Sports invernali ovvero il remo d'Ulisse

Sports invernali ovvero il remo d'Ulisse Sports invernali ovvero il remo d'Ulisse o i i o l . i a i ao ro i ee e a a n. a Clavières, marzo. L'entusiasmo, la passione manifesta dei convenuti, assai meglio che non il loro numero e l'Importanza delft* gare, bacino caratterizzato il convegno sportivo invernale di Clavières, che oggi s'è chiuso con una gita in comitiva al colle Gimont Sono noti t resultati definitivi dello gare: la vittoria di Giuseppe Ferrera, di Val Forniazza, campione italiano assoluto di sci; e la vittoria di Mario Cavalla, di Torino, della « Sari », campione italiano degli studenti, e della signorina Elda Valobra, dello Sci Club di .Torino, campione- italiano femminile; e ancora il campionato di salto, conquistato da Vittorio Collino, dello Sci Club di Torino. Questi vincitori hanno molto bene meritato l'onore della palma: tra di èssi, specialmente, il giovine Mario Cavalla — cb'è, sia accennato d'incidenza, anche una promessa per l'arto, alunno in pittura di Giacomo Grosso, all'Accademia Albertina di Torino — si è segnalalo, attirando su di sò più viva l'attenzione dei convenuti, por l'affidamento ch'egli dà, con le suo qualità tuttora in via di formazione, di potere in un prossimo futuro affrontare e superare assai maggiori prove. Detto l'elogio dei vincitori, fi doverosa poro una riserva, la cui portata ò tuff altro che ristretta: non esageriamo il valore di queste gare, non pensiamo che eiso rappresentino qualche cosa di molto notevole nel campo degli sports alpini invernali; e non attribuiamo soprattutto a Clavières e al suo convegno altra importanza ed altro significato ■che quello d'un riuscito tentativo: riuscito, ma tentativo. Sono pochi amn* ancora che la genie rideva so, per le vie delle nostre città settentrionali, al iramonto d'un sabato o all'alba d'un lunedì, vedeva passare un solitario individuo, vestilo in un più o meno disadorno e più o meno bizzarro costume — ampia giacca impermeabile, stretta alla vita da una cintura di pelle, calzoni corti che finivano entro -calzettoni di lana spessa grosso scarpe, sagomato come zoccoli, ai piedi, e passamontagne in testa — e che recava sulle spalle, già gravale dP'!*Taeco tirolese, un paidi sfrani órdegiìi, simili a pale lunghe, sottili, ricurve, «appuntite, simili a rèmi di qualche piroga dPi primitivi, slmili anche alla piroga stessa, in proporzioni minuscole... Gli sci! — e la parola allora si scriveva secondo l'originaria giafia norvegese, skyj ed erroneamente la si pronunziava col suono gutturale della kappa. La gente rideva, non meno cho so avesse sorpreso uno ancora in maschera il giorno delle Ceneri, o come si ride, senza animosità, con compatimento, d'uno afflitto da una strampalata mania, di cui a lui ritorna tutto il danno, mentre agli altri, agli spettatori, egli offre il conforto di considerare: — Ecco una follia che me, non mi prenderà mai !... — Eppure, quel singolare maniaco, quei folle errante con le sue due esili assicelle a spallo, era, come talvolta accade, un precursore, uii pioniere. 'Avviato alla montagna, il sabato sera, unico saggio elle andava a godersi il dì festivo col salire un po' più alto tyerso il ciclo, il dì del Signore • con l'accostarsi un poco più al Signore, e ripagandosi con mia gran bevuta d'azzurro della sudata fatica dell'ascesa, mentre gli altri tutti, veri folli, si accingevano a *àd(gliare la noia del pomeriggio domenicale per le strade cittadine ingombro o in un fumoso salotto di caffè: reduce, dalla montagna, il lunedì mattina', con lo membra, irrigidite d'i fatica, imi. penetrate di nuova salirle e dii gagLiardia: con la pelle del volto bruciala dal riflèsso del sole su la neve, ma gli occlhi pieni di lucide visioni, ancora inebriavi di panorami estasianti; con i piedi indolenziti entro i calzari duri, con le mani piagate, magari con un ginoedhio contus'o o un gomito sbucciato, ma ilcuore smagato dal senso del sublime: — mentre agli altri bruciava la gola evaporava contro il palato iiiarso