Il Convegno di Parigi invita Greci e Turchi a sospendere le ostilità

Il Convegno di Parigi invita Greci e Turchi a sospendere le ostilità Il Convegno di Parigi invita Greci e Turchi a sospendere le ostilità ospendee e ostI termini delia Nota e le clausole proposte per l'armistizio i (Dal nostro inviato speciale) none. Parigi, 22, La prima giornata della conferenza per 'Oriente è stata inattesamente fruttuosa. Questa sera la stessa conferenza telegraava ad Atene ed a Costantinopoli un regolare invito a stipulale l'armistizio immediato sul fronte greco-turco in Asili Minore. L'invito era sottoscritto da Poincaré, da Curzon e da Schanzer, L'unanimità dei tre firmatari fu raggiunta,'dopo una seduta di cinque ore e mezzo, sopra una questione che fino a stamane presenava un innegabile .carattere contenzioso. L'idea dell'armistizio ò inglese ; e l'iniziativa al riguardo durante la riunione di oggi, è stata presa da Curzon. Trattandosi di una proposta che mirava cosi direttamente alla pace, Schanzer non poteva negare il suo cordiale appoggio. La seduta inaugurale della conferenza era stata fissata per le 15 di oggi. Si doveva procedere a qualche ulteriore scambio di vedute preliminari, cui poi venne agliato corto, essendosi invece concertato di aprire il convegno un'ora e mezzo prima del prefisso. I tre ministri dògli Esteri l'America aveva creduto meglio, non inviare neanche il consueto osservatore), si sono riuniti nel gabinetto di Poincaré, al Quai d'Orsay. 11 salone1 dell'Orologio questa volta è stato ìascioto in ozio, forse per accentuare alla conferenza quel puro carattere di conversazioni che gli ospiti sembrano avere avuto gusto ad imprimerle. Poincaré, che presiedeva, era, assistito da Peretti della Rocca, mentre Curzon recava seco Wansittart, e Soliti nznr era accompagnato dal comm. Lago. In una sala vicina attendevano, a disposizione dei ministri, i periti rial loro seguito : una ventina di persone in tutto, inclusi i competenti militari. All'inizio, dei lavori Curzon presentava ed illustrava senz'altro il suo progetto di armistizio. Già da parecchi giorni questa proposta del Governo inglese era stata apertamente ventilata.. Una energica campagna di stampa le era però sorta contro immediatamente a Parigi ; ed ancora sfamane diversi fogli prospettavano una, rinunzia inglese all'avanzare la proposta stessa. Nori appena essa fa sul tanpeto si delinearono lo divergenze. Poincaré avanzò dei dubbi sulla onnortunità del passo suggerito dall'Inghilterra. Ne seguì una discussione che si prolungò diverse ore. La direttiva inglese nero finì col prevalere. Una seconda discussione si accese circa i termini in cui l'invito all'armistizio doveva essere redatto. Curzon e Schanzer riconobbero la convenienza di inserire nel documento un inciso, che facesse balenare, in favóre dei Turchi, l'evacuazione dell'Asia , Minore. Ma i ranni-esentanti della Francia si studiarono di ottenere che l'inciso fosse più lato e impegnativo di quello che ritenessero opportuno Curzon 0 Schanzer. Alla fine si stabili l'accordo sopra una frase, la quale, come vedrete fr>a poco nel testo del documento, risultò abbastanza anodina. Per la redazione delle clausole armistiziali vennero -quindi consultati i periti militari. Dopo di che 1 tre ministri esteri apposero le loro firme alla nota che segue: I ministri degli Esteri delle tre grandi Potenze, riuniti a Parigi 'per ristabilire la pace nel vicino Oriente e per fan: proposte per la evacuazione dell'Asia Minore «enza nuove perdile di vite e di beni, stimano che loro primo dovere e ^accomandare .vivamente una inimediata sospensione delle ostilità ai Governi interessati. Le condizioni dell'armistizio proposte sono le tegnenti ; Lo) te ostilità cesseranno alla mezzanotte del {data da stabilirsi); 2,o) pure conservando la linea attualmente occupata dal grosso della loro forze, i belligeranti dovranno far ripiegare gli elementi avanzati in modo da sopprimere ogni contatto ed aprire fra i due fronti un intervallo, tgombro di truppe, largo almeno dicci chilometri, in 'conformità alle decisioni che faranno prese dalle Commissioni locu.li, composte da rappresentanti greci e turchi, nonché da ufficiali alleati; S.o) durante il periodo dell'armistizio nessun rinforzo in personale o materiale potrà essere eseguito dagli opposti eserciti, ne potrà essere . effettuato alcun prelevamento di unità costituite; i.o) le