Fragilità, il tuo nome è femmina

Fragilità, il tuo nome è femmina Fragilità, il t fi Fragilità, il tuo nome è femmina (Nostra corrispondenza ■particolare). BERLINO, febbraio, unirò, (.'he avrebb | , La signorina elio sta laggiù in quell'angolo | udel salotto merita un poco d'attenzione, cari-1 Vna com'è, e due enormi occhióni spalancali si direbbe, su un ercpuscojto di sogni. Annodare un discorso è sempre un-problema; si afferri a due inani t'ultimo avvenimento cittadino, lo si sfrutti;: — Terribile, véro, signorina, l'incendio della fabbrica di cioccolato Salotti! rnmpgd— Terribile! — dice la si«norin« e soinK I rra. Io so n ubo cosa pensa, Adesso non si i11 gdspotranno più comprare lineile soavi praìines. E la signorina dice le parole alate: Le azioni, però, banno retto bene al col¬ po. Stantio già. di nuovo, a mlllequatlrocento. I '— S'interessa di borsa sisnorlnal C- Co-lue iii(? (iiuoco Io, però, ho solo car' boni e metà lu'-ffia J/nitro clòlno ho fatto sessantun, là marèlii Von le fcH&ln?il. li£ i inficiai cou dieiottomiln, e raddoppiai stilli, to con le I.auialu'itte. Lei non ha mai provato? Provi valori slcsinni, adesso. Ce ne richiesta, e più ce He sarà, sui mercati inglesi'. Debbono salire. Io ho già venduto le mio renali».' e compero altaslesid. Dolco conversare nell'angolo discreto del salotto cou una fanciulla ventenne, no.vvero ? : Si pensa a quell'antito epitaffio: Dnmum manslt, ìanam ledi: stette in casa, filò la ; lana. Che epitaffio metteremo, fra ottanfan-1 ni, signorina, sulla sua tomba mainata di la.' crime.' Ci accontenteremo di menzionare le , csue buone azioni, quelle che vendette si caie ed acquistò a sì vile prezzo. Non ha fatto altro ctie ubbidire all'imperativo energico del tempi nuovi il Comune di Berlino, permettendo l'accesso ed i negozi delle donne in borsa. Ci sono più musetti rosei, la sera, davanti al quadro dei cambi del banchiere sull'angolo, che davanti alla vetrina della modista; è la •dattilografa che òssee dall'ufficio si compra il Iìotscìi Courier, signori, noni verbigrazia, la Farfalla d'Amore. No», non ci rifaremo la poesia andando a vedere all'Alhanibra Ae pugilatrici. Eccole, le pugilatric-i, in fila sul palcoscenico, Hoyde I adolescenti', ma senza ciccia e con dei nitt- scoletti per bqne, niceole e svelte, brave ti- gliuolo con un'aria da ragazze ingenuo. Lo impresario legge ad uno ad uno nomi e un- zionalità, e la fanciulla esce dai ranghi e ! saltila con grande sorriso aureo (si vede che ì far sputar denti con un pugno non è un modo di due, e sostituirli, dopo bisogna). Fraulein Mizzi, Austria (un inchino, un sorriso — non i nui veduto un giorno in una lleuer Vienne- se quel sorriso scoto il connetta biondo dei capelli, fra l'odor de! vino nuovo ed il rosso d'uiituniio?i, l'ràulein Ida,- Obèrschelien, Friiuleln Emma. Paesi Bassi (voce del pub- dblico- _ Ba<.si i paesi e alta la valuta!!. Fraidem Frizzi,'Ungheria (muso duro, uh in. chinr. cirhntn fuori rima In lin-ma. verso rimpresario);' Poi incominciano.-Le pugilatrici più picco- le vencrono n mettere i elianto™ alle alfe Lo l' M l^m?^^^od^nUmn, letali tali e tali colpi proibiti Via. E al via, ■,-;.t.i L,,rt!t.i ini serio «tenori, come si Scazzotti, cazzotti sul serio, signori, come si "^iSl, fift So^li-ctieicsom la scena di gelosia al maino, ugrexio furiose, con un'abbondanza d colpi proibiti "e cene sventole che scaraventano giù dal pal-!zco e fanno sanguinare il naso. Fraulein Miz¬ zi contro] Fraulein Frizzi. L'ungherese ulula, guaisce, borbotta, ostia nella sua aspra lineila ; se l'arbitro ammonisce, lo minaccia con . ir,,.™. Tiene rnnse bènne a "arennella da1 sì pugni; .nelle pause dc\<. a garganella. au.