Nel VII Centenario dello Studio di Padova

Nel VII Centenario dello Studio di Padova Nel VII Centenario dello Studio di Padova Origini e sviluppo dell'Università - Le imprese gentilizie dei Rettori magnifici - Gli inviti all'Estero - Pubblicazioni Festeggiamenti PADOVA, marzo. (U. B.) -- Nel prossimo maggio Padova celebrerà il VII centenario della sua Università, L'evento memorando richiama già l'attenzione degli studiosi di tulle le nazioni, i cui maggiori rappresentanti si preparano a venire in Italia ad assistere alle cerimonie solenni che l'Ateneo ed il Comune stanno organizzando. A Venezia e a Firenze festa delle arti, a Padova festa delle scienze c dello lettere. E il programma ne è viiato. Poche Università in Europa sono più antiche e più gloriose di questa. Risale alpricipio del duecento, ma., a volerne cercare le prime origini, converrebbe rimontare alla Une del XII secolo, che Martino Gosia, consulente legale del Barbarossa alla Dieta di Roncaglia, vi aveva aperta una ^?uola di diritto. Egli veniva da Bologna di dove più tardi lo seguivano Guglielmo Guascone, maestro di decretali, che istituiva una scuola di giurisprudenza. Pietro Spagnuòlo e parecchi altri maestri clic fuggivano le conlese di quel celebre studio, le lotte sulla interpretazione delle leggi romane. Ma per qualche tempo non trovarono pace neppure a Padova. Fu dopo cessata la tirannia degli Eccellili, dopo lo sgombero dei crociali di Alessandro IV, che io studio polè dirsi costituito. Allora la bolla del 9 gennaio 1204, di Urbano IV prescrisse le norme per gli esami e per il conferimento dei gradi accademici, allora vennero compilati gli. statuti, attribuiti privilegi agli studenti, come quello di andare armati, di essere esenti da gabelle, di non aver più disturbo dai creditori... otto giorni dopo aver abbandonata'la citta, E gli studenti affluivano dagli Stnti vicini e dai lontani ne mandava ogni nazione. Essi eleggevano i professori e i rettori e mentre dapprima costiluivano un solo corpo, VUnlversltas lerjislarumi suddiviso in due classi — studenti Cisalpini e Transalpini — ad esso poco dopo se ne aggiunse un altro, Yllnlvcrsilas Artlstarum. Fra ì due nel 13H0 sorse dissidio, gli artisti volevano emanciparsi interamente dai leggisti e fu un momjnto in cui si mise n>:ino allo armi, ma un lodo arbitrale del vescovo Pillco Prata — notisi che il •.•escovo aveva nello studio la (lignAl di cancelliere — ristabilì l'accordo. Gin, per molti riguardi, lo studio poteva considerarsi religioso: prevalevano in numero gli studiosi che si preparavano all'ordinazione e i sacerdoti che volevano completare la loro coltura specifica, tuttavia i laici non erano pochi. Maggiore sviluppo assunse ancora l'Università quando nel 1C03 Urbano V, esaltando colla fecondila e l'amenità del suolo, la purezza della dotirina che impariivasi a Padova, le accordava i privilegi stessi della Pollimi.'! e dello studio bolognese: vale a dire che per laurearsi in teologia non occorreva'più nudare a Parigi o nella città petroniana. E maestri di teologia, vennero qui francescani n domenicani. E a questa cattedra la Serev.iissiim:i. aggiunse nel 1502 quella di metafisica mentre in seguilo si professarono storia ecclesiastica e lingue orientali. Però non esisteva ancora un collegio clic riunisse lune, codesto scuole. Esse erano sparso quali ::?1 conventi, quali nelle case dei maestri; Fu soltanto intorno al 1370 che il leggista Bonzanini investì per 55 ducili annui il magnitlco rettore Bernardo Gii di Valenza e i consllinrii del Sacro ginnasio. Era un albergo all'insegna del bue (il Boi. vi si vendevano anche carni bovine. E sorso l'odierna Università, In essa por la prossima celebrazione verranno restaurati