Conflitto storico tra Genova e Parigi di Lloyd George

Conflitto storico tra Genova e Parigi Conflitto storico tra Genova e Parigi Il sistema di Lloyd George: dal suo memorandum segreto del marzo 1919 agli odierni appelli - Il Cancelliere tedesco e Gicerin brindano al trattato di Rapallo, " patto evangelico „ - Il memorandum dell'Intesa per la Delegazione russa è pronto s il punto difficile, una nata pessimista. (X>al nostro iriviaito ®]>€»ó&atle>) GENOVA, 27, notte. Questo dissidio' anglo-francese, che orinai riempie di sè il notiziario dei giornali di Europa (in America ci si baderà meno, ma ci si bada anche là certamente), vaò. considerarsi, come tutti i (atti storici di questo mondo, in due modi diversi, da due punti di giudizio tra loro distinti sino all'antitesi. Considerato con anima e mentalità pessimistica, esso costituisce la più grossa nube della Conferenza, grossa al punto da minacciarne lo sfasciamento. Per fortuna il pessimismo non si è mai ' identilicato coll'intelligenza della, storia. Consideriamo invece il. dissidio con mentalità più aperta, larga, e sopratutto colla persuasione intima che i contrasti più profondi sono anche i più fecondi, ed ecco clic quello che potrebbe sembrare un duello oratorio tra due delle più espressive personalità del mondo politico europeo — Lloyd George.e Poincaré _ acquista subito ben altra significazione storica, ed anziché dare il senso erroneo di un arresto nella storia di Europa, da l'impressione schietta e viva dell'evolversi, dell'orientarsi di questa storia verso nuovi compiti e verso nuove mete. Non facciamo un paradosso dicendo che in questo dissidio sono i germi della stona dell'Europa di domani; che questo dissidio, considerato a distanza di tempo, potrà apparire in futuro come la stessa più profonda ragione di essere della Conferenza di Genova. A Genova finalmente l'Europa sta ritrovando se stessa, sia pure attraverso la lenta elaborazione e l'inevitabilità di un doloroso travaglio. Tutte le cose nuove che nascono al mondo recano contrasti e costano dolori. A chiarire il nostro pensiero nulla è più utile che porre questo appariscente contrasto odierno nella sua vera luce, di contro allo sfondo ampio del passato, in una prospettiva aereata e luminosa. Gli ammonimenti del Premier nel marzo '19 Nessuno ha ricordato — ma è quanto mai opportuno ricordare — un precedente di importanza capitale, che appunto si riferisce all'odierno principale autore di questo contrasto, o, per meglio dire, a colui che con più forza e più schiettezza, per la potenza stessa della Nazione che rappresenta, si è assunto il compito e la responsabilità di metterlo in luce: alludiamo naturalmente a Lloyd George. Quasi, esattamente tre anni fa, cioè prima del l'elaborazione e della firma di quel fa moso trattato, la cui conclusione è appun to lai base delle • divergenze attuali, il 25 marzo 1919 Lloyd George presentava alla Conferenza di Parigi un lungo memoriale, che esprimeva, nella sincerità del segreto, il vero pensiero politico del pri ino ministro inglese su quello che avreb be potuto essere lo spirito informatore dei trattati di pace. I lettori gradiranno di vedere qui riprodotte le grandi linee maestre del pensiero politico lloydgeorgiano all'indomani della vittoria, quando appunto si trattava di valutare equamente questa vittoria, non sulla base unica del sentimento nazionale, ma in una più aintia visione del domani, non separatista, non nazionalista, ma continentale ed europea. Sin da allora Lloyd George ammoniva che preparare una grande pace dopo una grande guerra non è facile. Ricordava che più di una volta paci proclamate come trionfi di governanti e diplomatici, come paci giuste, piene di moderazione, erano risultate alla lunga imprevidenti e piene di pericoli per gli stessi vincitori. « La pace del 1871 — egli- ricordava — era ritenuta dalla Germania una garanzia, non solo per la sua sicurezza, ma anche per la sua supremazia permanente. I fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. La Francia, pur diventata numericamente più debole, vegliava sull'Europa, concludeva alleanze con coloro che la Germania minacciava, non cessava di prevenire il mondo del pericolo tedesco, e riuscì da ultimo ad ottenere ' la • vittoria sul vicino più potente ». Ma, d'altra parte se la Germania — ammoniva Lloyd George — pur spogliata delle sue Colonie, pur ridotti i suoi armamenti a semplici quadri di Polizia, distrutta la sua marina da guerra, sentirà uri giorno di «■sere stata trattata ingiustamente nella Oace del 1919, essa troverà i mezzi per (Édere delle restituzioni dai suoi stessi conquistato ri. Il mantenimento della pace dipenderà dal non esservi più cagioni ili esasperazioni. Quindi « le nostre condizioni di pace devono essere èosi giuste <iie il poyolo al quale sono imposte debba per fona riconoscerne la giustizia. Ma l'ingiustizia, l'arroganza, nell'ora del trionfo, non saranno mai dimenticate, nè perdonate ». Abbiamo citato questo passo del memorandum, che contiene parole che Lloyd George ha ripetuto iersera. Lloyd George chiariva sin dal 1919 che non era il caso di paragonare) la guerra e la pace di allora con nessuna delle guerre e delle paci del passato, e vaticinava: «Il maggiore pericolo che io vedo nell'attuale situazione è che la Germania potrebbe unire le sue sorti con quelle dei bolscevichi, e mettere le sue risorse, il suo cervello, la sua vasta potenza organizzatrice, a disposizione dei fantici rivoluzionari, che sognati/) la conquista del mondo~per il bolscevismo, e ciò colla forza delle armi ». Ecco perchè Lloyd George consigliava sin da allora di preparare una pace che permettesse alla Germania di ricostituirsi una pace in cui fossero dimenticate le passioni della guerra e che non contenesse alcuna provocazione a futuri conflitti, una race equa nell'opinione di tutti, una giusta risoluzione del travagliato problema europeo. Di contro a questa concezione profondamente politica i francesi della vittoria, Clcmenceau e Tardieu, redassero un altro memoriale che rappresentava la concezione antitetica.. Inutile riferirne la '«.oatan- za o ri; Tacciarne qui le linee principali. La concezione francese, purtroppo insieme con lo spirito nazionalista della grande vittoria, prevalse sulla più riflessiva concezione inglese e avemmo i trattati elaborati a Parigi, il peso dei cui errori grava ancora sull'Europa. La responsabilità della loro compilazione, per la sua parte, incombe naturalmente anche a Lloyd George ; ma ciò significa che l'Inghilterra nel 1920 non era onnipotente in una Europa tragicamente divisa e onnipotente in Inghilterra non era Lloyd George. Egli non potè realizzare quel pensiero politico di cui il memorandum segreto appare oggi come il documento più insigne. La vittoria aveva inebriato i vincitori e la sconfitta aveva disanimato, atterrito, quasi distrutto e in gran parte separato dal mondo i vinti. La concezione lungimirante di Lloyd George aveva contro di sè l'e^ saltazione degli uni e non aveva ancora per sè le rinate speranze degli altri. Ogni azione moderatrice era impossibile. Lloyd George doveva assumersi la responsabilità di un trattato di pace che per essere ineseguibile rendeva di fatto impossibile la pace. A spallate Tuttavia, è evidente che .Lloyd George si riservava l'avvenire. La tenacia e la igilità con cui egli seppe e volle rimanere al potere attraverso il faticoso dopo guerra, chiaramente dimostrano il suo proposito, il suo piano di vincere la pace, con la stessa tenacia e industriosa pazienza che aveva messo a vincere la guerra. Dal gennaio 1920, quando il trattato di Versailles fu ratificato, fino alla Conferenza di Genova, in cui del trattato non si dovrebbe parlare, quasi non si riescono a contare le snallate del primo ministro contro quel duro e spinoso sistema di difesa in cui la pace, per troppo volersi premunire, ha finito per segregarsi e col rendere impossibile il suo ritorno al mondo. C'è il libro ultimo del Keynès « La revisione dei trattati », che tutti enumera e chiarisce i tentativi di Lloyd George di opposizione,'sempre, più eloquente allo spirito imprevidente e inconcludente di quel patto. Rimandiamo il lettore a quelle pagine istruttive, alle quali Genova, comunque abbia a finire, aggiunge un capitolo che può diventare più istruttivo di tutti. •, Non è un contrasto personale quello al quale assistiamo, e non è nemmeno un contrasto improvviso. Lloyd George segue -una linea, Lloyd George ha un sistema : ciò