Da Nazareth al Monte della Trasfigurazione

Da Nazareth al Monte della Trasfigurazione Da Nazareth al Monte della Trasfigurazione gA Caana — L'opera d'italianità dei nostri Religiosi — Difendiamo le Capitolazioni ! — Nazareth chiave strategica della Fede — Verso il Tabor — Il riscatto della « Mater omnium ecclesiarum „ — Il custode di Terrasanta e4 una frase di Benedetto XV — Un originale sindaco arabo — La nuova Basilica italiana sul Tabor. pDal nostro inviato speciale in Oriente) MONTE TABOR, giugno. Da Tiberiade a Nazareth non Bono ohe 35 Km. di una buona rotabile, meno di un'ora di auto, al modico prezzo di cinque o sei lire egizie —'cinquecento italiche — una miseria ! Andiamo dunque a Nazareth dal momento che la strada c'è e anche l'auto, nonché lo cinque o sei lire egiziane, se ben non isbaglio. Perche in questa Santa Torra c'è il rischio di svegliarsi un mattino accorgendosi di essere nella condizione del conterraneo Giobbe, per effetto del costo delle cose. Da una parte, sarebbe meglio. Si andrebbe, cominciando, a piedi o tutt'al più sul posteriore di un asinelio, come andavano i pellegrini poveretti di un tempo. Poi si seguirobbe l'itinerario delle « Case Nove » dei frati che le han dislocato proprio a tappe arazionali con riguardo alla fede e allo gambo dei ciuchi e degli uomini. E si vedrebbe tutto e si tornerebbe santificati o per lo meno t indulgenziati » sul serio. (Ho visitato tanti santuari pari a un migliaio d'anni d'indulgenza... E' una buona provvista, anche per l'avvenire). Con l'auto, invece, diventato oramai il padrone assoluto delle strade di Palestina, gli antichi pellegrinaggi sentimentali sono completamente aboliti, si può vedere la Terra di Gesù in due giorni. E' una piccola terra in fine, una' vontina di migliaia di chilometri quadrati. Una suora: - Oh, Torino! Si esce dalla buca del Lago .di Tiberiade con una ripida salita... Era un "forno il lago, quest'oggi. Il refrigerio di ritornare al livello del mare, di raggiungere l'altipiano di Caana e di Nazareth è sensibilissimo. Il villaggio dove Gesù compì per intercessione della Madre il suo primo miracolo (« Figlio, non hanno più vino ». — « L'ora mia non è ancora venuta ! ») ospita oggi un migliaio di credenti... musulmani quasi tutti. Un'occhiata al- Santuario costruito sui ruderi dell'antico, del quale si possono seguire le traccie sino al 6.0 Secolo, un'altra alla Scuola italiana delle Missionarie Francescane... No, non si può ripartire subito da Caana. Una piccola suora è di Torino e quando conosce l'essere e la' provenienza del visitatore, le' mani cominciano a tremarlo e gli occhiale si riempiono di la¬ crime. « Torino. 1 0*non parta, non parta j-ancora: rimanga altri dieci minuti, altri cinque... ». Che dirò di te piccola suora torinese ohe a Caana insegni agli arabi la Hn-Igua d'Italia? Ho letto nei tuoi occhi az-n zurri un dramma di ineffabile Costalgia, ma forse mi sono sbagliato e- la tua cominozio ne diceva una cosa più dolce e profonda:. Wxìceoienza della bellezza, di quello cjie- tu fai umilmente e pazientemente ogpi gaMIfkoP .. e che la nòia presenza ti ravvivava 1 '[Onore ai Religiosi ed alle Keliglosejd'Ifcalia oho m Terra Santa, sostenuti da va . amore^per. la Patria che è più forte dell'»; 'dedizione alla Fede.