La politica europea a Genova

La politica europea a Genova La politica europea a Genova rganzzazonedella Conferenza {Nt id Nostra corrispondenza particolare) GENOVA, marzo. Nel palazzo reale, consegnato in questi giorni ai segretario generale della Conferenza, sulla quale continuano a correre le notizie le più disparate, compresa quella d'ima immatura fine, ora per la Stanchezza di Lloyd George occupato a fangare 'ed a seminar patate, ora per la malavoglia e la volubilità del signor Poincaré, • ora per i modi poco diplomatici dei Commissari del popolo russo, per le loro oscure minaccio e le loro meno oscure esigenze, fervono i lavori perchè tutto sia in ordine e pronto per il 10 del prossimo aprile. Ed i giorni volano senza che ce se n'accorga. Gli uffici delte segreteria, con i quali i giornalisti prenderanno subito contatto sono numerosi : si può dire che il Pnlazzo ducale va d'ora in ora trasformandosi in un vero e proprio Ministero. Nei saloni superiori destinati alla Conferenza — gabinetti del Presidente, dei Presidenti delle Commissioni e sale per le riunioni delle Commissioni — gii operai lavorano indefessamente ; e sono elettricisti, tappezzieri, falegnami che si alternano in molteplici lavori d'adattamento c d'installamento di apparecchi e cabine telefoniche, di sonerie elettriche, di allacciamenti di Ali telegrafici e messa in funzione di macchine telegrafiche stampanti. S. E. il barone Romano Avezzana, che ha nominato suo segretario particolare il seeretario d'ambasciata cav. Tomaso Bertele, giovane colto, intelligente e attivissimo, è coadiuvato nella organizzazione e nella preparazione dei molteplici uffici da numerosi ed esperti funzionari politici e tecnici. 11 riparto politico della Conferenza è affidato al Conte Durini Di Monza, al Marchese Durazzo, al cav. Ricotti e al cav. Buti, tutti del Ministero degli Esteri. Genova — disse Lenin, — diviene il centro della politica internazionale ; e la affermazione dello Czar rosso risponde a verità. 4 Ma della preparazione e della organizzazione della più grandiosa Assise di popoli che mai sia stata radunata nel mondo, incominciate dall'ex presidente on. Bonomi subito dopo il disastro di Cannes ed alacremente continuala da S. E. il Presidente on. Facta, ci occuperemo più estesamente quando ogni cosa sarà a posto ; diciamo ' soltanto che tutti i funzionari di Stato dislocati a Genova, sono all'altezza delle loro non facili e delicate mansioni e che i giornalisti nostrani ed esòtici (e fortunati quelli che riusciranno a trovare un alloggio), non avranno a lamentarsi dell'Ufficio Stampa, cosi com'è stato costituito e tanto meno della « Casa della Stampa », provvida e benemèrita istituzione per mettere in diretto contatto in un diuturno lavoro le opinioni di tutta Europa. Questioni economiche ' L'on. Nitti, nel suo ultimo discorso, disse che in Adriatico si erano perduti tutti i benefici di Portorose ; l'ex-presidente ha esagerato ; di Portorose gli accordi adriatici non sono ancora in funzione, ma non sono perduti. • Ea Commissione per le « questioni economiche » che saranno discusse a Genova, ha già compilato con un'ampia ed esauriente relazione illustrativa una serie di proposte, le quali sono informate, in linea generale, ai principi stabiliti dalla Conferenza di Portorose (ottobre-novembre 1921) già approvate dalla Francia e dall'Inghilterra. E' stata pure presentata alla Segreteria generale la relazione sulla questione dei trasporti (ultimo comma del programma concretato a Cannes). La Commissione dei trasporti è stata anche investita delle conseguenti questioni finanziarie. Della Conferenza di Portorose, che, nella sua voluta modestia, fu veramente utile e profìcua, poiché gli Stati che vi furono rappresentati poterono trovare i primi punti di contatto per una reciproca intesa di ricostruzione economica dell'Europa centrale, sono rimasti una serie di accordi che hanno permesso — salvo le riserye della Jugoslavia, la quale, pur desiderosa di un trattato di commercio con l'Italia, il paese propinquiore nell'Adriatico, è tuttora in contrasti politici con noi per la insoluta questione di Fiume e di Porto Baross — una confortante ripresa di relazioni di commercio e di traffico, in special modo con la Czecoslovacchia, che assumeranno maggiore importanza ed intensità