Il sangue"

Il sangue" Il sangue" ni (Teatro Alfieri — 26 Maggio 1022) Se il titolo in un'opera d'arte deve essere la guida per la interpretazione di essa, è a Giorgio Antehni che noi dobbiamo guardare come al nucleo principale del nuovo dramma di Guelfo Civinini. A quel Giorgio Antelmi, che egli ci presenta, non per dibattere il problema che offri materia a molti drammi romantici ed a molte romanticherie teatrali, e cioè se l'identità spirituale abbia maggior valore della comunanza del sangue, ma per mostrarci una coscienza dibattuta tra una illusione che forma la base della sua esistenza ed una realtà che incònsciamente percepisce e che quando è costretto a mirarla, lo schianta. Ora avviene che il tormento di quest'anima, che quando l'azioge si inizia non ha forma che di vago dubbio, determinato da contrasti puramente esteriori, da confronti-fisici, pur nel suo tramutarsi in elemento drammatico, per il modo stesso in cui la vicenda è impostata e si svolge non sempre si trova in primo piano, e la figura della madre, con più. vivo rilievo gli si sovrappone. Dal che ne deriva un senso di incertezza, che pur lasciando inalterati quelli che sono i bellissimi pregi formali e nei quali a volta a volta si rivela, il poeta, il delicato cesellatore di immagini, il sottile ed esperto indagatore di anime, l'impressionista originale, sminuisce la forza espressiva a chi si «addentra nell'esame dell'opera. L'antefatto di questo dramma, di cui si ha 10 svolgimento e l'epilogo^ si fatica a ricostruirlo. E si avrebbe invéce bisogno di averto ben precisato dinanzi per comprendere e giustificare i movimenti dei personaggi che vediamo in azione. Il signor Antelmi, il padre di Giorgio Antelmi, la figura che incombe sul dramma e ce ne qA la soluzione ideale, non lo- vediamo vivere che nella memoria del .figlio, e nel culto di cui questi lo fa oggetto, per quanto si senta fisicamente diverso. Il conte Antelmi, deve essere stato un ottimo padre, ma un pessimo marito. Pejfchè il dramma di Laura abbia una ragione, lo si deve supporre. Egli è morto da tempo quando l'azione si ipizia, ed è morto lasciando la moglie in poco liete condizioni finanziarie. Laura, per trovare i mezzi di esistenza per lei e pel figlio che è in età in cui deve ancora formarsi una posizione, logora i suoi occhi, ancora pieni di luci giovanili, in lavori di ricamo e liquida le poche cose rimaste del patrimonio degli Antelmi. Educa il figlio, nel culto del morto, che crede suo padre, e bada a che nulla si som-, muova di quanto potrebbe rivelargli che è figlio della colpa, che è figlio di Lamberto Sarni, un uomo a cui ella diede tutta sè stessa, per il quale fu pronta ad affrontare ogni pena, e che ama ancora e che ancora ha nella.carne e nel sangue, malgrado que> sti l'abbia abbandonata proprio in quell'ora in cui essa sentiva più vivo il desiderio dì lui. Sami era un povero e Laura si è offerta di essergli compagna nella vita di miseria, ma questi ha preferito tentare da solo ]fi via* della -fortuna. Ed è riuscito, creandosi una famiglia, a diventare milionario, e- ciò mentre la ricchezza degli Antelmi crollava. Questo l'antefatto. Ricco di ritorno dall'America, Lamberto Sarnl apprende le tristissime condizioni in cui si dibattono Laura e quello che egli sa essere il suo figliuolo, Giorgio Antelmi. e si fa proposito di aiutarli ad uscire dalla miseria. Egli non tia più visto Laura. Di lontano non 6l è fatto vivo. Imagina di trovarvi una accoglienza ostile, ma conta vincere questa ostilità mostrando il suo disinteresse. Intimamente è persuaso che Laura, offesa nel suo amor proprio di donna, non accetterà 11 suo soccorso, ma spera piegarla per amore del figlio. Quello che non vorrà accettare per lei, dovrà accettarlo per lui. Non ei può impedire al padre di pensare al proprio figliuolo. Anche se, tardi se ne rammenta. A Laura egli si presenta umilmente, ed evita di dare alla sua offerta di aiuto il tono che l'orgoglio dejla donna possa ferire. Laura accoglie Lamberto glacialmente e ad ogiji, sua.offerta si sdegra. E quando questi poi.-insorge ^ e tenta affermare il suo diritto a pensare a Giorgio, rivelandogli se è necessario il suo legame, la donna gli si oppone con una minaccia. Se una rivelazione vi ha da essere sarà doppia; non solo Giorgio saprà chi è il suo vero padre, ma anche la moglie di Lamberto conoscerà il passato del marito. Questa minacela non disarma Sarni, il quale, fórse persisterebbe nel suo proposito di scoprirsi se Giorgio, incontrandosi con lui, non lo ponesse di fronte alla figura dello sposo tradito, ricostruita con amorosa passione figliale. Nel secondo episodio il contrasto tra Laura e Lamberto si riaccende. Lamberto è vedevo e torna a cercare Laura, ma non col semplice proposito di esserle di aiuto, ma con un'intima speranza. E bada ad occuparsi di lei e del figlio di lontano, quasi {ter chiuderli in un'amorosa e premurosa cerchia, ohe ne disarmi l'ostilità. A mezzo di amici avvicina Giorgio e gli offre un impiego largamente rimunerativo. Si intromette nella casa degli Antelmi