Aneddoti e curiosità rossiniane a proposito della "Cenerentola,, al Regio

Aneddoti e curiosità rossiniane a proposito della "Cenerentola,, al Regio Aneddoti e curiosità rossiniane a proposito della "Cenerentola,, al Regio Nella settimana che oggi si inizia, e pre-\ cisamente sabato, i, sarà rapprescniata al Ttraio la Cenerentola di O. Rossini. Insieme con i Puritani quest'opera costituisce la parte più preziosa dolla stagione ; ed essa stessa ne 6 la parte più rara. 11 maestro Tullio Serafìn, che ha il merito di aver già patrocinato altrove la rappresentazione dell'obliata òpera, facendone rinverdire il successo popolare, cura, ora, al Regio, gli ultimi dettagli dello spettacolo, dettagli di limatura e di rifinitura poiché i principali esecutori, Conchita Supervla. il Budini, il Quinzi-Tapergi, il Cinisello, si sono già fatti una specialità di questa antica commedia, ed ossi stessi, pure guidati dal M.o Scraflu, la 'rappresentarono in alno città italiano. Non poca fatica è costata a Tullio Sciafili la ricostituzione integrale della partitura, poichò non sólo non esistono la partitura e le parti d'orchestra a stampa, ina lineile che fu possibile trovare, ed all'estero, sono manchevolissime, prive di molti Importanti segni fissali dall'autore': sicché, prima cura del Serafiri dovette essere quella di confrontare l'autografo rossiniano conservalo a Bologna con le parli copiale da chi sa quale amanuense,- «cr restituirle all'originalo lezione. Il M.o Seratin ci diceva che le parti d'orchestra, zeppe di orrori, sono appena leggibili ! Poiché tali c tanto pietose sono lo condizioni del patrimonio teatrale italiano. E non si tratta che di una opera di cent'anni fn, e di Gioacchino Rossini ! in attesa dello rappresentazioni, che converrà .seguire con la maggiore attenzione, risalutando l'opera giocosa in cui Rossini seppe insinuare una sottile vena di malinconia, ricordiamo qualcuno fra i più interessanti aneddoti della nascita di Cenerentola. o • o Parla il librettista Iacopo Ferretti, lelteiato romano, quando scrisse il libretto della Cenerentola, aveva treniaduo anni. Attivissimo lavoratore, poe; ta estemporaneo, protettore di maestri e di cantanti, compose nel 1811 al 18ói circa settanta libretti, per i compositori Fioravanti, Zirigarelli, Ma.yr. Guglielmi, Mercatante, Pacini. Donizetti, Ricci. Egli fu giudicato molto favorevolmente da G. Vordl: «A lui il teatro melodramma! ico di allora c quei mai; stri dovevano molto ... La sua casa ospitava i migliori artisti romani o <di passaggio per Roma. Egli aveva sposato una Ternani, Italia quale, ebbe due virtuose figliuole. A Iacopo Ferretti dedicò molti anni or sono un vilume il Canietti, valoroso musicologi! romano, pubblicando, fra l'altro, una conferenza, dello siesso Ferretti, ricca di ricordi. Ecco dunque coma il librettista narrava l'origino della Cenerentola rossiniana: «Mancavano1 due soli di al «Vaiale dell'anno ii8K), quando il ini ci fico. ' i rnpresario r-arloni ed il maestro Rossini mi invitarono ad un congresso innanzi al censore ecclesiastico. Trattnvasi ili considerevoli modificazioni da. .operarsi in un libretto scrino dai Rossi pel icatio Vallo, e clic come seconda opera del Carnevale comporre si doveva, dal Rossini. Nel liiolo vi si leggeva: \'inet{fi alla corte, ma il soggetto no era Francesca di FQÌ.K, una delle mono morali commedie del teatro francese, in un'epoca che incominciava a cangiarsi in una ramosa scuola di libertinàggio, come poi vi si è adesso dichiarata senza orpello c senza volo di pudore. Le modificazioni elio ragionevolmente vi si volevano dal provvido Catone snaturala avrebbero la farsa, comica, dell'argomento. Il censore ecclesiastico, che non andava a teatro, non ne rimase da me pcrsmiso; ma ne fu dolorosamente- convinto il Rossini; indi mi si pregò di trovare e sciivare a volo un nuovo argoménto. «Si pregò, dissi, ed è frase slorica; perchè fra me e il Rossini v'ora un po' di ruggine por un piccolo sopruso che ne avevo ricevuto; ma il non saper dir di no, un poco