Merejkowsky, la Russia e noi

Merejkowsky, la Russia e noi Merejkowsky, la Russia e noi •• Demetrio Se rguetìe vi Idi Merejkowsky co- I n^.■minciò la carriera letteraria con un volu- Jegurbe,••di. versi. Simboli,, diede altresì, dei Msaggi critici racco fri col titolo di Compattili peìerni (Montaigne, Plinio il Giovane, lb...sen,' ecc.), tentò il teatro con i drammi; % La morte di Paolo I, Lo ezàrenUch AlesP sto. 'i Romantici; La g-ioia. sarà; slndin i ^'problemi del suo tempo. ueU'Kr,/. della. Bc§ stia e nello Czar e. la Rivoluzione, o tuttaJ via venne in l'unni europea soltanto per il %'Cristo e l'Anticristo (Tolstoj c Dostoiivski) e per la triiotgia: La. morie degli Jlei "(Giuliano l'apostata), La resurrezione, deE mM Dei (Leonardo da Vinci). Pietro, ed ^'Alessio (Un monello nuovo) : sino ad 'oggi |le rimanenti sue opere restarono .qua éi del tutto ignorate. /. A brevissima distanza sono usevti re; 'cJBnfeuiente, nella. Collezione. Russa Bos aard, tre volumi del nostro autore:, Quat< tardici Dicembre, romanzo; Il Regino delVÀnUcrìsto, scritti sul' bolscevismo; t'era della Bestia, saggi di critica e di discussione. Contemporaneamente l'editore Caddeo di Milano ha pubblicato il dramma \ La morte di Paolo I, tradotto dulia Duchessa d'Àndria. Prendendo lo spunto da questi libri .vorremmo indiicaro sommaria mente* le bfiss,i del pensiero del MerejkowI sky e mostsaSme l'applicaziipne alle forme della Russia ^zarista, all'avvento del regime bolscevica e, per riflesso, all'esame del. la nostra civiOtà. ■ < Se 11 Volin.^kii e il Krapotisin ebbei'o a rimproverare tal Mereikovvsky il decadentismo, le tendenze verbo le teoitic del super- ì. ubino di Nietzc<ib.e e l'erotismo estetico, nel periodo ' da cui nrendiamo le mosse (po- . stSriore alla rivoluzione russa, del 1905) i dissidi si erano già quasi interamente composti in una formula di questo srampo (L'era della Bestia, ed. Bossàrd, p. 167) : I «Non si produce neila rivoluzione russa (del 1905) come in- ogni fenovreno de.Ha storia universale la lotta del divino con il diabolico? (Cristo e Anticristo). La qne- I stionè non è in chi' vincerà: noi non pos- : siamo saperlo. Ma noi possiamo e dofo- ■ biamo sapere a chli augurare la vitto| ria (Il Cristo)». | Questa citazione condensagli asipetti fonf damcntali del pensiero del Merejkfowsky, il duale vede alla radice di ogni fatto la : "lotta tra il principio,' del bene (Il Cristo) Me tmello del male (l'Anticristo) secondo le parole dell'Apocalissi* e la sua. interpretazione si estende a; tutte lo .manifestazioni dell'universo, senza, limiti di tempo nell'antichità,,e con uh grande arco lanciato sopra il futuro. Perpetua o la lotta, a e sempre si conclude con l'attesa del Cri sto. mentre l'Anticristo si incarna in volti diversi e in anime disuguali, da Giuliano l'Apostata a Leonardo da Vinci, a Pietro il Grande "a Nicola I, alla moderna e vile {-'borghesia (il Cham), agli attuali duci della rivoluzione, ed è destinato a inabissarsi nelle tenebre. Concezione semplicistica, di fondo religioso e mistico, ma clic seti?;* dubbio offre all'artista, spronato a procedere per antitesi, un campo sconfinalo, e la.facoltà di scagliar l'una «entro l'altra • delle masse poderose, con innegabile ac crescimento di efficacia. Si doti che la mattila è costantemente tratta dalla stona, si pensi alla meravigliosa abbondanza e fastosità di temi che racchiudono: 1 impero di Giuliano l'Àposjtata; il Rinascimento in Italia e in Francia (con i Borgia, FranìcescQ, I, Michelangelo, Machiavelli, Leo; nardo) ; la Russia di Pietro il' Grande che affiora alla vita europea (tragedie domestiche, sètte di fanatici) ; la congiura dei . Decabristi e quella di Pahlen, o si vedrà '- die il'manicheismo di Merejkowsky, tco; ricainente e razionalmente insostenibile, è fonte incomparabile di ispirazione artistica Sé poi l'autore è caduto sotto la grandiosità del disegnoi, l'immensità rlr-lle masse e il peso'dei colossali protagonisti, toccando il vertice nella. Risurrezione de' gli Dei, dopo la buona prova di Giuliano l'Apostata, e precipitando nello schemaI tismo di Pietro e Alessio, e nella, schele- trica cronaca di Quattordici Dicembre, ^.ravvivata di rado da intervalli di fremetil te umanità, e discorso a "parte. Il Merejkowsky. è un