allorquando i trattati di commercio saranno un fatto compiuto (entro il 1922) e saranno abbattute molte delle troppo alte attuali barriere doganali. Gli accordi di Portorose, alcuni dei quali (riaperture di frontiere) andarono in vigore ai quindici del passato gennaio, altri furono perfezionati (regime dei passaporti) nella Conferenza di Graz c altri formeranno oggetto d'ulteriori discussioni in upa nuova Conferenza tra Italia, Stati successori dell'Austria e Germania nella ventura estate, si ritrovano conglobati in una serie di proposte, che saranno presentate dalla Delegazione italiana alla Conferenza di Genova e che riguardano i paraferai! 5 e 6 dell'ordine del giorno; e cioè, le facilitazioni e le garanzie per il commercio di esportazione e d'importazione, le operazioni commerciali in genere ed i trasporti. Gli accordi conclusi tra l'Austria, la Polonia, la Jugoslavia, la Romania e la Czecoslovacchia nel novembre 1921 allo scopo principale di regolare il traffico internazionale, disordinato e intermittente o di trascurabile entità saranno ripresi in esame a Genova con le modificazioni e le aggiunte rese necessarie dalla maggiore ampiezza ed importanza delle cose ed estesi a tutta l'Europa onde far rientrare sulla via della normalità dell'anteguerra, e migliorarlo sviluppandolo mag giormente, il traffico internazionale dei viaggiatori e delle merci, togliendo di mezzo gli ultimi ostacoli che gli si frappongono e riallacciando l'Occidente all'Oriente con la ripresa delle relazioni commerciali e politiche dell'Europa con la Russia e la Germania. ■ Di questo fatto, che è una delle basi per un principio di restaurazione economica si sono già preoccupati e interessati gli Stati della Piccola Intesa o « Quadruplice Alleanza » come s'è intenzionalmente Voluta chiamare quasi a manifestare una speranza ed esprimere un desiderio alta mente politico di Beneésh e di Ni n eie nella recente conferenza pseudo-tecnica di Belgrado ; e se ne interesseranno anche i paesi neutrali- in una prossima riunione che essi terranno a Berna, pare, o a Ginevra, tantopiù che la Svizzera ha già deliberato di riprendere con la Russia le proprie relazioni politiche e commerciali. L'« observtìr americano » Cosi viene, in certo modo valorizzata la Conferenza internazionale di Portorose, la quale, in obbedienza ad un programma limitatissimo e puramente tecnico che le era sfato assegnato anche dalle altre I | | I -- —- s ?,« . — " — Ique Potenze dell intesa — 1 America era intervenuta come semplice « òbserver » •— non potè occuparsi delle « questioni finanziarie », delle quali è, invece, largamente investita la Conferenza di Genova. Ricordiamo però clic l'« òbserver» americann, colonnello Smith, presentò un progetto di organizzazione finanziaria, ed economica non solo dell'Europa Centrale, in vista appunto delle miserevoli condizioni degli Stati eredi dell'Austria e della caotica Russia soviettista, ma di tutta quanta l'Europa. Il progetto, che non era «a universa! panacea for the ills of Europa », era dovuto alla fervida immaginazione di quel Frank Vanderlip, principe della finanza e dell'alta banca americana, il quale si assicura — la Consulta però lo smentisce — clic oggi abbia avuto dal Presidente degli Stati Uniti l'incarico di seguire da « òbserver » i prossimi lavori della Conferenza di Genova. Il progetto di Frank Vanderlip, dal Presidente della Conferenza di Portorose barone Ro-: mano Avezzana. comunicato con vive raccomandazioni di esame ai Governi d'Europa, fu, se Leu ricordate, giudicato quasi come ima burletta, un «bluff», xm'amerìcitnala: ma se ora vogliamo ritornare su quell'idea vanderlipiana, sfrondandola di tutte le germinazioni utopistiche e le superfluità tecniche, la ritroviamo, in proporzioni molto più modeste, nel progetto franco-britannico Loucheur, presentato e discusso a Cannes, che è stHto pochi giorni or sono approvato nella Conferenza dei ministri finanziari dell'Intesa. , . Il « Consorzio finanziario » dell'Intesa ha per oggetto, con un capitale di 20 milioni di sterline (appena appena sufficiente a rimettere in stato di funzionare le ferrovie della Russia) di favorire le imprese finanziarie per la ricostruzione d'Europa ; — il progetto Vanderlip aveva per oggetto la creazione di una Banca Federale di riserva d'oro con il capitale