Le vicende della Conferenza la politica estera ed interna inglese b

Le vicende della Conferenza la politica estera ed interna inglese b Le vicende della Conferenza la politica estera ed interna inglese b pLa francofilia dei conservatori in contrasto con l'opinion pbica (Servizio speciale della «Stampa») l tt h Londra, 20, notte. Un dispaccio, evidentemente ufficioso, snellito da Genova dopo mezzogiorno, seminava U pessimismo a piene mani, « E' ancora impossibile dire se la Conferenza proseguirà, oppure se do\Tà sciogliersi — dichiarava il dispaccio stesso. — Ma qui si è preparati a tutto. Si fa per altro osservare che ad onta della grande ansietà di raggiungere il suctesso, sarebbe meglio troncare la Conferenza a (juesto punto, piuttosto che prolungarla per un'altra settimana, oon lo stesso esito». E stasera, inve.-e. un sommaria delle dichiarazioni fatte ua LJoyd Ceorge ai corrispondenti ^Sovrappone alla verstone anteriore una manata di ottimismo. Negli ambienti ufficiali di Londra si oscilla e si vacilla alio stesso modo. Orientarsi in tanta incortezza è impossibile. Si può soltanto affermare che simili alternative sono da considerarsi stati preagonici. D'altra 'parto si fa notare, a chi e disposto a credervi, che spirarono sempre rafflcìhe formidabili presso più alto vette del successo. Comunque, è ormai opportuna una rassegna, possibilmente organica, della reazione creata quassù dagli eventi e dagli atteggiamenti genovesi di questi ultimi giorni. (Vediamo anzitutto come essi abbiano reagito sulla situazione politica interna. L'opposizione conservatrice è pieno, di gaudio. La Morning Post, il %imes ed il Dailv Mail battono in breccia sempre più veementi la posizione del Primo ministro. Secondo loro, la Conferenza sta ormai spirando l'anima, anzi, sostanzialmente essa è già andata <n malora. Dicono che Lloyd George « vi ha rimesso tutto, compreso l'onore ». (Questa ultima gentilezza è della Morning Posi : e si riferisce alla diatriba sollevata dal conflitto delle nimicato circa northcltfftan tendibilità e... Uuale si arrabattano in altre occasioni a diffondere tutti i dubbi. « bloyd George ha VO; luto — proseguono — stringere la mano agli assassini, e ne ha avuto il danno e le berte. Aveva fondato il suo avvenire politico sopra Genova : e le sue speranze si sono miseramente sfasciate ». Tutto mieto ripetono i ire organi anti-llovdgeorginni ed ultra francoftli. Ciò die importa, per altro, è soltanto stabilire se riescono a scuotere il potere di Llovd George. In linea di fatto, per se stessi, non lo scuoterebbero mollo. Essi sono costretti a tessere l'apologia del trattato di Versailles, fiacche, per spalleggiare Parigi, devono muovere a Llovd George anche l'accusa sostanziale di avere minato anche negli ultimi anni, consciamente o inconsciamente, quel « mirabile Trattato ». Orbene, la maggioranza degli inglesi oggi ama il Trattato di Versailles come il fumo negli occhi : e prova !a stessa Impressione di fronte all'attuale politica francese. Perciò queste strappate versasiiesi non commuovono molta gente. Esse tuttavia assumono un peso considerevole per due versi : Innanzi tutto rimettono in armi l'estrema destra parlamentare, ed in secondo luogo fanno cumulo con una ripresa di acerbità nelle ,Bla dell'opposizione liberalo e laburista. Infatti,' gli eventi di Genova stanno rea: Rendo fortemente anche sul contegno dei liberali e del laburisti. Gli uni e gli' altri, dopo le critiche iniziali, avevano Unto per adottare verso Uoyd George una condotta piuttosto benevola, sentendosi, come lui, persuasi della necessità di una Conferenza convocata sulle basi ideali di quella di Genova. Ma i loro organi, dopo avere fatto at.a Conferenza di Genova ponti d'oro, dichiarano ora che la Conferenza non vale più un baiocco. « Essa è finita — scrive il Daily Vews, — perchè doveva almeno un poco avvicinare la realizzazione dell'unità europea, e invece ha indurito le linee d.i scissione ted acuito l'imbarazzo delle vane rivalila-e delle ambizioni' in conirasto. Questo è l'inevitabile risultato dei sistemi che sono stati eegulti ». Su questi sistemi è molto esp.