che egli rappresenta è tutta una corrente ; la sua non è una critica, ma 11 principio vero di una ricostruzione. Le. carte che egli ha in mano sono le carte stesse della storia.' Certo — e dobbiamo riconoscerlo sinceramente — esiste anche una tragedia francese ; ma la tragedia europea ò più preoccupante di questa, e la concezione lloydgeorgiana appunto perchè abbraccia delle due tragedie la più vasta e la iiù vera, è quella alla quale l'avvenire riserverà il suo successo ; senza dire che fino da oggi, nello stesso ambito della Conferenza di Genova, gli avvenimenti recano ad essa apporti di nuove formidabili realtà. Il trattato russo-tedesco non si cancella e questa è una realtà nuova venuta alla luce — non ridiscutiamo ora il modo — attraverso la Conferenza. Tedeschi e russi, che pure furono tra i più sanguinosi nemici di ieri, si sono uniti in un patto comune, il cui più profondo significato è la cancellazione reciproca del passato di odio e di strage, dalle ecatòmbi russe dei Laghi Musini al pugno di ferro che firmò il trattato di Brest Litowsky. Russi e tedeschi col patto di Rapallo hanno voluto cancellare dolori e orrori, hanno voluto sprofondare come una pietra in fondo all'oceano il loro tragico passato di guerra. Per l'accordo con la Russia L'esempio deve aver stupito meno di tutti, Lloyd George, come una eventualità da lungo tempo preveduta. Ma è nel temperamento inglese, anche quando non arriva primo in un primo tempo, riprendere il terreno perduto e non rimanere in seconda linea lungo tempo. In sostanza, il trattato russo-tedesco è per tutti gli Stati e per tutti i vincitori di guerra un ammonimento: per gli uni doloroso, per gli altri, se si vuole, non molto piacevole nei riguardi dell'intelligenza diplomatica, ma ammonitore per tutti. Non è possibile — ed ecco le ragioni del nostro ottimismo nei riguardi delle trattative coi russi — che questi possano partire avendo concluso un trattato coi tedeschi e senza avere almeno iniziato nuovi e fecondi rapporti con gli alleati. Noi persistiamo a credere che le trattative con la Russia troveranno presto una solida base. A proposito di queste trattative, non hanno base le voci che i russi oppongano lentezze e tergiversazioni al memoriale che Lloyd George 'prepara. Esso non è ancora stato presentato e perciò non ci sarebbe neanche modo di tergiversare, Stamane Lloyd George ha ricevuto Jaspar, ministro belga, e l'on. Schanzer. L'intervento di Jaspar si riferisce indubbiamente alle trattative con la Russia. Belgi e francesi rappresentano ancora un punto di divergenza — ina che speriamo sarà composto — sulla questione della non restituzione delle proprietà agii stranieri in Russia. I russi sostengono di poter restituire soltanto le piccole proprietà ,che, come sapete, essi non hanno nazionalizzato che in un nrimissimo tempo, ma di non poter fare altrettanto r>er le grandi proprietà nazionalizzate. Si sa che i belgi hanno in Russia grandi interessi rappresentati da fabbriche, industrie, ecc. Ora, francesi e belgi sono per richiedere la restituzione anche delle grandi proprietà, mentre la tesi inglese è por la concessione di queste proprietà per un periodo di 99 anni. 11 memorandum ai russi potrebbe essere presentato domattina nella prima sottoconi"-' -ione', che si riunirà appositamente' • Minarlo, per approvarlo e poi in -: • "ussi. Stasera coloro che lo redigono stanno ancora studiandone alcuni punti. Essi sono adunati all'Hotel Miramare, appunto per la definizione del memorandum che quasi certamente sarà presentato domani. Il memorandum, a quanto ci consta, è diviso in due parti nella prima sono precisate le condizioni di offerta che gli Alleati sono disposti a fare alla Russia per la ricostruzione, crediti, materiali industriali, impianti, ecc. ; nella seconda, che è formata di 10 paragrafi, sono stabilite le condizioni a cui gii Alleati sono disposti a fare le concessioni. I punti principali di queste condizioni sono : riconoscimento dei debiti, regime della proprietà degli stranieri, e condizioni giuridiche degli stranieri in Russia. Cicerin parla di pescicani Cicerin ha fatto sapere ad un redattore dell'Ortfmc Nuovo queste poche dichiarazioni che destano qualche preoccupazione : «E' ormai evidente, e