* compiono un'opera che nessun proposito 'ai •' Governo riuscirebbe .mai ad assòlvere. ' La. bellezza flella Vostra nobile mi&sionerèjn q^sefco : che essa è com.yletamente anoi^a,",impersonale, " fatta per la Patria e per fa^edé, ereditata dal. .passato e ohe sarà*wasyessar, agl'avvenire in nome di ideal&a incorruttibili.' Come tej * simili a te, piccola''suora del mio Paese, "ne ho conosciute'à'.'Tiberia de) a Nazareth, ad AÌessandrctta, a' Damasco, a Gerusalemme, a Betlemme, dovunque aleggia un . ricordo cristiano..1 Viveto all'ombra dei santuari che esaltano il- vostro sentimento, che vi danno la. gioia- della vita vissuta in intima comuhione'co1 Signore e al disopra di quell'ombra jjposante levate il tricolore • aprite e alimentate le piccole scuole dove palpita l'Italia,, gli operosi laboratori nei quali la fanciulla islamica ricama inco 'sciente della suggestione soave che le vostre parole le- alimentano nel cuore e che un giorno essa- trasmetterà.meno incoscientem»nte ai suoi figli*.-Se la lingua italiana, se il nome d'Italia sono conosciuti, amati, seguiti hi Terra Santa, è solo ai Religiosi ohe lo si deve. Essi danno tutto e nulla ricevono. Il dono irrisorio di qualche oggetto scolastico e di qualche libro così male confezionati nelle spedizioni del « munifico » ministero dogli Esteri, che arrivano sempre a destinazione a pezzi, è'tutte quello che l'Italia ufficiale fa per alimentare l'opera di propaganda nazionale in Palestitna. Dinanzi alla veemente imperiosa azione francese, che da tre anni a questa parte proclama per bocca dei suoi religiosi e per tutto l'Oriento la superiorità morale e militare della Francia vittoriosa per sè e per gli altri, noi non abbiamo che il patriottismo misconosciuto dei nostri Francescani, dei nostri Salesiani, frati e suore. Neppure un libro convenientemente compilato per questi paesi,'ohe serva a dare dell'Italia odierna l'idea di quello che essa ha compiuto ed è, noi possediamo ancora. Nuove e potenti organizzazioni sorgono, francesi, inglesi, americane, sioniste, con programmi ben determinati, chiari, inesorabili. E per parte nostra, tutte le nostre fortune è la resistenza che possiamo offrire all'opera so- • praffatrice degli altri sta in quell' « Associazione Nazionale per le Missioni », che quantunque assai benemerita è di natura eminentemente privata e d^i scopi troppo unilaterali e confessione per essere proporzionata al compito che ci è assegnato. Per il nostra avvenire èdMalinconiche riflossio»\i mi accompagnano nella corsa, verso Nazareth. H nostro avvenire in Palestina sta per esser deciso — o forse lo è già stato, a quest'ora — a Parigi. Bisogna sostenere con ogni energia la conservazione delle Capitolazioni sulle quali sta imperniato il nostro avvenire in Terra Santa. L'Inghilterra ha tentato di considerarle i\ fatto'sopprpsse coli'ameno protesto clic... / turchi le avevano abolite. Ma i nostri ami„i inglesi, evidentemente, devono conviti-tiìrsi che l'Italia- nou può rinunciare al re-girne canitoJLaie in un paese dove l'avvenire \ j-costa marina dall'Hermon alla Giudea per I; n è pieno di incertezze e il presente caratterizzato da un completo confusionismo giuridico. Che cosa accadrebbe delle nostre congregazioni e in generale degli italiani in una Palestina anglo-sionista cioè deliberatamente fanatica, chauvinista ed esclusivista o in una Palestina anglo-araba? Per avere un'idea delle enormità contenute in quel 0 Mandato », die gli inglesi intendono applicare e che noi e la Francia dovremmo approvare, baita ricordare il progetto della Commissione Religiosa che dovrebbe presiedere a tutelare i diritti dei Culti sui Juoghi santi... In essa, Becondo gli inglesi, il rappresentante della Chiesa abissina o quello della siriana o dell'armeno scismatica (100 mila proseliti) dovrebbero venir considerati alla stessa stregua del delegato papale... Nazareth-fortezza t Erat subditus illis ». — H panerigico della vita di Gesù a Nazareth è compreso in cotesto parole che come tutti eanno significano che