L' eloquente arringa del Procuratore Generale e le prime difese al processo di Torino

L' eloquente arringa del Procuratore Generale e le prime difese al processo di Torino L' eloquente arringa del Procuratore Generale e le prime difese al processo di Torino Appena aperta l'udienza prendo la parola il P. G. corniti, avv. Crosta Curii. '. Il valoroso magistrato comincia col rivolgersi ai Presidente Barone Daviso, tra la più Intensa attenzione del numeroso uditorio. Il saluto al Presidente e a Ferri «Eccellenza, prima elio io inizi questa mia breve requisitoria permettetemi che rivolga a Voi che state per uscire dalle nostre file dove avete per tanti anni meritato, il giusto plauso unanime dei difensori della giustizia, l'espressione del rincrescimento vivissimo che prova tutta la nostra (amiglia par vedervi allontanare. Però rimarrà impresso nelle nostre menti il ricordo dell impareggiabile magistrato, del perfetto presiti ente di Assise. A Voi, al figlio vostro, alla famiglia vostra, mando le più vive felicitazioni, i più sinceri auguri dell'amino e del magistrato. « A voi (rivolto ai banchi degli avvocati) miei compagni nelle diuturne fatiche, a voi u giovani e valenti avvocali che avete costantemente mantenuti i dibattiti nella forma più cortese e corretta sempre al fine di raggiungere la verità, il cordiale min saluto. Ed ai voi (rivolto all'on. Ferri) sommo maestro, di fama imperitura, che ha varcato i confini del nostro paese, ospite nostro ammirato • gradato, il riverente saluto. Ed ora a noi, o signori giurati. Anche a voi un ringTaziamento. Avete assistito con una calma e con tranquillili, ammirevoli alla discussione di questa causa talvolta tarragginosa e Vi siete formato un convincimento che ormai la mia debole parola ben poco potrà aggiungere anche in considerazione dell'eloquenza SegU avversari che cercherà di combattere le mie argomentazioni. Troppi sono gli accusatori, numerosissimi i difensori. Ma so méttiamo in raffronto lo stuolo dei difensori In'confronto degli accusatori, noi dovremmo essere travolti da questa valanga di eloquenza. Ma la causa è troppo buona c l'intelligenza vostra è tale che mi fa sperare che tioiiivarrò. eloquenza a sconvolgere lo stato di ietto e la .responsabilità di questi prevenuti. «Ed entro subito nel cuore della causa. Voi rinin dovete giudicare costoro òhe per i reaiti commessi. Voi dovete darvi ragione delle singole responsabilità di questi imputati. E bene però che prima sappiate di quali reati devono rispondere e quindi brevissimamente io vi definirò i reati principali di cui costoro sono imputati. Non mi euro dei reati minori, delle contravvenzioni del porto d'armi, della mancata denunzia di armi, del possesso di bombe, eoe. Sono bazzeccole iti confronto dei due reati più gravi. Per coloro che non hanno la conoscenza esatta del nostro Codice Penale, io esporrò brevemente le figure dei reati che sono contemplati in questa causa. Coloro che ne sanno più dil me mi correggano, se sbaglio. Due sono i Meati gravi dei quali voi vi dovete occupare] l.o sequestro di persona: 2.o di omicidio». Il reato di sequestro Qui l'eloquente oratore tratteggia la figura giuridica del reato di sequestro; roi dice: « Sonzini e Simula furono illegittimamente; privati della loro libertà? Non c'è dubbiò. 