Un clamoroso incidente provocato da una lettera ridicola

Un clamoroso incidente provocato da una lettera ridicola Il processo della scrittrice Un clamoroso incidente provocato da una lettera ridicola (Servizio speciale della "Stampa,,) i a Parigi, 15, notte. Anche l'udienza d'oggi è stata dedicata per intero all'audizione dei testimoni. All'apertura dell'udienza viene chiamato alla sbarra il tenente colonnello Rousset, che nel il905 ha conosciuto il signor Jaques, primo marito della signora Bessarabo. « Molte volte — egli dice — egli si è lagnato con me della condotta di sua moglie: questa' non si occupava della famiglia non si occupava delle figliolette. Ella faceva della letteratura, e spendeva il denaro della famiglia per pagare gli editori delle sue opere. Un giorno egli desiderò divorziare. Tentai dissuaderlo; e non riuscendovi lo mandai dai mio amico Giuseppe Menacd, consigliere municipale di Parigi, ìr'qualc lo esorlò ad avere ^pazienza. Poi il signor Jacques cambiò quartiere, e lo perdetti di vista. Secondo la mia opinione egli non si è ucciso. Egli temeva troppo la morte, non per sè, ma per le sue figliole. — Che cosa diventerebbero senza di me? — diceva spesso. Se egli fosse vissuto la sua disgraziata figliola non sarebbe ora seduta sul banco degli accusati !... ». La signora Bessarabo, naturalmente protesta contro questa deposizione. Ella non ha mai tenuto una cattiva condotta ; e il. suo primo mai-ito si e davvero ucciso. Senza lasciarsi impressionare, il teste dichiara pacatamente che quanto egli ha riferito gli fu detto dal signor Jacques: il teste assicura die egli ha buona memoria, c- che ha ripetuto esattamente, sotto il vincolo del giuramento, ciò che gli fu detto precisamente dal signor Jacques. Gravi testimonianze sulla misteriosa morte del primo marito Si interroga poi la signora Chambre, portinaia dell'immobile dove abitavano i Jacques al momento del preteso suicidio di lui, Jacques. La teste depone che la fam> glia non sembrava molto unita; e che ella assiistette a scene violente fra i due sposi.- A questo punto, la signora Bessarabo si alza e comincia a dtecutere. Del resto, nella seduta d'oggi, ella non farà ebe controbattere tutte le deposizioni. ©Ila pronuncia un lun; go discorso per spiegare che non ha mai tentato avvelenare nessuno: che tenne sempre una condotta irreprensibile; che non ebbe mai degli amanti. La portinaia Chambre riferisce ancora che qualche mese dopo la morte del Jacques, una ex-serva spagnuola dei coniugi Jacques, apprendendo la notizia del supposto suicidio, esclamo: — Ah, no' l'hanno ucciso! — E narrò che ella aveva veduto altra volta la signora Jacques versare segretamente della polvere nella minestra del marito. Questa mSnestra, analizzata, risultò poi contenere del sublimato corrosivo. Un altro teste, il signor Duval. originario dello stesso paese del primo manto dell accusata, ricevette da questi qualche confidenza Era suo vicino di caisa. Egli gli racconto che la moglie 'aveva tentato di avvelenarlo. Testimonia che egli gli dichiarò ch'ella non era che una sgualdrina. Quando il signor Dnval apprese il suicidio del Jacques, pensò subito che la moglie doveva averlo avvelenato. La signora Bessarabo si alza nuovamente per protestare. . „ Il signor Legran, altro teste, ha sposato una domestica del signor Jacques: con la domestica stessa questi si era lagnato della cattiva condotta della moglie. — Ho paura che ella mi avveleni — andava ripetendo il pover'uomo.' Il signor Jacques si lagnava anche continuamente che la moglie avesse de: gli amanti. Egli intercettava le lettere di lei, ed era quindi angosciosamentp al covrente delle sue tresche. « Egli avrebbe voluto divorziare — afferma il teste — ma aveva le figliole, che adorava. Ogni giorno in famiglia erano scene violente... ». Anche qui la Bessarabo' si alza per protestare: grida con veemenza: — Non è vero! Non 6 vero! 10 parlavo in ispagnolo con mio marito: ed I domestici prendevano forse per contese quelli che non erano che discorsi un po accalorati... E ciò anche perdile lo spagnolo è più irruente e piti lirico del francese... Ecco perchè la servitù ha creduto che ci si disputasse! . , ,, „ .. Alcuni testi non si sono presentati. E il Procuratore generale dà lettura delle loro deposizioni scritte. Secondo la signora Murion, sorella della Lee/ran, che divenne, poi domestica della famiglia Jacques, il marito non usciva mai. Era invece la moglie che, dopo pranzo, aveva lunghe assenze da casa. Succede alla sbarra suor Maria del Sacro Cuore, sorella del primo marito della Bessarabo. N'arrn la scena della minestra che conteneva il sublimato corrosivo, e che venne data dall'accusata al marito. Ella spiega pure che 11 signor Jacques constatò un giorno che la moglie gli aveva rtibnto duemila franchi da uno scrittoio, scassinando