Commissioni degli Alleati, che agiranno sotto una comune dilezione alleata, saranno aggregale all'uno e all'alito degli eserciti belligeranti: esse hanno fncollà di vigilare per ciascuno di Questi eserciti sulla esecuzione delle clausole dell'armistizio, e di risolvere gli incidenti che in tale occasione potranno verificarsi: ugualmente avranno l'attribuzione di intervenire presso le autorità dei corpi di occupazione per garantire la prolezione degli abitanti e dei beni nei territori occupali; 5.o) i Comandi Supremi greco e luteo si impegnano od accettare ed eseguire lealmente l'arbitralo della Commissione alleala; Co) le ostilità saranno sosircse per un periodo di tre mesi, rinnovabile automaticamente livelle i due belliaeranti avranno accettale le condizioni dei preliminari di pace-, se uno dei belligeranti deciderà di non rinnovare la presente convenzione, dovrà v-otiflcare questo fatto all'altra parte e ai rappresentanti dell'Inghilterra, della Francia e dell'Italia, almeno quindici giorni prima dello spirare del periodo dell'armistizio in corso. Concordata in questi termini la nota, rimaneva da stabilire la procedura, per comunicarla al più presto possihile ai greci ed ai turchi. Per la Grecia la cosa era semplice: un telegramma al Governo ateniese. Più complicata, era invece la comunicazione ai turchi, esistendo due Governi distinti, uno dei quali, quello di Angora, non ufficialmente iiconosciuto dal Consiglio Supremo. Ora, telegrafare la nota al Governo di Costantinopoli era un po' poco, benché si potesse credere che, parlando aija nuora intenderebbe anche la suocera. Ma qualche cosa bisognava pure dire, meno indi lettamente, anche a Mus'..ufà Kemal. La difficoltà venne superata con questo espediente: telegrafare cioè il documento o.l capo della Commissiono interalleata di Costantinopoli, tenendo anche conto rlel fatto die egli è francese, e che è perfettamente a conoscenza del fatto che il Governo di Angora tiene a Costantinopoli un suo regolare agente diplomatico. Così, fra alcune ore, l'alto Commissario interalleato di Costantinopoli riceverà il dispaccio dei trev ministri dogli Ivfieri, con l'invilo di comunicarlo a chi di dovere. La seduta è stata rinviata alle IO, dopo qualche cenno sommario su molti argo¬ menti che saranno ogget'o di dibattito nei prossimi giorni, e dopo aver fissato una nuova' riunione per domani. I problemi specifichi da affrontare in questa non sono stati lì per lì detcrminati: «No riparleremo più tardi, a pranzo»: con questa intesa i tre ministri si separarono, p"er andare a. vestirsi per il pranzo ufficiale che Poincaré ha offerto stasera agli ospiti, nel Salone del Quai d'Orsay. ,. . Per la sospensione delle ostilità in Asia Minore la parola spetta ora ai Greci ed ai Turchi. Le milizie degli uni e degli altri restano con le armi ai piede, in attesa che la primavera dissecchi lo smisurato alveo di fango che intercede fra le duo linee. Questo almeno è ciò che si dice ; ma gli uni e gli altri, ardentemente, anziché una ripresa di ostilità, aspettano senza dubbio qualche efficace esortazione occidentale che permetta invece loro di tornare a casa : perchè i fantaccini di entrambe le parti non hanno nessuna voglia di fare una guerra lunga come quella di Troia. Sui rispettivi Governi incombe ora, di fronte a tutta l'umanità europea, una; responsabilità formidabile. Quello di Atene evidentemente-non farà molti capricci, anche porche non ha%)iù soldati ; quello di Angora, dal canto suo, benché i suoi commissari manifestino un perfetto corruccio contro l'armistizio, non potranno pretendere di tenersi ufficialmente ignari dell'intimidazione occidentale : innanzi tutto perchè vive anch'esso nel consorzio umano ■ e poi per il semplice fatto elio il suo ministro degli Esteri, Jussuf Kcmal, si trova in persona a Parigi, dove ha parlato replicalamenle con tutti i rappresentanti alleati, e dove si intende perfettamente con Izzet pascià, il suo collega •' Governo ufficialo di Costantinopoli. Lo speranze dunque non sono cattive Come osserva'giustamente uno scrittore sopra un giornale stamane, la guerra in Asia Minore non è che il frutto, della rivalila europea. Ristabilito ora in questo campo il fronte unico fra le potenzo alleate dell'Occidente, un rauiOj della purtroppo sopravvivente rivalità europa cade reciso, e anche i suoi frutti sanguinosi debbono quindi eliminarsi. MARCELLO PRATI.