d'ambizione di scrivere con quell'insigne pesarese, mi fecero porro a tortura la fruita^ sia e ristrettici in casa del Cartoni a bere del the In ffuclla sera frcdtlissima. io mi proposi un venti o trenta soggetti da melodramma.; ma quale fu riconosciuto "stoppo serio, ed in Roma, allora, almeno in Carnevale, volevano ridere: quale troppo complicato; quale sovetchiameute dispendieiso per l'impresario, le di cui visto economiche, osseli' debbono sempre rispettale dalla docilità dei poeti; e quale, infine, non conveniente ai virtuosi cui veniva destinato. « Stanco dal proporre. r> mezzo cascante dal sonno, sillabai in mozzo ad uno sbadiglio: Centìrillon! Rossini. <he per esser meglio concentrato si era posto In letio. rizzandosi! su come il Farinata. dell'Alighieri: — Avresti tu core di scrivermi Cendrillon? — mi disse. — Ed io a lui, di rimando: — E tu di metterla in musica? — F.d egli: A quando il programma? — Ed io: — A dispetto del sonno, domani mattina. — E Rossini: — Buona notte — si ravvolse nella coltre, protese le membra e cadde in un beatissimo sonno, simile al sonno degli dei d'Omero. Io presi un'allr'.t tazza di the combinai il prezzo, scrollai la mano ai Cartoni e eorsi a casa. « Là, un buon caffè di moka rimpiazzò il the della Giamaica ; misurai piti volte por largo e per lungo, con le braccia conserte la mia gran camera da lotto, e quando Dio volle e ini vidi innanzi il quadro, scrissi il' programma ed all'indomani lo inviai al Rossini'- Ne restò soddisfatto; io avevo intitolata quell'opera Angiolina, ossia la. bontà in trionfo. Ma la censura tolse rpieWAnglolina perchè allora v'era un'Angiolina che faceva strage di cuori con due bellissimi occhi e si sospettò un'allusione. Se io avessi pensato di fare quell'allusione non avrei posto nell'ossin la bontà, ma la beltà o meglio la civetteria in trionfo. « Nel giorno di Natale, Rossini s'ebbe l'introduzione ; la cavatina di don Magnifico nel d) di Sanlo Stefano ; il duetto per donna e soprano in quello ili San Giovanni. In poco: io scrissi i versi in ventiduo giorni e Rossiui in ventiquattro la musica ; e notate, o signori, clic iranne l'aria del Pellegrino e Ja introduzione dell'atto secondo e l'aria di Clorinda, che. vennero affidate al maestro Luca Agolini, detto « Lucchetto lo zoppo », j| resto fu scritto dal Rossini, (.mei magnifico cimarosiano duetto fra i due buffi fu terminato nella notte che precedeva la prima comparsa dell'opera, e fu provato nella mattina, e, quindi, fra un atto e l'altro del melodramma, in tempo che i comici dal Bazzi recitavano l'atto secondo del Ventaglio. « I virtuosi che eseguirono quest'opera furono Gelimele Giorgi Righetti (Cenerentola), ricca di una voce, classica per la smodala ostensione : Andrea Verni [don Magnifico), che ora già sul vespro della gloria, Giuseppe De Begnis (Dandliii). che s'era poc'anzi strappato dai primi coniugali amplessi di Giuseppina Ronzi od aveva il sistema, cantando, di urlare conio un energumeno ; Giacomo Guglielmi {don lìaniiro), la cui voce cominciava a deinonetai^i e pareva spesso uno spaccio di sincopate ; la leggiadra Caterina Rossi (Clotlnd'a), Teresa Mariani [Tésue) e Zenobio. Vitarolll. « Meno il maestro, che in tutte le sue più burrascoso prime sere si è fatto applicare l'oraziano Rerum. invinetsabUU muìis. quanti prendevano parlo nell'esecuzione del melodramma, avevano nella fatai prima sera tutti i polsi accelerali e il sudor della morte gocciolava dalla loro squallida fronte. « E di quella febbre e di quella pioggia ghiacciaia v'orano solermi perchè. Si esponeva un'opera d'ardua esecuzione musicalo e mimica, iti gran pano immatura, in gran parte non ben compresa ; ma il carnevale era breve e gli interessi dell'impresario ne obbligarono cosi. Si aveva a temere una congiura di tutti i maestrini acerbi ed immaturi e di tutti i maestri semi-ginbllnii, che odiavano a morte.' il nuovo maestro' come i pigmei fanno guerra al sole. Si aveva a fare con quella leslolina del Rossini, che non doveva sudare a trovar freddi sarcasmi od