In attesa della " Figlia del Re ,,

In attesa della " Figlia del Re ,, In attesa della " Figlia del Re ,, Un colloquio con l'autore, Adriano Lualdi Alle prove della Figlia del Re, durante un o riposo ». — E lei, maestro, se ò di Campobasso, come fa ad avere quella pronuncia che può essere lombardo-veneto-romana ma non certo molisana? — E' semplicissimo; non sono nò lombardo nò molisano; nacqui a Larino, in provincia di Campobasso per... caso; mio .padre, ora prefetto a Salerno, era laggiù, agli inizii della sua carriera di funzionario. Ma la mia famiglia è di origine lombarda, ed i miei genitori sono veneti. — Ed il cardinale Lualdi? — Può darsi che sia mio parente, ma non 10 so di certo. — Vuol darmi qualche notizia sugli inizii della sua attività musicale? — Presto detto. Mentre seguivo la terza liceale a Roma, cominciai gli studii musicali. Entrato a S. Cecilia; studiai col iFalchi, e mi diplomai in fuga. Mi recai poi. a Venezia, ove studiai con il WolM'errari ed in un anno ottenni il diploma eli composizione, presentando la cantata per soli, cori ed orchèstra Attolite portai, su versi di A. Graf; la cantata fu poi ripetuta a Conio ed a Foggia! Si' era nel '907 ed avevo vent'anni. L'anno seguente composi un'opera in ujn atto, su libretto di L. Orsini, Le nozze d'Aura, acquistata da Casa Ricordi, e mi detti alla direzione orchestrale, dapprima come sostituto dei maestri Serafin, alla Fenice di Venezia, Mascagni, al Lirico di Milano, Barone, alla Fenice, poi come direttore, e, cominciando da Mirandola, per Savona e Napoli, giunsi al Rossetti di Trieste, nel 1913. Intanto avevo scritto: nel 19S0: il poema sinfonico La lennenda del marlnala, eseguito a Milano qualche anno fa; nel '13 il Quartétto per archi in mi magg. eseguito per la 'prima volta a Trieste dal Quartetto Jancovich. Composi un anno dopo l'intermezzo giocoso Le furie di. Arlecchino. su parole di L. Orsini, rappresentato, nel '15, al Carcano di Milano, e ripreso poi a Roma dalla Compagnia del Teatro dei Piccoli. Pure al Carcano fu eseguito l'intermezzo làico II Cantico, su parole di Qrsiui, nel '15. L'anno seguente, agli Amici della Musica di Milano, fu eseguita la ballata drammatica La morie di Rinaldo, di cui oro stato poeta e musicista, edita da Ricordi, che ha pure pubblicato una serie di liriche intitolate Rododendri, composto nel '19. — E la Figlia del Re? — Essa mi occupò negli anni della guerra, dalla quale mi tenne lontano, con mio vivo rincrescimento, questa benedetta gamba clic non rni consolile troppa agilità. Composta fra 1 '14 ed il '17, fu pronta pel concorso indotto dall'Istituzione Mac Corrnick, sotto gli aupiuii del compianto Campanini, in Panna. Erano giudici i maestri Pizzoni, Molinari, Ferrarl-Trecate, Zuolli, i professori Cesari e Gasperini. Fu pro'miata. Il testo della tragedia dalla (piale trassi, riducendola parzialmente, il libretto, fu pubblicato qualche anno fa dal Quintieri, Ora lo sparlilo è slam tampalo dui Ricordi, editore dell'opera. — Vuole dirmi qualcosa dell'idea informarice del lavoro, del suo ambiente, dei suoi personaggi? perchè pose la scena in india? — l'unto di partenza fu il mito di Antigone; a coraggiosa, cho, disobbedendo alle leggi umane por conformarsi alle divine, compi l nobile delitto di dar sepoltura al cadavere del fratello, e, condannata a morie por aver ontravvenuto agli ordini del tiranno, si uetse; là coraggiosa Antigone simbolizzava por me l'amore per la patria e per la lumiglia, la virilità d'un'anima femminile. Voendo cantare in musica e rappresentare in eatro la sua anima e la sua persona, credetti opportuno allontanarmi non solo dallo volgimento della tragedia sofoclea ma anche dal inondo ellenico, troppo detcrminato artisticamente e letternrnimcnte, nel tempo e nella civiltà, che ni'nv'obbe creato vincoli pregiudizi 1 estetici e storici. Non essendo il mito di Antigono che un punto di pari enza, desiderando far vivere in tutta libertà la mia ragedia musicale, fuori d'ogni determinaione di tempo e di individui, lavorai di fanasia un'India, come un ambiente puramente inaginaiio, che per essere da noi lontana ed mprecisa, consentisse uno svolgimento umanamente coerente e passionalo, senza troppi ichiami e legami specifici. In ogni mudo, poiché non si trattava di concezione trascendente e di sogno, no potendosi immaginare un'India del tutto fantastico, irreale, arbiraria, cercai qualche dato letterario e muicale, lessi le traduzioni degli innnrii e dei anti, annotai qualche maniera di linguaggio, qualche mezzo di sonorità, e dal mondo due volte millenario della poesia indiana rassi qualche eco, qualche