La seduta del voto

La seduta del voto La seduta del voto Roma, 17, notte. Anche la seconda seduta eli questa ripresa parlamentare e al'iullata. 'Nelle Tribune non vi è un posto vuoto. Nell'aula fino dalle 14.50 si notano moltissimi deputati: uno dei pillili a giungere ò Nitti, e poi ponpla.ri e socialisti in gran numero. Alle 15 precise l'on. Riccio, vice-presidente, dichiara aperta la seduta alta presenza di oltre .400 deputati. Al banco del Governo siedono gli on. Bonomi, De ìNava, Beneduce. Della' Torretta e Raineri. L'oratore dei nazionalisti Dopo le commemorazioni, sì riprende la discussione sulle comunicazioni del Governo. FEDERZONI, in ifome-dcf-tre gruppi della destra, svolge il seguente ordine del giorno: « La Camera, ricordando che la volontà della grande maggioranza del paese si è manifestata chiaramente favorevole a un indirizzo di governo che- si proponga la reintegrazione della funzione nazionale dello Stato, così nella politica interna come in quella Internazionale, e nello sforzo per la ricostruzione economica, passa all'ordine del giorno ». Premette che tanto gli eletti dei blocchi nazionali quanto gli eletti del partilo nazionale, sia pure con orientamento diverso, ebbero dai loro elettori il mandato di appoggiare un'indirizzo politico inteso a ristabilire la pace all'interno ed a restaurare il prestigio d'Italia all'estero, compromesso dalla svalutazione della vittoria. Ricorda che le forze liberali-nazionali,' riportarono una prima vittoria rovesciando il Ministero Gioì itti so-' pratutto per la sua lincea politica estera: sorso cosi il Gabinetto dell'on. Bonomi, che aveva ottenuto la benevola attesa e l'appoggio della destra, almeno in quanto prometteva di seguile un indirizzo di politica estera ed interna, consono alle esigenze nazionali. Ma allo buone intenzioni iion seguirono i fatti, perchè il Ministero Bonomi si mostrò, nella soluzione di tutti t più gravi problemi nazionali, debole ed lucerlo compromettendo le sorti del nostro paese in tutti i campi della sua attività, e soprntnt.to nessun affidamento dà il presente Governo per quanto riguarda l'azione dell'Italia alla Conferenza di Genova. L'Italia deve andare, a Genova con l'intenzione di fare una politica eminentemente realistica, ricordando che gli interessi italiani non si identificano con quelli di nessun altro Stato e possono trovare soddisfccimento solo in soluzioni transative da adottarsi volta, a. volta- A proposito della, collaborazione dei socialisti, della quale si è tanto parlato in quésti giorni, rileva la incertezza e la indeterminazione dei' tre punti enunciali dai socialisti per il nuovo •atteggiamento astensionista. Osserva del resto che nessuna nuova riforma politica o sociale può offrire le democrazia al socialismo nell'attuale momento, e nota pure che nessun punto di contatto può esservi tra socialisti e popolari se non sia quello della difesa del sistema proporzionale che nes'suno del resto oggi contrasta (commenti) e della comune avversione a.l fascismo. Afferma che il'Gabinetto Bonomi ha abbandonato per via molti di quei capisaldi programmatici per cui aveva ottenuto l'appoggio della destra, primo. fra tutti quello della utilità della riscossa nazionale, fascista che aveva salvato' l'Italia (applausi a destra, rumor!. aWestrema sinistra) Ha dato sicura prova, con le sue dichiarazioni di ieri, che rappresentano soltanto il suo desiderio, di un nuovo orientamento verso sinistra con la sola preoccupazione di salvare la vita del Ministero. Perniò, la destra ritiene di adempiere ad un vero dovere nazionale negando la sua fiducia al Gabinetto dellon. Bonomi (vivi reiterati applausi