il cassetto. — Quel denaro mi apparteneva! — risponde indignata la signora Bessarabo: — Mio marito se ne era impadronito e siccome io ne avevo bisogno per pagaie gli artisti del teatro dell'Arte, che avevano lavorato per una mia commedia durante sei mesi, hcr dovuto ricorrere a questo mezzo per rientrale in possesso di quello che mi apparteneva! L'aw. Moro Giafferi discute aspramente la deposizione di suor Maria. Il signor Menarti, altro teste, conosceva il primo marito della Bessarabo, il signor Jacques: la sua morte gli pane perlomeno misteriosa-.. Un altro teste, Calvel, riferisce la seguente frase detta dalla BessnTabo, in un momento1 in cui era irritata, al marito, Jacques. — « Io ti farò vedere come si gioca di rivoltella al Messico! » La deposizione del dottor Gratieux Un'amica della signora Bessarabo, la signora Poitier, fu al corrente della voce che la Bessarabo contava fare un viaggio al Messico nel luglio del 1020. Se il viaggio fu rinviato ciò avvenne per mancanza di denaro. In una lettera scritta al Presidente Gilbert, la testimone ha già dichiarato: «Sono convinta che Paola Jacques non ha partecipato al dramma; e che ella ha obbedito passivamente». Secondo la teste la signorina è una povera vittima dell'influsso materno. La signorina Bourdin era un'amica dei Bessarabo. e abita a Montmorercy. Il 31 luglio ella fece visita alle due accusate nella villa che occupavano in quel paese. Fu Paolina Jacques che la ricevette. Sua madre non discese che più tardi, in una toeletta molto succinta. Ora, mentre la signorina Bessarabo ha confessato durante l'istruttoria di aver bruciato la biancheria insanguinata a Montmorency, la signorina Jacques aveva specificato che era durante la visita della signorina Bourdin che ciò era avvenuto. Ed il Procuratore generale ricorda questa circostanza alle accusate. Interrogata Paolina, se ella riconosce di aver detto questo, l.'aocusata conserva un silenzio assoluto: ii suo soli 10 silenzio. Viene introdotto il dottor Gratieux, che era 11 medico del Bessarabo al Messico, e che, secondo l'accusata, avrebbe con suo marito praticato affari fraudolenti. Nella sua deposizione il teste protesta energicamente con (ro quest'accusa. Giammai egli ha fatto affari di quasiasi sorta col Bessarabo, che al Messico del resto era oltremodo stimato. La signora Bessa-abo gli diede tre versioni della morte del suo primo marito,. versioni che diWerivano orni volta l'una dall'altra. In ■ sì to a queste patenti menzogne, il toste volle più ricevere la signora Bessarabo, la quale teneva anche discorsi disfattisti. La Bessarabo, interrompendo il teste, fa notare che egli non dice ne dove è nato, nò in quale Facoltà ha preso la sua laurea. II procuratore generale, interrompendo a sua volta l'accusata, dice: — La cosa mi è perfettamente indifferente I — Ma l'aw. Moro GdsncpvtnBnsdingmBprlsi• Giafferi interviene, sostenendo che per la difesa ciò non è privo di importanza. E la signora Bessarabo, riprendendo a' parlare, nega di aver dato al dottore diverse versioni circa il suicidio del suo primo marito. Nega poi di aver tenuto discorsi disfattisti, ed invita a fare indagini al Ministero degli interni >■ dove potrà essere provata la sua innocenza! ». Finalmente si presenta alla' sbarra certo Bedé, il quale smentisce le accuse di spionaggio e di affari fraudolenti che la Bessarabo ha mosso; contro suo marito. Il testo dichiara poi col vincolo del giuramento che il dottor Gratieux è un perfetto galantuomo. L'udienza viene sospesa per qualche minuto. Da nuove Interrogazioni alla dattilorjrafa al primi testi a difesa Alla ripresa si richiama la dattilografa signorina Casenave per stabilire se ella veramente il 31 luglio ricevette una telefonata dal Bessarabo. La teste dichiara di aver ricevuto parecchie telefonate quel giorno; ma di non ricordare con precisione con chi abbia parlato per telefono. Afferma però di non essersi mai messa a ridere, come ha raccontato ieri un teste. — Avete avuto -anche una telefonata da vostra sorella? — chiede il presidente. — Non ricordo in modo speciale, ma non posso escluderlo. L'aw. Moro Giafferi, intervenendo un'altra volta nel dibattito, afferma che la teste disse in istruttoria che la sorella quel giorno le. aveva telefonato; e siccome aveva dichiarato che non aveva telefonato in casa, e che la sorella stessa era ammalata, osserva che questa, per telefonarle, era dovuta, malgrado fosse ammalata, uscire di casa. La dattilografa, senza scomporsi, risponde che infatti sua sorella era sofferente perchè in tótato di| avanzata gravidanza: — Non si è però malati mortalmente — osserva argutamente la teste — quando- si aspetta un bambino; e cosi mia sorella poteva benissimo scendere per telefonare. Il Procuratore Generale, Mauce!, fa rilevare che l'accusata ha parlato finora poco di questa