Deposizioni d'istruttoria e versioni d'udienza

Deposizioni d'istruttoria e versioni d'udienza Deposizioni d'istruttoria e versioni d'udienza pi te lo dica? ! Sondile cose: una di la seconda di poi- pero, hanno e tu insisti a L'udienza è ripresa con alcune contesta/.ioni all'Imputalo. Questi ripete che si recò alle Subalpine ailo scopo che alcuni membri della Cuininiasione interna addussero a leslinuuiare in favóre del Sonzini. Precidente: — Ma-se volevi una parola di avore, pregavi il Piovano, che trovasti sulla porta liuggiu: — Sonzini mi aveva detto di andare a cercare la Commissione Iniema. Barclnil'/.ellu: — Eppoi, ouiiziui tion può smentirli * Presidente: — Vuoi eh zlni ti aveva pregato di andare da sua madre, c Uu'gli Piovano. Tu da sua madre non sci andai", Piovano l'hai liu..if.o sulla pòrte e non gli hai dello niente-i Ora, la Commissione interna non era sulla porta. Era, naturulmcins, iniernn Boggio: — lo riferivo le parole del Sonziaii. Presidente: — 'l'I ha detto di portargli Piovano, che i-i conosceva e die lo avreobe difeso; ma slcuotne non volevi che lo difendesse Boggio: — Feci la commissiono come aveva detto lui. Presidente: — Tu dici che non hai inteso parlare di bruciare quei duo, come li he chiesto stamane. Tarili altri sentilo- delle donne, dei ragazzi, dire che non hai sentilo? — Non ho sentito, Presidente: — E allora è inutile ti chieda se mentre si parlava di bruciare tutti e due, c'erano (tei ragazzi clic, ridendo (guarda a che punte si sii riva;, dissero: « Mu prima sarebbe medio spogliarli I ». Boggio: -- Questa frase io non l'ho udita. Circa la presenza (lelI'A'vtitaiico fra i percuotiteli dello Simula. l'Imputalo nulla sa. Anzi, coutrariamenl a qnatiio depóse negli interrogatoriI, dice di inon ricordare e non riconoscerlo tra gli odi-uvii inipuiati. Pres.: — Nei tuoi interrogatori) hai spiegato poi che il Malico era lo sfosso che ha sparalo contro la Questura una volta. Tu hai avulo un confronto con cerni .lurielti e tutti e due siete siati d'accordo nel riti-nere che non c'era dubbio su questo individuo, che era uno ilei percuoti tori dello Simula. Kmvate un po' discordi sull'alno individuo, piuttosto. Poggio: — Io ;il Matteo ho fatto l'accusa che percuoteva. Sititela, perchè mi era stalo riferito ibi altri, lira una voce fra noi elio chi lo aveva percosso erano Malico e il Mo,at icone. Pres.: — Ti ricordi che l'Joriettl, mentre tutti l'avevano collo Simula, che volevano ammazzare, ebbe a dire: « No, io sono stalo in carcere. Kgli ora guardia carceraria ed aveva dctl'umaiilti'i per noi altri. Merita dei riguardi, abbiale pazienza ... e lo «difendeva. Ti ricordi di questo? — Si, sì. Pres.: — E malgrado questo, voi allri, avariti, tranquilli Bisognava ammazzarlo. — Non eravamo tranquilli, signor Presidente I.'