a destra, molle congratulazioni)- Un comunista contro i socialisti Dopo l'oratore nazionalista prende la paTOla il comunista on. GENNARI, il quale comincia diicendo che al gruppo comunista là crisi ministeriale non interessa affatto. Per comunisti la crisi ministeriale è un elemento, un episodio della più vasta! crisi economica' sociale e politica della società borghese,-che nulla può riuscire ad arrestare. L'oratore continua dicendo che un fatto nuovo 6 intervenuto nella situazione parlamentare: n collaboi'-izionismo del partito socialista, d quale ha formulato tre postulati programmatici per un eventuale accordo col Governo. E.' da rilevare 'Che i capisaldi programmatici proposti dal gruppo socialista, sono accettabili da qualsiasi Governo, in (manto si riassumono nella difesa delle otto ore, nel ristabilimento della legalità, ecc., ecc., ciò che ò in tutti » programmi .borghesi. Ben diverse sono le condizioni che i ponoHri imposero ed impongono per la loro collaborazione al Governo. I popolari sono avveduti, mentre — dice ironicamente l'oratore — molto deve essere perdonato ai socialisti, che in questo sono alle loro prime armi ed hanno tutta l'inesperienza dei principianti (vouimenll aWeslrema sinistro). MATTEOTTI: — Quando Gennari era nòstiro segretario 'e cose andavano bene! gennari, continuando, passa ad esaminane 1 oagteldi programmatici del ooUabora- zionismo socialista e dice che le 'altre riser ve non sono fatte che per giustificare agli occhi della massa la collaborazione coi partiti borghesi. L'oratore svaluta le richieste socialiste dicendo che si identificano coi più comuni programmi borghesi. Il partito socialista prima ha dichiarato che per la valorizzazione dèlie proprie forze parlamentari avrebbe desistito dall'arieggiamento di intransigenz'a sistematica ed assunto eventualmente quello dell'astensione, Astenersi in colitica., significa annullarsi, ma collaborazione. -n^HUnteTess'é; de!.'prolelariulo: colla borghesia significa servire 'gli ihìteressi borghesi, poiché gli interessi proletari, socialisticaniente intesi, sono là negazione di quelli capitalistici. ' D'ARAGONA e MAZZONI: - E Lenin? GENNARI : — Lenin ha conquistato prima il potere politico! E l'oratore continua dicendo che i comunisti obbedirono al loro primo dovere quando si separarono dai socialisti, perchè sin da quel momento essi volevano separare nettamente ogni responsabilità. I comunisti continueranno a combattere da soli e l'esperienza dei fatti compiuti metterà il proletariato in grado di giudicare chi avrà, avuto ragione. Pjssb quindi ad esaminare la politica del Gabinetto Bonomi e si sofferma a criticare la politica seguita dal Ministro delle Colonie on. Guardini, il quale fa ripetuti segni di diniego. A questo punto il Presidente della Camera — che in questo momento di breve assenza dell'on. Riccio, è. l'on. Pietravalle — squilla continuamente il campanello per far tacere gli interruttori, coprendo cosi anche la voce dell'oratore. L'on. GRAZIADEI lo apostrofi? cosi: — Il sale! Si ricordi del sv.lel (L'on. Graziadei allude ad un'affermazione fatta una volta, dall'on. Pietravalle, non si sa bene in quale conversazione od articolo di rivista, circa l'efficacia del sale marino per il prolungamento della vita umana. Orbene, (mesta interruzione dell'on. Graziadei suscita una generalo ilarità, e l'on. Pietravalle. seccalo, dice all'on. Graziadei : — Non dica sciocchezze! — Avviene cosi un battibecco abbastanza vivace tra l'on. Pietravalle e alcuni deputati di estrema .sinistra; poi il silenzio si ristabilisce). > GENNARI parla ancora degli ultimi fatti della Libia e dice che il fatto stesso