assonanza. Non più che questo. La tragedia — continua il M.o Lualdi — si fissnva in queste linee. La giovine Damara {nome costituito di radice e desinenza indiana, ma inesistente) si assume l'incarico di entrare nel campo nemico, appena finita la battaglia, per cercare il cadavere del re suo padre ed arderlo sul rogo, e di uccìdere Alluno, capo dell'esercito nemico, che aveva ordinino che il cadavere del re dovesse rimanere insepolto, per ispregio. Scoperta, mentre s'aggira fra i cadaveri ed i feriti, è condotta davanti ad Alluna ed a Svargn, i capi ; audace ed ammaliatrice, suscita la concupiscenza di Svarga, la pietà di Alluna,; i capi si azzuffano, per lei, Svarga vuole che sia uccisa, Ariulna tenuta prigioniera. In rude duello, Ariuha sta per soccombere ; Damara, intervenendo, lo salva perchè ha già compreso che il guerriero può essere da lei «[fascinato, e piegato alla sua volontà. Sai- vaia da Ariuha, Damava a sua volta lo salva. Ora Damara- non osa ricordare a se stessa di dover uccidere Ariuna e limita la sua nzione alla seduzione di lui perchè l'aiuti a cercare il cadavere del padre e bruciarlo sul rogo. Ed Ariuna, sedotto, prometto di violare per lei la leggo da lui stabilita. Ma un gran sacerdote della patria di Damara, si- mutandosi mendico, riesce ad avvicinarla e le ricorda i due punti del suo giuramento ; Damara non confessa di amare Ariuna, ma sente che non oserà ucciderlo. Il sacerdote le fa rinnovare il giuramento, terrorizzandola con la fede religiosa; quella notte darà al rogo il cadavere del padre od ucciderà Ariuna; e poiché non è sicuro della donna innamorata, il sacerdote, sempre simulandosi mendico, avverte Svarga, rivaio in muore di Ariuna, di trovarsi, quella notte, sul campo, ove s'attuerà un tradimento; cosi il sacerdote pensa che, scoprendosi il tradimento di Ariuna, complice di Damara nel dare il ca- davere al rogo, Ariuna sarà ucciso ; anche a costo della vita di Damara, Ariuna-devo és-1 sere soppresso. E, venuta la notte, Ariuna e Damara errano pel campo di battaglia, trovano il cadavere del re, lo ardono sul rogo ; in quel punto Svarga, che li ha sogniti, apparo e li fa catturare. Condotti davanti ai giudici, Ariuna e Damara confessano: il guerriero è condannato ad essere accecato, la donna sarà schiava di Svarga. Prima dell'esecuzione, Damara uccide Ariuna e. dopo aver fatto ai suoi un segnale convenuto, agitando una fiaccola accesa, segno di nuovo assalto guerresco, si uccide. 11 dramma è nello passioni e nelle azioni; -- Ed il linguaggio dei personaggi, che 6 cerio arcaico ? • — Per il linguaggio di questi quattro personaggi, Damara; eroica ed ammaliatrice, Ariuna mito. Svarga coneupiscento e rude, il sacerdote Tatiana, ho prescelto una fonivi arcaica italiana; non per amore di preziosità letteraria, ma per evitare il discorso moderno, non per lissare un'epoca, ma per fare arretrare l'immaginazione ad epoche da noi remote, per rappresentare con affinila linguistiche italiane le floriluref e gli arcaismi di antichi poeti indiani, per conciliare, ad esempio, frasi e pensieri tolti all'inno ad India e messe in bocca al coro e ad un cantore, con i discorsi uegli altri personaUgualmente, per la musica; nella rappresenazione sonora dell'ambiente ho adoperato strumenti speciali, aventi qualche simigliaiiza con gli antichi strumenti indiani, per ricerca non di riproduzione storica, ma di sonorità a noi estranee e di off otto barbaro. E nelle scene ove sempre Kampilia, l'assediata città nativa eli.Damara, ò visibile,, come la ragione sostanziale ed immanente del dramma, ho pajto oggetti e utensili ed alivi attributi figurativi, non come preziosità estetiche e determinairici, ma come elementi concordanti con l'ambiente evocato. Intanto il » riposo >. è trascorso. 11 maestro Serafin, che conceria la Fiotta del Re con la cura.minuziosa, battuta por battuta, che egli suole dedicare a qualunque opera gli sia affidata, dà segno all'orchestra di tornare ai posti. Ancora una domanda al Lualdi: — Com'è che. ella ha lasciato i suoi temi favoriti d'argomento musicalo, trattali in riviste od in giornali, per descrivere noi suo libro, or ora uscito, alcuni paesi della riviera del Quarnaro? — Non mi do mica alla letteratura nò alla politica! HO' trascorso l'ostate scorsa a Laurana, con la signorina Ester Mazzoleni, che è di laggiù: si studiava, si cantava la Figlia del Re.,- paesi dolcissimi c bolli. Avevo proso alcuni appunti delle mie sensazioni od ho pubblicato il " Viàggio sedimentale, helln Hburnia » per « scoprirò -, un po' agli italiani quel caro e soave angolo di terra italiana... o. d. e.