Vienna, iti pieno periodo <lelVAufkUimrui: egli vi trionfava vi trionfò fino all'ultimo giorno della sua vita, serbò il magnifico posto nella Corte, vide i suoi drammi ricercati non solo da tutti i compositori d'opera italiani del 70), ma anche da molti di quelli stessi stranieri che pareva volessero battere altra via e*d orientire il teatro verso un nuovo errullibrip di arti, e perfino da Mozart: ma certo' egli, assistette a malincuore al sorgere e propagarsi e diffondersi dello nuove tendenze sinfoniche e strumentali, e non mise più il piede nei teatri ove si rappresentavano i suoi drammi, musicati conio a lui noti piaceva- Chi sa che non l'assalse, pur fra gli splendori e gli onori delle « deliziose imperiali desidenze u un desiderio di Roma e 'di Vapoli, ove, nei leatri che erano stati la culla dell'arte di Pergolesi, di Leo, di Vinci, di Jommelli, si continuava, da Paisie'.lo e da Cimarosa la tradizione melodrammatica immimn di contattiForse, laggiù, tornalo profeta in patria, avrebbe sofferto meno net declinare della sua vita. Eppure, anche gli.italiani, talvolta, si contaminavano. Vedete che allo stesso .Tommelli egli quasi rimprovera d'introdurre nuovi c: magistrali « elementi, allo stesso Caldaia fa critica di troppo contrappunto, abbandonando, a ?uo avviso, entrambi la linea meloVlìca, solo elemento espressivo della musica. Ed egli con Burhcy ripensa, le cantate- del primo settecento, forse l'Orfeo pergolesiano, forse quelle di Alessandro Scarlatti, cosi semplici, due o quattro versi, con un violoncello o un cembalo d'accompagnamento, e tutta, tutta l'importanza nella melodia e nella voce. Dare ■ un'intonazione calda, flessuosa, insinuante alla declamazione, creare quasi un parlare melodico, era tutto quel che egli chiedeva alla musica. Che pluf E non era già musicale la sua poesia? Essa non aveva bisogno che d'ima voce robusta, sonora, d'una sillabazione nitida per dar rilievo alla musica, per quel tanto cho ne avevano ancora bisogno 1 suoi musicali versi. Come stridevano al suo orecchio le musiche nuove! Come rompevano il Siro armonioso delle sue strofette! Quali pretese di novità, di ardimento, nei giovani: e la melodia sommersa Va un cozzo di suoni, che egli non avrebbe mai osato chiamare armonia; e gli strumenti accresciuti di numero, per una bizzarria, per una « stravaganza » — è la' parola che ha adoperato per Gluck —. per fare uno « strepito » che epli non avrebbe mai e poi mai voluto credere sottoposto a regole e nonno di un'arte e d'una scienza della strumentazione, dell'orchestrazione. E tutto codesto strepito e tutte codeste stravaganze annullavano per lui ogni espressione sentimentale ed ogni diletto: e se Caldara gli era già sgradito, e gli altri non voleva neanche sentirli a teatro, che avrà mai pensato dei sinfonisti, che in una sala da concerto, senza soccorso di poeta e di poesie, osavano offrire composizioni di per sè stanti? di cosa mài potevano essere espressive quelle mitsi',,,e" che avrà, mai pensato di quel vivace gru'' eli musicisti, fiorente a Vienna, verso il '7i\ e dei quali, molti gli dovevano sembrare, come oggi si direbbe, avanguardisti audacissimi: C-luclc, Gassman, Wagenseil, Hofman, Haydn. Dittors, Vanhall. Hubert? E dovunque, in Vienna, era. un fiorire di mùsica strumentale: sinfonie, serenate, divertimenti, quartetti e sonile. Un pensiero del De Sanati* Voi vedete che con queste repugnanze metastasiane siamo molto lontani dalle vaghe ed illusorie frasi della, sua lettera ad Hasse, c più lontani ancora dalle conclusioni del Bolland. Ebbene, mi sia consentita una digressione, siamo lontani anche .dalle conclusioni cho il grande De Siuictis pose alle sue pagine sul declinare della letteratura e dell'arte metastasiàna, (piando, dopo aver rilevato che Mostatasio e l'ultimo di un'epoca letteraria, scrisse: V.na poesia die cerca l suol mezzi fuori di aè, che cerca i motivi ert I >uol pensieri nella musica, abdica già pronunzia la sua morte. Ben presto Metastasio «emhra troppo poeta al maestro di musica, nè più il pubblico