e cerca di porre dighe al rovinio. Una minima inavvertenza lo scopre e scoppia la bufera. E non sono più gli accerjti ostili che già sentimmo che vengono alle labbra di Laura ma parole $'odio. Odio che è orgoglio, che è amore. Si rivolta in lei la dònna che si e illusa di essere tutto per l'uomo amato e che ha dovuto constatare che l'amore solo per lei formava la ragione di esistenza e ciò perchè mentre Lamberto ha saputo vivere pienamente anche lontano da lei, essa ha continuato ad essere cosa: sua anche se lontana ed obliata. Tutto quanto può esserci di buono nelle Intenzioni e nei propositi di Lamberto, in questo suo furore cieco, ella non :ia e non vuole vederlo. * Non per me, dice a Lamberto, tu sei tornato e mi hai cercala, ma per tuo figlio, unicamente per lui. Ti sei presentato e non hai avuto uria parola d'amore per me, ma solo di pietà. Una tua parola d'amore mi avrebbe disarmata, la tua pietà ha riacceso la mia ira, ha scatenato il mio orgoglio, ha ucciso la madre per non lasciar vivere che la femmina ». E corner femmina, che non conosce più pudori, che' non sa la vergogna, in uno scatto di rivolta, rivela al figlio la. sua colpa e scava tra i due uomini un abisso nel quale ella sarà la prima a precipitare, ma che non si colmerà senza una nuova vittima. Nell'epilogo Laura è morta e il contrasto risorge tra i due uomini, tra Giorgio che non vede in Lamberto se non l'amante di sua madre e Lamberto che nasconde quali sono i legami di sangue che uniscono Giorgio a' lui per non dare al giovane un nuovo e più crudo dolore. I due uomini si incontrano in una trincea avanzata sul Carso in piena guerra. E' Giorgio che viene a cercar Lamberto per sfidarlo. Morta la madre, libero ^dal pensare a lei, il giovane non sogna' che la vendetta. La disposizione che vieta agli ufficiali di battersi in duejlo durante la guerra, libera Sarni dalla mostruosità di scendere sul terreno contro al figlio e dal mancare al suo proposito di mantenere il segreto. Giorgio non per questo si acqueta. II duello no, ma la sfida alla morte si... E forza il padre a seguirlo fuori delle trincee. La trincea nella quale avviene il colloquio è una fra le più esposte. Basta sporgere il capo perchè crepitino le mitragliatrici nemiche. (Guelfo Civinini, sul Carso, scrisse pagine indimenticabili; qui ci presenta ambienti,, figure, linguaggio, con accenni di limpido suggestivo richiamo). Giorgio vi si Avventura allo scoperto e Lamberto lo segue e, l'uno e l'altro sono raggiunti dalla mitragliatrice nemica, ma mentre il figlio è ferito mortalmente, al padre rimane la forza di raccogliere Giorgio morente e riportarlo entrò la trincea. I due sangui si confondono 'ii il figlio, nel vaneggiamenti dell'agonia, fa del su° vero padre, e di quello che è luce del suo spirito, una sola persona. Da un primo atto, che è di attesa, e nel quale sentiamo le voci farsi concitate senza che bene ne comprendiamo il perchè, ed idealizzare un morto che per 11 non averlo conoseiu -jj poco ci interessa ed esecrare un vivo eh» ci si presenta in assetto taiito umile e sottomesso, si passa al sacondo.fnel quale l'autore trova forme di espressioni inconsuete, un crescendo drammatico di artistica intensità e scopre profondila inesplorate nel cuore di una donna, ma non 'per. questo, mentre e a e i e , a a e o a n a i i i l d a a e l straripare di quel torrente'in piena che è l'anima di Laura, viviamo all'unissorio con. essa perchè le ragioni che ci dà del suo agire non ci persuadono; il suo scoprirsi poi dinanzi al figlio, dopo che la paura di questa rivelazione le ha date tante trepidazioni e le ha strappato anche delle minacele, ci sembra sproporzionato alla causa. L'epilogo nel quale il dramma trova la sua sintesi e la sua luce di poesia e la sua nobiltà intenzionale, riflette il vizio di quella che è la soluzione dell'urto tra Laura e Lamberto. In minore, abbiamo la stessa concitazione, l'uguale violenza che non ci tocca nell'intimo. E non ci tocca anche perchè l'ambiente che l'autore ha prescelto, sminuisce, anziché ampliare, la portata e la significazione dell'azione. Su queste e sulle altre osservazioni che si to. La passione di Laura, nella bella calda fortemente espressiva interpretazione di Maria Melato, e le angoscie taciute di Lamberto e gli inconsal tormenti di Giorgio, lo hanno preso in un'onda di commozione ed ha applaudito, applaudito con calore, ripetutamente evocando interpreti ed autore al proscenio. Sei chiamate al primo atto, sette od otto al secondo. Nell'epilogo, e per la scomparsa della figura che maggiormente lo aveva interessato, e per l'azione vista attraverso figure secondarie, 11 successo calorosissimo si è intiepidito. Gli applausi, però, non sono mancati. Con Maria Melato, magnifica negli Ìmpeti dira e di dolore, gli applausi andarono a Ernesto Sabbatini, un equilibrato e misurato Lamberto, e ad Augusto Marcacci. giovanilmente commosso nelle vesti Giorgio. Il Sangue si ripete da stasera. gì. mi. nSl6cadpplsszrtpqcmadlnscrbAmfdMat

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