ironici plausi per destare una convulsione apopletica in un cantante, e già se ne era gustato più di un saggio nel pochi concerò. Wredilplangdliscoinmdmddnmgsoadl cnsppmctrsnpniaessmdpcqtccdpplndpsLpcRsttdsqpi tsRsalma « A scemare le paure dei virtuosi. contrSrissimo esempio di rinunzia all'egoismo, scese nella sepolcral grotta del suggeritore il non mediocre maestro Romani, che in rtuél : medesimo teatro aveva posto in scena il suo • nuovo melodramma, il Qui. prò quo, che era stato applaudilo fino a tutto il di innanzi - ed egli stesso con precisione, accento ed energia, suggerì, animò, detto vita.a chi, vali rin* ' motte futura, era già certo di sai re piulm. stogai rogo o alla berlina che al carro trion- ■ | - In quella prima tempestosissima sera f"; gennaio 1817) dn,l naufragio non iscampó rlìa ■ fln'^", Va £.V'Rlta del Quintetto, il rondò finale ed il sublime largo ed il settimino. 11 resto passò inosservato ed anche qua e là' sibilato. Ma Rossini, non immemore della effimera caduta del Barbiere di Siviglia .e e ?f noi e"f. "^'V'ifusa a larga mano qui J,Ho„0,Ia pfwcntpla., noi di dopo, a me; ' dicev i,0,Ien,e l"1 flilsco' sravementò '• diceva: «Sciocco, nrxi si terminerà il carne.- : nìsserA 'nn w mtl so nc- innamorino ; non ' .ii lln. anno ('nc sani cantato dal Lilibeo a la Dora, e fra due anni piacerà n l-rancia, e farà meravigliar l'Inghilterra. Se la disputeranno gli Impresari, e più ancora' k Pinne donne. Ed avvenne così'; c quél a Roma che Taveva'- disapprovata, negli estroini dì del Carnevale, ne divenne briaca e 'applaudi anche dnp0 fino al delirio con la ,ni',pl',r"b1,d!V?0'nbelli " ,a basagli, con m£ S?,l',t£ii""bini' £0n Pellegrini, Tamburini e Zucchclli, con Parlamagni c Tacci»/ II contratto Lo stesso Came-tti pubblicò pure il contratto' di iiossini con 1 impresario Canoni. Eccolo a titolo di curiosità : w„" ^PJa r,rese>"c te^é privata scrittura, da valere quanto pubblico e giurato Istruì mento, i signor Pietro Cartoni e Cumpo Impresario del Teatro Valle, ferma e stabilisce il signor maestro Gioacchino Rossini per scrivere e comporro futto di nuovo uno sparito di musica buffo, di due atti interaWHfe ?10è 'anto per i pezzi cantabili, che recitativi, a seconda deiro stile1 presente che dovrà nudare in scena per puma opera per il prossimo futuro carnevale 181<; in 1817 « precisamente nella sera dell'apertura del leat.ro, cho seguirà il di 26 decembre corrente anno, a seconda dei consueto stile, con i seguenti patti, capitoli e condizioni, cioè: «Lo: Che dotto signor maestro Rossini dovrà porro In musica T'opera a forma del libretto che gli verrà esibito e destinalo dal siznor Canoni, nel prossimo mese d'ot-tob'e cosi per patte, ecc. 2.0: Il deliri sig. Rossini dovrà trovarsi in Roma alla line del mesi: d'ottobre prossimo, ad oggetto di potere terminare lo spartito del rutto compito a tempo debito, per andare maturamente In Iscena nella suddetta sera1 del 21. decembre prossimo, volendo in caso di qualunque ritardo o mancanza essere, tenuto a tutti i danni p. che cosi e non altrimenti ecc. . « 3.0: Sarà similmente obbligato Esso si-: gnor Rossini di adattare la sua musica, non solamente alla proprietà, del libretto, mai ben anche alla convenienza e qualità delle voci deih Cantanti, ed occorrendo, sempre con l intesa di dotto signor Cartoni, fare quei cambiamenti, cho si crederanno o proficui o necessari por il buon esito dello spartito, e similmente dovrà assistere ài concerti e prove tanto dei cantanti che di orchestra, per dirigere la musica, onde venga esatta-1 monte eseguita e slmilmente assistere al cembalo ed alla direzione d'essa nelle- primo tre sere di recita consecutive. . 