sa piti che farsi della sua parola, e non domanda cosa dico, ma come suona. la parola, dopo aver abusato di «e, non vai pili rulla, e la stessa parola metastasiana, rosi leggera, cosi rapida, non «uà ossero sopportata, li i>arola è la noia, e i nuovi poeti-si chiamano Pergoles», Cimurosa. paistello... In sano a cmcsla società in dissoluzione si formava la-' boriosamente la nuova «ocleti. E cho ce ne tosse la forza, si vedeva da questo: che non teneva più gran conto della forma letteraria, stata suo Idolo, e che cercava uuove tmpi'csslont nel canto- e ncUa-musica. Il letterato che. aveva rappresentato una parte cesi Importante cade in dfscxndito. I nuovi astri sono Farinello e Cailarello. Picrinni. Leo. Jommelli. Si, certo, sono latti contemporanei la decadenza, la Ano della lirica metastasiana e lo* svilitppo. la diffusione del melodramma italiano settecentesco. Ma fi loro ravvicinamento cronologico e storico non spiega gran che la relazione rilevata dal De Sanctis. Ora, seguendo a pensiero del De Sanctis, dovrebbe essere accaduto ohe la musicante, esteriore, la forata preziosa e levigata, nella quale Io spirito non penetra, ma resta olla serpernere. il mondo metastasiano, insomma, iletu minando la piol>i-kt tinsi abbia --v^'1'1! etano irrr^irirwaì nmssatc nca reazione ad una musicalità Intima, commossa, profondamente artistica, nella quale lo spirito cantò poi con nuova voce il suo sentimento ed ,iU suo dramma; cosi la poesia, annullandosi in uno dei suoi elementi, la musicalità, avrebbe reso possibile alia musica pi assumere quell'elemento che era stato neglètto, cioè il sentimento, l'idea (* la parola è la nota ii), e di riempirsi di un ancora estraneo contenuto drammatico, e di trovare' espressili-, ni nuove e vigorose. Io prendo il mio romg-lgio a due mani ed oso muovere qualche! con-1 («staziono a tale concetto del De Sanctis; il quale, mi pare, non tenne conto di alcuni importanti fatti artistici. •Dalla fluo dell'arto idrammatiico-lirica metastasiana, dall'esaurimento della sua vitalità interiore, daH'annulla.'rnento delia vera poesia nella superficiale musicalità non nacquero le opere dei * nuovi astri « italiani, ricche di quel contenuto che la poesia metostasiana aveva smarrito,- o so ciò pure accadde in quel torno tli tempo, non fu questa primavera il fallo piiì importante di quell'epoca. Quel che poro fatto importante ei vicenda chiusa fra Metastasio e gli qperistf italiani, fra • parola » metastasiana svuotata, .impallldiita, e « nota » vibrante e- commossa, è invece 11 i-apporto secondario di una più vasta vicenda culturale ed artistica, in cui iti decadere metastasiano va considerato non coirne trasfusione, d'arte, passaggio dalla letteratura alla musica, ma vJccvetHo, come conseguenza del sorgere di nuovissimi artisti con nuove ■concezioni e forme d'aite. Per intender cfò occorre allargare l'ossorvazi,onc. oltre i contini .italicni. Ed in scrivendo la storia, si vuole verità inqua¬ drare l'arte netto svolgimento della civiltà e dello sp;rito di un'epoca, è pur necessario seguire lo svolgimento di tale civiltà ovunerue esso si nùitifesttU per cogliere tutti i rapporti p.d illuminare tutto le relazioni. Ora, i! .< nuovi a-stra » nel mondo deirarfe musicale — e corne si fa a restringere l'osservazione del ca.mpo coleste allo spazio die è sulla nostra casa? — alla .tine del 700, non furono Porgolesi 'che era gai morto nel '36), Paisiollo e Cimarosa o lommeiU e Picciunl o Leo, che continuavano la tradizione del melodramma' setlecentnsc.o italiano destinato a spegnersi sulla soglia dell'ottocento per risorgere tramutato nelle mani di Rossini, ma furono iGIuck, Ifavdn e Mozart, per (parlare soltanto dei- grandi astri: e non furono .Farinelli e Caffare-llo: cantanti dal loro tempo, ; eccellenti virtuosi, riho splendettero proiettando nuova luce sul rìjluro. ma fu l'orchestra anonima, fu la. coralità strumentale che espresse' i nuovi- sentìmenfii ed' i nuovi sogni dei musicisti: fu rmrvn sinfonica. Tenendo conto di questi nuovi elementi, sviluppattlsi