.Iorieiti è arrivato in buon punto nd suo intento. Ha ottenuto lo scopo di farli smettere di percuotere..So non fossi stato prfv sente, non te avrebbero lasciato così preste, date l'eccitazione. Pi-ès. : — Sei convinto di aver fatto un atto per far smettere te percosse allo Simula.' Poggio- — Su questo punto, precisamente non ricordo. Ci vorrebbe una memoria straordinaria. , P,.es : _ sì. una memoria straordinaria per ricordare un aito di pietà a suo tevore. Bogeio; — Tutti i presenti hanno protestato: («Lasciatelo stare». Ld hanno smesso di plcciiarlo. Prlsidente: — L'unico che ha delio qualche cosa di buono è ouell'Jorielt.i. AlcVni avvocali: — E' stato assolte. Avvi Dagasso: — Il solo che essendo in carceri sa.nevn come lo Simula trattasse he. ne i li-sgraziati. Ha dello che aveva pietà pcrchèY'o aveva slegalo dal tavolaccio. p q\ — Domando die si Contesti al Bog•gio se rwin sia vero che quando si discuteva sui'là. tir» dei due non abbia manifestate il pro-posi tei la convinzione che era meglio neeliderli eiVambi'.' ,„ „ Boggio:\- Non ho dello qucsio, nossignoi-e. Non cmlip neuimcno lontanamente pen- ^p,' C-.: — Allora vediamo al volume fi.o pagina 94. . ' / . Avv. Signorini : — La conosce bene la causa. p. fi. : — L'ho studiate:.. pprl-i : _ suo dovere! Le confidenze coll'anarchico Difesa: — Conosce tutte le circostanze.... lènte più quando sono sfavorevoli! Presidente: — V-uvei .saliere *o , a Milano quando fuggivi non «ài trovalo un anarchico, tale HinalcU. i.! (pialo ti ha aiutato a scappar e... Boggiio: — Su questo punto, loro facciano come credano: io nuUa avrò a lagnarmi. Su qinco,-adudr51NmMnnlvptndcsvn1! 1 pI i I I j ! j | | | i I , ' i fI I | ì ! j i i i i j ; ! i ì I j i :' : ' questo punito 'andie se sarò condannato non ntendo dare spiegazioni. Presidente: — Non voglio chiedere nulla ontro il .Binaldi. Vogi'io divederti altra coa: Se non ti ricordi di aver delio al RinaV di che 1u scappavi perché avevi coinmessos un grave reato in Italia e che quindi... Boggio: -- Come vuole che io andassi a diic di queste cose al Rinaldi. Bisogna essee degij assassini consumati per dire che in 12) mfJfa s1,!','l' i:WM,lll;s*' un grave reato. Nel mio viaggio verso l'estero non avevo miaSlpoii'zione~'C d ''Ur Romscor9 acl «tri hi Presid-ente: — Lo credo. Siamo d'accordo Ma a quello potevi confidarli aaccorrJoRoggio: — Avrebbe ponilo èssere ima van- n^S'nV^v-',1 ,Mlfì !iLU'sl0' non Ì*) tetto nessuna di questa confidenze. l'i-F..: _ k onora leggerò a lume G.o- pagina 94, vo- L'intrrrogulorio scritto dice: « Sterno arriva» in-l coitile della Itevite.cqim e trovammo i Tealdi, die e, disse, che la giuurila era sopra. Ci accompagno lei nella, sturàza dell'ultimo reparto. La Tealdi credo olio sìa. arrivata subito dono. Ora è certo dio. né io, ne il litio compagno si parte della necessità di ammazzare lo Simula edi.il Sonzini'. percira so rimessi in liberta avrebbero fatto la spia... (.io olio dico te Ti*aldtii non risponde a venia. Infatti unti gli altri .presemi potranno affermare quante dico, aio io non avessi 1 inten/ltone di uccidere nessuno, nè l'uno, ne l'alito, emerge dal t'alio che. non acctom pagliai l-i simula, nè mi interessai più del Sonzi'ni, dio non avrei saputo dòte tradur re, 9[ conducevano i sequestrali dall'una, al l'altra fabbnfca per trovarne una òhe voles se trattenerli. Difatii alle Subalpine ne ave vano trattenuti di-versi. So che alle Sulla 1 pine ci dissero che erano senza, armi, die non avevano neppure un bastone per bastonare un raie . Non credevamo di fare cosa illecita in quei giorni in cui tutte le fabbriche ne facevano tanti di sequestri, e quésti ve-, nivaiio regolarmente pubblicati siili'.