11 Sonzini viene tradotto nello Stabi'imento Nebiolo. .Nello Stabilimento Nebiolo viene fatto segno a minacele, non a sevizie. Viene fatto segno a propositi di morto. Successivamente- viene (l'adotto alle Subalpine, per poi passare in quel piato ove venne ucciso. « Durante questa traduzione da uno stabilimento all'altro viene fatto seguo a minaccie, perchè, come avete-rilevato e come avete sentito, coloro che Io traducevano oppugnavano le armi e lo minacciavano di mone. Simula viene catturato in via Pisa al N. 41 e tradotto prima alla Bevilacqua, dove venne fatto segno a sevizie ed a minaccie. Quindi viene tradotto allo stabilimento Ballada per poi venire trascinato lungo il corso Regio Parco ove venne anche lui barbaramente ucciso. Abbiamo fatto insieme quel percorso. Vi ricordate, nel mattino di sabato. E non so.se a voi sarà, sorto in mente il pensiero, il ricordo della pena di questi etti» 'disgraziati consapevoli della fino miseranda Che li 'aspettava, quando tradotti tra due banditi armati di rivoltella venivano trascinati da uno stabilimento all'altro in cerca del luogo migliore per essere ammazzati. Quali patimenti questi due infelici devono avere sofferto per questa « via crucis » dolorosa. Dopo la discussione fatta alla loro presenza sul modo di finirli, come costoro dovevano ricordare i paesi lontani e le madri in pianto! e come deve essere stata immensa l'angoscia che deve essersi impadronita di questi individui e straziante deve essere stato questo percorso forzato, Iradotti da quel manipolo! La configurazione del reato nell'esame spassionato dei fatti «ori può essere quindi messa in discussione. Gli autori del fei<mp, gli autori delle minaccie, gli autori della traduzione di questi disgraziati devono essere tutti colpevoli del reato di sequestro di persona di cui all'articolo 15(5, sia che costoro avessero armi o fossero disarmati secondo i vari capoversi dell'articolo stesso. Il reato di omicidio • Il secondo reato è l'omicidio. Basta un omicidio agli effetti nostri. Perchè sono reali di tate gravità che se voi affermato la colpevolezza di determinate persone per uno di questi reati, vi potete risparmiare l'altro agli effetti della pena. Più che all'ergastolo non si può giungere. Ma voi vi sarete convìnti che di entrambi gli omicidi sono colpevoli le persone che vi indicherò. L'omicidio è determinato dal C. P. all'articolo 374 ed è un articolo semplicissimo. « Chiunque al fine di uccidere cagioni la mone ad un altro individuo ecc. >.. In genere in tutti gii omicidi si mette una subordinata, cioè le lesioni susseguite da morte. Con tanto lusso di difesa, con tante diminuenti che si sono chieste non si 6 avuto il coraggio m questa causa di chiedere il quesito delle lesioni susseguite da morte, cioè la mancala intenzione di uccidere. E difatU un simile quesito in questa causa sarebbe stato ridicolo.... « L'omicidio è pure aggravato. E' aggravato per due circostanze. La prima circostanza quando è premeditato, la seconda circostanza quando è commesso al fine di occnltare un altro reato che si fosse commesso. NpI caso concreto abbiamo le due aggravanti? Voi sapete chenpgli stabilimenti Nebiolo e Bevilacqua si 61ungfi.niente discusso sul modo in cui dovevano essere ammazzali questi individui: chi li voleva bruciati, chi lt ■ deva soppressi a colpi di rivoltella. Quindi non è stato un attimo, un divisamente momentaneo quello di uccidere. E' stato un atto rimeditato, lungamente studiato e disouss.v e siccome la differenza ira il reato istantaneo ed il reato premeditato sta appunto "ell'eseruzione immediata ed improvvisa e l'esecuzione meditala e studiata, pacifico deve sembrare che questo reato nella: pcesenle catini e stato lungamente meditato e studiato, e che quindi si tratta di omicidio premeditalo. L'altra forma di aggravante consiste nel tatto di chi commetta l'omicidio per nascondere ed occultare un reato precedentemente commesso e per assicurarsi l'impunità. * Qual'è la causa per cui si uccisero Simula e Sonzini? Quella cioè di non esseic denunziati. E d'altra parte voi ne avete trovata qualcun'attra? Perchè rielle due runa: 0 si è ucciso Sonzini e