Giornata d'invettive e di pugilati alla Camera tra socialisti e fascisti

Giornata d'invettive e di pugilati alla Camera tra socialisti e fascisti Giornata d'invettive e di pugilati alla Camera tra socialisti e fascisti Roma, 20. notte. Nella tornata antimeridiana si è discussa la riforma del Monte Pensioni per gli insegnanti elementari. Varii deputati hanno fatto propòste diverse, ma il Ministro del Tesoro, on. Peano, si è opposto per ragioni di bilancio. Il monte pensione pei maestri PEANO non può accogliere la proposta del collocamento a riposo dopo 35 anni di servizio, sia perchè porterebbe un onere di quattro milioni di contributo ordinario e 75 milioni di contributo straordinario per 50 anni, sia perchè, entrando i maestri in carniera molto giovani, manca il fondamento necessario per l'accoglimento della proposta di legge. Ha accettato il concetto che il sistema del Monte pensioni consenta la liquidazione di una pensione uguale all'intero stipendio. Quanto al servizio militare non può ammettersene la valutazione agli effetti della pensione a completo carico dello Stato non trattandosi di impiegati dello Stato, per quanto riconosca che sia opportuno una volta definire la posizione giuridica dei maestri. Ad ogni modo ciò potrebbe portare ad ulteriori ed analoghe richieste da parte degli impiegati comunali. E' stato sempre contrario al principio di dare effetto retroattivo a leggi che importano oneri finanziari. Riconosce la gravità delle questioni dell'aumento delle pensioni ai vecchi pensionati. Rileva però che un aumento di 1000 lire importerebbe un onere di 5 milioni per 50 anni e l'altra parte ai pensionati è stato concesso il caro viveri. Non esclude d'altronde la possibilità di migliorare questa indennità. Quanto all'impegno di coprire le eventuali deficienze del bilancio del Monte non ha che da augurarsi che tale evento non si verifichi. Terrà conto come raccomandazione della richiesta di partecipazione della classe magistrale alla gestione del Monte della concessione al Monte di impiegare i capitali a un saggio di interessi superiore al 4,25 per cento, accetta il principio della riversibilità della pensione al coniuge superstite ammesso dalla Commissione ,in caso di invalidità ; dichiara che non hà nessuna difficoltà a presentare, secondo l'ordine del giorno dell'on. Mancini, una relazione sulle condizioni del Monte Pensioni La Camera può essere certa che lo Stato che fa già un cosi grave sacrificio per i maestri, non ha certamente intenzione di devolvere a suo beneficio eventuali eccedenze che si verificassero nella gestione. Ma trae argomento da questo ordine del giorno per pregare la Camera di non richiedere che lo Stato sc.iporti oggi ulteriori oneri anche in considerazione dell'assoluta necessità ed urgenza che il disegno legge tanto atteso dalla classe magistrale sia approvato. ( Una proposta per la bandiera Aula abbastanza affollata e tribune gremite, essendo la giornata relativamente fresca. Presiede l'on. De Nicola Si procede allo svolgimento d'elle interrogazioni le quali vertono pei" lo più su episodi della lotta fascista. Il sottosegretario, agli esteri TOSTI DI VALMINUTA risponde all'on. Piemonte, il quale ha interlogato il Governo circa l'emiquale ha interrogato il Governo circa l'emiverso la Svizzera e la Francia. Non appena sarà possibile, assicura l'onorevole interrogante che sarà aumentato il personale, onde evitare gli incidenti che sono sin qui lamentati. PIEMONTE invita il Governo a provvedere come ha provveduto per il confine di Modane con funzionari del Commissariato generale dell'emigrazione per controllare i varchi di Chiasso e del Sempione, onde evitare che migliaia e migliaia di operai italiani arruolati clandestinamente emigrino attraverso la Svizzera in Francia senza alcuna garanzia di contratto di lavoro. Si passa quindi allo svolgimento della proposta di legge del fascista GIURIATI, il quale