nel periodo dell'intellettuale Aafkt&ntna austriaca e del primo Stumi und Drima tedesco, si vede capovolte., con molto evidente lucidità, l'immagine ohe s'era offerta al De Sanctis quando egli mirò le costellazioni esclusivamente italiane... Metastasio e Glack Ora. torniamo a Rolland ; questi, concludendo, rileva: l.o La preminenza riconosciuta dal Metastasio della poesia sulla musica, prima-che Gluck esponesso nelle famose dedicatorie te sue ldee;Glucl<, dice RoHand, si esprimerà come il poeta 2.o L'importanza data al dramma, i consigli dell'uomo pratico, la condanna dell'aria inutile, la musica subordinata all'effetto scenico: 3.o II carattere psicologico attribuito all'orchestra, *la sinfonia che esprime le riflessioni, i dubbti di Regolo ». « Tutto ciò, ripeto — dice Rollanti — è conforme al pensiero di Gluck. Perchè, dunque, ci si rappresenta sempre Metastasio e# 1 suol musicisti come oppositori della riforma di Gluok?». Mi pare cho si possano opporre schematicameni'e le seguenti proposizioni. La concezione della dipendenza della musica dalla poesia fu d'uso corrente nel secolo, e l'ebbero, più o meno ugualmente, poeti, musicisti, letterati e critici. Ma gli artisti creatori non si giudicano dalle loro opinioni, ma dalle opere. Guardate quel che Gluck tha attuato», ascendendo dallo prime opere alle ultime; guardato come s'è incessantemente rinnovato, come ha risolto in arte i problemi del suo spìrito critico- confrontate le sue partiture con quelle del suoi contemporanei e rivali ; mirate alla .sisnilìcazione del suo dramma, alla ricchezza dei mezzi ; e vedete bene che le sue prefazioni all'i Alceste • ed a « Paride ed Elena », le sue polemiche, i suoi propositi aggiungono ben poco alla sua arte ed alla sua concezione. Osservate, in confronto, l'opera di Metastasio Dacché sostituì Apostolo Zeno a Vienna, dopo le prime affermazioni, il suo dramma per musica migliorò in eleganza, in finezza, in lecnica. non cangiò campo d'azione, non mutò fondamentalmente, non fendette a forme nuove e decise; anzi, direbbe forse il De Sanctis, nell'eleganza e nella raffinatezza cominciò la decadenza. Non basta che abbia inveito contro cantanti e musicisti, che si sia raccolto in regale isolamento disdegnoso, che abbia criticato la moda ! La prima osservazione r?el Rolland cade pel fatto che, a parto le frasi programmatiche, Gluck partecipò effettivamente alla • riforma», mentre Metastasio vi rimase ostinatamente estraneo. Alla seconda si risponde facilmente che una rondine non fa primavera, e che non stupisce il fatto che un artista cosi fino ed esperto si sia una volta Santo Indotto a scambiare idee di urcliilettura melodrammatica con un musicista cho gli chiedeva notizie dei suo lavoro. Alla terza si risponde ugualmente, facendo nota.ro in più che Metastasio, per quanto risulta, amava poco le sinfonie vere e proprie, e cho perciò quel suo desiderio di sinfonia neS"' Attilio Regolo » fa pensare >che la parola sinfonia da lui adoperala risponda aBa più modesta fra le accezioni dell'iisattssimo vocabolo. Ed alla conclusione di Rottami si risponde che quando si oppone Metastasio ai gluckisti, in parie si ha ragione, procedendo in dati cronistici. i quali descrivono ri poeta isolato e disdegnoso d'ogni ammissione, ed in parte si ha torto perché... Metastasio non fu un riformatore nè un precursore di Gluck. Scontento e disagio erano m, tatti imusicologi che lavoravano attorno al teatro, senza riuscire a nulla di nuovo. E chi se la prendeva con i virtuosi della voce, e chi con rorchesìxa strepitosa, e chi proponeva rimedii insufficienti o peggiori del male. Una chiara idea unitaria della compiessi vita del dramma musicale non doveva apparire che coU'elevarsi della concezione sinfoiiisrka e celle aspirazioni dei romantici. Ed a (alt elementi estetici rimase indifferente il Metastasio, che il De Sanctis vide invcdorttark> la-autore di nuovi astri ed il Rolland stima precuraore del movlmenlo riformi sttco del teatro. ACCULA

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