che il Governo 6 reticente nel mettere al corrente l'opinione pubblica sui fatti stessi è indico della sua responsabilità. « L'on. Bonomi — esclama l'on. Gennari — deve rispondere categoricamente alla nostra domanda intesa a sapere che cosa avviene di preciso laggiù. La politica coloniale del suo Governo è quella di tutti i Governi borghesi passati, cioè a base dì inganno democratico ». Conclude riaffermando il proposito di completa astensione dei comunisti di fronte all'attuale crisi del Gabinetto (applausi sui banchi dei comunisti ). La replica di Bonomi Si leva quindi a parlare il presidente «lei Consiglio per rispondere agli oratori di questa discussione. L'aula presenta un aspetto imponente. Sono presenti più di quattrocento deputati, tra cui gli on. Giolitti, Orlando, Nitti e Salandra. L'on. BONOMI, tra il silenzio della Camera, dice : >< Risponderò brevemente ai vari oratori e prima tra tutti all'on. Di Ceserò, che appartiene al gruppo che ha determinato l'attuale crisi. Egli ha anzitutto accusato il mio Gabinetto di essersi isolato dai vari gruppi della Camera, di avere legiferato per suo conto, facendo abuso di decreti-legge. L'oratore della democrazia ha enumerato tali decretilegge, facendoli ascende al numero di 115. Non so se tale numero sia esatto, ma rilevo che ieri, contrariamente alle mie abitudini, ho creduto di interrompere l'on. Di Cesarò per correggere delle sue inesattezze u. I decreti-legge Qui l'on- Bonomi passa in rassegna a lardili tratti l'opera compiuta dal suo Gabinetto: « Nei mesi di luglio e di agosto la Camera fu occupata in lunghe sedute a discutere la riforma burocratica, perchè il Governo aveva interesse e premura, di fare approvare la legge relativa. Nei mesi di novembre e di dicembre il Governo ha fatto la sua esposizione finanziaria, ha presentato i propri bilanci ed ha offerto alla discussione della Camera importanti disegni di legge. Non è colpa del Governo se la Camera non ha potuto discutere tali disegni di legge. Quando l'on. Di Cesarò siederà su questi banchi... (ilarità, rumori, commenti, che coprono le ultime parole, del presidente del Consiglio). Il Governo non chiede di meglio che di non valersi più dei decreti-legge che esigono dal Governo un lavoro dieci volte maggiore di quello dell'ante guerra. Quanto alla legge per la riforma della burocrazia, si è molto parlato della relazione colla quale la Commissione parlamentare per la riforma stessa ha criticato l'opera del Governo. La discussione in merito sarà fatta tra Governo e Commissione parlamentare. Intanto credo oppor¬ tuno rilevare che in questi intimi >:iiit|ue mesi — e non sono molti davvero — il Governo ha spinto innanzi la riforma sulla burocrazia, incominciando con una lunga serie di riforme minori, die pure richiedevano il loro tempo, ed affrontando problemi assai ponderosi, come quelli della questione del controllo, quello delle tabelle organiche, quello della riforma giudiziaria e quello deità rilorina della Corte dei Conti, ecc., ecc. La questione bancaria li Presidente del Consiglio passa,- jjol.-alle accuse contenute nel discorso dell'on?: Di. Cesa rò nei riguardi della questione bancaria, l.'ii&s'emblea si fa più che mai attenta. BONOMI comincia col domandarsi quale fu l'origine della Crisi «bancaria é quali i rimedi più adatti per fronteggiarla. Dice: — Una grande Banca aveva raccolto grandi capitali... GRAZIADEI : — Coll'appoggio del Governo! BONOMI ta cenni di diniego. GRAZIADEI :" - E' stata la banca dell'intervento ! .BONOMI: -r Una banca dunque aveva raccolto grandi capitali e lì aveva impiegati in molte imprese. Le cose procedettero per molto tempo nella più