propone che agli uffici pubblici, anche di comuni. Provincie ed amministrazioni dipendenti, non possa essere esposto che il vessillo nazionale ed insieme a questo anche il vessillo tradizionale del comune o della provincia, ciò considerando che i comuni e le- Provincie debbono essere considerati espressione ed organi della collettività nazionale, senza distinzione di partiti (Interruzioni all'estrema sinistra). Propone inoltre che le amministrazioni che contravvengono a queste disposizioni siano sciolte ai sensi dell'art. 323 della legge comunale e provinciale {Approvazioni a destra; commenti all'estrema, sinistra^. CIRIANI riformista rileva che l'obbligo dell'esposizione della bandiera nazionale in determinate circostanze già sussiste, e già sanzioni sono comminale in caso di trasgressione, cosicché la proposta di legge dell'on. Giuriati non ha scopo. Ora non crede che il tricolore debba e possa difendersi con sanzioni, ma soltanto con opere saggio e non a mezzo di bande armate, che sotto il prelato della valorizzazione della vittoria e con l'acquiescenza del Governo non si propongono che scopi di violenza privata [Vivi rumori rte.i fascisti). CIRIANI. ai fascisti: — Vi ripeto che il tricolore si difende colle buone azioni! Nella legge comunale e provinciale esistono sanzioni sufficienti al* riguardo. GIURIATI: — Non esistono queste disposizioni! Il mio disegno di legge -tende ad impedire che negli edifici pubblici si espongano altrii vessilli di partiti e non tende. a tutelare il tricolore che, grazie a Dio, è ben tutelato. ... -, . " CIRIANI- — Che c'entra Dio? GIURIATI: — In quanto alle bande armate, dia uno sguardo agli avvenimenti di questi giorni e vedrà che le bande armate sono una leggenda che va rilegata in soffitta come il suo socialismo (rumori a sinistra). CIRIANI : — I cavalieri della morte erano un'associazione che faceva concorrenza ai fascisti! VICINI : — Spudoratol Imbecille' CORGINI: — Smettila con questa cornine- dia! Lo sai benissimo che li abbiamo sconfessati 1 CIRIANI: — Si, ma perchè erano dei concorrenti I Tutta la destra si scaglia contro l'on. Clriani. Gli si grida: — Brutto! Cretino! Pitone ! LUPI gli grida: — Cavaliere della paura! CIRIANI: — Voglio sapere in quale trincea el'.a è statai Le bande armate infestano l'Italia! CASERTANO dichiara che il Governo, con le consuete riserve, non si oppone alla presa in considerazione della proposta di legge: ma VELLA, per diebiarazione di voto, dice che i socialisti voteranno contro. , VICINI: — E' troppo naturale e noi continueremo a rompervi le cornai VELLA: — Vi sono località in cui la bandiera dei Fasci è stata esposta senza che vi sia stata da parte nostra la minima opposizione- VICINI: — La nostra bandiera è il tricolore! VELLA : — Noi rivendichiamo che siano esposte tutte le bandiere in tutte le sedi. Messa ai voti, la presa in considerazione delia proposta di lepgt è approvata DE STEFANI, fascista, grida ironicamente: — Viva, il socialismo ! prio disgraziati... I socialisti e le colonie Si passa alla discussione del progètto di ltcge sullo stato di previsione delle spese del Ministero deUe Colonie.-11 primo oratore è l'on. Costantino LAZZARI. Il vecchio deputato socialista lamenta le enormi spese sostenute d&ll'Italia' per la conquista ed il mantéiriiiHsnto delle colonie che 'non hanno dato alcun frutto. « Sarebbe stato meglio — dice — che quel milionii fossero stati dedicati alla fondazione di scuole e di opere di civiltà. Se ciò.fosse stato fatto, oggi non saremmo qui a protestare contro l'analfabetismo che abbrutisce le nostre masse e contro l'abbandono in cui sono lasciate interminabili plaghe malariche». Quindi l'oratore parla dell'Abissinia e ricorda-inoltre gli ultimi avvenimenti in Libia dicendo che essi sono causa di spargimento di sangue e non risolvono di un punto la questione. « La nostra penetrazione — aggiunge — deve essere pacifica, poiché gli