LLa giovinezza di Molière

LLa giovinezza di Molière LLa giovinezza di Molière Lqaegnersi: quulcuna, innalza ancora la sua fiamma rossastra e fumosa, molto altre agonizzano, la più parte sono già consumate. Alceste si prepara a riporro la sua parruc9» e i suoi scarpini e i suoi uastri, e si dispone domani a cedere il suo posto a J5erufitein, a Bataillo, a Sacha Guitry o a Sajroir. E Molière ritorna uni pàntheon degli scrittori classici, da cui il volgo o le celebrità contemporaneo rii'uggouo. Lo illusioni cadono al vento tli questa gioiosa primavera, e il critico letterario, becchino malinconico, inizia il suo lavoro. ; Siamo in pochi, ad amare o leggere i classici. Le commemorazioni ufficiali, a scadenza l'issa, ci turbano e ci fanno sorridere, perchè, scettici, dubitiamo della loro efficacia. E allorché sul nostro tavolo si RmmucchiaJio le pubblicazioni, la tentazione ci assale di scaraventar via ogni cosa c di scrivere dei commenti disincantati e amari, di epilogare. Proprio, ieri leggevamo due critiche drammatiche di un nuovo ìlolicre, protagonista di dramma popolare, cho salva una sera una bella dama da Un assalto di malandrini, e continua ad amarla sino alla morte. Cose da inorridire: e*ppure i cronisti si accordano a riconoscere che l'interpretazione di Gémici* e gli sceiSàri meritano la massima considerazione... ;", Tra i coirtonari già celebrati, quelli di i'ioiièrcl e di Danta si prestano ai ]>iù riebbi commenti. Perche, in fondo, di John ^Keats pochi heuno parlato, di Napoleone i soli professori di storia. Flaubert ha avuto degli omaggi di incompetenti, ma così ringviva a una certa serietà; DostoicAvski ai è difeso abbastanza bt'uc: solo Danto e Molière erano aperti a tutti. E, se per il -nostro poeta era indispensabile una conoscenza apparente, per il commediografo francese' è stata creata una nuova teoria. •Su Molière non si può dire nulla di nuovo (ciò dispensa del leggerlo): bisogna, amarlo, o odiarlo! Amiamolo (e allora, ec,co un fascio di pagine piene di gonfiature tromantiebe). ; Cosicché, mentre i torrenti d'ila caria che quotidianamente si stani: a trascinano lungi la memoria del centenario, e i teatri cambiano programma, abbiamo prescelto un bel volume in ottavo, di erudizione e di discussione : Guatava Michaut: T.n jmiiumse de Molarti (Paris, Macheti te, 19£2). Nessun dubbio può presentarsi sulla serietà dc'l metodo, o sulla dottrina di questo professore alla Sorbona, e so la lettura del •imo libro r.ou è sempre piacevole c domanda un'attenzione sostenuta c continua, ne ' siamo quanto mai lielfci. • Sabato 15 gennaio 1022, nella chiesa •[Sant'Eustachio in Parigi veniva battezzalo Jean Poqucliii, primogenito di Jean Poquclin, tappezziere, c di Mario Grosse, sua moglie: il fanciullo doveva essere nato ' un giorno, o duo prima. Crebbe in un am bieuto borghese, perdette la madre a dieci anni. Il padre, che faceva fortuna nel suo commercio comprò ben presto ima carica ■Utile ed onorifica: quella di <r tapissicr ordinaire du roi » e si curò di .stabilirne la trasmissiono al figlio primogenito, cioè a Molière, Il quale dal 1633 al 1636 ebbe una matrigna, e alla morto di questa si 'trovò con tre fratelli ed. una sorella. Sulla famiglia dall'autore dell'J?coZ« des ijemrnes non conosciamo altro: i documenti non recano che alcuni conti relativi alla • fortuna di Poquclin padre. E curiosissime, mostra il Miei aut, furono le deduzioni e le invenzioni dei biografi. Dal fatto cho la madre di Molière ha firmato il contratto di nozze (ciò che non era, in qii£*i tempi di analfabetismo,, comune) e cho morendo ha lasciato dei gioielli, una Bibbia e un.Plutarco, si è costruita- tutta un'impalcatura, onde lo scrittore avrebbe ereditato .da lei i-1'amore allo studio, l'uiteijigtJiiza, i gusti •.lussuosi, si che la sua ini'uenza morale e -la 