del ministro della Marina

del ministro della Marina ai I Roma, SS, notte. 'Aperta la seduta dal presidente Tittoni, viene proclamato eletto a membro della Commissione di fuiaii/a il senatore Imperiale. ' DE VITO, ministro della Marina, risponde poi all'interrogazione del senatore Mosca sullo .sciopero dei lavoratori in parecchi porti italiani e « sulle intenzioni del Governo di fronte ad un'agitazione che manifestamente tende ad Istituire in tutti i nostri porti il sistema del Sindacato obbligatorio». Dichiara di parlare anche a nome ciel Presidente del Consiglio e del ministro del Lavoro, e dice che tinche i porti avevano iranici limitati, la libertà assoluta e sconfinata di lavoro non produceva gran danno; ma essendosi intensificati i traffici, da molti anni il lavoro doveva essere subito organizzato. Il problema fu esaminato per la piiima volta cruando si istituì il Consorzio per il porto-di Genova, ed il lavoro fu monopolizzato tra le Cooperative di lavoratori del porto; però 'l'I Consorzio si riservò il diritto di sostituire il lavoro delle Cooperative qualora non nvessero adempiuto al loro dovere. Nel porto di Venezia la disciplina dea lavoro fu affidata al Provveditorato, e nessun inconveniente ernesto ordinamento ha dato: perciò va data lode alle maestranze ed al provveditore (Approvazioni). Cosi la condizione presente è che in dee Corpi vi è il regime di monopolio per il lavoro, in altri vi è libertà'. II Governo intende che .il Parlamento debba Indicare la via da seguire e non vuole ricorrere ad un decreto-legge, per cui si fanno molte premure {Approvazioni). Ne] porto di Napoli poi le vecchie Cooperative han visto diminuire il lóro lavoro; le giovani Cooperative hanno tentato di assumerlo tutto. Il ministro prosegue* dicendo che prima che lo sciopero venisse pronunziato si cercò di mettere d'ancorilo le parti, e furono esaminate varie proposte, le quali. , partendo dal riconoscimento delle Cooperative che attualmente lavorano nel porto di Napoli, dei rispettivi contratti e della chiusura dei ruoli al momento attuale — criteri questi accettati esplicitamente da tutte le parti contendenti — stabilivano misure equitative, per tener conto delle varie esigenze; ma tutte le proposte furono rifiutale, e rimase senza determinazione anche quella di affidare all'Ente portuale di Napoli la disciplina del lavoro nel porto, demandando ad una Commissione paritetica, presieduta dall'ammiraglio CoUnielli, presidente dell'Ente, la soluzione delle relative vertenze. Mentre perduravano gli scambi di vedute, lo sciopero fu improvvisamente proclamato, e non solo in Napoli, ma anche a Genova ed in alcuni altri porti per solidarietà verso gli scioperanti di Napoli. 11 Consiglio dei ministri fu unanime nel ritenere che non si dovesse decampare dalla proposta fatta della Commissione che venisse a mantenere l'ordine, e non intervenire nel conflitto finché il perdurare di esso non costituisse danno diretto ed effettivo nei riguardi del pubblico interesse. Così sono passati questi giorni, nei quali il Governo ha provveduto ad assicurare le comunicazioni postali marittime ed il carbone fossile ai gasoinetri. Sembrava che ieri sera la proposta della Commissione venisse accettata dagli scioperanti di Napoli, come sembrava bene accetta a quelli di Genova. Ma. nonostante le assicurazioni ricevute, solo una piccola parte di scioperanti ha ripreso il lavoro a 'Nrnoli, e lo sciopero continua in nitri porti. Può essere che ciò sia dipeso da ultimi tentennamenti o da disposizioni non pervenute in tempo, e vivamente mi auguro che ciò sta, perchè il Governo non potrebC3 • tollerare il protrarsi di tale condizione di cose. La stasi — soggiunge il ministro — non solo danneggia gravemente gli