il Salvatore visse qui la fanoiullezza, l'adolescenza, la giovinezza, soggetto, obbediente al Padre ed alla Madre. Su cotesto parole venti secoli di cristianesimo hanno eretto basiliche, fortezze, conventi e, caduti quelli, altri templi, altre fortezze, altri conventi... Sicché il culto di Gesù a Nazareth che il pellegrino immagina soffuso dal candore della prima età, appare invece attraverso i più fieri e drammatici segni dell'eterna lotta fra gli uomini. Perciò Nazareth è una città di delusione. Gettata in una doppia conca è impossibile vederla tutta dall'alto d'un sol colpo d'occhio. Decrepita nei suoi vicoli sconnessi e ripidi, ha nelle costruzioni francescane, salesiane, noi Conventi delle Clarisse e delle Carmelitane, in altri edifici religiosi ancora, una solennità e un mutismo di. fortezza. Nel suo . punto più elevato, dove sorge la nuova chiesa salesiana a Gesù adolescente — che arieggia nello proporzioni e nello stile tNotre Dame» di Parigi — (le spese' ingentisshne del tempio sono fatto da due sconosciuti coniugi francesi che hanno dato 1 milioni alla soia condizione di esser sepolti nella chiesa) Nazareth si rivela la sentinella della Palestina, la chiave strategica che domina valli, strade, montagne, o o a e n e . -!con la speranza -[buona notizia che e |Così il ritardo avrebbe avuto una giustifi- la Samaria, dal Carmelo al Giordano per il Tabor. E' in fondo,la chiave strategica anche della fede cattolica che fra la micidia^ lità di Tiberiade lacustre e le competizioni gerosolimitane si è piantata qui da padrona. Ed ha fatto di Nazareth "una città cristiana quasi del tutto e l'ha munita come per difenderla con bellica arte e dall'invasione islamica ognora -incombente e da quelle-nuove artificiose ebraiche venute d'oltre mare.'In ogni convento i religiosi potrebbero sostenere assedii. L'impressione più forte che vi rimane, dopo aver visitato le due basiliche che coprono la Casa dell'Annunciazione e quella della Nutrizione, e assolutamente bellica. Chiuse le anguste, ferrate porte, sbarrate le strette finestre del labirinto compreso entro altissime mura che vanno da una basilica all'altra, si può aspettare "o meglio si poteva aspettare ogni attacco.. E caduto le mura esteriori, altro mura sorgevano e infine il ridotto, dove la vita monastica continuava, in celle che sono tane, al limito dei sacri ambienti. Nazareth è talmente satura di conventi che il pellegrino o semplicemente il touriste, dopo mezza giornata, sente .come la necessità morale di convincersi che non è cascato involontariamente in un regime di clausura.' E cerca istintivamente l'altura, l'aria libera, la vista della verde Galilea e sale ad Essile sul mónte che domina la città e da dove si contempla mezza Palestina, \fi si vede Naim, il villaggio dove Gesù risuscitò il figlio della vedova, e Sunam, la patria della Sunnamita e la bella pianura di Esdielon e il mare e i monti di Gelboe sulle pendici dei quali finì ingloriosamente il regno di Saul e dieci e dieci altri luoghi ancora celebrati dalla leggenda biblica e finalmente la colonia ebraica di Baefour. Questo per l'antichissima storia degli uomini. La moderna, anzi la modernissima, suggerisce altri ricordi. Nazareth, la patria di Gesù, centro della resistenza turco-tedesca, violata in tutti i suoi conventi divenuti ospedali, parchi, caserme, la fontana della Vergine, la sola fontana di Nazareth,, dove Maria veniva ad attinger acqua, - come sempre vi sono venute, comò oggi ancora vi vengono le donne e le fanciulle nazarene, trasformata in abbeveratorio per quadrupedi. E il Monte del Precipizio dal quale il Figlio di Maria corso rischio di esser