completa normalità, ma appena sorsero sospetti che la banca non potesse far fronte agli impegni assunti con tali imprese, od il panico cominciò a diffondersi nella massa, di coloro che avevano depositato alla banca j loro averi... (rumori, risa ironiche, commanti; il clamore si prolunga per qualche minuto) il Governo credette suo dovere intervenire per mettere l'istituto in grado di affrontare i rischi dei suoi impegni, ed infatti per fronteggiare ogni eventualità furono accantonati i proventi della circolazione cartacea... A questo punto, poiché l'estrema rumoreggia, BONOMI si rivolge verso quel settore e dice con energia: — Poiché il Governo è stato accusato di non essere intervenuto a tempo, esso ha ora il diritto di esporre quale è stata la sua azione ! Orbene, i seicento milioni accantonati dagli istituti di emissione non furono sufneenti per superare la crisi, la quale andò rapidamente aggravandosi (nuove interruzioni all'estrema sinistra). Ma se il Governo avesse abbandonata la banca a sé stessa, la banca sarebbe precipitata nel fallimento; che avrebbe prodotto conseguenze incalcolabili. Allora il Governo credette suo dovere intervenire per dare alla banca la possibilità di scongiurare il crollo e fu cosi che il Governo emanò il decreto di moratoria. La Commissione giudiziale ha accertato che, considerato perduto il capitale sociale e la riserva, il rapporto tra attività e passività può calcolarsi al 77% e sono state fatte ora proposte per un concordato. Voci dall'estrema: — Ma gli autori della crisi? Gli autori non sono stati punitiI BONOMI: — Quali sono dunque i limiti dell'azione dello Stato? Noi abbiamo creduto dovere ini primo luogo mettere i creditori nella possibilità di rientrare in possesso di una buona parte degli averi depositati nella banca. A ciò ha provveduto il Governo chiamando i principali istituti sovventori ad intervenire per garantire pure gli interessi della massa creditoria. Ma non si può pretendere che lo Slato rimborsi ai creditori la differenza tra le passività e le attività della banca... Voci dall'estrema sinistra: — E gli aniministratpri? Che cosa e stato "fatto contro gli amministratori ? BONOMI, rivolgendosi all'estrema sinistra: — Abbiamo stabilito il sequestro dei beni degli ex-.amminislratori. BOMBACCI: — Ma gli amministratori hanno i loro soldi all'estero! < Noi non abbiamo speranza.., » Il presidente del Consiglio passa a parlare della politica, interna. FEDERZONI: — Politica parziale! BONOMI: — No, on. Federzoni! Tutto si potrà dire della politica 'interna del mio Gabinetto, fuorché che essa sia stata parziale. Invece, appunto in questo periodo appassionato della nostra politica, è stato sempre- imparziale. Voci dall'estrema sinistra: — Non é vero! E" stata parzialissima! BONOMI: — L'on. Federzoni ha rlettn che alla Conferenza di Genova non bisogna celare gli interessi materiali dell'Italia, anche perchè lo stesso fa la Russia. Prima ancora delti. Conferenza di Cannes, il nostro Parlamento ha votato la ripresa dei rapporti colla Russia, affermando il principio che ciascun popolo può darsi l'ordinamento interno che crede. Ma, tornando alla politica interna, contesto di avere nelle mie dichiarazioni di i'.ri dimostrato un orientamento verso sinistra: io mi sono limitato a fare-delle semplici constatazioni numeriche circa la prevalenza di gruppi. Non ho mai inteso dare all'azione del Governo alcun carattere di parziclità e mai ho messo a servizio dell'una o dell'altra parte l'autorità dello Staio. Se l'on. Federzoni ha voluto alludere alle mie concezioni politiche deve dichiarare che mai ho disconosciuto le mie origini politicne (commenti) che mi portano a non rifiutare la collaborazione delle classi lavoratrici. Ne credo che abbia ragione la sorpresa da taluni manifestata che II Governo, nelle di- chia'azioni fatte a] principio di questa discussione, abbia esposto l'opera propria e le direttive a cui quest'opera si è informala. Siamo qui per dar modo al Parlamento di chiarire una situazione buio, che non ha permesso, dopo reiterati tentativi, di costituire un nuovo Gabinetto. Siamo qui, non per le nosue fortune personali, ma per rendere, affrontando anche parole non generose e perciò ingiuste, un ultimo e necessario servizio al paese aiutando la Camera a superare la crisi che è nella sua composizione cioè in se medesima. Ma per proporre alla Camera uri processo di chiarificazione non si poteva dirle: ecco una sticessione aperta, ciascuno dica quali debbono essere gli eredi. La norma costituzionale, che è in questo caso consona perfetta alla logica, voleva che la discussione si impostasse sull'opera del Governo, giacché solo discutendo di cose, di fatti, di posizioni concrete, si può cimentare- la consistenza di quelle frasi vaghe.sulla- ricostruzione economica, sulla restaurazione della legge, sul prestigio all'interno ed all'estero, che non nossono costituire, nella estrema incertezza dei loro contorni, la direttiva di domani. Noi abbiamo sicura coscienza di avere in questa funzione fatto fino all'ultimo il nostro dovere. Spetta alla Camera compiere ora il suo come spetta all'opinione del paese dare il definitivo giudizio sul Governo e sul Parlamento. Attendendo Il vostro voto, noi possiamo fare nost»j il motto «nec spenec melu». Noi non abbiamo speranza nella vostra approvazione e non abbiamo timore del vostro giudizio giacché sentiamo di aver servito con purezza di cuore il paese e di non avere avuta, nell^ nostra opera, altra guida che la devozione all'Italia ed il desiderio ardente delle sue fortune (Vivi reiterali applausi al centro; molli deputali, si recano a congratularsi col presidente del Consiglio; commenti animati). Un intervallo curioso Frattanto da ogni parte si grida: — Chiusura! Chiusura! MODIGLIANI, dichiara che si oppone alla domanda di' chiusura. E' ne cessano che il voto addivenga su un ordine del giorno chiaro, preciso completo, che impedisca l'equivoco e presii' il fianco alle manovre di corridoio. Questo ordine 'del giorno, che non deve essere puro e semplice, non può venire che dal proseguimento della discussione che del resto sarà brevissima, ma sufficiente a precisare lo sbocco della crisi (applausi dei socialisti). II presidente, on. Riccio, mette al voti la chiusura contro la quale votano popolari e socialisti: a favore votano due o tre deputati poiché gli altri si disinteressano. Così la chiusura-è respinta. Fra la viva impazienza della Camera ha la parola l'on. CHIESA il quale fa una ctitica dell'azione del Governo per la crisi della Banca. Italiana di Sconto. Mentre l'oratore parla, l'on. Modigliani sale all'ultimo banco del quarto settore di sinistra e discorre animatamente a lungo con l'on. Di Cesarò. Alla discussione assistono e partecipano i membri dei direttorii socialista, democratico, e popolare, e cioè gli on. Matteotti, Paratore, De Vito, De Gasperi e Miglioli. Infine, il forte gruppo si scioglie e l'on. Modigliani esce dalla porticina superiore con l'on. Di Cesarò. Intanto, l'on Chiesa continua, fra il chiasso generale, nella sua critica attaccando l'opera del ministro Belotti il quale lo interrompe dicendogli: - Quei signori che l'hanno illuminato farebbero meglio a rispondere delle responsabilità che'essi hanno! (commenti). CHIESA: — Più volte in questa Camera ha