'sua ambizione sarebbero slato coefficienti di un Untativi di innalzare tutta • la famiglia. Nafturalmente, la matrigna dalla tradizione è caricata di ogni difetto • e identificata in Beline. Nel padre poi, do've riconoscersi il prototipo dell'Avaro: Iv. ; requisitoria per lui è addirittura feroce. /Pura fantasia, replica il nostro critico, esaminando con minuzioso acume le giti? fitilìcazioni altrui. E, aggiunge, pretendere 'che le farse e le còrameidie di Molière siano dei libelli contro i suoi familiari, è disconoscere quelle derivazioni e quelle imitazioni dal teatro italiano o classico che sono oramai acquisite dagli studiosi. Por gli studi e l'educazione di Molière le testimonianze e i contrasti .hanno suscitato nel Micliaut ima recrudescenza di scetticismo: egli infatti respinge la notizia che Molière sia stalo allievo di Gas-scudi, sostiene che r.ou fu che temporaneamente condiscepolo del principe eli Conti. Pece regolarmente le sue o umanità » e ciao anni di filosofia presso i gesuiti eli Clorniont, nou studiò punto teologia (uè sposò Madeleine Béjart) ma bensì giurisprudenza, e il teatro lo tolse dall'esercizio della professione. « So tutto ciò è esatto, gli studi di Molière 'si sarebbero dunque svolti normalmente, Sin moelo conformo a quelli soliti elei figli di agiati borghesi. E, una volta di più, tanto peggio per la leggenda ». E' verosimile che la famiglia di Molière abbia cercato di distoglierlo dalla sua pas'• siono per il teatro, tanto più che i costumi del tempo e l'opinione'pubblica, sfavorevole per gli attori, si opponevano alla riabilitazione che un'ordinanza reale del 16 aprile 16-11 consacrava: a Noi vogliamo "he là professione degli attori, che1 può in modo luiioceulo distrarre il nostro popolo da diverse malvcgie occupazioni, non pos;'.sa esser loro imputata a biasimo, nò possa , pregiudicare la loro riputazione ». Ed è . possibile1 che, al termine dei suoi studi, .-Molière s.ia slato inviato a Narbouue al seguito di Luigi Xlil anche per combattere la sua vocazione. Sta di fatto che il 30 giugno 16-13, nel pomeriggio, in casa :' della vedova Bcjarfc c coll'intervcnto di ','iduo notai veniva firmalo l'atto che dava gl'origine nll'IIlustre-Théàtre. Documenti fi.rnanziai'i fanno ritenere che praticamente '"la Compagnia esistesse già da qualche tem. po, e cho il padre eli Molière abbia poi aiutato il tiglio. Ora, a tal data, quali era .no i rapporti tra l'autore AaWJUtoitrd-i e Madeleine Béjart? • La verità, dice il nostro critico, è che non no sappiamo nulla, ~ e che dobbiamo accontentarci di induzioni " malcerte, specie in simile materia ». Ciò che sembra indiscutibile è che Molière e Madeleine erano amanti. , e e i a e i u e . e , i , aapg,veepensare al locale, per cui i prestiti, i. debiti e le ipoteche si vanno accumulando. Dopo qualche settimana passata a Rouen, l'Illustre-Théatre esordi a Parigi, il l.o gennaio 16-14, ma si ignora se i risultati furono brillanti o meno. Certo non si esitò a faro dello spese, ad assumere un ballerino o dei musicisti, a comprare dei lavori nuovi. In un atto del 28 giugno 1644 polla prima volta Jean Poquelin figura con lo pseuclonimo di Molière, ma ben presto i debiti e le difficoltà si accrebbero in modo tale che, a richiesta di un creditore, Molière fu- imprigionato il 2 agosto 1645. Il 4 agosto dello stesso anno, benché per il primo fatto dovesse considerarsi in libertà, è ancora detenuto per denuncia di un secondo creditore. A partire da questo momento, lo perdiamo di vista sino alla fino del 1645 o al 1646, in cui lo ritroviamo a Bordeaux. Però, nel 1646, suo padre si è assunto delle obbligazioni per conto di lui. Nei non seguiremo l'erudita nostra guida nella schei-maglia abile e sottile a cui dedica per stabilire con precisione l'ili- icario dello peregrinazioni provinciali eli