ciò rischiara tutta V'attuale situazione, che i negoziati per gli affari russi sono stati interrotti a causa della questione delle proprietà degli stranieri nazionalizzate dai Soviets. Con le proposte presentate dai nostri esperti alla Commissione sotto riserva di un prestito che solo renderebbe realizzabile il nostro augurio, la questione dei debiti dell'ante guerra avrebbe già potuto essere risolta amichevolmente. La grande massa dei piccoli possessori .di obbligazioni russe, coloro che vi avevanoimpiegati i! loro modesti risparmi, fruito del proprio lavoro, sarebbero stati soddisfatti se le nostre proposte fossero state accolte. L'aocordo forse fallisce per colpa di un piccolo gruppo di pescicani dell'alta finanza, che erano interessati nella grande industria russa prima della rivoluzione. Per colpa di costoro l'accordo, che avrebbe potuto accontentare e salvare la grande maggioranza dei piccoli creditori, difficilmente si concluderà. Deyo aggiunsero che quando noi parliamo di dare soddisfazione ai giusti e ragionevoli reclami degli antichi proprie^ tari privati, noi intendiamo di comprendere in questi impegni sopratutio la soddisfazione dei danmi subiti dai piccoli commercianti o dai lavoratori in seguito alla nazionalizzazione. In questo come in ogni caso, la Russia dei Soviets tiene in considerazione particolare i lavoratori, a indennizzare e soddisfare i quali essa pone una cura specialissima». Da sua parte la Delegazione russa co: munica alla stampa queste dichiarazioni: « Dopo la seduta degli esperti durante la quale il punto di vista russo sui primi set-, ttì articoli del memorandum di Londra è stato precisato in dettaglio, nessuna notizia ci è stata comunicata sull'attitudine che aduneranno le Potenze. La Russia non ha-, affatto alcun desiderio di rottura, ma essa: intendu salvaguardare il principio dei suwrdiritti sovrani, della reciprocità, sola basepossibile della comunità dei popoli e della ricostruzione economica, idea fondamentale della risoluzione di Caimes. Noi mostriamo che la Russia sola resta interamente fedele alla risoluzione di Cannes in quello che essa contiene di essenziale p. In seguito a questa nota si è diffuso stasera un certo pessimismo nei riguardi della possibilità di concludere l'accordo coi russi. Noi erodiamo prematuro ogni giudizio in proposito. La giornata di domani recherà la risposta. Che risponde Poincaré? Resta a parte l'atteggiamento di Poincaré, che sarà chiarito domani, e su cui avrete forse informazioni più precise da Parigi. La proposta di Lloyd George di addivenire alla convocazione a Genova di una specie di nuovo Consiglio Supremo •che sarebbe anzi più autorevole di quello formalmente esistente — per esaminare la portata delle sanzioni minacciate da Poincaré contro la Germania, ha avuto la più pronta eco a Berlino, ove è stata comunicata dalla Delegazione tedesca, e si è disposto di posticipare la riapertura del Reichstag, che doveva avvenire il giorno 4 maggio, per modo che qui potrebbero rimanere il cancelliere Wlrth e il ministro Rathenau qualora il nuovo Convegno ci fosse, "E' escluso anche da parte di Lloyd George che la Germania possa partecipare eventualmente all'adunanza; tuttavia l'importanza del Convegno sarebbe tale che Wirth e Rathenau avrebbero deciso di rimanere qui fino alla fine delle deliberazioni di esso. Quanto alla possibilità di una prossima seduta plenaria della Conferenza, è an cora prematuro fissarne la data. Essa pò tra essere riunita quando sarà compiuto il lavoro delle Sottocommissioni seconda, terza e quarta. Permane la convinzione che nessuna delle Nazioni qui rappresentate sia disposta in nessun caso a ritirarsi dalla Conferenza. I brindisi Wirth-Cicerin Intanto questa sera i delegati russi hanno convitato a banchetto i delegati tedeschi, all'Hotel de Gènes. Il banchetto è stato organizzato per festeggiare il trattato di Rapallo. Il cancelliere Wirth ha brindato all'accordo, mettendone in luce tutti i vantaggi economici e inviando un saluto al Proletariato dei due paesi, chedal trattato saranno messi in condizioni di stringere più stretti rapporti di lavoro e di fraternità. CTcerìn, rispondendo, ha definito il trattato di Rapallo «un patto evangelico ». LUIGI AMBROSINO ^