La rivolto siriana

La rivolto siriana La rivolto siriana asituazione dei francesi - Il " principe del deserto „ - Le dònne domandano il " tarbusc „. (Dal nostro inviato speciale) i CAIRO, 1, maggio Un mese fa scrivendovi da Damasco e tratteggiandovi la situazione che andava determinandosi por effetto dell'oppressione francese sulfc popolazioni arabe) di Siria, vi informavo ohe era da provedersi a breve scadenza una sollevazione delle genti arabe comprese fra il Libano e l'Eufrate1, con il proposito di cacciare i francesi dalla Siria. Già sin dall'evacuazione della Cilicia, la sorte della Siria francese era segnata. La diminuzione del prestigio francese in Oriente per effetto dell'abbandono in mani turche deigli armeni, che si erano battuti per la Francia,-e il sovvertimento portato fra le popolazioni cristiane che-, costrette a fuggire dai loro paesi rior.cupati dai kemalisti, avevano sparso un'avversione al nome francese, furono le cause che affrettarono la rivolta siriana. Altre cause l'alimentavano senza posa, fra le quali principalissime l'eteroclita divisione della Siria in cinque staterelli e il disastro economico del paese isolato dai territori naturali della sua espansione e dei suoi commerci'(Anatolia, Mesopotamia, Palestina). Inoltre il contegno delle forze militari di occupazione, quasi tutte coloniali, irritava l'orgoglio della vecchia razza siriana che avendo sempre avuto l'egemonia intellettuale e morale in tutto il mondo arabo non sopportava di vedersi trattata alla stregua di un popolo inferiore. Fatti sintomatici che mostravano quale genere di importazioni umane si compiacessero i francesi di favorire in Siria, erano avvenuti a Beiruth, a Damasco, ad Homs, ad Aleppo. Si aggiunga (f! questo era motivo di sdegno pei siriani) che i francesi andavano propalando in Europa la novella che i siriani non aspiravano a ■nessuna specie di libertà o di autonomia e che adoravano il generale Gouraud, l'Alto Commissario campione della difesa dell'islamismo... Intanto le1 ultime noti-zie giunte qui, dove) siede un comitato arabo siriano, confermano che Damasco è in piena rivolta, che i francesi vi hanno fatto uso di carri d'assalto, che la corte marziale siede in permanenza, che si verificarono assalti in piena redola della popolazione araba contro gli edifici pubblici con morti e feriti. Ad Homs eguale situazione. In questa città, i senegalesi andarono alla baionetta e perdettero un ufficiale. Fra la popolazione di Homs si ebbero sette morti e 30 feriti. Il movimento insurrezionale c guidato in Siria da un Comitato che ha inviato nel deserto emissari per entrare in comunicazione con i capi beduini e riconciliarli per un'azione comune contro i francesi. L'emiro Magem, l'amico dèi francesi che questi • chiamavano principe del deserto e che aveva, avuto dagli occupanti Cannoni e mitragliatrici, teneva per i francesi Der-el-Zor. Ora Magem si ò ribellato ed ha fatto causa comune! con l'emiro Hagim già suo rivale. Questi due emiri dispongono di 15.000 combattenti ciascuno. Mentre Magem abbatteva la bandiera francese ad 'El-Zor, Hagim attaccava la guarnigione francese di Gerablus non lungi da Baalbek e la costringeva a ritirarsi sul Libano catturandole 2 ufficiali. Hagim con le sue1 tribù si è stabilito fra Aleppo ed El Ror congiungendosi con Magem. A Damasco alla rivolta parteciparono in gran numero lo donne arabe invitando gli' uomini al grido: « O vendicateci o datoci il tarbusc ». Il tarbusc, come si sa, e il fez, emblema della mascolinità. La guarnigione di Damasco è stata rafforzata di 4000 soldati. Anche ad Homs che" è una città di 100 mila abitanti le donne presero parte attiva alla rivolta Bersagliate dalle mitragliatrici rispondevano: « Ecco la vostra civiltà! Uccidete le donne ! ». Il movimento dimostra che la Siria è piena di armi. I beduini sopratutto pare che ne abbiano sinché no vogliono. Rivolta dunque1 al nord della Siria non lungi cfa Aleppo, insurrezione di Homs e di Damasoo e rivolta pure al sud, nella montagna drusa degli Oran. Ivi il presidio francese fu attaccato e ripiegò verso la ferrovia tlell'Hedgiez, Damasco-Derà. Anche nell'oasi di Palmira i beduini, attaccarono in forze il posto francese e paro lo - abbiano catturato. I francesi hanno in Siria 49 mila uomini senza contare la milizia siriana di nuova formazione della quale però non è il caso di fidarsi. Le autorità militari francesi vorrebbero scioglierla. Gouraud aveva promesso al Senato di ridurrò quei 49 mila alla metà, i siriani contano di obbligare i francesi ad aumentare1 le loro forze sino a 100 mila soldati ed affermano che nessuno di essi tornerà più in patria. La Siria insomma c in liiy.nme e i capi che dirigono il movimento mi hanno formalmente dichiarato che se la sollevazione sarà soffocata si inaugurerà una guerriglia implacabile! dai margini del deserto verso l'altipiano ed il Libano. ' . ' ' ' *** Dinanzi a questa situazione cho peggiora di giorno in giorno i francesi hanno già fatto sapere ai siriani che la Francia potrebbe risolversi a riconsegnare il paese ai turchi. A questa minaccia gli arabi rispondono che se i turchi hanno degli uomini, anch'essi ne posseggono. Di soli ufficiali arabi in Mesopotamia, la quale naturalmente segue ed aiuta del suo meglio il movimento siriano, ve ne sono quattromila. Gli arabi si gettano contro i francesi ripetendo le stesse) parole che questi hanno insegnato loro j «Per conquistare e conservare la libertà e necessario versare il sanguo ». In Siria i francesi erano arrivati al punto da far distruggere dai loro uffici postali le lettere di ordinazioni commerciali non dirette a Ditte francesi. So di Case d'automobili italiane che non ricevettero mai le ordinazioni partite da Beiruth e! Damasco. I siriani ora ricordano queste cose e ne ricordano delle peggiori come gli ufficiali francesi incendiari delle case arabe. Ho domandato ai membri del Comitato Siriano d'Azione, al Cairo, che cosa' sarebbero i siriani se riuscissero a costringere i francesi all'evacuazione. Essi mi hanno dichiarato ed autorizzato a scriverlo che dalla Siria proclamerebbero la Confederazione della Siria, della Palestina e della Mesopotamia sentendosi preparati ad affrontare le eventualità che deriverebbero da un simile atto. • ARNALDO CIPOLLA. a

Persone citate: Aleppo