-cuo l'inviato genovese del giornale: «Non soltanto alla follia dell'accordo separato russotedesco, — egli telegrafa, — ma ancora più alla disastrosa diplomazia degli A-lcati si deve la rovina della Conferenza. Con un sinistro ritorno ai metodi di Parigi, gli Al• leati hanno sistematicamente ed apertamente sovrapposto alla Conferenza la dominazione del Supremo Consiglio nei riguardi dell'unico problema vitale clie i delegati esanimavano. Questi metodi hanno definitivamente rovinato la Conferenza. Essa potrà continuare; qualche accordo coi Russi potrà stipularsi; ma, invece di raggiungere 'l'unita, si sono perpetuate le divergenze; e la responsabilità di tutto questo risale principalmente tìgli Alleati. La sola Italia è la meno co-peivole. Dopo la tesi svolta, senza grande successo, nel colloquio di Londra con Uoyd George, l'on. Schanzer attraverso tutta la Conferenza ha mantenuto, un'attitudine li. fcerale, di mente aperta; e lo stesso può dirsi di Facta. Senonchè, la marèa ha fluttuato in feltro sienso ; e adesso ci troviamo al punto in cui siamo ». E cosi la Conferenza è considerata fallita, (oltreché dai conservatori intransigenti, anche dai liberali 0 dai laburisti. Dapprima l'opposizione di questi ultimi non contava granché. Idealmente essi marciavano sulla linea .di L'-oyd George. Oggi, invece, conta maggiormente, perchè contempla non delle prospettive, ma del risultati; e conta tanto più in ouanto, per la Messa confessione di Lloyd 1 George, l'opinione prevalente nel Paese volge assai più a sinistra di lui'. Queste semplici constatazioni lasciano travedere quale accoglienza troverebbe Lloyd George tornando in Inghilterra, qualora non r-uscisse 41l'ulMmo istante a raddrizzare in modo spettacoloso le sorti della Conferenza. Ma in un iniracoSo di tal fatta ostentano qualche fede soltanto i suoi sostenitori. Essi medesimi in cuor loro, sanno però che il Primo Ministro sta giocando l'ultima posta di un disperato gioco di azzardo. Sono interessanti gli espedienti con cui gli organi ministeriali, e quelli lloydgeorgiani in specie, cercano, arrampicandosi talora su gli specchi, di galvanizzare ancora quel poco di fiducia in Genova. Essi tornano a dire che il convegno non è ancora un insuccesso, e che proseguirà ad ogni costo. Il Daily Express annuncia addirittura che, rallentatasi la tensione, la Conferenza si sta rimettendo con lena al lavoro. Il Daily diro, nicle sollecita apertamente i delegati tedeschi ad alutare a tenere in piedi la barca. Esso trova che il trattato russo-tedesco di per sè non è affatto malvagio. (Incidentalmente, que- sta è una ammissione importantissima, che lappare anche su tutti gli altri organi della i coalizione, oltreché su quelli liberali e, naiu• ralmente, laburisti), il Daily ciironicle* lascia anche intendere che, ad onta del parere contrario di Parigi, il Governo inglese si disporrebbe senz'altro a stipulare col Governo dei Sovieti un accordo simile a quello stipulate dalli Germania, e dice: «come forse vedremo presto accadere, se non sopraggiungera qui Immediatamente una crisi