arabi hanno dato segni di nobiltà ». TORRE Edoardo, fascista, lo interrompe gridando: — Sciarra-Sciat I CORGINI, fascista: — Spudorato arabo! MIlNGRINO, socialista: — Voi siete degli zulù ! CORGINI: — E voi socialisti degli ottentotti! MINGR1NO: — E tu sei un gorilla! VELLA ai fascisti: — Andate in Libia! Fascisti in coro: — Cretino! VELLA all'on. Greco, nazionalista: — Vada a combattere in colonia! GRECO: —vIo ho sempre fatto il mio dovere e non ho bisogno che lei mi dia consigli.. Lei non sa che cosa sia la trincea! LAZZARI, riprendendo.il discorso: — In realtà la politica coloniale riflette interessi di classi dominanti che vogliono annettere e sfruttare, par motivi particolari, le istituzioni coloniali à danno dei veri interessi della nazione. Ne è prova il l'atto che mentre per le colonie politiche- si spendono tanti miliardi, completamente trascurate .sono invece le numerosissime colonie economiche formate da sette milioni di lavoratori italiani sparsi per tutto il mondo L'oratore socialista conclude presentando il seguente ordine del giorno: « La Camera, convinta che l'occupazione dei territori africani non ò di alcun beneficio per gl'interessi materiali e morali del popolo italiano, Teclama una politica coloniale diretta a sviluppare nelle popolazioni indigene il senso dell'indipendenza e della sovranità ». (Applausi all'estrema sinistra). Parlano quindi: ni FAUSTO, il quale lamenta che si spenda poco ppr le nostre colonie e tratta specialmente il problema di Massaua: GRAY che chiede una politici coloniale ferma e vigile, e critica l'arabnfllia in Libia: poi prendo la parola l'on. Modigliani. MODIGLIANI dice: — La grave questione coloniale solleva per il partito socialista un'altra questione. Se cioè sia permesso ad un popolo civile d'imporre ad un altro popolo la propria civiltà. La storia non registra casi di riuscita civilizzazione di popoli barbari da parte di popoli civili. La storia coloniale insegna che nessun popolo civile è riuscito a portare la sua civiltà all'estero. La dominazione inglese in Egitto insegni: oggi vengono in luce i sistemi ili colonizzazione di quel popolo chp, nure imponendosi con la violenza, non è riuscito a mantenere quel protettorato. Bisogna quindi che alla conquista violenta si sostituisca la conquista spontanea della civiltà. Prendiamo atto di quanto si va facendo in Somalia dal capitale e di quanto si è già ottenuto in Eritrea, ma per quanto riguarda la Lii.ia non abbiamo alcune spernazn. Duella colonia vale zero. I commerci del Sudan hanno abbandonato Tripoli per le vie fluviali del Congo. GRECO : — Ma se andate al Governo la lasciate la Libia? BOMBACCI: — Sì! si. MODIGLIANI: — lo cercherò nel fondo della mia biblioteca un discorso pronunciato nel 1013 e si vedrà che idee ho al riguardo. GRECO: — Ma ce lo dica subito, non ci taccia aspettare. MODIGLIANI: -r Le manderò il discorsoi -'L'oratore contìnua deplorando la dichiarazione di sovranità sulla Libia ed afferma che la conquista di quella terra fu la prima affermazione del nazionalismo. Dice che quando l'Inghilterra fa concessioni in Egitto, quando la Francia rinuncia e lascia la Cilicia, l'Italia può ben discutere come conciliare i suoi interassi coi diritti delle popolazioni arabe. GRECO: — Così il Mediterraneo diventa francese ! LAZZARI: — Vi dispiace? MODIGLIANI: — Noi socialisti siamo pro- I fascisti in coro: — E' vero! è vero! (Ilavilà). % MODIGLIANI: — Sì, perchè ora ci dite di essere francoflli mentre nulla vi è nella nostra azione che legittimi tale accusa! Intanto la Camera ignora che. cosa sta succedendo In Africa, ove tijlti- quei popoli si agitano e già si parla di internazionale nera (Ilarità; commenti). Gli arabi hanno a loro favore contro di noi il deserto e lo spazio. Noi invitiamo il.Governo a non .voler fare spese mibtari per operazioni in Libia; bensì a fare le maggiori economie nel bilancio coloniale. Non uccidete! Slate