Nostra intervista col ministro Bertone

Nostra intervista col ministro Bertone Nostra intervista col ministro Bertone i tica finanziaria ^ 1 ai sovraprofitti il Roma, 4, notte. *! Il problema finanziario che ancor oggi'. è il più assillante della situazione italiana non ha potuto, per fatalità di cose, avere, nelle discussioni parlamentari se non un, m rapido accenno programmatico. Per illù> ' minare il paese intorno ai gravi problemi, connessi alle condizioni della nostra fi--: nanza ho sollecitato ed ottenuto una in- : tervista calla cortesia del ministro deli*:: finanze. L'on. Bertone, la cui alacrità è) pari al valore come uomo di governo, ihi« ha esposto in un quadro completo e sin- . cero la situazione complessiva della nostrafinanza e quella dei singoli problemi. Ilo chiesto anzitutto al ministro piemontese, ; febbrilmente occupato nei lavori di prepa-:; razione della Conferenza di Genova, alla 'quale prenderà attiva parte colla delega-'' zione italiana, quale fosse il suo giudizio sulla situazione finanziaria. L'on. Bertónemi ha risposto: — Non posso che confermare sostanziai» mente il giudizio dato dal ministro De Nava nella sua ultima esposizione finan^ ziaria. Il disavanzo si aggira sui quattro', miliardi e le caratteristiche sull'andamen-, to delle entrate non sono mutate. Eco*" nomie e vigilanza sulle riscossioni dei tri* buti normali sono i punti fondamentali dell'azione finanziaria. Le previsioni sulle entrate straordinarie vanno contenute en-« tro limiti ognora più rigorosi. ; Doiio questa entrata in materia, ho pressato il ministro di voler rispondere ad alcune domande su problemi specifici. HO cominciato colla nominatività dei titoli, problema che tanto appassiona il mondo finanziario, sollevando feconde discussioni allo quali partecipò anche l'ex-ministro1 delie finanze on. Soleri. La prima doman- ' da fu questa: — Quando si discuterà la nuova legga sulla nominatività dei titoli presentata dal Ministero Facta? — Era vivo desiderio del Governo — mi rispose l'on. Bertone — clic fosse discussa prima delle vacanze pasqpali ed a tale fine avevano avuto luogo colloqui col presidente della Commissione di finanza on. Paratore e col commissario on. Donati, iquali hanno studiato a fondo il grave prò- ' blema e'mi sottoposero vari quesiti; ma per quanto fosse in essi il medesimo pen- ■ siero e desiderio ci siamo trovati nell'impossibilità materiale di attuarli per mancanza di tempo e per la necessità di non costringere entro termini angusti uh problema di tanta importanza. La Commissione volle ed a ragione esaminare il problema con ogni ponderazione e sotto tutti i suoi aspetti. Gioverà anche nel frattempo alla formazione di un sicuro giù- ~ dizio la larga e alta discussione che appe-> na ora comincia a farsene sulla stampa..; L'intervento in essa di uomini di autorità politica e di dottrina è singolarmente interessante e sarà di prezioso ausilio. -Certo',è che, infine, la questione tornerà a ridursi sul terreno della realtà : le esigenze finanziarie da un lato e una perequazione tributaria dall'altra, che cancelli almeno le più aspre fra le disparità che oggi si lamentano. Ormai venuta meno la nominatività obbligatoria per tutti i titoli, le soluzioni si riducono a due : o adozione dei prneipio ora proposto dal Governo, o abbandono in pieno della nominatività. E che cosa questo significhi e quali conseguenze finanziarie e sociali importi deve ognuno tener presente. E' superfluo che io aggiunga che il Governo ha fatto il suo giudizio dì valutazione e-che il risultato di esso è precisamente il disegno di legge che fu approvato unanimemente dal Consiglio dei ministri e che verrà sostenuto e difeso con eguale concordia quando verrà in discussione alla Camera. — Il disegno di legge da lei presentato alla Camera è stato elaborato « ex novo » ? — Il disegno di legge è sostanzialmente quello preparato dal precedente Gabinetto. Delle poche modifiche la principale è quella che ha elevato dal 10 al 15 per cento le ritenute per i titoli di Stato, che il possessore desidera non tramutare al nome. E' sembrato a me e ai colleghi che, una volta ammesso il principio della estensibilità ai titoli di Stato del regime vigente per i titoli di Enti, Comuni e Provincie, non vi sia ragione per usare ai rispettivi possessori un trattamento diverso. — Quale risultato finanziario darà la nuova legge ? — Si è detto che io ho fatto la previsione di 375 milioni. Non ho mai detto nè scritto questo. Bisognerebbe supporre che tutti i 35 miliardi di consolidato rimanessero al portatore, cosa assurda, giacché già ora una notevole quantità trovasi al nome. D'altra parte, i titoli di Società ed Enti daranno un'altro forte gettito, forse superiore all'attuale. Una previsione in cifra non è possibile, dato che il gettito totale nominativo attraverso alla tassa patrimoniale, alla complementare, all'imposizione sul reddito personale, alla tassa di successione, si svolgerà più lentamente ; ma è lecito affermare che se gli uffici esecutivi saranno in grado di eseguire esattamente lo svolgersi del nuovo cespite la cifra sarà tale che nessuno la potrebl he dire trascurabile e finanziariamente surrogabile in rapporto al nostro bilancio Lo Stato non è venuto meno con Fati tu ale legge sulla nominatività dei titoli ad un impegno per i titoli del consolidato '? — La questione va guardata non con criterio semplicista, ma nella sua realtà concreta. Certo, una legge di imperio, la quale avesse imposto una ritenuta sul1 interesse puramente e semplicemente, od avesse ridotto questo, sarebbe stata in contrasto con le promesse iniziali. Ma questo non è avvenuto. Il Governo, e non do oggi, si è trovato nel dovere e nella necessità di chiamare la loro parte di sacrificio a coloro che posseggono titoli al portatore e che sono vestii ad ogni appello. A questo scopo eia diretto il regio decreto 24 novembre lflinsuH'iiiipnstn sfiaor. dinaria del patrimonio, che prcannunciaya la nominatività obbligatoria dei titoli ; questo scopo voleva raggiungere la legge 24 settembre 1D21), a opro va lo dopo una memorabile discussione allo Come™ ed al Senato non era soltanto «,! afl" ai.P0'': l sovra lutto e più di giustizia tributaria. Rbbqno, il principio che iia ispiralo quella legge perniane anche oggi integro, perchè nessuno può pensare e non fu mai dotto che ì possessori di titoli al pollatole debbano andare esenti da o"-ni contributo personale verso lo Stato. Fino a ieri lo Stato ha potuto non imporre questo censimento del patrimo-

Persone citate: De Nava, Eco, Facta, Paratore, Soleri

Luoghi citati: Genova