L'incanto di Adalia

L'incanto di AdaliaL'incanto di Adalia ncanto di Ad(Dal nostro Inviato «pedale) ADALIA il l ADALIA, aprile, j La, prima impressione, dal mare, è indi- ! nittiticabile. La gemma verso la quale ab-j Diamo steso la mano e poi l'abbiamo ri-;tratta pel timore che ci fiammeggiasse fra i le dita, e siam rimasti inerti o quasi covati- doccia di desiderio a guardare che nessuno ce la tocchi fra i pirati dell'ora, Adalia in- tine, 6 una visione stupefacente. L'alta Icosta rocciosa è rossa, le mura merlate che coronano superbe la roccia sono pure di color sanguigno, il varco fra le mura che rivela la città sembra a prima vista l'ef- | fetto di un scenario abbassato per per- mettere un momento ai sopraggiungenti di j vedere... Passato quell'istante, lo' scena- .'rio si alzerà di nuòvo e contro li» grandi Montagne nevose dell'Aliti Tauro che sorgono nello sfondo, si profileranno soltanto le torri romane, le torri bizantine, quelle dei Ltisignano ciprioti, e i minareti sezucidi e gli. oimanlici. Dai piedi delle iriura, lungo tutto il loro tracciato, fragorqse, candide, perenni, le cascale di Adalia, precipitano pt'r la rocc'a nel mare. E nulla più di quell'acqua che sembra venire^ dalla città medesima, esser gettata fuori con oEtentata e rumorosa abbondanza, inclina il pensiero alle concezioni fnnlastichf. Qui, come dinanzi a Famagos^a nella prosceni» Cipro, la realtà, diciamo pure la miseria del presente, non riesce' a distruggere l'incanto delle memorie. Anzi, dap principio, i segni, le case degli uomini che vivono, non si scorgono neppure, oppresse come sono ed effimere dinanzi alla gran- diosità delle rovine del passato. Le quali j 6rno sempre per lo meno quadruplici, e , danno immediatamente- il senso del valore di queste terre che hanno formato e formeranno senìpró il possesso più agognato d'.'i popoli che si riscaldano al sole del Mediterraneo. :, c Ora Adalia ha questo di singolare, di unico forse. E' la città mediterranea che. dice subito, senza necessità di attenta os- ' j I | nervazione, di nt-serè fatta per l'eterna con- i -. - v - r-„ . ha ripresa ili 1tesa. TI letargo turco che l'ha ripresa nuovo ò un episodio senza importanza. Con la ves'e iridescente delle sue acque' perenni gettate al mare essa aspetta .. Scendo a terra: L'Italia ha lasciato ad ' Adalia alcuni residui dt'lla sua effimera oc- cupazione: un console molto intelligente ed attivo, il marchese FaralTi, due scuole ab-j bastanza frequentate, la stazione radiote- i kgrafica e una squadra di carabinieri... ; Tutto questo serve ancora molto e a noi e ai turchi. Infatti gli italiani sono i. soji che possono sbarcare liberamente e far vivere ad Adalia quegli embrioni di.iniziative nostre che vi avevano cominciato a fiorire : banche, commercio, piccole industrie e persino un cinema. E i -turchi, grazie all'imponderabile ipoteca nostra aleggiante ancora stilila città, sono sicuri, pel momento, che Adalia è. salva dall'occupazione o. dalle offese greche. Raggiungo il consolato ed ammiro entrando un magnifico sarcofago greco tutto coperto di squisiti bassorilievi, messo a decorare l'atrio. Il sarcòfago è stato portato qui dal cortile di/una caga : serviva da., mangiatoia jii camnmiff, *Te ''figurine .«te? basTofflieVÓ sono decapitate, operazione che-i turchi facevano invariabilmente a tutte le statue... Accanto al sarcofago è posato contro il muro un enorme bassorilievo bizantino che rappresenta l'Arcangelo Gabriele. Siccome questo divino personaggio figura, anche nel Corano, i turchi non solo rispettarono la testa ma gli misero placidamente in iliaco una bella sigla di Maometto... Il marchese Faralli mi mette rnpi'.l amente «I corrente dellatftituaziom' lo.