civili! (Applausi dei socialisti, commenti). Quando i socialisti saranno al Governo;.. GRAY, fascista, domanda la parola per fallo personale e dice che l'on. Modigliani erroneamente ha voluto attribuirgli la volontà di chiedere una politica di forza nel senso di un allargamento delle operazioni militari: non si tratta di ulteriori conquiste, ma di spazzare quel nucleo di ribelli che intralciano la nostra penetrazione pacifica, invita il partita socialista a precisare la politica coloniale che intende svolgere il giorni che collaborerà al Governo (Applausi dei fascisti: rumori dei socialisti). , MODIGLIANI riprende la parola per fatto personale e dice che non risponderà alle domande che gli sono state rivolte. Non crede che si debbano preferire le popolazioni berbere che sono nomadi... GRECO : — Non è vero, è tutto il contrario ! ■ MODIGLIANI : — ... ai danni di quella araba. Non credo che sia arrivato ancora il momento di dire il pensiero del mio gruppo circa la politica coloniale, su quello che faremo quando saremo al potere. GIUNTA: — Quod deus advertat! VOLPI : — Vi prude? CORSINI: — Ci fa piacere (Ilarità). MODIGLIANI: — Certo sarà una politica di ricostruzione. Io non vorrei compromettere i miei coUeghi di gruppo (ilarità), ma se mi è consentito dirò che personalmente l'Italia dovrebbe fare una politica intesa a sostituire allo stato di annessione e di protettorato uno stato di garanzia di rapporti economici. Il gruppo socialista, coerente a questo principio, fu contrario e compatto contro il decreto di annessione della Libia, e per questo atteggiamento avvenne la orima scissione del Dartito sociaUsta con l'espulsione da esso di un uomo del quale sentiamo viva e venerata nell'anima la memoria. Quanto alla spedizione di nuove forze militari in Libia domando al Governo se gli ultimi contingenti inviati, si limitino proprio a quelle poche forze di polizia che l'on. Gray riteneva sufficienti, o se invece non siano stati mandati dall'Eritrea alcune migliaia di ascari. Se questo fosse, sarebbe obbrobrioso! GRAY : — Questo si ! MODIGLIANI : — Ricordi l'on. Gray che questo «sì», pronunciato da lui nel 1922, desta ripugnanza e orrore! (applausi dei socialisti, proteste a destra). Il tumulto e il pugilato L'on. GRAY balza in piedi eccitato da questa frase dell'on. Modigliani e domanda la parola, mentre i suoi colleghi fascisti scattano essi pure in piedi e lanciano invettive contro i socialisti i' quali rispondono con altre ingiurie Gli animi si eccitano. Gray in piedi dal suo settore di destra gesticola contro i socialisti: il presidente scampanella per «ricondurre la calma, ma inutilmente. Anche il questore on. Renda si reca presso l'on. Gray per colmarlo. Si sente l'on. Modiglioni gridare dall'estrema: — E' un equivoco! è un equivoco!... Ma la voce del deputato socialista è coperta da quella dei colleglli. Ad un tratto l'on. Gray scende nell'emiciclo, lo attraversa e accede risolutamente verso l'estrema rossa, ove però è fermato dagli on. Matteotti e da altri. Si collutta con questi e subito in suo aiuto accorrono tutti I deputati deUa destra. R Presidente De Nicola si alza e lascia la presidenza, mentre squillano i campanelli per lo sgombero delle tribune. Frattanto nell'emiciclo l'on. Caradonna si incontra coni l'on. De Vittorio e i due si scambiano violentissimi pugni. Nell'emiciclo fascisti e socialisti si azzuffano furiosamente. 