\iiini.j!, con le di eli la razioni degli airr-estaii. Ero b.-n lontanò dal credere che la cosa a.vrebbe pto so una piega cosi sinistra. Tutti i disrynsi che Ialini rispondevano al ctonoetlo dell:., n — cessila di lene.re la cosa, nascosta, per non avere delle noie, e può'darsi rhe abbia deìt io, per vanteria, siicele dopo che si è saputo dcU'uei-isr.ine dei due sequestrati, dio era megLio ilbe li avessero Uniti. Questo discorso, d'altra parte, lo tennero «nolio altri.: anzi, ini pare di aver detto che eri!, medio li n vesserò .Uniti- tulli e due, pensando che se fosse slam, uccisa solo la guardia o non il Sonzini, questi avrebbe potute denunciarci, specie ine, die mi conosceva ». Boggio non riconosce nessuno l-'i-i^s. : -— Tu adesso adunque non vedi nè riconosci qualcuno" Il Maturot Boggio: -- il Matteo non mi risulta, per niente, di conoscerlo. — 11 Monticone lo riconosci? — Nossignore. Pres.; — E Bngdo lo conosci? O'".-••'•[>. Bariianzelln : — Il Boggio non ricorda i no mi, ma ricorda i fatli. Vorrei che dicesse ai signori giurati cosa ha visto in miei mninen to e sovratulto quali parole furono pronun cinte dal povero Simula. Voci della Difesa: — Lo sappiamo tutti. Roggio: — Si, ricordo. Gridava, invocava te mamma, .che avessero pietà di lui. Ola non potrei descrivere tulio, poiché non si può tenere timo a mente. Pres.; -- pure dovrebbero pesate. • Roggio: — Pesano le cose maggiori. Bardauzellu : — Quei ratti non si dimenticano', quando si vuole dire la verità. Non ho visto, non sono andato... E' la volt-i di Monticone Luigi. E' uno degli imputali su cui gravano, secondo l'Accusa, le maggiori responsabilità. pt.es • — 'l'n hai bastonato lo Simula? — Non sono nemmeno andato ulte Bevi-, lacqua. Presidente:—Non sei andate?!,., — Ci sono andato una volta sola, L'imputalo pa.rla in piemontese. Il Presidente domanda all'on. l'erri se comprende il diate'to. i.v.1. Porri, sorridendo, risponde ohe è stalo a Torino, all'Università, e che l'im pillalo può quindi continuare a pai-lare il dialetto. K l'impiliate continua: — Non ho visto nessuno, non sono andato, non posso aver veduto. Non ho conosciuto nessuno, nè prima, nè dopo. Presidente: — Mi pare che ci fu uno, che si chiama lorietli. die ti ha veduto col Matteo a dare allo Simula — Sarà uno sbaglio. Presidente: — -1 rana ai ii ìe balnctle! Ill/irità) P ('■.: -- In quella sera non sei andato, nè idle Subalpine, né alla Nebiolo'.' — Di sera non sono mai andato alla Bevilacqua e nemmeno in quegli altri luoghi, dove mii si accusa di essere andaito. Presidente: — Ma allora se non ci sei slato die necessità "avevi di scrivere quella cer¬ ste'■inptuvavpoagaCBnqgSiavvspsdsdtamnicsvPmlcVvFe i, lettera, clic è a foglio 50 del volume III la uale dice: Prego rli lai- sparire te giubba rigia e preparare VaUbl «. Sonò cose che eomromettono, si e parlate tu fatli di un uomo ie aveva una giubila grigia e. ti hanno seuestrato nini lettera in cui pregavi di far comparire quella giubba. Che necessità so nii c'eri? Imputalo: — Non so come sia avvenuto uel fatto. Sono stato arrestalo un giorno he mia moglie era ammalata. Mi sono tro:iiii in condizioni che forse non sapevo coa Tacevo. Se realmente avessi scruto una ttera che avesse una importanza; come loro iene danno. cerlainiMte non l'avrei