cercatore di Din e un epigono del Dosloievski profeta dei . Fratelli Karamazoff: crede pertanto ad una missione divina della Russia nel. mondo e si riallaccia al messianesimo profesi saio da Adamo Mickievicz nel famoso cor;, so di letterature slave che ebbe inizio alla. fine'del 1840 al College de Franco (e non . all'Università di Parigi come il M. ritf.iene). .'Per noi lettori occidentali la violente, per- ■ sonalità dei personaggi del Dostoiewski soffoca e nasconde il substrato politico- ' religioso, mentre pel Merejkowsky ci acl cade di vètler sempre le teorie, per la minore facoltà creatrice dell'autore. Sbozzate le prime linee, osserviamo co. me 11 M. si comporta nella realtà. .11 Merejkowsky, nel decennio clie precedette la guerra europea, appartenne ali' mlelliquentsia russa, ossia alla categoria composta di rappresentanti delle professioni liberali e di persone che, possedendo una certa istruzione, si occupavano di problemi sociali, La definizione è quanto mai v;';'imnrecisa mancando non solo il vocabolo ! corrispondente, ma sopratutto il termine i: .di confrónto, poiché, dice il M., « ignoro ~ se l'intelliguentsia.sia un miracolo o una ■ mostruosità, ma indubbiamente essa e qualcosa di unico nell'attuale cultura cu- i ropea». Infatti l'intellignentsia non si ac. 'comunava con le classi colte* perclft que- ■ ste- facevano parte del governo autocrati' co e aristocratico, ed essa dell'opposizione, non s'identificava con la massa popolare, e anzi intendeva plasmarla; era staccata dalla Chiesa ufficiale e dalla burocrazia, entrambe nell'orbita della casta dominante. Isolata." al di fuori del funzionamento della società czarista. era a sua volta' — secondo il Ivi. — suddivisa e frazionata. T Polene la sua forza risiedeva «non nel . suo intelletto, ma nel suo cuore e nella sua coscienza » i marxisti, i nihilisti, gli ' 'idealisti privi di sentimento religioso e patriottico, vivevano sui margini di essa, '. e alla prima occasione — il bolscevismo — si dimostravano pronti a slaccarsene, per seguire in tutta libertà di spirito e .senz'a £j legami messianici le Uno ideologie. Cor'.Xèìcchè la tragedia deirintelliguentsia — jv^aeflipre per il M. —,era complessa: schiacj";'-'CÌata tra il popolo o il governo, vedeva ■ perpetuato il dissidio tra l'ateismo di al>%c1ini membri e la religiosità di altri, ed f" inoltre sentiva salire la marea della me. dia borghesia occidentale e del positivi•smo cine*»,- l'avvento della Bestia. Contro di ciò reagiva con un connubio socialreligioso. GH slavofili avevano scorto nel »»7r (turno di rotazione delje terre che il villaggio assegna e- ripartisce ai contadini) l'Istituzione originale della vita russa che, risolvendo la queetlone sociale, consentiva la conquista dell'Europa. Al presupposto economico il Merejkowsky aggiunse la luce del nuovo «ùstianesimo (« La luce dell'Oriente era>per Hertzen la rinascita del Comune di campagna, e per noi è la rinascita della comunità cristiana ») a integrar.» la missione divina della Russia, per la nuova umanità. Pr in tal modo le sijfc posizioni, i! Meiejkoweky attaccò sema riguardi i due eeestcvsrdniemrnmHcfdRasddctdcnetgtdt1Focvpbvcz I nemici più pericolosi i lo spirilo'di «tei Jeho informava buona parte dell'ini guenlsia, da Gorki e a - , , a o — l a e — r a — a d o l l ) , a o a e a a , ! e teismo intelli- % Cecof, ad Andresti, e Ja corrotta meschinità della borghesia europea. Scoppiala la rivoluzione di Lenin e di Trotzki nnatemizz'ò logicamente il bolscevismo, qualificandolo II Regno dell'Anticristo. Scritti e teorie di un libellista a cui non si deve chiedere imparzialità, di vedute, ma che può darci analisi interessantissime di scrittori e di situazioni, correttivi alla, comprensione sentimentale della Russia, e per ratinale regime fornirci .di quaderni ricchissimi di notizie, e impressioni rial vero, frut'.d di personale esperienza: infatti il M. rimase forzatamente a Pietrogrado sino al dicembre 1919, riuscendo a evadere dal paese dei Soviet nel gennaio 1920. Come ognuno sa, la borghesia propriamente detta non esisteva, in Russia. A. Hertzen sin dal 1864 previde che « nella piccola, borghesia è la forma definitiva della civiltà occidentale», Dosloievski, neile Noie d'inverno su, impressioni estive, la flagellò