-al* si riassume, da parte dei turchi, in una « malevola attesa » nei nostri riguardi e per quanto riguarda Adalia, alla sua scemata importanza come centro di accesso all'interno. Infatti lo sgombero francese dtlla • - i_ _: x ^i—,-„ /fn». Cilicia, restituendoci turchi Mersina (fer- rovia Adana-Konia) ha trasportato colà l'emporio massimo kemalista nel Mediter- | raneo, senza contare che ciascun centro co- Issero turco fa per conto suo e serve il suo j « hinterland », essendo tutti visitati da pfrequenti vapori di ogni nazionalità. Ma | Adalia città di 40-50 mila abitanti, di cui 10 mila; ortodossi è sopratutto preziosa per trovarsi all'estremità di un'immensa pia- | mira di una feracità senza paragone, la pianura che si stende dal mare alle monta- • gne e che, irrigata corno, da acque abbon- ! dantissimc e pe'rcnni.potrebbs ospitare mi-: lioni di uomini e nutrirli ed espor.aro au- cora. Si fanno tre ed anche quattro rac- liti di grano all'anno nella pianura ,Adalia... .... , ,' , | Pei- ora. la pianura c abitata, da qualche migliaio di nomadi pastori e per la mas- etima parte incolta. Le- montagne si eie- vano ad 80 km. circa dal mare, segnando 11 limite dell'altipiano anatolicc, allo m media mille metri, pur esso feracissimo di clima, assai migliore, ^tu.ralm/"^' j tinello della, pianura di Adalia. E P"-jfluo accennare alle forze motrici completa- mente inutilizzate cho offre il Duden che è il fiume principale irrigante1 la pianura. E' il Duden che forma tutte le cascate secondane che precipitano dalla città nel porto. Ma la sua massa d'acqua principale si getta con un unico magnificente 3alto in marc', ad una ventina di chilometri da Adalia e basterebbe da solo a far camminare elettricamente tutte le future ferrovie e le industrii?' in progettò, da. concedersi o concesse (dal governo di Costantinopoli soltanto pero). li console mi propone una corsa nella sua auto pei dintorni della città e sino alla cascata del Duden. Dal consolato passiamo dinanzi al Konak, se'de del Mutasseriff ke^'malista, che è un turco qualunque. Una \ turba di « volontari • per l'esercito di An-> gora sta per entrare nel recinto del Ko- nak... Sono tutti legati due a duo come prigionieri.'. Sono uomini maturi, conta- dini, pastori, la cui t volontà » di servir | la causa nazionalista è chiaramente espres- 'sa dalle catenelle che li tengono accoppiati e dagli armati che li scortano. Sono diser- tori per la quinta, per la sesta, forse'per la decinia volta. Ammettono rassegnati,òhe lo Stato li prenda soldati e lo Stato a- sua volta,, non meno rassegnatamente ammette che itesi facciano di tutto per scappare. Li spediscono al « fronte » a gruppi di cento, a piedi,'attraverso al Tauro, ma si sa già che a Konia non arriveranno che in venti, L'imboscamento è in fiore e fatto naturai- mente alla turca a base di hah-isr... Quei I signori di Angon sono dei bei mattac-i chiosi 1 j Sfiliamo dinanzi al magnifico arco di ! Adriano .fiancheggiato da una torre roj maria e da una bizantina ? ci ingolfiamo ;noi quartiere ortodosso, tra una folla, di i brutte donne dalla testa coperta da un mi croscopico fez. Le donne hanno due treccie cadenti sulle spalle; una volta le' treccie erano più numerose, ma un editto del muItasserirJ. le ha ridotte a due « per igiene ». Le vecchie (con effetto estetico facilmente immaginabile) hanno