offerta lla guardia. Pres.: — Della! offerte! Non potevi faro iverso. — Confermo che nessuno sarebbe stato capace di prendermi, benché io non siti un iolento, quella caria, se avessi saputo del importanza die loro danno ad essa. L'ho irritta, ma non ricordo più Peno perciliè Eppoi, signor Presidente, scusi, hanno sequetrato delle giubbe grigie in casa mi*? Tuto il grigio che avevo in casa era di dopo la occupazione. Pres. -• Tu bai scritto di fare scomparire a giubba. Perdi-? Hai nuche scritto di preparare l'alibi, di fornire delle prove (/'.ie dimostrassero elio non eri reo. E' vero? Dove Oiceyi che eri in quel giorno? Imputato: — Quello che ho scritto saranno stadi appunti che ho preso. Pres. — Una composizione itn italiano? Imputato: — .Non l'ho fatto con lo scopo di mandarlo fuori VP. G. : — Lo lcg£reremo. Intanto è vero o non è : vero che in questo pezzo di carta avevi scrino alla madre di cercare testimoni che stabilissero che iin quel giorno e in ([nella sera che si ammazzavano SimuUa e Sonzini, eravate a lavorare alla Fiat? Criircostanza non vera perchè in ogni caso lavoravi al Calzificio. Perchè, per tinaie motivo bai scritto questa lettera? E poi hai sempre avuto quella barba e baffi alla spagnuola? I {Ilarità). — Non mi hanno voluto fare la torba ieri-.. , , I> o. : — Ve la faremo fare domani. ,\vv Porrone: — Glielo abbiamo consigliato' uni d'i farsi togliere il pizzo. Ma fare inclie la barba ai dienti è troppo per un avvocato- , .„ Imputalo: — In quella lettera corallo degli appunti. ' . , . I> i; • _ Appunti falsi. Infatti vrjl volevate, dei testimoni por stabilire una ciroostena* foléa di più. Suggeriste che in altri posti e in altri opillci. nessuno doveva conoscervi. Perchè avete fatto questo? — Era qualche giorno che ero in carcere non ci-,ero mai stato. Presidente: — Ci ci sta mate. P. G.A— Non è una ragione. Presidente: -- Allora leggiamo la lettera equestratagli da una guardia mentre, eira inento a. senseria. Ha la data dell'11-3-21. « Credo chft attraverso i giornali tu sia già nformala delia, gravita che cade su di me por il fatui Simiua-Sonzini. Io contesto di uttociò e siccome ini trovo in grande sor; vcgliànza mi rivolgo a te e ai miei fratelli cognati e amici di provvedere avvocati e avvisare la Còinmisàlone interna della Fiat, provvedere tesli che risulti in tutto periodo occupazione lavoravo .dalle sette, dei-la sern, alle s>jtto ùe.l mattino specialmente -in quel giorno; spi nel medesimo dopo pranzo andai a passeggio con Pierina. Poi provvedere. Commissiono esecutiva circolo, andare da Ballada e Calzificio che non mi devono conoscere per ntiV].a. -, Provvedere altri testi, quella sera preso tram corso Regina Margherita per lavoro, sparirò -, giubba grigia. Saluti, ecc. ». Tuffo questo si' scrive qnarìap st ha una mputazione smlte spalle. Fai benissimo ad affermare che non hai niente da, dire. Imputato: — Mi pare impossibile òhe te vogliano tenere tanto iniporimite. \ Pres.: — Hai tentato due alibi in poste diversi, prima alla' Fiat e poi al Calzificio.'