11 fascista Giunta afferra uno sedia degli stenografi e vorrebbe servirsene rome di ima clava, ma è fermato in tempo 11 pugilato si prolunga per qualche minuto e i pugni vanno senza economia. Invano il questore Renda e molti deputati cercano di dividere i pugilatori: anche i pacieri, per giungere al loro intento, devono colluttarsi a lungo. Rimesso un po' d'ordine qua e là avvengono discussioni animale. Ci vuole del bello e del buono per chiarire retfuivoco originario. I fascisti deplorano ad alta vooe il tono dei discorsi dei due deputati socialisti Lazzari e Modigliani e urlano: « Proteggete gli arabi che fucilano alte spalle i nostri soldati! ». Anche i socialisti urlano e pare che il pugilato debba ricominciare ; ma i deputati pacieri riescom: ad impedire il nuovo incontro e relativamente e lentamente si ristabilisce la calma. Durante l'incidente il Presidente del Consiglio, on. Fncta, ha cercato, prima con la voce, poi col suo diretto intervento, di risolvere l'incìdente. Infine egli è rimasto in piedi al banco del Governo, serio, accigliato, davanti al tumulto che si prolungava. Dopo pochi mimiti il Presidente, De Nicola, rientra nell'aula e siede tutto accigliato anche lui. Intanto il pubblico viene riammesso nelle tribune. Nel pieno silenzio, che dura qualche secondo, il Presidente dà la parola all'on. Modigliani, il quale dice che stava spiegando l'equivoco quando è avvenuto quello che è avvenuto. Edi aveva mal compreso l'interruzione dell'on. Gray nel senso che mentre questa voleva essere di consenso a quel che diceva, fu 'interpretata . come dissenso: di qui l'incidènte che nonpuò essere stato provocato dalle sue pa- role. Dopo questa spiegazione, la seduta è tolta. Sono le 20 e l'aula si vuota fra vivaci discussioni. Anche nei corridoi 1 I corridoi sii fanno subito affollatissimi e tumultuosi, specialmente nella sala dei passi perdavi l'animazione è grandissima, un animi sono eccitati. Il fascista Corgini continua ad inveire contro i socialisti: « Dovete tare gli eroi in paese se ne siete capaci! ». egli grido, poi investe i democratici nittiani. Intorno all'on. Corgini si forma un rolto gruppo di deputati. 11 questore Renda, n ministro Amendola, il vice presidente della Camera. Federzoni, sono presenti. Anche 1 onorevole Caradonna investe i deputati collaborazionisti. Egli ha un occhio enfiato per qualche percossa avuia nella lotta svoltasi nell'emiciclo: Il Caradonna afferma che quando insieme al Gray, al Gluma, al Federzoni, ecc., si è scagliato contro-restrema l'onorevole Velia gli ha preso il braccio sinistro e glie lo ha tenuto fermo alcuni «minuti per permettere liberamente all'on. Di Vittorio, che ne ha approntiato. di lanciargli pugni sul viso. « Malgrado la strana posizione — aggiunge il depututo fascista — sono riuscito ad assestare sul capo del mio avversario tre o Quattro pugnip--,, Durante una mezz ora, il corridoio dei Passi -Perduti; verso le porte che conducono* alla Posta ed al vestibolo, rimangono assediali da gente che grida ed attacca. I più furenti sono i nazionalisti ed i fascisti, mentre i democratici restano neutri. L'on. Modigliani, uscendo dal corridoio dei Busti, è seguito a breve distanza dall'on. Gray, il primo che i aggiunse con un salto gli scanni dell'Estrema. Si inizia un dialogo tira Modigliani e Gray: prima calmo, poi vivace. Esso sta prendendo una cattiva piega, quando inteivengono prontamente alcuni deputati e giornalisti. GRAY •grida: — Quello che avete fatto è malvagio! MODIGLIANI: — Abbiamo spiegato l'equivoco! — Che equivoco! E' stata una reticenza per l'occasione. Noi, invece, ripetiamo anche qui ad alta voce quello che affermiamo nell'aula! — Se. insistete — ribatte MODIGLIANI — mostrale di essere scernot — E voi siete malvagio e non avete il coraggio delle vostre opiniònil — Il coraggio do'.le nostre opinioni la abbiamo anche troppo! Quello che dite, ve lo ripeto, è scemo! L'ambiente si fa ancora molto tumultuoso. I fascisti Corgini e Giunta discutono vivacemente coi socialisti Baglioni, Zirardini e Bocconi. L'on. Zirardini si risente, perchè un fascista lo guarda in malo modo, e gli chiede: « Cosa ha lei con mei... ». Il fascista Giunta interviene a difesa del collega fascista: gli animi si riaccendono, si sta per venire ade mani. Fortunatamente interviene il questore on. Renda, che ha gli abiti st'acciati ed è senza colletto per i ripetuti interventi nelle colluttazioni dentro