viceversa i capelli tinti di rosso... Fra eli uomini le faccie piii | varie, di tutte le gradazioni di colore c di razza, ciprioti, candioti. arabi, turchi. Ah ! j in quanto a mescolanze di razze, Achilia deve detenere la palma... Basta pensare che i musulmani tengono i meeting coptro i greci in lingua ellenica poiché essendo .probabilmente originari ellenici, parlano il greco. Viceversa gli ortodossi che non conoscono Che il turco protestano in lingua 'turca contro 1 dominatori. Le stradicele di Adalia sono tutte percorse da rigagnoli, derivazioni del Duden, cho sotl poi ledesse che formano le cascate del povto. E i rigagnoli costituiscono l'acque dotto cittadino... Tutti "ci bevono: uomini, asini, cavalli, pecore e cammelli.'Sopratutto cammelli, di cui la città appare assolutamente invasa. Il marchese Farai li mi dice come il vilayet abbia trentamila di cotesti animali che l'estate torrida della pianura caccia sull'altipiano e che costituiscono il principale mezzo di trasporto dal vilayet di Adalia a quello dì Konia. Osservo che lu).,te k, scrjtte ol,rorjee sulle botteguccie j SQno italiane ed ammiro il bell'edificio delle , nostrE, scll0!e. Attraversiamo gli orti in fiove ed usciamo nell'aperta campagna correndo per una sconnttesa strada lungo la magnifica pianura. A destra è il mare, all'orizzonte le montagne. La terra è ap' pena solleticata qua e là dagli aratri di j legno. Si pensa che cosa potrebbe essere I questa pianura, se l'abitasse un popolo la| borioso e civile, con tutta l'acqua che la i _„_„„_„ „ „„„ ,„ » , „„,,, . ■ „,,,. ,,, • percorre e con lo sfolgorante sole clic' la ri¬ 11 - - B scalda. E si conclude che, veramente, a questi lumi di luna, con tanta fame di terra che hanno gli uomini nella nostra angusta patria l'abbandono di quest»' re ' gioni c'nè più riè meno che un delitto di lesa umanità. La pianura di Adalia c stata un tempo abitata da popolazioni densisj sime, le autrici probabili delle irrigazioni, i Lo testimoniano le rovine impressionanti ; di Perge.1 e di Aspendos a trenta chilometri da Adalia dove sorge il più intatto e. meraviglioso teatro greco che occhi umani possano vedere ancora in piedi sulla terra e al paragone del quale' quello di Siracusa e lo, stesso di Orange, sono monumenti secondari. Le rovine di Aspendos non contaminate da vicinanze di villaggi di nomata sono di.una suggestione indescrivibile. E fu un senf" lice commerciante che dóno ad Aspend'os il suo teatro, particolare che suggerisce quali ricchezze, dovevano accumularsi un giorno fra questo mare azzurro e le montagne. I Raggiungiamo il ramò principale del Duden e lo oltrepassiamo su di un ponte/ a schiena d^inefVècchiò certo" come l'a.'vegetila conquista romàna che lo gettò. L'aria c piena del fragore dell'acqua che da sessanta metri d'altezza precipita in mare. Non una casa nell'immensa piana.' Qualche cammello pascola lontano. L'occhio percorre la chiostra montana quasi per misurare l'ampiezza della terra che essa chiude. Distinguiamo la bruna valle di Ciandia donde provengono i carboni mine*rali e dove un nostro archeologo trovò altre rovine di altre favolose città. Siamo all'estremità di un vasto cimitero che la palude insidia, ma siamo anche dinanzi ad una terra che cinque anni di lavoro metodico trasformerebbe in un Eden. I turchi sono sempre quelli di Una volta. Vecchi turchi o nazionalisti non .cangiano. Basta osservare il filo del telefono che segue la | strada... Il filo non c. legato agli isolatori, Ima ai ferri degli isolatóri... E nel