La colpevole passione

La colpevole passione Il dramma di San Mauro Torinese La colpevole passione Dalle prime sommarle informazioni ohe ci erano pervenute da S. Mauro sul dramma colà avvenuto non apparivano hen chiaro le vicende che avevano indotto il giovane Enrico nosco ad uccidere la cognata Lucia Prilla Arinellino eri a farsi giustizia di sua mano. Abbiamo creduto opportuno recarci nel vicino paesello ad assumere più precisi particolari, ed ecco che essi delincano nettamente il dramma, mettendo in luce la colpevole passione che travolse l'uomo e la donna, fatalmente. Mio marito sa tutto Della relazione amorosa esistente fra i due cognati nessuno, in paese, si era mai accorto. Fra stata però notata la frequenza delle visite del Bosco alla famiglia Armellino, ma esse erano giustificale dalla parentela èd anche dal fa.io che il Bosco lavorava alle dipendenze del cognato. Costui, quale impresario costruttore, oltre a servirsi dei fratelli, aveva assunto al suo servizio anche il marito della sorella che era un esperto muratore, il Bosco andava quasi tutte "le sere in via del Rio, quando vi era il cognato e anche quando non vi era. L'Armellino che non aveva mai avuto pel passato sospetto di sorta, anche perchè riponeva una fiducia illimitata nella sua donna, ultimamente aveva finito per rimanere seccato dall'assiduità del cognato e ne aveva parlato alla moglie. Non voleva fare appunti diretti al Bosco per paura del ridicolo. Geloso della moglie dopo tanti anni di matrimonio? Geloso ora che aveva un figlio di quasi diriott'a.nni ? Fppo, effettivamente, egli non era geloso. Per uomini come l'Arni eli ino la gelosia vuol dire mancanza di stima verso la.moglie ed egli invece non aveva che a lodarsi della condotta della sua -compagna. Temeva solamente che la gente — è cosi pettegolo il mondo! — notando le "assiduità del Bosco in casa sua avesse a far circolare malignità dannose al suo onore. Anche l'Armellino, come quasi tutti i mariti che fatalmente vengono a trovarsi nelle suo condizioni, non aveva occhi abbastanza chiaroveggenti per scorgere la realtà. Sebbene i vicini di casa, e molte altre persone che conoscevano l'uccisa, asseriscano anch'essi di non aver1 mai dubitato della sua onestà, è rimasto ad accusarla un biglietto che nella sua laconicità, rappresenta una prova inconfutabile. E' un foglietto sul quale la Prina, .aveva scritto: .e Caro Enrico. Mio marito sa tutto! Per noi è. finita! Lucia». Quando erano state tracciate queste frasi? Riesaminando i fatti che precedettero la tragedia si può stabilire che questo biglietto fu scritto dalla donna poche ore prima della sua morte. NéUa giornata di domenica anche a S. Mauro si festeggiava il carnovale e In un paese la prima manifestazione tangibile di festa è data dal ballo pubblico. Verso lo 19 l'Armellino, che si era soffermato qualche tempo con alcuni conoscenti a guardare le coppie che danzavano, si avviò verso casa. Mentre vi giungeva vide un'ombra allontanarsi in fretta, quasi fuggendo. Era il cognato! Salì di corsa .le scale, e alla Sila donna che si trovava sola nell'alloggio mosse qualche appunto. La dispaia per la prima volta dopò il loro matrimonio — cosi asserisce il marito — assunse un tono molto aspro. La donna si rammaricava mostrandosi offesa dei dubbi espressi'. Diceva che avrebbe messo a dovere il cognato qualora costui avesse avuto a mancarle di rispetto, ma soggiungeva che mai aveva ricevuto da lui un atto men che corretto. Colla cena la pace ritornò negli animi e l'Armellino invitò la moglie ad uscire con lui per portarsi alla festa — Vieni, andremo fino in fondo al paese, dove si balla; faremo due passi insieme, poi prenderemo qualcosa al caffè e ce ne ritorneremo a casa tranquillamente. Questa sera saremo soli poiché i ragazzi faranno comitiva a sè coi loro coetanei ». La donna scompare Eli 1 due coniugi uscirono : Lui contento di essersi rappacificato colla moglie che temeva in un momento di collera di aver offesa; lei inolio cortese in apparenza ma in effetto assai preoccupata. Il marito infatti ricordò, dopo, che quella sera essa molte volte non rispondeva, sembrava col pensiero assente. Chiesto turbamento parve però scomparire quando i due si trovarono fra la folla. Si cnmo fermati presso il ballo e guardavano le i coppie turbinare in quella baraonda. Ave- : vano trovato degli amici e, come capita in I simili occasioni, la conversazione si era fatta; generale. Lui guardava di tanto in tanto la moglie che sembrava aver ritrovato il suo naturale buon umore. Intanto sulla piazzetta la moltitudine cresceva. Intorno ai ballo pubblico era un fluttuare continuo di persone; era impossibile star fermi allo stesso posto. ■V un tratto l'Armellino volgendo gli occhi non vide più la moglie; la cercò affannosamente nella folla ma non gli riusci di vederla. Allora gli haleàò l'idea che fosse andata a casa.. Perchè gli sia nato il sospetto che la moglie fosse a casa, e non sola, l'Armellino non ha saputo spiegarlo. Alle volte si obbedisce ciecamente ad inspiegabili impulsi. Dopo le vane ricerche egli si diresse ranidamente a casa. Trovò la porla chiusa. Non persuaso egli botte coi pupni e coi piedi : ma