Molière, che durarono tredici anni, e cho avvennero sopratutto nel Mezzogiorno della Francia ed a Lione'. Alla verità si abbarbicano tradizioni locali, pseudo autografi, leggende. Il preteso amore di Molière per la du Pare riposa su di un'arbitraria identificazione) di personaggi di commedie1, sull'affermazione di un autore anonimo e sospetto. Bisogna dunque tenersi ai soli amori con la Béjart e con la de' Brie. Il Michaut sfronda con inesorabile fermezza persino le commosse' frasi del Moland, del Weiss, del Sainte-Beuve, del Brunctièro sulle difficoltà materiali che sopportò il grande attore-autore. Il problema elei trasporti e dei traslochi ora complicato asaai, e il carro eli Tespi si mutava forzatamente in una carovana. La concorre'.iza dei rivali, le diserzioni degli attori attirati da più lauti guadagni, la presenza di saltimbanchi, il bisogno di accaparrarsi protezioni possenti, le richieste delle locali autorità che determinavano il prezzo ilei posti, le rappresentazioni a beneficio dogli ospedali, l'obbligo di affittare gli edili;:! stabiliti, i divieti, la censura, la fragili.» della fortuna cho faceva dipendere magari da un capriccio di favorita l'avvenire' o anche le necessità quolieliaue dei commedianti, tutto ciò' è stato messo in luce con vigoria stilistica elai critici. Il Michaut fa osservare che Molière era in ottime, condizioni fisiche, e che alle sventuro corrispondono dei benefizi clic le rendono sopportabili, sì cho l'unico documento contemporaneo su Molière e i Béjart li coglie in' una vita eli feste e di piaceri. Certo, eia una parte si è esagerato, ma non condivido intieramente neppure l'ottimismdel nostro critico. Difetto istintivo dellposterità è quello di avere più tenerezza più sensibilità verso i suoi idoli cho none ebbero gli uomini del loro tempo, e ibrano dello Memorie di Cosnac non ci lascia freddi: Il 24 ottobre 1658, nella sala dello guardie del Vieux Louvre, Molière, per protezione di Monsieur, fratello del Ito, che gii aveva accordato il permesso d'intitolare la sua Compagnia « Troupe de Monsieur », davanti a Luigi XIV e.a tutta la Corte, cominciava a recitare. Aveva trentasei anni, ed era già autore, oltre che di alcune farse, déiYEtotirdi e del Bé.pit amoureux. Il suo primo grande successo, Lcs pr£cieuses rldiades, sarà dell'anno seguente, 1659. La giovinezza eli Molière1 è finita: le ali della gloria si aprono. Si tciulé a fare di Molière uno spirito antiborghese, un autore rivoluzionario. Dalla biografia nulla risulta. In fondo, la sua vocazione, so non fu favorita, non fu neupure spezzala, e degli anni di provincia più che ritrarre le vicissitudini e declamare su di esse, è bene non dimenticare la rude ed efficace scuola, la magnifica leziono eli vita che hanno costituito per lui. Traduttore di Lucrezio, lettore di Gassendi, egli non è stato però travolto e assorbito dal libertinaggio e dalla mondanità. Ha dovuto costruire so stesso senza modelli, è stato uno tra i pochi del suo secolo che abbiano avuto eia affrontare nettamente, risolutamente1, l'esistenza. Al termino del libro elei Michaut, così dotto o severo, sono audato a rileggermi le stupende pagine che nel terzo volume di Port-Royal, ha dedicalo u Molière, Carlo Agcstiuo Saintc-Beuve. Non vedevo, attraverso lo studio del nostro critico, il grande commediògrafo francese, l'ho ritrovato, indimenticabile, nell'altro. Quando una penetrazione di artista e una genialità di scrittore si uniscono, solo ullcra l'indagine erudita si avviva, e la verità rtsplenclc. La giovinezza di Molière si compr .ido proiettando su di essa le luci che risultato dall'esame delle opere, e dalla, considerazione della biografia degli anni susseguenti, ciò che non ha compiuto il Michaut. Ci sono i fatti, manca l'uomo. A. CAJUM!.

Luoghi citati: Bordeaux, Francia, Parigi