l'aula. L'on. Renda invita energicamente i deputati a sgombrare il salone ilei Passi Perduti, e così alle 20,45 la calma ritorna, finalmente, nel Palazzo di Montecitorio. Disagio e fermento Necessità di nn' azione chiarificatrice Roma, 20, notteLa nervosità dell'ambiente parlamentare si è scatenata stasera In un violento incidente accompagnato da pugilati nell'aula. Ciò che è avvenuto è tanto più da deplorarsi, non avendo alcuna anche lontana ragione di essere. L'incidente è infatti dovuto ad un equivoca, còme il lettore può rilevare dal resoconto della seduta. Lo spettacolo del pugilato nell'emiciclo fu estremamente penoso. Esso non gioverà al prestigio del Parlamento fuori di Montecitorio, tanto più che, dopo la seduta, gli incidenti si rinnovarono nei corridoi. Un complesso di cause crea l'attuale atmosfera arroventata di Montecitorio e la striscia di fuoco dei continui incidenti derivanti da un non nulla. Non ultima causa dell'accensibilità dell'ambiente deriva dal disagio attuale della situazione parlamentare, disagio che è creato anche dal fatto che il movimento collaborazionista — movimento razionale in sè stesso e del quale non si può negare la legittimità —^erve di pretesto a manovre parlamentari, che traggono origine da interessi politici personali di coloro che li conducono apertamente ovvero nel retroscena. Fu in virtù di queste manovre che, come presupposto del collaborazionisrr..', venne posta una crisi ministeriale. Le manovre per la crisi fallirono alla luce del sole, ma vengono proseguite nell'ombra, provocando reazione e deplorazioni, 10 quali contribuiscono a rendere più diffuso ed acuto il malessere dell'ambiente parlamentare. Evidentemente i collaborazionisti tentano di liberarsi dall'imbottigliamento nel quale sono stati rinchiusi. 11 solo mezzo per uscirne consiste, a loro avviso, nel provocare una battaglia parlamentare. Essa non mancherà infatti, e si ridurrà ad una scaramuccia, ma sarò tentata. Stasera si annunzia che si ha intenzione di dare battaglia nella seduta antimeridiana di giovedì quando si discuteranno le riforme del regolamento della Camera. Secondo le voci diffuse, l'attacco verrebbe mosso in base alla più importante tra le modificazioni proposte, riguardante il diritto di interpellanza. Colla riforma proposta verrebbe adottato il sistema francese, cioè, mentre sinora lo svolgimento delle interpellanze veniva riservato alla seduta sonnacchiosa del lunedi, colle nuove disposizioni il deputato avrebbe diritto di chiedere che la sua interpellanza venga svolta in qualunque giorno e che, appunto come in Francia, dove interpellanza vuol dire voto politico, qualunque deputato possa partecipare alla discussione. Questa proposta che rende pericoloso per i ministeri lo svolgimento delle interpellanze, oggi ridotto ad un dialogo tra Governo e interpellante, solleva veramente delle discussioni a Montecitorio, ma non si comprende come si possa inscenare su questo argomento una battaglia contro il Ministero Facta. dal momento che la responsabilità di questa proposta, còme delle altre congeneri, risale alla Commissione permanente per il regolamento, presieduta dal presidente della Camera e composta dei più autorevoli deputati di ogni partito. Piuttosto è da credersi che l'Intervento dell'on. Giolitti. atteso per domattina a Roma, varrà — dato che l'ex-nresidentc accetti il compito che al suo intervento si vorrebbe assegnare — a riordinare un poco la situazióne. Particolarmente in ordine alle funzioni delle varie frazioni della democrazia nel momento attuale, vengono attribuiti all'on. Giolitti propositi chiarificatori, che possono condurre ad ottimi risultati,' sòttraendo le sinistre, nel caso di voti politici, alla pericolosa frantumarietà attuale. I giornali confermano la segnalatavi polarizzazione dei socialisti collaborazionisti io «mi™ .i-ivr... rs^nm r>„ -orso la figura dell on. Giolitti. Per qne-i ,0 *d