| mmun7n tigna , i "Coir. ri^^STi'u.ut uLtin^uis »ii -jf-, /cc-s nil(rn! rnitm in ci. ; dpàusa Uno dèi pubblico offro cento marchi Seria Cucitrice un altro, cento march, per , - 1 la perdente. Potrebbero smettere, vero? Invece no. E giù pugni, l'ungherese è per terra, l'arbitro conta:-, uno, due, tre... all'otto Frizzi è di nuòvo in piedi e ricomincia. Ancora un po' ili botta e risposta, poi Frizzi e scaraventata definitivamente fuori del palco, a. gambe all 'aria fra eli spet.ato i. Ausi uà ha ( ^?^^^^S,ÌwS pesia di pugni fuori programma avversarla l'aria l'arbitro 1 impresario un. signore a pubblico, e la debbono trascinar pei .01/51 die- tro la lenda. ululante, mugola.nlc h quando a viewiesiua vien fuori agli ^PP»"81...«oca Frizzi mette fuori il muso anche lei, mosti a mezzo metro di lingua, e minaccia con 1 pugni. , . ,.,„„ r.ln,, n j'Siamo al secondo incontro:, Emma, i.aesi Bassi e Zdenka,-Cecoslovacchia . : E riprende la gragnuola di colpi, a cui.. as-, sistiamo, noi uomini, divertiti ed umiliati. 1 l'raiUn. lini nome is v-oman... 1 ■> " ; Se»Brunilde 0 Crimilde avessero studiato j ! l'afte di menar pugni, avrebbero sbrigato da, 'sole le loro faocerde private, e non avrebbe-; irò aizzato, l'uri contro l'altro molti superbi i cavalieri, nè cagionata la morte di molti fi- 'gli' di madre. Nari erano donne forti, queste gei-mane antiche, pur se Brunilde potè ap- pendere ad un chiodò con la cinghia dei pantaloni, la notte delle sue nozze, il buoni eroe Oiinieio suo marito, e lasciarlo così ilegato Uno all'alba, come si leg;e con molto .diletto 11'Ila avventura decima del Nibe- ; ilunghi. ' lEccovi la traina di un racconto dove agi- ; sce una donna forle. C'era una volta un ] conte'che possedeva, per diritto di maggio- rasco. terre e castelli, un valore di milioni; | il conte era vecchi», od aveva un figliuolo ' unirò, (.'he avrebbe ereditato ben presto tutto | u"110' ben eli Dio. E c'erano dei parenti po1 V£T'. zia e cugino; ai quali con quella sto ria del maggioraselo non era toccato quasi nulla e le tiravati verdi. La mamma — chiamiamola contessa Eleonora — gli aveva comperato un mulino, al Urlinolo, ma il figliuolo — lo chiameremo Hans — non era di quella razza di mugnai orgogliosi del loro mestiere che tenevan testa i>ersino ad un I re Pignolo come il vecchio Federico; invece i110,1 faceva che rodersi per l'invidia del cu- 1 gino che ereditava tutti quei milioni. Per diventare ricco, inanima gli consigliò di sposare una ereditiera: ma il contino Hans fu I ''.esPi»»<V Prese un cesto, come si dice in Co-marna.. Mamma Eleonora disse: — Co- """iulla *» l"i offesa per un conte, fai alla famiglia un i rlcaUlno »cr contornila marcii.. Anche ,1 ri- : k .,'LU'Lio 7i V" piètà/ed 11 denaro sali ; SVjtUnna più -unni'imei 1 saltare per aria il castello'dèi parenti ricchi"' con tul{0 n )mreut.ado prossimo e remoto? , c.0- appunto anche una zia che se morisse catto andò male. Allora non rimaneva altro — un'ideina così semplice, bimbo miol — che uccidere il cugino- per rimanere unico erede del vecchio. Ma un conte non si sporca le mani: cercano allora un buon uomo che per mezzo milione ucciderà lui, tanto ha fatto pratica i giorni della rivoluzione- Mezzo milione? "i famiglia al Monte di salta fuori. Poi l'idea si sviluppa più ampiamente. E se si facesse lascerebbe una bella sommetta anche lei. Perchè no? Dice la contessa madre. Si compera della, gelatina esplosiva, si organizza una banda di quaranta disperati per l'impresa, 1 tempi sono tristi per la patria, la guerra civile tempesta: la colpa della faccenda se-la piglieranno gli spartachisti che corrono il paese saccheggiando e bruciando- Senonché — cosi la novella ha un lieto fine — uno dei complici, un fabbro che si fa passare per studente, va alla polizia e confessa