La Conferenza approva in seduta plenaria le risoluzioni delle Commissioni tecniche

La Conferenza approva in seduta plenaria le risoluzioni delle Commissioni tecniche La Conferenza approva in seduta plenaria le risoluzioni delle Commissioni tecniche Cicerin richiama al disarmo e chiede un prestito allo Stato russo - Rathenau invita | : a passare dalla teoria alla pratica per la ricostruzione economica dell'Europa. GENOVA, 3 notte. | E' nolo elio la Conferenza, all'atto del suo j insediamento, creò quattro Commissioni l.a Commissione.: Altari politici iè quella che sta occupandosi, tra .altro, della questione russa): 2.a Commissione: questioni finanziarie: 3.a Commissione : quostitxni economiche; 4.a Commissione: questioni* relative hi trasporti. Ora, avendo le Commissioni 2.a e 4:a già concluso i loro lavori, la Conferenza si è riunita stamani; in seduta plenaria per approvare le risoluzioni da esse deliberate. «La seduta plenaria ha avuto luogo nella (rran sala di Palazzo San Giorgio. Presiede Facta. che ha vicino a sé gli altri ministri italiani. Uoyd •George, Barnère, Jaspar e gli altri capi di Delegazione. AUe 10 il grande salóne è rigurgitante di delegati, di segretari, di esporti, di interpreti, di giornalisti, di invitati, comprese molte signore. Alle 10,10 con un tocco di campanello il presidente Facta dichiara aporia la. seduta. In questo momento entra la Divagazione russa con Cioevin. Litvimoff. Krassin. .loffie, Rakowski e gli altri'inombri, che prendono posto dinanzi al tavolo precisamente opposto e più lontano dal banco presidenziale. 11 discorso di Facta Il Presidente dichiara che il verbale dpUa prima sodata consideratiti crime approvato e defllutivo. dal momento che contro di esso non sono state sollevate obbiezioni : quindi l'on. Facta pronuncia un ascoltato discorso, nel corso del quale, dopo aver ricordato i compiti assunti dalle Commissioni 2.a e 4.a | (finanziaria e trasporti) e le linee generali delle loro risoluzioni, ha detto : « Per quanto mi concerne, io non esito a. dirlo, signori, allo stato attuale dei lavori noi possiamo rallegrarci vivamente per il compito portato così rapidamente a buona Une da due delle nostre Commissioni tecniche. In poche settimane queste Commissioni, in problemi di loro competenza, sono riuscite a. realizzare un- acconto su precise deliberazioni Esse hanno dimostrato con ciò come, nonostante le difficoltà dei problemi di altro genere, gli uomini di buona volontà, di tutte le unzioni qui riunite erano pronte ad in tendersi con piena buona fede Questo accordo è di buon augurio per il seguito del nostri lavori e per la soluzione dei problemi politici, a cui noi consacriamo tutti j nostri sforzi allo scopo di raggiungere il ristabilimento della fiducia reciproca c di ottenere una collaboiazione feconda fra le nostre di- ! verse patrie. La Conferenza risponde cosi al- \ lo scopo che sì & prefisso. Un convegno nel quale si affrontano le più gravi questioni internazionali, non può svolgersi altrimenti cin' col fermo proposito in lutti di creare uria situazione di intese, nella quale gli interessi dei debiti siano esaminati con perfetto spirito di equità e giustizia. E questo avviene nell'attuale eonfcr"< za; e questo e quanto su di essa attrae l'attenzione del mondo, che in ogni giorno accresce le sue speranze e la sua fiducia. Di questa fiducia- noi dobbiamo largamente sentirci; dalla riunione nostra deve, vsciie un alto ammonimento ed un luminoso esempio per tutti i popoli; l'opera di ricostituzione alla quale essi anelano sarà, tanto più rapida, e proficua, quanto più qui la serenità e la coscienza concorde degli siririti dimostreranno che siamo pronti a superare le inevitabili difPcaltà che accompagnano problemi sottoposti, al nostro esame. I iai)or/.