allre ragioni le prossime giornate politiche saranno mcl.o interessanti. i ' 8. Fatti da compiere A sentire quello che dicono i più, il suo»- ; cesso o l'insuccesso del collaborazionismo socialista dipenne da una cosa sola: dal creare o meno il «fatto compiuto» pritro/ ;; del congresso socialista. Mostrano di con-^ cordare in tale apprezzamento socialisti *, : non socialisti, collaborazionisti ed anticol- ; laborazionisti, democratici e conservatori. Il fatto compiuto sarebbe il nuovo Ministero con la partecipazione, ó, almeno,: | col pattuito appoggio del gruppo socialista parlamentare. Noi vediamo le cose InìV maniera alquanto differente, to. la semplice esistenza al momento dot). congresso socialista dell'agosto prossimo | di un ministero collaborazionista non yép-ji,f diamo perchè dovrebbe avere un'influenzata: decisiva sulla decisione del congresso, .-i Quello che le masse social-confederate a-, . spettano dall'esperimento collaborazionU''/f • • ,. t j ,.„ ,s4„« ■ sta è un miglioramento della loro situazione nel paese. Questo è, a parer nostri-;:,.,;; un fatto compiuto che farebbe davyè'roVf'. impressione nel con stresso. I collaborazioV; nisti, pertanto, dovrebbero preoccupai^||j innanzi tutto di ottenere colla loro nuova,'. \ tattica questo miglioramento: e in modo ciò possa avvenire lo abbiamo quat.... cato . ripetutamente e chiaramente net:' giorni scorai, e lo ha detto nel suo ordino >' del giorno di domenica — notevole oer l'equilibrio organico — la Direzione de| partito popolare. La prima còsa da fteo*" è dunque di premere energicamente Governo perchè continui ed- fintènslflolfl^l;^. è data, non dal partito socialista. : ' amente detto, ma -ialla Confedera* del lavoro e che perciò a .questi:? irfl a Clio it n lino mn n+A Al i»n44t**-a% "^'vVf''!L senza debolezze, arresti a deviazioni, l'o^ pera di restaurazione dell'ordine. Basterebbe il recentissimo episodio di Voltai Mantovana per mostrare che vi è ancóra multo cammino da compiere sulla buona via che il ministero Facta ha comindattt.?? a percorrere. Ove esso dovesse mostrarsi impari al compito, o per causa propria o h per una crisi deha maggioranza, allora: davvero si porrebbe il problema di una nuova formazione parlamentare e minti storiali:. Ma c'è un altro « fatto empiuto|'afr$} del quale i collaborazionisti dovrebbero^ preoccuparsi. Gli ultimi avvenimenti han» no provato a tutti quello che noi sostoé nevamo da un pezzo e cioè che la vera* forza del movimento social-confederale .ifit.-.:! Italia propri zione spettava e spetta una parte direttiva è prepondei-ante. Una tale parte la Confederazione ora accenna a prenderla da sòv dal momento che gli altri non volevano riconoscergliela. Ma l'accenno deve svolgersi ed esplico*» compiutamente. Coloro..';:;! che fanno tutto dipendere dal congresso * socialista prossimo — e ciò sia per affrettare il collaborazionismo, sia per ostacolarlo — non vedono o non vogliono ve- 8 dere questo punto essenziale. Tocca alla f (•Confederazione di proclamarlo ed imporrlo ; tocca alle masse lavoratrici rapprescn* tate in consiglio od in congresso (perehè !a 'H Confederazione del lavoro convoca tm congrèsso nazionale prima di quello dei . partito); tocca alle masse lavoratrici ed 'ì ai loro dirigenti e non ai teorici serra,- \ tiani del partito attuale, esprimere le loro i aspirazioni ed i loro bisogni, formulare le : loro idee ed il loro programma. Il partito' non potrà non ascoltarli e solo ascoltan-. doli sarà capace di ricomporsi e di rimup- : versi. Se una parte di esso dovesse < rl-: • fiutarsi a tale necessità, abbiano le masso lavoratrici il coraggio di prenderne atto> Quella parte, per quanto potesse essere grande relativamente al numero dei tei- • serati. sarà sempre un'infima minoranza rispetto a loro che rappresentano il vero '''l socialismo, quello ch-i produce e si organizza, combatte ed ascende, realizzando : una società migliore.