risonato al mio indirizzo il grido solazzevoie di « Caprone! Caprone! » (ilarità). Ebbene non c'è alcuno che abbia osato portare qui dentro una precisa accusa perché non c'è. (Appi-ovazioni). Cole-m che colla mia «pera sono stati cacciati da questa aula non avrebbero mancato di far portare qui dei fatti contro di me sle ve ne fossero stati. La mia gestione come commissario dell'aviazione fu onesta Da due anni ho stampato tutti i (documenti e serenamente attendo il giudizio della Commissione di inchiesta, sulle spese di guerra. (Approvazioni). L'oratore dice poi che l'industria italiana non deve finire nelle mani straniere. * A questo puntq sul quarto settore di sinistra tornano a riunirsi molti democratici, fra cui Di Cesarò, De Vito, Andrea Finocchiaro Aprile, Casertano, Cocco Orto, Persico ed altri. MAZZOLANI : — On. Presidente,- avverta gli eredii che la successione non è ancora aperta! (La Camera ride clamorosamente). L'ordine del giorno della democrazia Siamo alla presentazione degli ordini del giorno. L'on. COCCO-ORTU presenta il seguente, sottoscritto anche dogli on. De Vito, Facta, P. Vassallo, Serra, Casertano, Pallastrelli. Carboni Vincenzo, Bonardi, Colonna di Cesarò. Paratore, Bonocorc, Visco, litigarci e Persico: « La Camera, considerando clic nella politica Internazionale l'Italia deve avo.gerc azione vigorosa per la efficace tutela dei propri interessi e pei- !a rabida rluosMtuzioiic economica d'Europa ; che nella politica interna occorro ripristinare l'impero delia legge o l'autorità. deUo Stato al disopra di ogni partito, con giustizia verso tutti e col aspetto assoluto di ogni libertà; che nella impo.sslbil:'tà di aumentare lndennitamentc gli oneri tribù lari è necessario sopprimere ogni spesa jiom indispensabile alle esigenze sociali, risanane la clic dazione, rivolgere ogni sterzo a determinare il ribasso del costo della vita e a crescere la ricchezza nazionale con una coraggiosa politica di produzioni! e di lavoro, tenendo conto ile,lo particolari condizioni dello terre liberate o redente, «lei Mezzogiorno e delle isole; che ad attuare taite politica, cui debbono cooperare 1 Comuni e le Provincie rinvigoriti nell'autonomia e restaurati': nella nnanza, occorre provvedere ai risanamento del eredito, al controllo dei rtuoni del Tesoro, atte materie prime, alla facilitazione drtle esportazioni, al regolare funzionamento doi servizi pubblici, alla unione ed armonia d'azione ilt tutte lo classi socia";! ed all'equa tutela ilo'., lavoratori, favorendo la liberià d'organizzazione, la sana coopcrazione ad ogni utile Iniziativa; che 6 necessario: porre fine all'abusò elei decreti-legge restituendo .il Parlamento le sue normitli funzioni per la regolazione delle sjicso e la risoluzione ili urgenti problemi sociali ed economici; ritenendo che l'attuata Ministero, con l'aziono svolta sinora, non afllda per Valutazione ili questo programma, deli.hera di non approvare la politica del noverilo». COCCO-ORTU rinuncia a svolgere il suddetto ordine del giorno e MATTEOTTI grida: —- Allora rinuncia anche alla successione! (Ilarità). L'ordine del giorno dei riformisti Il riformista CELLI svolge Invero il suo, a nome del proprio grappo, cosi concepito: « I.a Camera, considerata la necessita ili resti, taire al paese le condizioni indispensabili per ta pacifica convivenza delle classi nel rispetto iftla libertà di lavoro e di organizzazione e nell'obbedienza alla legge, d'i mettere le classi lavoratrici In grado di assiirnere-seiapre più elevata partecipazione e responsabilità nell'andamento delle aziende e In gradi., di concorrere con le proprie rappresentanze atto sviluppo della