gli stemmi araldici che ornano i portici, le loggie, gli atrii. E' lavoro di molta importanza storica e araldica. fiUl sotto la loggia del Sansovmo sono erette apposite armature. A comprendere la particolare significazione di tali risarcimenti occorre considerare questo: l'Università dei giuristi — a cui prima accennammo — comprendeva studenti dì 22 nazioni quella degli artisti studenti di sette nazioni. Ogni nazione designava il suo consigliere e tra i consiglieri si nominava il rettore cho rimaneva in carica un anno. Ora, dal XVI sec. s'iniziò l'uso di tur dipingere o scolpire nel palazzo le imprese gentilizie dei rettori, dei consiglieri e dei sindaci. Ne dipinse anche Dario Vaiolali, padre ilei Padovanino. Ma nel seicento, il barocco, cho tutto invade, soppianta la sobrietà degli stemmi con tronfi monumenti e allora sono busti marmorei e mensole e scudi complicati ed iscrizioni sonore. Per dar posto a tutto ciò si distruggono le precedenti testimonianze nonostante j dividi dei Riformatori. . Oggi sono circa tremila le armi ed iscrizioni esisienti, ma senza,continuità storica e non soltanto per il disordine determinato dal seicento, ma altresì e poggio per quello che vi abbiamo postò noi e specialmente per le colpevoli manomissioni del 1850 quando si procedette all'ampio restauro dell'aula magna. Tanto danno fu riconosciuto nel 1892, quando per le feste commemorative del terzo centenario dell'orazione inaugurale di Galileo Galilei si provvide a restaurare gli stemmi di taluni maestri che avevano avuti rapporti col Grande. Sorse in quella circostanza l'idea di un risarcimento generalo e la- Consulta araldica ,l'appoggio, ina il compilo era arduo a cagione della mancanza di securi elementi per colmare molle lacune, dei colori sbiaditi di.certe armi, della rovina di paroechi'e indizioni. Ma il caso portò il prof. Andrea Giuria a trovare su un banchetto Ira vecchie carie i codici manoscritti di Ignazio Grotto del- l'Evo che, nonostante qualche inesattezza, riuscirono preziosi. 11 restauro inizialo nel 1895 sotto la vdm del portico clic fronteggia a ponente il cortile portò alla ricostituzione ili 90 stemmi: tra qucsii due sono d'individui sconosciuti, il Boemo (ltiOOl e il Borgognone (1621) entrami!! consiglieri. E i lavori continuarono nel porlieo a mezzogiorno; ma sono una minima parlo in confronto di quelli che occorre compiere. Quanti stemmi da scoprire sotto le malto! e quante indagini per rimettere, a posto quelli scolpili portati altrove! Questa è la cura di una Commissione recentemente costituii a. precisameli!e per il sctteeentenario, Commissione presieduta dal sen. Carlo Francesco Ferraris, la quale però si occuperà soltanto degli stemmi dell'Università, dei giuristi. Altri progetti importanti erano stati accarezzati per l'avvenimento, ma la difficoltà di finanziarli indusse ad abbandonarli per far luogo invece alla fondazione della « Casa del lo studente », la quale integrerà l'opera della « Mènsa universitaria ». Ouesto progetto venne assunto con liberalità dal Comune il quale, coll'ausilio del Consiglio provinciale e col contributo di altri enti delle Tre Venezie costituirà un consorzio. Il Governo, i'nvece, provvedere alle spese pei restauri o per le pubblicazioni di circostanza. Tuttavia so si pensa che pei soli riceviménti occorreranno non meno di duecentomila lire, la Commissione di finanza non ha agevole ufficio e dovrà contare sull'intervento della oittaiinanza, alla quale ha rivolto il suo appello. Bisogna tener conto che sono stati invitati una trentina di Stati euronei ed extraeuropei e 350 fra Università e Facoltà e Itili Istituti inferiori e 205 Accademie scientifiche e cento Società scientifiche e 150 Collegi