-. Imputato. —-Io ero al Calzificio. Come. Sant'Antonio Pres.: — Nei confronti con Bei-toro in sostanza anirtiet.il che. eri al'Calzificio, mentre prima affermavi chU eri alla Fiat. Saresti stato come sant'Antonio che aveva il dono dell'ubiquità ; invece ài. due posti saresti stato in ire, cioè al Calzin-s^io, #ua Fiat: e più di tiitin alla Bevilacqua. Conoscevi il Bertero ? \ ', Imputato: — Non l'ho mai visto. \ Insomma l'imputato nega tutto, di ' aver accompagnato Simula e Sonzini fino all'ultimo moménto in cui furono uccisi e quindi nega naturalmente d'averli uccisi. Pres.: Neghi tutto questo V — Non ho preso parte. Pres.: — Ti avverto perù che c'è un tale il quale dice che dopo che Simula era già caduto gli hai tirato ire colpi pei- terra, che sei slato tu. Imputato: — Nel suo interesse e per salvarsi può accusare. Può anche dire il falso... Per intanto affermo elio.non ci sono stalo c mai di sera, alla Bevilacqua. P. G. — Nega di essere state alla Bevilacqua, di aver percosso Simula, di aver successivamente ammazzato Simula e Sonzini. Vedremo che c'è altre persone che hanno visto... Viene Interrogate A Vaiane© Matteo, altro complice .principale, secondo l'Accusa. Pres.: -- voi siete stato estradato dalla Francia da poco tempo, Vi bacino inierrogiim e avete- negalo tutto. -Mantenete questo vostro sistema? Avataneo: — Voglio spiegarmi. Avvenute la occupazione delle fabbriche, io lavoravo in una officina -non occupata dagli operai. Dopo sette od otto giorni mi parve die fosso mio dovere partecipare alla' lolla con gli operai e sono andato a l'are la guardia al Calzificio Torinese. Ero nello Stabillmemo dalla mattina alla sera. Andavo a mangialo n mezzogiorno ed alte sera. Qiiando'.andavo a mangiare passavo negli altri Stabilimenti a domandare notizie. Ritornando da mangiare, invece di andare direttamente al Calzificio, passai al Maglificio Bevilacqua. Entrai nel cortile. Qualcuno mi disse: » Matteo, abbiamo un prigioniero ». Andai sopra ed ho visto qualcuno che batteva un individuo. Siccome non ero di guardia li e non avevo nulla a che fare.' iii.-j ne verrini via .e sono andato al Calzificio Torinese: Dopo treoqutniro giorni ho saputo che avevano ammazzalo i due. Pres.-. -- Non lo avete sapute alla sera? — No. , Reato politioo P. O.: — Prima avevate dello che non ci eravate mai slato da Bevilacqua. La questione che faccio è questa. Nel vosu-o interrogatorio (dopo un anno e mezzo)', dopo la traduzióne da Grenoble a Torino, in-n lo avete detto di essere stato alla Bevilacqua; Lo avete semine negate. A Grenoble dicevate di aver commesso un reato politico. Imputato/ — Ho delio al Procuratore della Repubblica: "Non ho commesso il fatte di «ili ini si accusa, ninnando di spiegarmi innanzi alle Autori là italiane». P. fi.: — Siete siate Interrogalo In Italia o avete negato nel modo più assoluto in essere entrato aliti Bevilacqua. E' strano che oggi voi ammettiate di essere entrain alla Bevilacqua. Probabilmente lo fate in quanto c'è persona che vi ha visto. Spiegatemi, perche prima avete negato e oggi ammettete? Imputato : -- NeirintéiTógalorto subito rial giudice Istruttore ho negato tulio inquantoche non conoscevo chi era di guardia allo stabilimento Bevilacqua e non sapevo... PrCs : Ammettete di essere stato ali:: Bevilacqua 1 Imputato: Ammollò di esservi italo. Pivs. : • - C'ora Simula ? — Ho visto un prigioniero. Credo che : : stato lui.

Luoghi citati: Bevilacqua, Francia, Italia, Milano, Torino