interessi privati, ma costituisce oramai una vera mi-naocia per il pubblico interesse. Quindi il Governo, mentre con l'offerta della costituzione della Commissione dà modo legale agli scioperami di far dirimere le loro vertenze, confida che il lavoro sia immediat3tamentc ripreso: in caso contrario il Governo provvede) à senz'altro e senza ulteriori attese perchè sieno assicurate con altri mezza le operazioni di scarico nei poni, ed ha già dote istruzioni ai prefetti perchè la ìeg„e sia rig-orosnmente e prontamente applicata contro chiunque attenti all'ordine ed al lavoro. 11 Governo, per corrispondere a quella invocazione di pace che veniva dalle opposte parti della Camera, ha dato prova di longanimità, ma una maggiore attesa e Incompatibile col pubblico interesse e con l'autorità stessa dello Siato. Deplorando clic simili agitazioni sorgano sempre nei momenti in cui sarebbero maggiormente necessari lacnlma, la'serenità, n l'ordine per 'a transazione dei più vitali nostri problemi nei Convegni internazionali, il Governo manda da questo banco agli scioperanti un ultimo invito, che è anche un monito per il ritorno immediato Bl lavoro; se rimarrà inascoltato, il Governo Ifarà tutto il suo dovere. MOSCA non può, dichiararsi interainenle 'soddisfatto della risposta del ministro della marina e ilice fra l'aliro che coloro che dirigono gli attuali sii..peri pretendono di dare, come accade ora a Genova, il monopolio dello scarico delle navi ad una o a parecchie cooperative, e fa una enrica a fondo conilo il sistema del sindacalo obbligatorio nel quale rivivrebbero secondo lui lutti gli odiosi privilegi (ielle amiche corporazioni di mestiere. Chiede pertanto se il Governo sin favorevole o no a tale sistema. Il PRESIDENTE nede di interpretare il pensiero unanime del Senato rivolgendo un deferente saluto ai Sovrani del Belgio, ospiti graditi del Re e della nazione italiana. All'eroico Belgio, esempio preclaro della grandezza morale alla quale può assurgere un popolo, vada l'espressione della nostra fratellanza e della nostra simpatia [vivi applausi). ' Si nassa quindi allo svolgimento di una Interpellanza al ministro della marina sulla sorte definitiva della regia nave Leonardo Da Vinci e di una mozione sullo stesso argomento dei sen. Millo ed altri. Ha la parola il primo interpellante sen. T0MMAS1, il quale rifà la storia delle vicende della nave e conclude chiedendo al ministro della marina l'assicurazione che la Leopardo da Vinci sarà presto restituita alla sua efficienza militare come nave di battaglia di primo ordine. La spesa secondo il preventivo sarebbe di 60 milioni, mentre una nuova nave da battaglia oggi costerebbe circa mezzo miliardo. L'Italia deve avere nel Mediterraneo un'efficienza navale non inferiore a quella delle altre marine da guerra. Tale principio le è stato riconosciuto dalla conferenza di Washington, r.è sì potrebbe ne- ! gare all'Italia il diritto di provvedere allo j svantaggio attuale del minor tonnellaggio di : fronte alla Francia. MILLO riassumo il lavoro faito dulia Coni- | missione da lui presieduta rilevando che j essa si è trovata d'accordo con il Comitato i degli ammiragli nel proporre il ripristino ! della nave come unica e conveniente solu- j zione. La questione deve essere decisa su- ! bito perchè la nave nelle condizioni attuali deperisce. ORLANDO è pure del parere che sarebbe un grave errore l'abbandonare la nave, date , le speciali prerogative di dilesa sottomarina ; che essa possiede. Parlano ancora DEL CARRETTO e CAGNI, entrambi concordanti coi precedenti oratori. Dopo di che il PRESIDIENTE rimanda il seguito della discussione a domani. del ministro della Marina

Persone citate: Cagni, Del Carretto, Imperiale, Leonardo Da Vinci, Millo