Adriatico ed Oriente

Adriatico ed Oriente Adriatico ed Oriente Una nuova fase della situazione fiumana — situazione purtroppo assai instar hile tuttora ed oscura — si è aperta con la riassunzione del potere da parte del Comando militare, che ha deposto il « Co- , mi tato di difesa nazionale ». Questo nuovo | «olno di scena sembra aver avuto la sua origine in un contrasto fra legionari e fascisti, insistendo questi sulla nomina di Giuria.ti e sullo scioglimento della' Costi- i tuente. mentre quelli, d'accordo con i re- i pubblicani, desiderano ottenere la collaborazione di tutti i partiti — anche del partito autonomo — per arrivare alla co- ; stituzione di un Governo che possa pre- ' sentarsi dinanzi alla Costituente riconvocata. A tale contrasto tra fascisti e legionari sembrerebbe ricollegarsi anche il ma- ' nifesto del Direttorio legionario intimante i a tutti i legionari di rompere ogni legame con altri gruppi o partiti. La riconvocazione della Costituente è stata già da noi prosDettata come l'unica via di uscita; ma le ultime notizie, un po' oscure e confuse, I non ci assicurano ancora la riuscita di : questo punto e talune voci fanno temere nuove complicazioni. Auguriamoci che ciò non si avveri. Il Governo, per parte sua, ha cercato e cerca di avviare la questione sulla giusta f via tenendo ben fermi i principi fondamentali a cui tutti quanti dovrebbero ispirarsi : ristabilimento della legalità a Fiume ed applicazione del trattato di Rapallo. Le dichiarazioni ultime del ministro degli Esteri — che la stessa Destra ha ascoltato con rispettoso silenzio — sono state veramente encomiabili per la chiarezza d'idee ed il tono reciso : I e notiamo con par'.icolare soddisfazione ; la promessa fatta di ricercare se vi siano : responsabilità degli elementi militari italiani, di terra e di mare nei moti di Fiume. Questa promessa, insieme conun pas- , so del programma ministeriale sulla poli- ; tica interna, darebbero mo'dvo a sperare : che il Ministero Facta sia deciso a porre nei suoi veri termini il problema dell'ordine -pubblico nella presente situazione italiana. lavorando a ottenere, innanzi tut- : to, il ristabilimento della disciplina negli stessi organi statali. Confidiamo che i j fatti siano per corrispondere a tali speranze e che il Ministero, dal largo voto di fiducia che certamente riceverà, tragga la forza ad agire con diritta risolutezza per il totale ripristino dell'imperio della legge. Il problema di Fiume, da cui abbiamo • preso le mosse, è bifronte: accanto alla faccia di politica interna, è quella di politica estera. Per questo lato, la soluzione non può trovarsi — come il ministro Schanzer ha ripetuto ancora una volta — se non nello stabilimento di rapporti normali e amichevoli con la Jugoslavia e la Piccola Intesa, che permettano a Fiume di ridivenire lo sbocco del proprio hin- : terland. Taluno, certo per ingenua igno: ranza. mostra di scandalizzarsi all'idea che Fiume divenga sbocco del commercio jugoslavo. Vorrebbero, dunque, costoro che la vita economica della città perisse definitivamente? Gli elementi locali di Fiume — anche i più patriotticamente italiani — sono ormài bene in chiaro e concordi su questo punto: e il fascismo particolarmente quello triestino, che tanto si occupa della città del Quàrnero farà bene a considerare le cose dal punto di vista di Fiume. E se, prima della guerra, c'era un posto nel commercio adriatico così per Trieste come per Fiume, non c'è ragione perchè, una volta ristabiliti i rapporti normali, altrettanto non si verifichi anche in futuro. Certo, urge provvedere perchè ai due porti siano ridate le condizioni naturali e necessarie di vita, prima che il commercio dell'ex-impero absburghese sia sviato definitivamente ai porti del mare del Nord (la Cecoslovacchia, per esempio, avvia volentieri le sue merci su Amburgo) o a nuovi porti dell'Adriatico. Solo quando siano riallacciate le arterie di comunicazione fra Trieste e Fiume e l'hinterland danubiano, si potrà sperare . che riprendano gli scambi intensi fra quei porti e l'Oriente che costituivano un elemento fondamentale della vita adriatica nell'anteguerra. Il ristabilimento, tuttavia, di tali scambi implica, accanto alla sistemazione adriatico-danubiana, quella dell'Oriente medesimo. Noi pensiamo che una chiarificazione dei i-apporti italiani con la Jugoslavia e la Piccola Intesa agevolerebbe e fortificherebbe la politica italiana riguardo agli Stretti, all'Asia Minore e al conflitto greco-turco; perchè ne deriverebbe una solidarietà d'interessi fra Piccola Intesa e Italia rispetto ai problemi orientali. Interesse comune dell'una e dell'altra è, infatti, il ristabilimento della pace e la sistemaziope definitiva dell'Oriente anteriore; e se questo interesse è soltanto indiretto, mediato per Cecoslovacchia e Jugoslavia, risulta invece direttissimo ed essenziale per il terzo ma non certo meno importante membro della Piccola Intesa, la Romania, che il regime degli Stretti e le comunicazioni fra Mar Nero e Mediter- • raneo ha sempre considerato come uno .' dei cardini della sua politica. Da molto tempo noi abbiamo richiamato l'atten- i zione su quésto punto, che ci sembra di I grandissima importanza per la nostra po- i litica orientale: e tanto più lo facciamo oggi, alla vigilia del convegno interalleato' per l'Oriente e mentre Yussuf Kemal bey, il ministro degli esteri di Angora, si prepara, dopo i suoi viaggi di Parigi e di Londra, a recarsi a Roma. La nostra politica orientale ha bisogno ; di eaeer ripresa con mente organica e lcvmsravdssmPmnggsaIahdIrvzpeennrtpt mano ferma: e noi molto attendiamo in proposito dall'on. Schanzer, appunto per la stima che abbiamo di lui. La situa zione attuale del problema d'Oriente, fra Grecia e Turchia, fra Inghilterra e Fran eia. è forse una di quelle in cui l'opera di un terzo, diretta a mediare i contrasti in una sintesi supcriore, può recare tutti e, naturalmente, all'accorto media tore stesso, effettivi vantaggi.

Persone citate: Adriatico, Facta, Giuria, Schanzer, Yussuf Kemal