e tra le labbra secche la mal digerita, orgotia: — quel singolare maniaco, quel folle errante era un do' primi ad avere inteso quanta bellezza o forza e gtioja, e qua! profondissimo, riacceso spirito di- vita vengano all'uomo dalla contemplazione della natura, dalla più immediata ripresa di contatto con essa., soprattutto quando essa pare più aspra e più selvaggia, quando, nella desertica terribilità montana, nell'imponenza della cristallina veste iemale, alpe sovrana e inaccessa raggiante, più si vii'eta, e più costa e più minaccia ad ar.c;edea"la. a dominarla, a goderla,. Allora, al tempo proprie- di quegli iniziatori dello sport invernale alpino, Arturo Graf, esprimendo poeticamente una grande verità, con significazione materiale e morale insieme, cantava e ammoniva: Voi cui travaglia ed opprime Un cruccio greve e nascoso, Ponete mente: riposo Non è se non sulle cime! E quegli iniziatori — il Kind. primo, a Torino: e poi voi, miei amici c'ari, Mezzalama, Ganina, Musa, Maggi, Pellegrini, Xegri, Santi: e altri ancora con voi, i due Corti, Hess, Ambrosio, Rivetti1, Ghiglilone, Collino... — e la probabile dimenticanza, di qualche nóme vada imputata soltanto alla fretta dolio scrivere — quegli iniziatori, allora, nella loro figura e nella loro funzione parvero veramente un poco, in ristretto modo loro, quali il mitico Ulisse, che. com'è ben risaputo, seguendo il consiglio dell'augure Tiresia, per placare l'antica ira del dio Poseidone e trovar la fine d'ogni affanno e. del suo lungo travaglio errabondo, se ne andò con un remo a spalle tinche incontrasse una gente che non conoscesse l'uso di quello strumento: e giunto in una sperduta terra sentì dirsi dal primo che .incontrò del luogo: — A che rechi, o straniero, codesta pala in ispalla? Tempo non è più da spalare il giano : il re che qua governa tutto il Ri-ano mondo ha già raccolto nei granai. — E l'eroe navigatore gioì allora incomparabilmente nel cuore, riconoscendo cosi compiuto il presagio di Tiresia. e sentendosi giunto alla fine de' suoi mali e del suo faticato errore. E toltosi il remo dalla spalla, — Ala, non pala! — dichiarò all'ignaro: — Ala. a solcare l'equoreo azzJurro. a valicare il deserto m'arino! — E piantò il remo in terra, por segnare il termine raggiunto. Cosi : ala, non pala pure questo strumento importatoci dal nord, dai paesi, lassù, dei geli indurati e delle aurore boreali, dai monti scandinavi e dalle plaghe della Groenlandia: ala, a solcare l'ar'géntea distesa delle nevi, a valicate il deserto alpino. La guerra ha poi influito in modo particolarmente efficace sulluso dello sci, propagandolo ed avvalorandolo tra gii alpini italiani. , Dall'ambito sportivo in fuori, se ne riconóbbe l'utilità e l'efficacia come strumento bellico. E gli sciatori italiani ebbero anche il vanto della prima battaglia, cosi combatIuta, e vinta da loro, su l'Adamello. La "battaglia bianca» fu detta, considerandone evidentemente soltanto lo sfondo e la divisa dei cofuougfue pdnrcvgcocoztopuhqrdqpptsttnccsgminvrnCppterrdtldmcghzesclszpndrsr ombattenti : che, per altro riguardo, essa u ben rossa, del più vivo rosso, di sangue: onde ne venne, a tutti gli sciatori italiani, un sublime indelebile crisma. E dopo la guerra, ancora straordinariamente, si è difuso fra di noi l'amore allo sporfc dello sci, la pratica ne è andata diventando sempre più vasta e più intensa nella maggior parte dei nostri' alpinisti. Oggi, nessun'» può dirsi n."