ministeriale o elettorale ». Ad ogni modo, pur tenendo Jn braccio il trattato, il Daily (iunnieie aggiunge che grande errore ci fu da parte dei tedeschi, ed una grossa gaffe prò te11òtocmncrrifeqcdpgdrdgcpcgRoOspvramilzpmpsigtntrmalcdmipllplmccèduraJe. «"Ebbene: perchè non si affrettano a farne onorevole ammenda? O ritirare il trettato o essere esclusi dai lavori : perche dunque non lo ritirano?». L'autorevole, e spesso « autorizzato » inviato speciale a Genova dello stesso giornale — Daily Chronlcle — dopc avere tratto da un episodio In morale che non è vero che i tedeschi mnnchiuj sempre di tatto, indica loro la via di uscita. « Essi possono proporro di sospendere l'entrala in vigore de! trattato per la durata della Conferenza » — suggerisce il corrispondente sperando che essi cosi facciano. « Vero è — soggiungo — che esiste molla simpatia, specie fra i neutri, per il punto *l vista tedesco circa la compe- della «Stampa») tenza dei firmatari della Nota di protesta che 11 escluderebbe da una Commissione; ma non ò saggio argomentare troppo. Conviene piuttosto mostrarsi di larghe vedute: così la cosa migliore per la Germania sarebbe di mettere il trattato in un cassetto, e di tenervelo, come una specie di polizza di assicurazione, nel caso in cui la Conferenza non riuscisse ad accordarsi intorno alla Kussia « Delle due alternative — prosegue il cor: rispondente — una è che la Gei-mania resti fedele all'idea del concerto generale — nel qual caso essa resisterà alla tentazione di conclùdere ira itati separati, o di infilare delle scorciatoie: il passo sarà dapprima più lento, ma i vantaggi tlnali saranno più grandi: — l'altra è che la Germania tenga duro sul suo trattato — nel qual caso essa rovinerà il concerto, lascerà la suddivisione deil'Kuropa in campi opposti, getterà l'Inghilterra nelle braccia della Francia... » A ciò però la Germania potrebbe replicare colle parole dell'economista inglese Keynes, secondo il quale « è stato anzitutto il Consiglio Supremo a gettare la Germania e la Russia luna nelle braccia dell'altra ». Ma occorre pazienza; ed il corrispondente del Olitomele osserva a questo riguardo che spesso Uoyd George venne invitato a romperla colla Francia, come pure coi conservatori della politica interna; e per le stesse ragioni: « ciò forse dovrà un giorno ò l'altro avvenire — conclude il corrispondente : — ma Uoyd George é altrettanto fedele alla sua idea dell'unità europea come a quella dell'unttA interna; ed ogni tentativo di forzargli la mano avrà esattamente l'effetto opposto di quello desiderato. I tedeschi — ammonisce infine il corrispondente — farebbero prescindere un po . stante. Ma' per i consigli sembra ormai che is sia faito tardi; e questo sforzo di saggezza della stampa Iloydgeorgiana, per mantenere verdi le fortune del primo ministro, non riesce certo a spostare i cardini dell'attuale situazione politica interna, messa in rilievo più sopra. Se sarà possibile esamineremo domani come gli eventi di Genova stiano reagendo anche sui concelti di politica estera prevalenti a Londra: per ora basti dire che il concetto diffusamente esposto anche oggi dagli organi ostili a Uoyd George è più che mài in essenza questo: mettere la politica inglese a rimorchio di quella francese implicitamente secondo il Times, con mwvTpgolare alleanza secondo la Morning Post. E' la concezione di Parigi. F. néssun'altra va più a contropelo, non sn]n del tradizionalismo britannico, ma dell'esplicito sentimento delle più grandi masse inglesi di oggi. NI. P.

Persone citate: Facta, Keynes, Llovd George, Lloyd George, Schanzer, Uoyd George