tutto. Si sa, la coscienza. Alla polizia si mettono a ridere. Siete .pazzo, giovinotto? Ma duella una contessa, una dama di Corte, I di famiglia areinobilissimn,. elio cosa vi sai: ta in mente? Ma poi si andò In fondo alla faccenda, e la. contessa Eleonora von Schliief fen ed il figlio conte Enrico Hans Schlief fen. con i loro sicari, comparvero davanti ! ai giurati di Goérlitz, pochi giorni fa. ì Piircfllè la novella è storia vera. Ed al pro cosso impressionò sopralutto l'assoluta -man: canza di rimorsi, di scrupoli, di esitazioni i nella madre nobilissima e nel tìglio. Un te stimonio .ha descritto così sopra - un gior naie di Berlino il contegno dei due impu tati. Per i due patrizi.!, quello che hanno tramato paro la cosa più naturale del mon do. A lesta alta, sorridendo attraversano la &a,a flpl K'ndizio per recarsi al loro posto di accusati: e sorridendo il contino bacia la mano a mamma contessa... Oh, una donna forle anche questa, come la cazzottati-Ice... 0 assni P"1- . . • , , l' E 1111 esempio incisivo del generale deca Cimento della.morale dopo la guerra, purè inquadrato cosi nella med.evalità di un mag S^orasco. Ma è triste vedere che protagoni¬ sta di questa storia è una donna; e triste iconsiatare che quando noi uomini tornam nmnri • «coHìpì ^ nn,H»ii „«.„,,, ,,oa "?° amati, scettici e crudeli, nessuna ìea!zi0ne trovammo nelle donne, rimaste .addie . 1 spcculatnci della borsa e le pugilatnci, | mlAllfi ,,ltw n„«rtiaii.i<.i rtoiin <mtri<tn Ti.» ci tro, e che esse avevano perduto tanto di femminilità quanto noi di illusioni morali. Seeni dei tempi, queste donne aride e le i'f* altre .pugilatrici dello spirilo che sie /lnrin nrmni Inrrìnno noi .unvinmonti n «<v ; dono, ormni legione, nei -parlamenti e nei voieine e le più illogiche, naturalmente, , Oh? non temono, di sforzar, la gola ed il petto 1 alle piti aspre interruzioni, e contraggono il viso e scuotono le chiome ed escono poi per i corridoi con la grande busta delle scartoffle sotto al braccio ancora tutte accaldale e arrotate. Violente: sono celebri certe apostrofi della Zetkin, l'impavida varcatrice di confini senza pn-ssoporto, dal suo angolo di ( CPtrema s^istre, le chiome grigie raccolte in 1101,0 affrettato, more Lacavnac; celebri ,e tnvMtivp (l0lla 7jrtz bnllanU rli cncadtlhBl p di cin]froni 1 tropno prudenti compagni, m nibglclie: gran ridere, fu. anche sui ban r.n, m tedesco-nazionali, l'anno scorso al Reichstag, quando una deputatessa di destra jn,erruppo violentemente un deputato di si nistra accusante di cose poco pulite — con'tnihha-ndo di capitali — principi del sangue e signori dell'aristocrazia-. Ad un nome fatto : dall'oratore, la deputatessa gridò: , ± Quello no! Quel signore "non ha com 1 lnesso quello che lei dice. 1 _ e perche? — chiese cortesemente il de- ; putato. j _ perchè è mio amico. a, segni dei tempi, dicevo. Non crediate che ; non ci siano ancora, a Berlino, le buone donne che hanno per isc.opo nella vita i tre fc.nosi C: casa, cucina e chiesa, e le oneste Gretclien della leggenda che non sanno di politica nè di borsa, fragili e soavi Ma è. sempre più raro trovarle nelle classi'sociali i che. datino più nell'occhio, nella borghesia ielle manda lo sue figliuole più spregiudicate .a farle dattilografe ole segretarie, e riempie - ; le aule universitarie di filosofe e di teosofe, le le sale delle conferenze di futuriste e di ; tagoriste. brave figlinole, serie e profonde ] che domandano al primo venuto; — Scusi, quale-è la sua Icbcnsphlfosaphle, la sua fi | losofia della vita? ' PAOLO MONELLI.

Persone citate: Courier, Enrico Hans, Mamma Eleonora, Mizzi, Nari, Terribile, Vienne

Luoghi citati: Austria, Berlino, Cecoslovacchia, Comune Di Berlino, Paesi Bassi, Ungheria