sarcasticamente. Nel predominio de) terzo stato europeo, che minacciava la Russia degli. Czar, Merejkowsky assisteva al dissolvimento della grandezza del suo sogno messianico, a un livellamento ateo e raffinato del fiotto religioso e sociale che doveva prorompere dalla sua patria. Per di più notava, l'ondata metodica della meccanica invasione cinése, che avrebbe stritolato e uguagliato ogni cosa nella rigidità del suo formalismo, spegnendo le fiaccole. Lo spirito russo, sprovvis'o della finitezza di cultura necessaria, per divenire europeo, era. nondimeno parzialmente contaminato dall'ateismo, sebbene, la sua negazione fosse angosciosa e tragica, amletica, di fronte alla placida e spaventevole indifferenza occidentale. In questo primo periodo ii Merejkowsky considerò l'intiera Europa sommersa in un positivismo mediocre e contento, che fioriva nella politica di .laurès e nell'arte di Anatole France e di Maurice Ma.eferlinck, e le pagine che, nell'Era della Bestia, dedicò ai tre prototipi, sono di una squisita malignità. Convenienze politiche, dopo la Rivoluzione, 10 spingono ora a salutare l'idealistica Francia., supplicandola, e a malmenare la borghese Inghilterra, colpevole di voler riappacificarsi con Lenin. 11 Merejkowsky, datosi dunque di lutto cuore a scudisciare l'Europa e la serenità olimpica della Cina, partendo da un principio religioso, anzi mistica si stupì di constatare che s noi il sogno messianico della Russia importava poco o niente, e continuo a sorprendersi di un fenomeno di natura storica. Non gli riuscì di comprendere che se era giusto che la Russia continuasse a cercarsi una fede e un assetto sociale, perché ancora agli albori del suo destino, era per lo meno inutile che 11 resto dell'Europa, che aveva percorsa già gran parte della sua parabola, facesse altrettanto, mettendosi su di una medesima via. e che l'utopia messianica non ave. va nessuna base seria, reale, verosimile (quelle da lui poste nella sua trilogia riposavano su leggende). Egli non ci capi, benevolmente ci disprezzò, e pretese di guidare, una civiltà matura su di un cammino inusitato e miracoloso. Reagì con al'.rettanta severa serietà verso Cecof, Gorki e Andreieff. Membri pur essi deirintelliguentsia, mancavano di una ci-edenza religiosa e persino di un'aspirazione verso la fede. La loro indifferenza era infinitamente più dolorosa di quella europea, perchè sentita con un'intensità, uri vuoto, un abbandono primitivi. La. maschera brillante del dubbio e dei sofismi, il giuoco intellet'nale di un Anatole France erano qui disperazione tetra e desolata di creature cjie non sanno: in luogo di una soverchia conoscenza, un'ignoranza profonda. Il Merejkowsky si preoccupò so. pratutto, anzi unicamente, dell'effetto sociale e pratico che le conclusioni negative dei tre scrittori avrebbero prodotto. In Russia la letteratura è saldata intimamente alla vita, e quando si leggono le critiche, quando per esemnio si percorre il Giornale di uno scrittore, ci si stupisce perché le osservazioni, le discussioni, le analisi di un libro vertono sulle idee e non sull'arte. Avvezzi a riguardare la letteratura, come un'attività dello spirito che ha in sè il suo fine, ci fa meraviglia vederla considerata rome un mezzo di trasmissione di idee : l'articolo di Dosloievski su Anna Knrenine, che porta sulle opinioni di un personaggio, è per noi poco amabile. L'Era della Bestia (cioè l'avvento della borghesiat comprendeva dunque la condanna dell'Europa e il monito al gruppo areligioso deirintelliguentsia, riaffermando superbamente: «Da noi, in Russia, non è che non vi sia più religione, non ve n'è ancora, ma tutti, credenti o increduli potremmo, in grado maggiore o minore dire: — Voglio ciò che non esiste al mondo. GH europei non lo direbbero: essi vogliono ciò che esiste sulla terra. Per loro esiste il coni atto col mondo terreno, per noi quello con il mondo ultraterreno. Essi sono per l'evoluzione, noi per la rivoluzione ». Dieci anni dopo scoppia la rivoluzione bolscevica. Demetrio Merejkowsky scrive 11 Beano dell'Anticristo, ponendosi «nel punto di vista più profondo, quello religioso ». — « E' sotto a questo segno eterno che furono scritti gii articoli del mio libro». Nel trionfo delle tendenze deirintelliguentsia da lui