telefonata; e che è soltanto adesso ch'ella viene fuori a sostenere di avere avuta •la convinzione che era proprio suo marito che il 31 luglio aveva telefonato alla signorina Casenave. E l'incidente è chiuso. E si passa ai testinfoni di difesa. Il primo è la signora Robbes, che fu maestra di Paolina Jacques. Dice di averla conosciuta buona, leale e generosa; la ritiene incapace del delitto di cui è accusata. Amava sua madre sopra ogni altra cosa. Viene poi letta una lettera del dott. Bourain. il quale durante -dieci anni curò il signor Jacques; ed afferma che questi si è ucciso. « Il signor Jacques mi parlò, è vero, di un tentativo di avvelenamento di cui sarebbe stato soggetto. Si analizzò la minestra che egli credeva avvelenata; ma questa analisi risultò completamente negativa ». Qualche tempo prima del suicidio, Jacques, aveva parlato col dottore dell'intenzione di togliersi la vita. Questo suicidio, che il dottore fu chiamato a constatare, era dovuto, secondo le dichiarazioni fatte dal dottore, al cattivo stata dei suoi affari. Jacques temeva la rovina Viene poi alla, sbarra un notaio, il signor Fave, il quale attesta di aver ricevuto dalle mani di Jacques un testamento autentico', col quale istituiva sua moglie erede universale, ed annullava un precedente testamento che la diseredava. ingiurie In varie lingue Una signora, una letterata, succede al notaio. E' la signora Mac Kenthy, la quale si mostra particolarmente favorevole all'accusata. Allora il Procuratore generale chiede, per ribattere questa deposizione, di, leggere una lettera che la testimone aveva scritto alla signora Bessarabo, e nella quale si trovano frasi di questo genere: « Signora ed adorabile sorella in ideale, leggendo la vostra lettera bo provato l'emozione che si prova ad avvicinarsi ad una felicità' inattesa. Essa ha acuito il mio desiderio di conoscervi sino alla preghiera. Ringrazio Dio di avermi data la gioia di contemplare la donna che è la Iside» la (Minerva, la madre e vergine per la purezza dell'anima sual ». Il Procuratore Generale, terminata la lettura della lettera, rivolto ai giurati dice: aSignori, farete il conto che merita della deposizione di una donna capace di scrivere cose simili! ». La testimone si alza per rispondere. Ella è molto concitata; nia ha appena pronunziato qualche parola che il difensore, avv. Moro Giafferi. la interrompe e dice: — Signora, non siate sorpresa dell'accoglienza che vi è fatta! E' quella chi- viene riservata a tutti i testimoni di difesa, mentre non si hanno che sorrisi per quelli di accusa! Si burlano della vostra letteratura. Consolatevi! Noi abbiamo qui al palazzo di Giustizia gruppi di letterati dei quali fanno parte anche magistrati. Essi si comunicano talvolta la loro produzione, e vi assicuro che la vostra letteratura non oltrepassa la loro in mediocrità! — Avvocato, — interviene il presidente — io non posso tollerare... Ma già una tempesta di risa e di applausi si scatena dà lutti i punti della sala, sottolineando le parole dell'aw. Moro Giafferi. L'agitazione nell'aula aumenta ancora quando il presidente si sforza di rinnovare le sue rimostranze. Visti però inutili i suoi sforzi per ricondurre la calma, il presidente ricorre alla suprema risorsa, di sospendere la spduta. Allora, mentre la Corte si ritira, si vede la signora Bessarabo, livida in volto, agitatissima. slanciarsi in direzione della parte civile dove siedono i parent; del suo ex-marito. — Banditi! — ella grida. — .Era di vostro figlio morto in guerra che io avevo parlalo nella conferenzr. che ha dato alla testimone l'occasione di scrivere quella lettera! E' il mio discorso sul vostro figlio morto che nii ha valso quella lettera, Che voi ora avete tentato di mettere in ridicolo! E la Bessarabo tende i pugni verso il cognato. Tutta la famiglia Weissmann protesta. Si odono ingiurie in ispagnuolo, in dialetto parigino e in francese. Paolina Jacques, attaccata al braccio della madre, tenta calmarla: ma questa è cosi sovreccitata che due guardie devono trascinarla fuori dell'aula. Alla ripresa dell'udienza, la calma è tornata. Il presidente richiama l'uditorio al rispetto della giustizia, e minaccia di espellere i pvesnnti in caso di recidiva. L'aw. Moro Giafferi si associa alle parole del presidente; ed il Procuratore generale parla nello stesso senso, deplorando tuttavia che si sia male interpretato il suo intervento. Le seduta viene poro dopo tolta 0 rinviata a domani. Si spera di poter esaurire domani i testimoni; e dare quindi la parola ai rappresentanti della parte civile. offè ril riztrinualldodelatcogeil prmiMulanliagile gldi pibesclareQutefunuillalzoOqudrgolariupal'osibstvouncohanidecoinlealveunlaandeziconoim« cozinedececadupodi.dsotiMdalesepsizititadpucgsmecdtmtimsnnprLfrpsrtrdcfL\ulPdnmRJspsmsnLlipezl

Luoghi citati: Messico, Parigi