> crederai alpinista, se non sappia almeno eggersi per una .marcia sugli sci.:'E l'ultimo onvegno del iBrennero -e questo primo conegno di Clavières provano .il mirabile progresso compiuto, tanto più mirabile se se ne onsidera la rapidità: esso infatti è stato ompiuto in pochi anni, partendo da un iniiale zero. Ma... Ma se tutto ciò — quanto cioè si è raggiuno di diffusione degli, sports invernali e di perizia per parte do' nostri campioni — ha un altissimo valore in termine relativo, ne ha invece scarso in termine assoluto. E' in quosìo senso ohe *o credo bisogni considerare con minilo riservo le gare e i campionati di Clavières : ossia, essi valgono molta in quanto ital?ani: ma — e la sincerità è sempre fruttifera di bene — valgono invece ben poco in confronto con le gare e i campionati internazionali". Nessuno s'illuda: da noi gli sports invernali alpln.1 — primo, principale tra luttf lo sci. ed! unico veramente importante, perchè anche di reale'pratica utilità — non sono ancora che all'inizio: e troppo pochi tra di noi sono ancora coloro che hanno certa nozione di' ciò che si è fatto, di' ciò che si fa in altri paesi, della grandiosità delle gare nazionali dii altri' paesi, e di ciò che minimamente si richieda per tentare gare nternazionali'. Non s'illuda il pubblico, e non sMUudiano i nostri campioni — cui puro votiamo di gran cuore la più fervida ammirazione,' poiché essi d'Ispirano fede sicura, nell'avvenire. La manifestazione sportiva di Clavttres. riuscitissima, è. stata un'óMinia prova; ima per celebrarla degnamente, e soprattutto porche da essa deliri il miglior utile possibile, era ed è necessario rimetterla e considerarla, così com'io ho tentato di faro, nelle sue debite proporzioni, nella sua realoi consistenza: giudicarla come la mèta da cui si muove il primo passo. .Poi, la. questione ha un aW.ro aspetto, del tutto pratico, d'interesse economico noziona» le Gli sports invernali alpini — a prescindere rial loro valore, bellissimo, attraentissimo, ideale e pratico, valore intrinseco ginnico ed educativo — net pa*si dove sono meglio sviluppati, ad esempio in "(svizzera, hanno acquistato una indiscutibile Importanza iSidnsjtriale. o costituiscono un interesse economico di primo ordine. E' abbastanza risaputo, non foss'altro per le « rcclames » che continuamente cadono sotto gli occhi à tot- j li. quale richiamo di gente, di forestieri, costituiscano per la Svizzera le suo grandi sta- j zjoni .alpine invernali, e il movimento turistico nui esse danno luogo: si celie non è | purtìo esagerato affermare che una. parte, e non certo la minore, della ricchezza svizzera, di quella ricchezza che proviene appunto dui gran movimento turistico, e che ha caràtteri piiuliosto cnllettivf, .regionali, che non individuali, quali quelli di altre industrie, deriva precisamente dall'organizzazione delle stazioni alpine invernali, le quali poi, a loro volta, traggono il meglio del loro interesse dallo possibilità, elio offrono agli sports, diciamo, bianchi', o dal conseguente sviluppo cho questi vi hanno proso. Non è il caso dii far più lungo discorso per illustrare quest'altro aspetto della questiono, por dimostra, re cioè l'Interesse pratico, diciamo magari, volgai-mcnio pratico, che anche per le regioni alpine italiane — lo quali, come pregi naturali, non hanno nulla da invidiare a quelle svfzzcre, sono anzi molto spesso incomparabilmente più attraenti di quelle — sarebbe costituito da un vasto sviluppo di sports invernali, con la formazione, ad essi congiunta, di stazioni adatte, lo quali divengano richiamo e centro di movimento turistico intiprnazionale. E, giova riconoscerlo, anche per questo riguardo, considerando il passato nostro, a Clavières si è fatto molto e bene. Ma anche par questo "riguardo. Clavières non segna che un inizio: il primo indice di ciò ohe si potrebbe o si dovrebbe fare in tante e tante località delle nostre Alpi', con immenso vantàggio industrialo ed economico, immediato e diretto, por le popolazioni valligiane. e di conseguenza per l'economia nazionale. i(0vc si vede come tutto le idealità, a.neihe quelle animate dalla stessa purità e specchiato dal candore stesso delia neve intatta, possano valore par un adattamento proficuamente materiale, d'una materialità d'inchiostro, quale quella dei conti dell'oste... E per questo il poeta- non ci ha mai narrato che cosa se ne siano fatto, gli abitanti della terra remota, di quel remo che d'eroe Ulisse era venuto a piantare nel loro luolo). MAR%> BASSI IlFtIRtvsGssbtmOdcSAtpemCdavdmenzpdmgtdlrvpCplNcsrtSspvncc

Luoghi citati: Groenlandia, Svizzera, Torino