inutilmente. Nessuno rispose.ed egli se. ne andò. Forse in quel momento la Prina, chiusa in casa, scriveva quel biglietto che voleva consegnare al Bosco più tardi, al ballo e che rimase invece presso di lei. Infatti il Bosco, aveva, spiata a distanza la donna e L'aveva seguita, e appena vide l'Armellino allontanarsi sali a. sua volta le scale. Si fece riconoscere e fu dalla Lucia introdotto nell'alloggio. La fine Cosa sia avvenuto fra i due, e che cosa essi si siano detto, in questo supremo colloquio è un mistero che i disgraziati hanno portato nella tomba. Fu tra essi convenuto di uccidersi, poiché ormai scoperta la tresca, non crii più possibile proseguire la vita in quella colpevole intimità? Oppure l'uomo vedendo crollare il castello dei suoi sogni, volle scomparendo dalla vita aver compagna nella tomba la donna? 11 Bosco, uomo un tempo tranquillo allegro e bonaccione, era ritornato dalla guerra — e più precisamente dopo due anni di prigionia molto mutato. Divenuto taciturno fuggiva le compagnie, e non si animava né ritrovava l'antico umore, se non quando si trovava in compagnia della Lucia, colla quale anche ora aUa domenica di tanto in tanto si recava al ballo. Questo cambiamento di carattere lo si attribuiva alle sofferenze Datile durante gli anni di prigionia e sembra che a più riprese, dal «ingiunti, fosse stato consigliato di curarsi di quella forma di nevrastenia. La moglie sua però non dubitava che causa prima di tale mutamento fosse invece la pas^ ne che egli nutriva per la cognata. -Come abbiamo detto, non fu dunque possibile ricostruire i preliminari della scena che si svolse fra i due ma per la deposizione del marito si conosce invece come avvenne l'epilogo. L'Armellino, ritornato alla festa, vi aveva trovato i coniugi Goggiola, suoi vicini di casa e con loro si era intrattenuto a parlare, non trascurando di guardare a dritta ed a manca per vedere se gli veniva fatto di rintracciare la moglie. Verso le 22,40, poiché questi decisero di andarsene a casa, egli se ne tornò in loro compagnia. Alla porta prese congedo dagli amici e sali le scale. Appena si trovò nel corridoio vide la luce filtrare dall'uscio di cucina; Questa volta la Lucia era in -casa. Egli spinse l'uscio e rimase terrorizzato sulla soglia. La sua donna 'stava seduta di fronte a lui, in atto di disperato abbandono, colle, bracete incrociale sulla tavola e col viso abbandonato su questa. Alzò gli occhi e vide ritto in piedi in mezzo alla stanza colla rivoltella in pugno e col volto sfigurato da una spasmodica contrazione nervosa il Bosco. Non ebbe tempo di chiedersi che cosa facesse il cognato in tuie attitudine in casa sua perchè costui, avendolo a sua volta veduto aveva rivolto contro di lui la terribile arma. Spaventato, gridando . come un ossesso, l'Armellino si precipito giù per le scale, ma nel frattempo una sorda detonazione rintronava nella casa. — Clic è successo? Che è sue/cesso? — domandavano intanto .1»Goggiola, che erano stati fermati nell'atto di entrare In casa dal colpo d'arma da fuoco. L'Armellino, pallido come un morto, potè a stento mormorare: — E' mio cognato, che vuol' uccidere mila moglie I Fu così dato l'allarme nel vicinato, e in un momento in tutto il paese fu un acloorrere affannoso di gente. Il comandante della Stazione dei carabinieri riii S- Matteo, brigadiere Gujot, si recò subito, col carabiniere Dente, sul posto. La donna e il giovane cognato giacevano sul pavimento della cucina, colla faccia rivolta contro terra. Una rivoltella a tamburo, di piclcolo calibro, si trovava accanto al Bosco. 11 cav. dottor Cavell!, accorso anch'esso sollecitamente, si chinò stri corpi dei disgraziati, e constatò che la donna era rimasta fulminata da ini proiettile penetrato nel cranio per fa tempia sinistro, mentre l'uomo, colpito alla lempia dèstra, rantolava ancora. Non vi era però alcuna speranza di salvarlo; infatti egli decedeva poco dopo, senza che si potesse trasportarlo. Il dramma ha prodotto una grandissima impressione nel paesello, dove r protagonisti erano conosciutisslmi, e forma ancora per quegli abitanti il tema di tutti i discorsi nei rtrovi pubblici e privati. In un primo tempo si era dubitato che i due fossero stati uccisi dallo stesso marito, dlie (cosi parlava la voce pubblica) lt aveva sorpresi in flagrante: ma a sfatare questa diceria sta la preziosa testimonianza dei Coppiola, i quali dichiarano di aver -udita l'ultimiti detonazione quando l'Armellino stava disc and encto a precipizio le .scale pei"sottrarsi alla minaccia del Bosco. Anche la perizia medica eseguita sui cadaveri, che stabilisce essere i due deceduti in seguito a colpo d'arma da fuoco sparato a bruciapelo, sta à provare che fu realmente il Bosco ud ucoidore la Prina. poscia, a rivolgere l'arma inni.ro di sè. Le indagini dei carabinieri sono per ora rivolte il stabilire da ohi l'omicida avrebbe acquistato l'arma, che non fu da lui denunciata. Sebbene si dica che da oltre un anno egli ne era in possesso, pure nessuno dei famigliari — nemmeno là moglie — seppe mài che egli fosse n pcssesso»di una rivoltella.

Persone citate: Armellino, Arni, Cavell, Dente, Gujot, Prina

Luoghi citati: San Mauro Torinese