legislazione del lavoro; ritenuto essere la inscindibile unità del problemi economici dell'Europa assoluta premessa, alla sistemazione della vita di tutte le nazioni ora tormentate c depresse da intransigenti egoismi e da crnile'll sperequazioni, a-pprova le dichiarazioni' dei firiverno e passa all'ordine del giorno u. CELLI comincia col dire che qwsto è un momento di chiarezza. La presento situazio¬ ne pare chiaramente dellnearsi su alcuni ; punti e principalmente su cmesto: conciliar re gli interessi del proletariato con quelli'■•' della nazione. Le classi lavoratrici ' italiane oggi sono sulla difensiva; esse domandano la difesa da parte dello Stato delle loro organizzazioni sindacali. ACERBO: — Perchè non diceste questo.durante Ja lotta elettorale?1 (proteste, dumori all'estrema sinistra). CELLI: — Il proletariato vuole le libertà civili ed il riconoscimento delle proprie or-', ganizzaziionl sindacali. Anche in politica e-. stera le aspirazioni delle classi lavoràtricll l'oitioidono cò"n quelle che sono le reali aspi- \ razioni di tutti : ricostruzione europea im cui trovino posto tutte le forze e si spezzino i sogni egemonici. Il nostro voto di' fiducia al tioverxio non vuole essere solo un atto dlì '-: solidarietà, ma vuole essere interpretato co»i me una invocazione al Governo per ima po- ■ litica che si orienti «empre più verso le esposte finalità (applausi dei riformisti). Il Presidente invita i molti presentatori di ' ordini del giorno a svolgerli, ma tutti rinun- . ciano. BONOMI, dichiarai di non potere accettare . gli ordini del giorno degli on. Codacci-Pisanelli, Coccc-Oriu e Di Cesarò. Accetta invece quello dell'on- Celli, sul quale- póne la' ■ questione di fiducia. PRESIDENTE, avverte che l'ordine del giorno dell'on. Di Cesarò, essendo 11 più lato, deve avere la precedenza sugli altri ordini del giorno. DI CESARO', mantiene 11 suo ordine del giorno come espressione che slntetteza In modo preciso 11 pensiero della democrazia. BONOMI, osserva che, polche la presenta discussione ha lo scopo di chiarire, la situazione con una precisa ed aperta affermazione di concetto.e di principi! direttivi, sarà opportuno votare prima l'ordine del giorno dell'on. Celli per divisione. I favorevoli all'on A ■dine del giorno dell'on., DI Cesarò voteranM« contro la seconda parte dell'ordine dell'aR '< Celli. '•.; Modigliani I accenna alla collaborazione MODIGLIANI, afferma'che dopo la discussione avvenuta è necessario che il voto della Camera avvenga sull'ordine del giorno.ilquale possa chiaramente delincare la volontà della maggioranza, duello che'orja Importa è che si venga ad un voto che non slot ' equivoco. Ora l'ordine deli giorno dell'on. DI Cesarò, se ha un valore intrinseco per il di- ■' scorso col quale è stato illustrato' formalmente, nonostante tutte le buone intenzioni, esso si -presta ad.un voto equivoco. Rilevai v che da un discorso solo può aversi la sintesi della discussione svoltasi; dal discorso dellpn. Federzoni, a quale ha ricordato aliai sinistra di essere stata alleata elettorale del ginppi che siedono a destra e di essere.quindr legata alla politica parlamentare di questa- Osserva che se l'on. Federzoni ha ragiene nel ricordare questa oorannanza di origine alla sinistra, *a però torto se non prende atto che la sinistra ha riconosciuto ormai 1 equivoco elettorale reazionarlo e non Intende, dopo l'esperienza fatte, tener fede a tala origine. E i richiami alla sinistra del rap- . presentante della destra sono mossi da dl« ' sdegno per la separazione che ai profila nella situazione parlamentare e vuole anche significare che la destra difedegna l'aUean/sl solo