parti j colare c'è tutta l'attitudine turca al pro presso, passata, presente e'futura, | (josa possiamo far noi intanto? Molto, ancue se ]e condizioni politiche presenti della Turchia si prolungheranno. Possiamo | lavorar qui, ma lavorare sopratutto a Rodi cue 0 casa n0stra e che; deve diventare,il • centro civile naturale di tutta questa parte ! dell'Asia Minore. Bisogna fare di Rodi ni : |uogQ di attrazjone anciie mondana, biso gna staiji|jrvi delle scuole superiori dove i burchi,e iu generale tutti i popoli mesco ,tnt; che abitano queste terre iperboliche «i | dirigeranno volentieri senza bisogno di spillgergi sjuo in Occidente, per istruirsi, Quegti paesi durante l'estate sono quasi i nabitabj]5>i> So a R0dj vj fossero degli ai brtghi> quaiche organizzazione di svago; moltissima gcnte, di qu5 e daltrc città asia tidle passerebbe nei)a magica jsola nostra j l'estate. Dobbiamo in una parola cercare jdi ripri*tin«e almeno in minima parte la . ' ' .. antica funzione delle isole sul continente. Lo isole egee furono sempre la luce che' attirava gli abitatori dell'Asia Minore. Rodi può e deve essere il centro della nostra effettiva penetrazione in Anatolia. Inoltre occorre modificare a fondo le comunicazioni marittime. Questi grandi vapori de.l Llovd triestino o dei Servizi Marittimi che si susseguono uno dopo l'altro negli arrivi e nelle partenze concludono poco. Il cabotaggio ò tolte loro dai piccoli vapori greco-inglesi che toccano tutti gli scali. Basta guardare le statistiche. Nel 4.o trimestre 1921 veli nero scaricate ad Adalia 3177 tonnellate di mercanzia e caricate 4313. La metà di que sta roba fu importata ed esportata dai va'poretti greci. E' quindi necessario che le \ Compagnie di navigazione italiane ct'r chino di risolvere il problema del cabotag gio con piroscafi minori che possano far là conporrenza a quelli greci affidando alle at tuali grandi e belle uavi che percorrono | queste linee m puro perdita, il compito di 'raccoglitrici, nei centri principali, dei tra sporti fatti dai primi. In quanto alle fu ture concessioni, del porto e delle ferrovie', supponendole ottenute anche dai Kema listi- pacificati con l'Intesa, bisogna andar cauti e considerare cho il valore di questa affascinante regione è sopratutto locale, agricolo, cioè dipendente dalle iniziative agricole da stabilirsi nella pianura poichì', come ripeto, il paese al di là dell'Anti Tauro è già largamente servito dalle ferrovie -'i Konia e di Aidin. E il porto, il porto di I Adalia con i suoi grandi fondali di 40 e i più metri 'domanda centinaia di milióni per la sua costruzione... i o i e e . e i i i ! a e Scendendo ptr la strada che i nostri soldati avevano cominciato a costruire dalla città al porto e' che con grandezza romanasuperava l'alta roccia di Adalia, ho riguadagnato la nostra nave che c ripartita subito verso Mersina. Con la distauza, nella saettante luce meridiana, i contorni dell» città si sono rapidamente confusi. I segni, delle cinque* età: la greca, la romana, la Bizantina, la medioevale, l'osmalnlica, rappresentati nelle decrepite mura, svanirono. Adalia c diventata una piccola cosa grigia, un particolare appena distinto. Ma la erande cascata del Duden d'un candore abbacinante, durò a distinguersi a lungo, a cinque, a dieci, a quindici miglia di distanza, "seduzione inestinguibile, fresca promessa attirante della terra nuova, vergine ancora a secoli di distanza del suo morto splendore. ARNALDO CIPOLLA Msif«ecrm«iesusu

Persone citate: Arcangelo Gabriele, Duden, Faralli