| finora compiuti sono la manifestazione più chiara e. sicura che l'opera della Conferenza si ù svolta col sussidio di questa comunione d'intenti e sotto l'imperio di una spontanea disciplina. Noi possiamo quindi procedere fortemente e serenametite nei nostri lavori**. Da Giustiniano e San Giorgio al Codice finanziario Il Presidente dà quindi la parola al relatore della Commissione finanziaria, signor Evans (della Delegazione inglese), che legge la sua relazione. Il delegato Inglese ricorda con parola vibrante l'opera di Giustiniano, e chiama l'Italia « creatrice della base del diritto ». Dice: « Le risoluzioni adottate da questa Commissione, e che la Conferenza è pregata di accettare, costituiscono un Codice finanziarlo, che non è meno importante oggi per il mondo di quello che sia stato il Codice Civile di Giustiniano. Le istituzioni di Giustiniano hanno servilo di base alla Giurisprudenza 7ion solo di una grande parte dall'Europa, ma del mondo stesso. Qìiì. a Genova, si sono riuniti esperti finanziari ed economi- sii conosciuti ciascuno nel proprio Paese come autorità. Nel mettere in comune le loro | tiere nazionali ». esperienze, nel passare in rivista la situazione delVF.uropa, e dopo aver discusso ciò che era possibile nelle circostanze presenti, essi si sono messi d'accordo sopra una. serie di proposte, che serviranno di guida, ed io spero di Codice, per essere seguiti ed osservati nella maniera stessa che lo furono le leggi di Giustiniano, L'Italia pose le basi del diritto civile sulle quali Napoleone ha edificato la sita opera. Ci sia lecito sperare che in Italia di nuovo, sul Codice stesso che è stato fissato a Genova, l'Europa possa basare Vu sua ricostruzione economica e finanziarla. Niitna città avrebbe potuto meglio essere designata per questo di Genova. Nessun luogo avrebbe potuto essere meglio scelto che il Palazzo di San Giorgio, ove fu fondala la prima Banca internazionale e ove i primi strumenti del credito, le lettere di cambio e gli chèques, furono inventati. Nessun luogo era più conveniente per permettere di formulare in una forma autorevole questi principil, sui quali il credilo dell'Europa può essere restauralo ed il libero scambio dei prodotti, delia abilità e del lavoro dell'uomo, potranno esere resi disponibili senza gli ostacoli delle fron- 11 delegato inglese ha poi detto che la maialila dell'Europa è grave, e non si pretende con le proposte della Commissione di guarirla, ma esse possono essere un avviamento per la sua guarigione. Insiste a lungo sulla necessità di stabilizzare la circolazione migliorando la monela, servendosi come obbiettivo del campione oro • (étalon oro) ed elogia l'Istituzione del Consorzio internazionale delle banche 'di emissione die porterà grandi vantaggi per migliorare la situazione. Ricorda l'invito fatto agli Stati Uniti onde partecipino all'opera di ricoslruzone dell'Europa, ed osserva che l'America possiede circa la metà dell'oro monetato esistente nell'universo. Conclude raccomandati- ! do caldamente che vengano approvate le risoluzioni presentite. Aperta quindi la discussione generale Milla relazione Evans, ossia sulle risoluzioni della Commissione finanziaria, parla ner primo il delegato francese Picard in favóre delle conclusioni della Commissione, le- miali — rlicp — costituiscono una base ner la risurrezion» economica. « Per costruire un \ edificio bisogna cominciare dalle busi. Con .| iene misurare le proprie forze, fare dei sa enfici per migliorare la slnazione La Commissione ha teso una mano nmica a timi -oloro flie hanno bisogno, t.e decisioni della Commissione devono produrre un effptto ufile: l'istituzione del Consorzio delle banche ». Parla Schanzer Prende quindi la parola l'on. Schanzer. Egli dice: a E' certo che l'insieme delle deliberazioni die sono state presentate dalla Commissione finanziaria costituisce un sistema completo e logico, tendente al risanamento della situazione finanziaria dell'Europa. Tale situazione I stata profondamente, turbala, e non poteva essere altrimenti, considerate le conseguenze delia grande guerra. Tutti noi. conosciamo i mali che ci affiggono ed abbiamo l'esatta coscienza del pericoli che ci minaccerebbero se non riuscisse a. porre in alto il viù presto possibile dei. mezzi energici per ritornare alle normali condizioni economiche. I tecnici, guidati dalle loro cognizioni e dalla loro esperienza, hanno tracciato la via. ai nostri sforzi. Essi ci indicano ì mezzi di cui dobbiamo servirci senza esitanza e senza ritardi per uscire dalla presente pericolosa situazione e per evitare in un prossimo avvenire calamità ancora più grandi di quelle che ci hanno finora colpito. Ma- sono gli uomini di Stato, siamo noi tutti, signori, che dobbiamo compiere io sforzo necessario per la nostra salvezza, slamo noi tutti che dobbiamo possedere la risoluzione e la forza di volontà indispensabile per mettere in pratica i vari precelti che i periti tecnici della Commissione finanziaria ci raccomandano. Con ciò intendo dire che u buse del problema finanziario vi è ancora, neri possiamo disconoscerlo, un problema mortle, un