gettato dai suoi concittadini, inciso di trincea e ancora ingombro di cannoni abbandonati. Dal Re al Papa Si parte da Nazareth prima del levar del sole... No, al Tabor non ci si va in auto. Monsignor Diotallevi, il custode di Terrasanta, eha ho avuto la fortuna di avere compagno e guida nella gita al Tabor, mi assicura ohe ha intenzione di far distruggere la bella carrareccia costruita in questi mesi dai piedi del monte alla vetta per facilitare il trasporto dei materiali 'della grande Basilica della Trasfigurazione che sta per sorgere lassù. B questo perchè il Tabor non divenga la meta di troppo facili ed amene villeggiature. Dunque si parte semplicemente in vettura a tro cavalli con Monsignore, con il battagliero Padre Presidente di Nazaret, Saverio Gussi... Egli mi ha raccontato il suo ultimo viaggio a Roma e il caso curioso toccatogli ricevendo alla stessa precisa ora dello ste;fo giorno l'udienza reale e quella papale... «Era proprio il caso di avere il dono dell'ubiquità. Alle 10 mi aspettava il Re e alle 10, pure il Papa, il povero Papa Benedetto... Nell'imDa'razzp e noll'impòssibilità di cangiare 1? ore decisi di esser preciso col Re portare al Papa una 1 Re poteva darmi cevGsepvceSqclpcfbgtlird«uzsdsègvINmgtusarrcEvRi«rcral,vSpdtbhrGvmtmipbcfgcBsrrddrtccdmlq4rcfgdTlaSgsitetdsdsucnIabscteiaeerlacpizfcG ) i te i o a 0, . e a cazione... ». — « E la buona notizia quale era? ». — « Quella del Cenacolo, della rivendicazione al Ro d'Italia del Cenacolo di Gerusalemme, della prima di tutte le Chiese. Mater omnium Ecclesiarum. Come saprà il Governo italiano ha chiesto al Governo Palestinese la restituzione del Cenacolo che i re di Napoli Roberto d'Angiò e la Regiria Sanoia-avevano acquistato dal Sultano d'Egitto al principio del 300 e che questi affidarono ai Francescani... Due secoli dopo il luogo dove il Salvatore celebrò l'ultima Cena, istituì l'Eucaristia ed apparve risorto, veniva usurpato dai turchi che, cacciati i francescani, inventarono la favola dell'esistenza nel Cenacolo della tomba di Davide, particolare che complica non gravemente il riscatto a favore del Re d'Italia come erede naturale dei Ro di Napoli. Il nostro Re s'interessa vivamente al,,] riscatto... ». — « E quando il Papa seppe di cotesto interesse che cosa le disse? ». r—• « Una frase scherzosa... Non sarà per caso un Francescano l'autore delia riconciliazione? ». Monsignor Diottalevi ed i suoi Francescani preferiscono fare la salita a piedi, io dovrei per una volta almeno imitarli, ma si vede che la mia iniziazione mistica non è ancora completa perchè cedo alla lusinga di un cavallo che mi.offre il capo del villaggio arabo situato ai piedi del monte. Il signor Abda Raim è un bell'originale. Non vuol essere pagato per il ronzino ma mi domanda che gli prometta di mandargli da Torino un catalogo d'una Casa d'automobili... Ha intenzione di comperarne una, sia pure a buon mercato, da che sulla strada di Naim gli accadde la spiacevole avventura di sentirsi arrivare nel posteriore del quadrupede che montava il radiatore di una vettura che lanciò oavallo e cavaliere sul grano di un campo vicino... E' un disastro: impossibile andar più a cavallo in Palestina... « Scusate — aggiunge Raim — perchè non sono venuti gli italiani invece degli inglesi in Palestina?