Simula per poter sfuggire ad una eventuale responsahAlnà per un altro reato, o si A ucciso Sonzini e Simula per brutale malvagità. Scegliete una o l'altra, per me è indifferente coinè aggravante. Non vi è altra causa. Due modesti operai, due modesti ma oues-ti onerai vennero uccisi. Perchè sono stati uccisi ' Ecco la domanda che voi vi dovete porre Io avrei capito il delitto se le vittime fossero state dei pretesi nemici della classe onerate, fossero stati gli esponenti di partiti contrari, se fossero state delle guardie regie, infatti per determinate persone uccidere una guardia regia è come uccidere una persona che sia nociva alla società, come si uccide il serpe che si schiaccia penili' avvelena. Ma un povero nazionalista, sia pure, ma un operaio come loro: una povera guardia carco-rnri'a'chp^nón aveva mal fatto male ad anima viva ' oerché ucciderli? O brutale malvagita, e questo non è risultato da quante è emerso dal processo, oppure desiderio di nascondere un reato elle era stato precedentemente commesso e procurarsi così l'impunità. Io non credo che si possa trovare neppure dalla, difesa un'altra causale*del debito. Quindi, dimostrato il primo reato nei suoi estremi ed affermato questo reato nei con-ronti della responsabilità dei prevenuti; dimostrata l'essenza del reato di omiciidio cole due aggravanti, veniamo ni fatto. Due uccisioni identiche « Come furor" recisi? Le perizie furono due e furono fatte sui cadaveri di Simula e di Sonzini. Guardate alle stranezze, queste duo perizie fatto su due cadaveri hanno delle affinità, delle identicità veramente sorprendenti, l'ila sembra la fotografìa dell'altra. Tre colpi a.] Sorcini, tre colpi al Simula. Tic colpi inerri a Sonzini dal lato sinistro con luoru cita di due colpi dal lato destro. Tre colpi spa-rati al Simula 'dal lato sinistro con fuoruscita di due proiettili dal lato destro. Per enrambi un colpo rimane nel cervella Quasi a arlo apposta non si potrebbero trovare due omicidi commessi ncOlo stesso modo nella stessa forma, colle stesso conseguenze! ». E qui l'oratore legge le conclusioni delle_''ue perizie che sono, com'è noto, pressoché i(Feniche e quindi continua: « E erte cosa concludono i periti? Soggiungono che non furono rinvenute tracci e di colluttazione hè nelle persone né nei vestiti e che lì proiettile r.invomito nel cranio dei due cadaveri era dello stesso calibro e dello stesso tipo, ciò che induce a credere che le due vittime siano state uccise dai medesimi Individui ed in uno stato analogo. Un sorprendente dato di identicitàvenne'inoltre riscontrato. ParVclìe cóìoiro chehanno commesso questi due barbari delitti si siano curati di lasciare l'impronta, la firma della loro colpevolezzal Ed infatti il perito ar maiuoìo ha concluso anch'esso che 'i dup de-itli sono stati compiuti nello stesso modo enella stessa forma, il perito armaiuolo clip esaminò le due palle rinvenute nel cranio elei diie disgraziati 'e che sottopose ad un at.cn-o esame i, bossoli rinvenuti per tef ra, )i- evò in tutti questi proiettiTi" ié sTcsselmnron-e. Trovò che vi era perfetta identità ter te nei bossoli rinvenuti presso Sonzini che in quelli Dotuto^LteS^h^^t,!1*?.^ Ee,H si HL^-id^r^^ ,«J,^a.£Sautori gli autori di un omicidio sono dell'altro. La infermità di mente « 11 collegio di Difesa ha imposto un quesito, generale per tuffi gli imputati, per-- - - — ..