perchè non può pru continuare ad ap. profittarne; (Applausi a.Wcstrema sinistra, rumali, a. destra). ,' MUSSOLINI: — Ce ne trrfiscbtamol . i' MODIGLIANI: — e ìpiesto diverso alte», giamento della destra trova riscontro In tlrt mutato atteggiamento anche nel settore del;i!st^emaASmisÌra- 11 SniPPo socialista intende pei ciò il dovere di precisare in questa situazione il suo atteggiamento. Il partito socialista ha sentito che. quando è in gioa* un mutamento nella vita del paese, oh" voglia dire superamento della crisi econòmica' ^riiml&mo P°M8>Ue di dolori e di g^rra civile Bisogna cercare la linea dr confluenza) L ?5^'£nza aIif. necessità dell'ora che pussa. (Applausi all'estrema sinistra) E' beni strano che il rimprovero a questo attaggiU». mento venga da comunisti che hanno fra, lo- Z ffi„^ssl uorrìihì che- essendo ant t£ sta del partito socialista, constatarono il fall m„en,t0 della tattica della Più accentuata taZ transigenza e che fuori di qui fanno le piS ^n,nh,1»8t-Iìze pen*è » pai™° socialisUi assuma tutte le responsabilità che la sltuazione impone, mentre poi i loro maggior"sfacì cingono a collaborare a Genova in ^n carriìlausf). VaSt0' in 11,16110 internazionale DI CÉSARO': — voi entrate nella nuova maggioranza? (ilarità) nuova MODIGLIANI: _ La questione non può ridursi a questo.' La partecipazione nostra è I limitata at confina chiaramente da noi posti Assuma' ognuno il suo posto a viso aperto^ ; Non si può pretendere che una affern^ziond cosi decisiva pel futuro orientamentoTali questa Camera si compia-sull'ordine del eiòrnoT' de lon. Cesarò anziché sopra un altro ordina del gic/rno, che abbia il vantaggio di contenere di fronte ad esso dello affermazioni orogrammatiche che vietino la conclusione dei ' voti, be si insisterà quindi nella votazione: ? di un ordine del giorno, capace idi ottenere Mv la fusione imprecisa delle opposizioni uitt; disparate, senza nessuna enunciazione di direttiva, e di programma, il gruppo socialista* valendosi di un suo diritto, si asterrà dal * partecipare alla votazione. (Applausi all'». 1 strema sinistra ed al centro). Avverte, però •• che questa astensione non contiene là minimi ' dose di fiducia in un Governo che ha par* lato per bocca del presidente del Consiglio.ma ha taciuto nella persona dei njinlstrf degli Esteri e delle Colonie, i quali si sona persino nflutati di intervenire alla Ctommls-' sione permanente degli Esteri a dare le necessarie. spiegazioni su avvenimenti la cui gravito e tale che impongono sopra ogni cosà la sincerità e precisione nel voto che sta per avvenire. (Vivissimi ripetuti applausi all'estrema sinistra; molte cohgrartulazioni) PRESIDENTE avverte che è stato presentato un emendamento, dall'on. Casertano cosi concepito: « Ritenendo che l'attuale Gabinetto, con l'azione sinora spiegata, non affida per l'attuazione di questi concetti, delibera che non si approvi la politica del Governo ». Avverte pure che è stato presentato dagli on. Matteotti, B'ajratono, Oonzales. Bisogni, Musatti, TuratiT Lollini. .Merloni. Florlan, Galeno, Frontin, Buglioni, Beltranii Cosati ino e Monaci il seguente ordine dei giorno: « La Camera, ritenuto clic il Ministero Bonomi prosegue unti politica avversa alla libertà e agli sviluppi delia classe lavo- •. ratrlce e insufficiente a staMire intese Inter- : i nazionali che portino anche- i popoli vinti tela Russia alla ricostruzione europea, passa /, all'ordine del giorno ». I popolari per l'ordine del giorno Celli CAVAZZONI si %socia In nome del grup- V no popolare alla preghiera rivolta. òVrt Presidente dei Consiglio all'on. Di Cesarò par. che non insista affinchè sia messo in *•*•> j %