perseguitate, nell'assunzione di quei marxisti e di quegli atei che aveva relegati in un'ombra dubbiosa e compromettente, nella più assoluta mancanza della luce religiosa che egli aveva invocato, nel tramonto dèlie speranze riposte nella Polonia, dimentica nella pace bolscevica del messianismo di Mickievicz, la mentalità fanatica del Merejkowsky continua a scagliare fulmini e scomuniche, non cerca di comprendere con umiltà, di risalire gradualmente ai particolari della sua antica interpretazione per veriflr "ne l'esattezza, non si rassegna, e gridi, jhe la Russia rinasce sotto la nuova idra, e che «la libera, la santa Russia è in cammino». Insulta l'Europa perchè connivente e conciliatrice ; mette Lloyd George sullo stesso piano di Kerensky. Scrive: « V bolsceviki sono figli del diàvolo, mentitori, omicidi, il satanismo si incarna in loro «. — La vecchia tesi rinasce: «Soltanto i russi sono degli europei universali. Il borghese è d'accordo col bolscevico sul punto essenziale: la negazione di Cristo personalità assoluta». Vano è quindi insistere: l'unità del pensiero del Merejkowsky non si è spezzata dinar>7.; ai fatti nuovi, non si muterà al cospetto di quelli che verranno. Egli scorge il mondo attraverso a delle lenti mistiche e continua a dar valore ai • vaticini messianici di ottantadue anni fa, al « cristianesimo dinamico » di Mickievicz, alle profezie di Dostoievski. Strano destino duello dei Fratelli "karamazoff, c per.un'opera d'arte incomprensibile a noi! Curiosa oltracotanza proclamare che «La razza slava è Iti cariatide della storia-mondiale che ne sopporta tutto il peso »! Un altro problema: con chi è Tolstoi? Per il Merejkowsky appartiene al bolscevismo per la sua politica, la sua etica, la pdnDcpnztMpeaGusttvzènfssefmsNPtvtdCterlndpvrsTatclsnpiirpvftt sua estetica, la sua metafisica, ma. sfugge ad esso perchè « per lui la. suprema norma è la religione». Dagli scritti che ho citato stralcio questo appunto: « il popolo s'inchinava davanti allo czar come davanti al suo Dio, l'intelligenza s'inchinava dinanzi al popolo come se fosse stato Dio. La folla impersonale divinizzava lo czar, ia personalità isolata divinizzava il popolo impersonale », e. passo a esaminare i contributi letterari e le informazioni che ci recano. Nell'edizione Bossard, Il Regno dell'Anticristo comprende, oltre gli studi del Merejkowsky, il giornale di Zenaide Hippius (sua nioglie) e il racconto della loro evasione, di D. Philosophoff, e non esito a dure la mia preferenza per gli ultimi, 11 Giornale della Hippius va dal giugno ul dicembre 1919, ed è attraente, suggestivo, spaventoso, ritocca di singolari' notizie. Bisognerebbe tradurlo integralmente : della verità di quanto espone non vedo altra garanzia, che quella dell'emozione letteraria, che è profonda. Gorki vi è maltrattato, Lunaciarsky vituperato, Zinovieff spogliato a. nudo. Opera di penna femminile riflètte le emozioni di una sensibilità finissima: documento personale e soggettivo va. giudicato nell'insieme, edestrarne degli episodi isolati non mi pare equo, a meno di considerarli come pura e semplice testimonianza. Segnalo pure nelYEra (Iella Bestia. (Le moiifle-roi) i saggi su Cecof, Gorki, c specie quello su Andreieff. che vorrei sperare che troncasse gli entusiasmi sproporzionati sorti in Italia per l'autore di Sacca. Quattordici dicembre, romanzo della rivolta, dei Decabristi (li dicembre 1825) non è fra le cose migliori del Merejkowsky, ma conviene tenerlo presente, dato che muove da un fallo che rappresenta un cardine della storia russa. La. morte di Paolo l, raccaprici'i.-oiic. è tròppo terso e freddo, ma significativo. Ciò che mi preme di soggiungere al termine della min. rapida rassegna, in cui Ilo cercato di indicare degli spunti, sperando unicamente di svegliare l'attenzione su mi uomo e.un'opera tutl'altro che trascurabili, è l'intonasse e l'utilità di sondare di frequente l'oceano della vita russa. Si trarranno a riva dei documenti contraddittori, non sempre simpatici, ne nuovi, ma la molteplicità di essi sarà causa di una più attenta valutazione. La nostra epoca è quella delle note in margine, approssimativo e discrete, delle inda, gini serie, modeste e imparziali. A concludere ed a pontificare penseranno domani i dottrinari. A. O.