iniziale, aumentabile, di un miliardo di dollari ripartito in azioni di 500 dollari ciascuna, «per mettere un freno alla produzione vertiginosa della Carta-moneta nell'Europa centrale, per l'ado-» ziorie di un tipo unico di moneta e la stabilizzazione della moneta e del cambio ». Nel programma di Genova troviamo appunto nel paragrafo « questioni finanziarie » : n) Moneta, e circolazione fiduciaria ; b) Banche centrali e Banche di emissione ; c) Finanze pubbliche nei loro rapporti con l'opera di ricostruzione : d) Problemi dei cambi' e organizzazione dei crediti pubblici e privati. Ora, la designazione di Frank Vanderlip — quando fosse con fermata — a rappresentare gti Stati Uniti a Genova apparirebbe sintomatica perchè il designato è sempre una delle .più eminenti ed influenti autorità americane in materia finanziaria e bancaria. L'America, infatti, se si deciderà, una volto che siano eliminate le questioni politiche, che ora la turbano e la rendono lituhante sull'avvenire dell'Europa, a riprendere le sue relazioni con il vecchio inondo, sarà, pei' la forza delle cose e come detentrice di aunsi tutto l'oro europeo, il grande banchiere della « ricostruzione » — e saprà trovarci, non c'è da dubitarne: il suo interesse. Gli alti e bassi eiella politica . La Conferenza di Genova ha. subito e continuerà a subire tutti gli alti e bassi della politica, precisamente come li suJjì, con sette rinvìi, la Conferenza interalleata di Portorose. Ma è lecito arguire : che se a Portorose furono vinti i legittimi dubbi esistenti tra i delegati all'inizio dei lavori sulla possibilità di formulare regole ed accordi concreti sul programma sottoposto al loro esame e fu compiuta un'opera che sorpassò le più vive speranze, com'ebbe giustamente a rilevare il Presidente barone Romano Avezzana, a Genova, eliminate le questioni,delle riparazioni tedesche con il recente accordo di Parigi e risolute le « ouesfioni orientali » nel prossimo convóiziwfi dei tre Ministri degli Esferi dell'Intesa'è- sa vi riusciranno — con la Tincifienziòpp r]pi Turchi, che richiedono v l'Anatolia e la Tracia, e dei Greci, che parlano — selibenr: in tono mi nore ■— di nuovo offensive militari in Asia Minoro, l'opera incpnihiciafà sul finire dello scorso autunno Iiol ridente golfo adriatico, che Venere e5 Santa Lucia co orirono di roseti sempre fioriti, sarà perfezionata, allargata e commuta, ìnir tra le più crandi e imprevedibili difflopltà, sulla riviera lirrure. fra le profumate aure primaverili; iiftlla citf-'i. di Colombo, dei Fiaschi e dei noria, rappresentanti di tutti gli Stati d'Europa. Libertà di commercio, trasporti e tariffe A Portorose fu sanzionato il principio della libertà di commercio, che permise la possibilità di scambi di materie prime e di prodotti Ira un ristretto numero di popoli ; a Genova verrà sanzionato il principio della riconciliazione dei popoli, i quali ritroveranno la normalità della vita nel lavoro e nelle l'innovellate relazioni politiche ed economiche. Se non slamo male informati, a Genova, quando saranno messe in discussione le questioni vitalissime dei trasporti, torneranno sul tappeto anche i voti emessi a Portorose per lo studio di convenzioni europee generali sul regolamento dei trasporti ; e cioè, sulla uniformità delle tariffe ferroviarie (proposta ruuieno-polacca) e la istituzione di una Commissione internazionale permanente di studio dei bisogni più essenziali per lo sfruttamento delle ferrovie e dei mezzi per soddisfarvi convenientemente ; combustibili, materie lubrificanti c illuminanti, traversine, riparazioni di materiale, fornitura di forza motrice, ecc. ecc. Com'è è facile intuire, di carne al fuoco nel pentolone di Genova ce n'è parecchia ; forse troppa ! Auguriamoci che ne etiocia almeno unsi parte e possa esser smaltita nella ricostruzione economica dell'Europa, con l'accordo sincero dei ricostruttori, compresa una buona. Sfolta tra queste anche l'Italia, della quale si discorre soltanto quando proprio i due Alleati non ne possono fare a meno. Si parla e si scrive sempre di accordi e di collaborazionismo anglo-francese ; mai di accordi e di collaborazionismo anglo-fraiu:o-i(nliano. Si direbbe che l'Italia ha prestato il locale perchè le altre nazioni discutano i loro interessi e provvedano ai fatti loro! SILVIO GHELLI.