^ ...... u sjui ilti l>. spiega la differenza tra i due articoli, n primo riguarda la completa infermità di mente che comprende ]a. mancanza assoluta di coscienza e di mteiiigerza in colui che coni-mette il reato. Mentre l'articolo 47 comprende uno stato psichico che attenua grandemente a responsabilità. In questo secondo caso la pena, è diminuite di un terzo;, mentre nel primo l'accusato è completamente assolto «Quindi il nostro Codice penale quando parta di infermità di mente vuole che colui che commette il reato sia in uno stato fuori dell'ordinario, ma non per passione o pi-, odio puerile, che sono tutte disquisizioni di secondaria importanza ai fini della lettre perchè la legge vuole nei riguardi dell'inferi mità di mente la malattia psichica ben definita. Questo vuole il nostro Codice Penale attuale in vigore e vuole che questa malatia psichica sia in atto al momento in cui si commette il reato. Non una malattia congenite, non una malattia eventualmente ereditaria, non una malattia che si può e non si può avere nel momento in cui si commette il reato ; vuole che questa malattia sia in effetto nel momento in cui si consuma il delitto. Quindi in altri termini secondo il nostro Codice Penale per poter essere applicati gli articoli 46 e 4? bisognerebbe che costoro fossero tutti pazzi o semi pazzi. Ma non è questo che la Difesa invoca, beo sapendo di non poterlo sostenere. Perchè infatti sarebbe strano voler asserire, pretendere e dimostrare die gli attuali imputati siano tutti ammalati di mente, siano tutti pazzi. Ed alora sarebbero al manicomio e non sarebbero qui. Il delitto di folla « La Difesa invece sostiene che costoro avevano la mento annebbiata, costoro erano suggestionati da passione, travolti nel vortice di una folla che li spingeva a commettere i reati che non "avrebbero commesso se fossero stati in altre condizioni, se non si fossero trovati in quei momenti eccezionali. Ed ecco spuntare il reato di folla. Il reato di folla è un caso nuovo. E' un portato della scienza e noi abbiamo qui alla nostra presenza uno dei creatori, uno dei valenti creatori cui questa nuova dottrina. In tutta la sua vita questo sommo Maestro (indicando l'on. Ferri) ha predicato che questo reato di folla doveva essere codificato. Speriamo che lo sia ed i. auguro che ciò avvenga; ma sincere Uwi è contemplato ancora in alcun artleòlo di legge. E' bensì vero che la giurisprudenza italiana, anche di ma¬gistrati togati, ha preso in considerazione, in seria considerazione, questa tesi, questa diminuente della responsabilità, perchè si è detto: Ma come? Volete ugualmente punire colui che da solo premedita o si induce a commettere un reato, come quando questo reato è commesso da un individuo trascinato a ciò da un momento di passione, quapdo una collettività si agita per un principio giusto od ingiusto? E' hi folla quella che determina questo speciale reato. « La Parte Civile vi ha citato l'esempio della sentenza del tribunale di Bologna nella causa del grande poeta Carducci quando gli studenti per una ragione che io non vado ricercando, avevano oltraggiato .l'illustre maestro. Ed io ho altri esempi, lo mi ricordo la sentenza del tribunale, eli Bari nella famosa rivolte di Gravina. Ina turba di ubbriachi. soltanto perchè il sindaco aveva vietalo la festa di San Michele, perchè ragioni sanitarie consigliavano questa proibizione, si getta contro la rasa, comunale, si getta contro gli uffici pubblici e tutto scinauta., rompe e distrugge La folla in quel momento era impazzita ed ubbriaca. Ma allora era la folla, la folla anonima. Ed abbiamo altri esempiIl tribunale di Volterra ha dovuto giudicare i famosi alabastreri, questi disgraziati affamati dalle angherie degli speculatori i qualmandavano a costoro cibi frac.idi. Un giorno si mettono in sciopero. Per ire giorni scorrazzano la eiltfi, rompendo e distruggendo tulio quello che capita loro sotto mano. Ela folla anche in queste caso che si agita, che commette reali in preda ad una. furia collettiva. L'u grande maestro al processo di Volterra; sostenne uno staio di