problema politico. Problema morale Ci viene raccomandato l'equilibrio delle spese pubbliche per non essere obbligati a ri¬ correre all'apertura di crediti senza contro-, partito, e ci vengono consigliate le limitazioni delle spese. Ma la limitazione delle spese non è sopratutto un problema morale? La limitazione delle spese significa la riiuziont. dei bisogni, significa rinunzia alle pretese ed alle rivendicazioni eccessive o troppo egoistiche degli individui, dei gruppi e delle classi, reclamanti tulli il miglioramento del loro stato.' Tali concessioni, rese cosi necessarie, producono in molti paesi un aumento di spese; questo aumento a sua volta non può essere controbilanciato dall'aumento delle imposte che urta contro barriere naturali e insormontabili. Da per tutto, disgraziatamente, invece di abitudini più austere, invece della tendenza al risparmio, si è manifestato dopo ,■ la guerra, la sete del lusso, del godimento, della dissipazione, e ciò sopratutto nelle classi sociali che dovrebbero* dare alle altre classi l'esempio della moderazione e il giusto apprezzamento delle necessità vitali dello stato e della società. Mfi noi dobbiamo considerare, anche, e principalmente, il lato politico dei problema. L'equilibrio dei nostri bilanci, indispensabile per evitare l'inflazione fiduciaria e la svalutazione della moneta, dipende dal. l'orientamento generale della politica in ciascuno dei nostri Stati. Soltanto una politica di pace, di solidarietà e di collaborazione fra le nazioni, una politica di stretta economia nelle spese pubbliche può condurci a questo equilibrio dei bilanci, cosi giustamente indicato come condizione fondamentale di' ogni risanamento finanziario. Quei che fatto l'Italia permettetemi, signori, di ricordare a tale proposito quali sono state dopo la guerra'le tendenze della politica italiana, quali sono stati, gli sforzi del popolo italiano per sormontare le enonni difficoltà finanziarie che la guerra ci ha lasciato in eredità. E' quasi superfluo dire che la politica italiana è stata sempre sinceramente animata da uno spirilo di pace, e che essa ha considerato la ricostruzione finanziaria ed economica dell'itaIta come il più urgente problema da risolvere. Le nostre imposte raggiungono oggi una somma che è sei volte superiore alle nostre imposte di avanti guerra. Le ìmpo- i ste dirette sono nove volte più grandi del loro ammontare precedente. Il deficit del no. slro bilancio che tre anni fa era di 24 miliardi lire è stato ridotto a 3 Miliardi. Noi abbia, ino ridono il nostro esercito a 200.000 uomini soltanto; abbiamo considerato la riduzioni' delie nostre spese non solo come un dovere verso noi stessi, ma 'Uicìic come un dovere verso le altre nazioni, la cui vita economica normale e la cui prosperità sono intimamen. te collegate alla salute economica e politica di ogni membro della Società intemaziona. le. L'Italia ha, dunque, già mostralo con la sua opera legislativa e politica e con i gravisacrifici sopportati dai suoi contribuenti che essa ha pienamente compreso il dovere dell'ora presente. Noi non abbiamo ancora interamente raggiunto l'equilibrio del nostra bilancio, ma non ci arresteremo nella via dei sacrifici necessari e della riduzione delle spese, fino a che non siu raggiunto lo scopo al quale tendiamo con tulle le nostre forze. Ho ricordato gli sforzi fatti dall'Italia, ma non ignoro affatto che anche negli altri paesi sono stati compiuti sforzi simili. Bisogna ormai, che la rivalità fra noi non sia più una rivalità di spese più o meno infruttifere, o pericolose, ma una rivalità d'economia e di saggezza. Quel ohe il mondo aspetta Questa è la conclusione che desidererei dare al mio discorso Credo, signori, che noi dobbiamo considerare II prezioso lavoro presene tatoei dalla Com.mlssione finanziarla, come la prefazione dell'opera che noi dobbiamo compiere nel campo noliiico. E' un compito grande e nobile quello che ci incombe; gli occhi del mondo intero sono fissi su noi per vedere come lo assolveremo. Il mondo aspeì- . ta da noi la iiaciilcazionc degli animi, la creazione di solide garanzie per il montimimemo di una iicicc duratimi, il ripristinamento della riducili fra i popoli, in modo darendere possibile il ritorno ad una collaborazione economica mondiale. Ebbene, il nostro corti-ime sforzo deve tendere al conseguimento di tale allo scopo; senza di cid, le meco-

Persone citate: Facta, Jaspar, Picard, Rakowski, Schanzer