-». — « Per non darvi dei dispiaceri, caro Raim ». Artisti italiani. '. Fioriscono i ciclamini lungo la strada che raggiunge l'altipiano del Tabor e soffia un c Kamsin » torrido. Fenomeni che non-; si riesce a metter d'accordo, neppure dopo aver ascoltato la spiegazione del signor .Filippello, un vecchietto calabrese che sor,veglia i 'lavori della strada. E' in Terra Santa da 30 anni Filippello e sembra una piskita secca, inaridita dal sole e dal vento della disalberata Galilea, a Di italiani ne troverà anche su' — mi suggerisce il calabrese — ma son diversi da me... Quelli han voglia di tornare a casa, io rimpatrierò quando salperà il molo in pietra di Giaffa ! ». In verità gli italiani che ho trovato al Tabor sono di un genere, poco cor mune. Ricordate le antiche consorterie artistiche italiche che so ne andavano pel mondo a disseminare il genio della patria in chiese e palazzi? I maestri comaciai, per esempio? Ebbene essi rivivono al Tabor. Sono romani, anzi marmorari romani come si chiamano loro, ma sono artisti da far restare a bocca aperta. Capitanati dagli architetti Bàrluzzi Giulio ed Antonio, che se continuano di questo passo a elevar Basiliche e palazzi in Palestina rischiano sul serio di passare ai posteri come neppure se lo sognano ; gli scultori Piroli, Fiorini e Petruccioli hanno ingaggiato con la dura pietra rosata di Palestina la battaglia dello spirito con la materia, traendone meraviglie. Hanno incominciato veramente a trovar le cave e poi a-istruire gli uomini cioè gli arabi a lavorar la pietra e poi su, colon'ne, fregi, architravi, capitelli, statue, decorazioni... L'Opera grandiosa La grande spianata del Tabor è tutta seminata di rovine. Non, vi è forse luogo della Palestina che sia stato più conteso di questo, attraverso i secol|... Si cominciò dal. 4.o con un santuario -benedettino che durò sino a Tancredi, sino a quando i Saraceni lo fecero sparire sotto bastioni di difesa che i crociati non seppero mai espugnare. Durante la tregua conchiusa da Federico II i cristiani ripresero possesso del Tabor ma furono incapaci di dissotterrare l'antico santuario. Ne elevarono uno nuovoad ovest della primitiva chiesa. Più tardi S sultani lo distrussero di nuovo e la montagna rimase fortezza islamica, per quattro secoli. Vennero finalmente i Francescani, i frati minori, gli attuali padroni del monte. Pazienti, ostinati, persuasivi, si contentarono dapprima di celebrare suj ruderi delle antiche chiese i riti all'aria aperta, sino a che nel 1631 per intromissione del duca di Toscana riuscirono ad elevare un santuario, un convento, un ospizio. Oggi una grandiosa opera, una ' Basilica classica è in costruzione sull'antichissima e stanno elevandola gli italiani che ho nominato. I lavori saranno ultimati in meno di un anno, ma è già visibile l'imponenza e la bellezza dell'Opera. E' di stile siriano, che si armonizza e utilizza i ruderi dei predecessori, fonde la vittoria moderna con la tenacia antica, esprime in guisa mirabile il mistero della Trasfigurazione. H tempio avi-?, due cappelle /rontali dedicate ad Elia e Mose... Si entrerà nella navata centrale e per la scalea che scende alla cripta si raggiungerà l'antichissima rocci». sulla quale tòrse il prima altare cristiano elevato al Mistero. Ma la cripta ne)» sarà buia, citata,, come qflelle di Nazareth, che paim cantine, dorè s'affonda e scompare la illusione della chiarità dell'Angelo annunziatore; ma inondata di luce, aperta nel fondo, aperta completamente, per modo che il Sacerdote celebrerà il rito avendo dinanzi agli occhi le catena dei monti della Galilea sino al Lago e in fondo l'Hebron nevosoA Le preporzioni della basilica sono grandiose. Non si poteva concepire — e l'ho detto all'architetto Barluzzi junior che c un grande arti-fico e un credente — un'opera più artistica, più italiana e più universalmente cristiana. ARNALDO CIPOLLA becmasglEiravpzmp1clmslpcdivDfspbmtotdqlftgtstnvqttsaacless1gdCCMCdscdrdctSmcpipAfGpFfRrspvldcicDad4mcdcfimpIbdlgeEiccaldoergpvStstai'