necessità nei rapporti derrli imputati ed il tribunale concesse il beneficio dell'articolo 47 e non segui la tesdell'on. Ferri. Ferri sorridendo: — lo avevo sostenutoentrambe, lo tesi ! L'oratore continuando: « Non so se lo stesso od Ferri legislatore sosterrebbe alle Camere legislative che la folla quando uccide è ih uno stato rij, necessità e quindi va esente da pena. Ma iti ogni modo, anche nella mente de! suol sostenitori, nel delitto di folla è sempre la. folla, è sempre la massa che erompeMa qui dov'è la folla? Dove vedete voi agitarsi quella passione collettiva che può dare la figura a questa attenuante? Vi sono tre individui che vedono Simula e lo trascinano allo stabilimento Bevilacqua. Vi sono altri individui che incontrano Sonzini. che per loro uno sconosciuto, e lo trascinano alla NebioloDov'è questa folla? Ma si dirà: poco prima vi è stato un funerale, ricordate quel tragicfunerale. L'avv. Palma lo ha descritto e vi ho anche illustrato ehi erano quei due disgraziati oi quali si faceva la sepoltura... Questfunerali avevano servito per fare una dininStrazione sovversiva. Nel corteo si trovavan dei cartelloni colla scritta « Viva la terpa! » Ora non trovo che questo segnacolo fosso te le da fare rispettare i morti. » Ma In questo fatto, sia puro tragico, anhe se esso abbia dato occasione a delle fulate, a dei moni ed a dei feriti, cosa ntrava il Simula, cosa entrava 11 Sonzini, he cosa ha a che vedere colia folla irromente? Ma se il fatlo fosse avvenuto durante uesto trasporlo funebre, se una rivolta fosse vvenuta contemporaneamente e se durante uesta rivolta Sonzini e Simula avessero erso la vita, probabilmente la figura del ato avrebbe potuto essere diversa. E' una si almeno che si sarebbe potuta discutere. Ma i delitti sono avvenuti due o tre ore dopo, uando i rumori di corso Regina Margherita rano finiti. Dove trovate la folla, voi signori urati, in questi tre o quattro individui che edono uu disgraziato che tranquillamente a per i propri! affari e lo fermano e lo ollano alla Bevilacqua e là lo percuotono lo minacciano. Poi lo portano da Ballada ? intanto, per esservi il reato della folla deve essere l'impeto immediato, non la reordinazione. Quindi non si può assolutaénte parlare di passione travolgente, qui si atta di un delitto meditato e studiato. La lla non si nasconde, la folla commette le e vendette in un momento dt passione, nza preoccuparsi delle conseguenze. Altro quindi al luogo del supplizio. Dove la^fol e il reato commesso da questi individui. Troppo comodo sarebbe dare l'assoluzione a qualunque reato soltanto perchè commesso in occasione di sommosse. Allora anche un adulterio commesso in un momento di sommosse dovrebbe essere impunito!... ». A proposito di reato di folla, il valentissimo oratore, che ha conquiso tutto l'uditorio, dice: u Pochi mesi or sono venivano tratti innanzi ai giurati uno stuolo dì banditi degni compagni di costoro. Si trattava di una povera, guardia regia, certa Sant'Agate. Il reato è stato commesso il giorno successivo — guardate la combinazione — di quello dei poveri Sonzini e Simula, il 23 settembre. Lo stesso ambiente: non gli stessi individui, ma uguali individui c precise condizioni ». E noi il P. Ci. traccia a foschi colori il delitto che costò la vita alla povera guardia regia, ed aggiunge: « E quella sirena della parola che è l'on. Bent'inl sostenne con magistrale competenza la tesi del reato eli folla. I giurati del tempo non lo seguirono. Esclusero in modo assoluto che si trattasse di reato di folla. Dunque, o signori giurati, niente folla, niente agitazione popolare, reato meditato, premeditato, freddamente compiuto con animo perverso.

Luoghi citati: Bari, Bologna, Torino, Volterra