11 ♦•0: Sarà lenuto od obbligato il d d signor Rossiui di consegnare por la Jinc di novembre prossimo al copista da destinarsi pci-rottauiente compito tutto il primo atto, è non più tardi del lo decembre futuro tutto il secondo atto completo, perchè cosi e non altrimenti, ecc. « In compenso poi di sue virtuose fatiche e (un'altro come sopra dal dotto signor Rossini assunto, il sig. Pietro Cartoni c comp.o sarà tenuto ed obbligato di pagargli liberamonte, e rimossa ogni eccezione, la somma di scudi cinquecento in duo rato eguali, la prima subito consegnalo il primo atto, la seconda terminato lo tre prime recitò, nelle quali dovrà egli assistere al cembalo per la tlirezione della musica. Si conviene ancorai che in caso d'interdizione di teatro prima che si completasse lo spartito, non dovrà dai detto sig. Cartoni pagarsi l'onorario che a proporzione di quello dio fosse fino allora composto, ed in caso fosse interamente compito lo spartito, e che non potesse andare in- scena, dovrà questo sigillarsi e consegnarsi al detto signor Cartoni, epiaie dovrà in tal caso pagare l'intero onorario perchè cosi, eòe. « Si conviene ancora che quante volte il signor maestro Rossini si scritturasse per Londra, allora ed in tal caso, si intenda il presoti le conti atto come latto non fosse, a condizione però che il detto signor maestro Rossini debba mandare ia disdetta ai detto signor Cartoni dentro il mese di luglio futuro, e noti più tardi, e non facendosi'entro tal tempo detta disdetta, li presente contratto debba avere il suo pieno effetto ed 'esecuzione, senza che possa restare purrfrj ali orato per qualunque s-iittura anche oltramoritanea (sic), perché cosi e non altrimenti, ecc. •Ep. osservanza di quanto sopra,, e p. il i totale adempimento, si obbligano gl'infrascritti contraènti nella più ampia forma della R. C. Ap.ta anche per le spese giudiziali e stragiudiziall iti caso di litigio, dichiarando ancora di potere essere convenuti tanto per l'adempimento del contratto quanto per l'emènda de' danni e tutt'altro per contradettet anche senza ulteriore preventiva citazione, « Ih fede, ecc. ;j « Roma!, 29 febraro, 18 sedici. . |i s Jioacchino Rossini », Un ricordo di A. Brofferio l La casa di Ferretti, a Roma, ospitò soventd Angelo .Brotfcrio. Questi narra in una gustosa! pagina della sua opera I mici tempi coma onobbe il poeta rumano: « Nel tempo che io ini trovavo a Roma, volle Canova farmi conoscere Iacopo Feretti. Uomo più simpatico, più Vivace, più cordiale, più schietto di Ferletti, io non ho mai trovato al mondo. Egli non aveva bisogno di parlare per cattivar l'affetto vostro, i suo volto umano, geniale, aporto, bastava. Dopo essere stato con lui cinque minuti, vi pareva cho da ciuquaut'anui lo aveste amato e conosciuto. Marito di bella e cara moglie, palio di duo gentili figliuole che unitamente alla madre facevano l'ornamento della casa, a. delizia .della famiglia, il buon Ferretti provvedeva a tutti la sussistenza colla ar. guta bua penna. Nè egli scriveva soltanto! ibretti per musica, epitalamii per nozze, otave por giorni onomastici, sonetti per Messa nuove; égli scriveva anche lettere per innamorati, suppliche por postulanti, prediche per parroci, canzoni per ballerine, pastorali per vescovi, allocuzioni per cardinali, dispute per curiali: ed aveva tanto lavoro, che talvolta confondeva il sonetto colla predica, la supplica colla pastorale e dava l'epitalamio al Vescovo, Ja pastorale alla ballerina e la letera amorosa al cardinale. o Appena fatta la mia conoscenza, mi. invitò a passare la sera in casa sua, dove, diss'ogli. fra la musica e. la poesia sarei diventato l'amico del suoi amici o della suai famiglia. Colle parole di Don Magnifico nella Cenerentola, gli rispósi : * L'altezza vostra fi un. pozzo di bontà; più se ve cava e più ne resta a cavar »,- o nella sera medesima, in compagnia di Angelo Canova, mi recai a godere della doppia festa che il novello amico aveva preparata. « La casa di Ferretti era tutt'altro che una casa di lusso ; ma vi era quanto bastava perchè hi essa regnasse il buon gusto e vi si trovasse l'allegria. Al cembalo sedeva la madre, che era veramente maestra. Colla madre suonava ppzzi u quattro mani una dello figliuole, che già por molti riguardi si distingueva; l'altra cantava con voce xli soprano. Ebbi anch'Io l'audacia di cantare l'aria buffa: Miei rampolli, miei rampoNt femminini.,. Pj,