scientifici. Si tratta di un esercito di scienziati insomma che verranno sin dagli Stati Uniti, dall'Argentina, dal Giappone, dalla Cina e che terranno forse dei congressi, giacché la singolare circostanza li accomunerà. Essi assisteranno anche alle onoranze die verranno tributato all'illustre nostro anatomico Morgagni, quasi più conosciuto all'estero che tra noi, e del quale in pass..io la Germania ci ha offerio un busto. Pare che se ne restaurerà la tomba. Numero del programma. as?ai significativo, dunque: ma altri morti verranno onointi e particolarmente i caduti in guerra, Peccato che non possa esser pronto il portone artistico che dovrà ricordarli: ne verrà però esposto il bozzetto. E polche si parla di esposizioni, è certo che ne verrà organizzata una di .stranienti scientifici. Naturalmente le pubblicazioni formeranno il piti ricordevole segno commemorativo, e l'elencn ne è lunghissimo. La Commissione1 incaricala del ponderoso lavoro e presieduta dal pror. Anlonio Fnvaro. Parecchie porteranno il suo nome. Sua sarà la Bibliof/raflu dello stadio di Padova, sue due delle monografie concernenti la istituzióne u la storia di cattedre e d'istituti universitari. Altre saranno di Edoardo Morpurgo, di Giuseppe Favaio, ili Augusto Bonomo, eli Giovanni Marchesini, di Luigi Sabbatani, di Arrigo Lorenzi, ili Erminio Trailo, di Vincenzo C.rescini. 11 prof. Roberto Cessi cura l'inventario dei documenti dell'antico collegio dei giuristi ed i documenti e le matricole dei collegi universitari delle varie Nazioni; e una statistica degli sludenti dell'Università durante i sette secoli darà il prof. Corrado Gini, con una relazione del segretario generale prof. Ambrogio Rallini, che offrirà anche una monografia sugli Studi orientali e via via. Il Ministero delia P. I. provvede ai mezzi occorrenti per queste pubblicazioni con 100 mila lire. E si stamperanno gli Atti dell'Istituto di. r/colof/iu, fatica del prof. Del Piaz. e l'Istituto Veneto di S. L. A. pubblicherà un volume di monografie sullo Studio patavino, e una dissertazione postuma dell'astronomo Antonio Lorenzoni, quindi avremo opere di Biagio Rrugi, di Landò Lanrìucci, di Oratio Brown, di Dante Bertelli, di G. B. De Toni, di Vittorio Lazzarini e Nino Tamassia. di Luigi Rizzoli, di Antonio Mediti, Ple.ro Verna, Giuseppe Solitro, Bruno Brunelli Bonetti, ecc. Il preside della Facoltà di lettere, prof. Giovanni Bratto, e Giovanni Zonta, del Seminario di Padova, intendono alla stampa dei dottorati del secolo XV, ed il vescovo mons. Pellizzo Ita elargito una somma per un lavoro concernente l'antica Facoltà teologica. Accanto ai maestri preparano a lor volta un nrogramma di festeggiamenti. Molte e nobili idee si agitano, però di certo c'è finora un invito ai condiscepoli dola altre Università e una medaglia commemorativa in bronzo, un coro da cantarsi il giorno della celebrazione con parole del Bertacchi e. musica, che si spera, di Mascagni. E il resto verrà'. Fervore, fervore dunque ed anche fuori dell'Università, tra le singore padovane, lè quali si sono costituite in Comitato presieduto dalla contessa Papafava, ed hanno deliberato di offrire all'Università lè mazze d'ar-, gento e pensano di offrire agli ospiti una festa settecentesca, e vogliono insomma assumersi il compilo gentile di fare gli onori di casa. Di casa : ed ecco sorgere un problema. Dove verranno alloggiati tanti ospiti? Già aristocratiche famiglie hanno messo a disposizione alcuni locali dei loro palazzi, altre faranno altrettanto, e gli'stabilimenti di Abano accoglieranno quanti non troveranno alloggio in città. C'è qualcuno che parla di ascese dei prezzi?... Nò: gli albergatori ed i loro affini giurano che in omaggio alla scienza...