L'inìzio del Conclave: in attesa del nuovo Papa

L'inìzio del Conclave: in attesa del nuovo Papa L'inìzio del Conclave: in attesa del nuovo Papa " Fides intrepida „ Due classi di persone rivolgeranno, in questi giorni, un'attèmaione impaziente al Conclave finalmente iniziato : i fedeli cattolici, aspettanti da esso la scelta del nuovo Capo, rappresentante di Cristo in terra, scelta alla quale una pia credenza — che non vorremo qìii sottoporre a critiche indiscrete e a domande imbarazzanti — reputa presiedere l'opera dirette dello Spirito Sante. Insidine éon i fe*deli, i curiosi, 0 aflollantisi in, piazza San Pietro allo spettacolo delle fumate nere, in attésa di quella bianda ohe preannuncerà YHabeu»u» Pontifieem, o sempliceme'nto aspettanti dal telegrafo e dal telefono la notizia, su cui for9e hanno ingaggiato scommesse, come per una p'artita di boxe o una corsa di cavalli. Ma, accanto al credenlce al cunUoiso, anche il politico e lo storico ha qualche ragione di attendere con l'animo sospeso. Il pontefico romano, infatti, non è il capo di una setta religiosa o. di una opngregaziqnfi monacalo i cui membri vivano Segregati dal mondo, o, pur materialmente nel mondo, estranei totalmente alla stia vita. La Chiesa cattolica vivo entro la società civilo, strettamente connessa con la vita di questa, in un rannorto di reciproca determinazione. Variano, attraverso i secoli, i termini di questo ra'p- J porto: in certi periodi storici (basti pensare allJAlto Medio Evo) l'influenza della Chiosa sulla società civile b stata grandissima, assai più grande che non quella della socJétà stessa sopra la Chiesa : mentre nel Rinascimento il rapporto ci appare invertito, e nei tempi moderni lo due società si sono andate piuttosto allontanando l'una dall'altra, con una conseguente diminuziiono della reciproca influenza. Tuttavia il rapporto rimane; e da un secolo a questa parte, dopo il razionalismo dcll'.l'w/Màrunfj e la Rivoluzione, francese, si potrebbe afrerjnaro ch'esso sia tornato a farsi più stretto. E poiché, nello stesso tempo, si è accentuata,- nella Chiesa cattolica, la centralizzazione ed ha raggiunto il culmine il potere papale, ne segue per doppia ragione che un cambiamento di pontefice non può lasciare indifferente la società civile. La successione papale, cioè, oltre il significato puramente religioso, ha anche una importanza sociale-politica, che non conviene esagerare — poiché i tempi di Gregorio VII e d'Innocenzo HI. sono lón tani — ma neppuro ridurre iu troppo an gusti confin*. Quale oggi possa essere quo sta importanza, non e- dato determinare se non si coglie la linea centrale dello svol giniento storico nel momento presente; e le sue interferenze con un'altra linea-di svol glmento, quella, appunto, del cattolicismo romano. Oggi la politica europea e mondiale, poichi sappia spingere lo sguardo- fino alle intime forze che la travagliano, e scorge re, oltre i particolari molteplici e diversi, la sintesi unitaria, si riassume nella Motta fra la reazione nazionalista di gran parte dei governi e dei partiti politici, e lo spi rito' di pregresso liberale, rappresentato ancora soprattutto da individui e da élites isolate, che tende alla liberazione ed alla associazione dei popoli, oltre lo barriere degli Stati e delle nazionalità...Abbiamo parlato di « spirito liberale o e non di « partiti liberali », giacché la maggioranza di questi, in tutti i paesi, sono passati dall'altra parte del fosso, sia pur camuffandosi nei nomi, nei gesti e nelle parole, a riempire ed a guadare lo file della reazione, con un complete tradimento all'autentico,-spirito liberale.; tradimento cho st'er-teade in più casi anche allei variopinte a democrazie » a perfino a qualche ì'razio ne del- socialismo. Le masse operaio, iri tante, e. i loro dirigenti sindacali e politici, che dovrebbero essere iu prima linea nella lotta per lo spirito di rinnovamento e di associazione, internazionale, mancano sovente all'appello, perchè distratti da scissioni interne, o consumanti le loro for ze iu sterili intransigenze e in conati' anar coidi, ausiliari essi medesimi della reazio ne. Puro, il socialismo dovrebbe conside rare «some proprio e precipuo compito la lotte contro la reazione nazionalista, non > soltanto in omaggio ai suoi presupposti ed ai suoi scopi .internazionalistici, ma per fedeltà al suo più profondo spirito, che non può essere se non spirito liberale. Il socialismo, infatti — considerato-non tanto nella sua impalcatura dottrinaria e nei suoi schemi, necessariamente arbitrari, del la società futura, quanto nelle intime i dualità che ne costituiscono il vero siglii ficato storico e la vera forza morale — il i socialismo appare come un figlio legittimo I del liberalismo: esso 3Ì. propone, in sostan' za, di realizzare le condizioni economiche 6 sociali necessarie per quella liberazione | dell'individuo che il liberalismo classico i propugnò nel campo politico e spirituale. '. Liberalismo e socialismo, nel loro vero spi- • rito, sono ambedue per la libertà dell'individuo di fronte allo State ; e nessuna ■ maggior bestialità di quella che identifica 1 socialismo e statolatria. Lo stesso ideale . collettivista non richiede un certo complesI so di regolamenti e di costrizioni economiche, so non in quanto lo presuppone neces- ; sario per la liberazione dell'individuo nel! la vita morale. Il nazionalismo, invece, è esse'nzialmente assolutismo| dello State e ; soppressione dell'individuo / dell'individuo, appunto, spirituale e morale, a profitto della Nazione — Moloc!/ e dello . Statoi Dio. Ed ecco perchè la lotta contro lo spi: rito nazionalista, per la, cooperazione e la i associazione dei popoli; è lotta ossenzial! mente liberale. Qual è, di fronte a questa lotta fra reazione nazionalista e liberalismo internazionalistico, la posizione ^ideale del cattolicismo e del Papato? Ecco il punte. Il nazio\ nalismo reazionario o statolatra,' uso a seI questrare, secondo i prinoipii della « ra| gion di Stato », tutti i,valori umani, per ' sfruttarli e avvilirli a proprio profitto, af' ferma volentieri che il( cattolicismo — il , cattolicismo o latino », .'« romano s — » è | buo necessario alleato. Vediamo così Charles Maurras, l'ateo sacrestano — dei .totoi chierichetti e scagnozzi del nazional-fasci- smo italico non vale la pena eli far menzione — proclamare che il cattolicismo non c se non gerarchia, ordine, disciplina ; mostrarsi più ortodossamente conservatore del Papa e della Congregazione del S. Ufficio ì e' reclamare quindi la Roma cattolica e papale tutta per i suoi piani di oppressione politica, sociale e spirituale. Se il suo antenato De Maistre,. credente, voleva un assolutismo ai servizi della teocrazia papale, egli, ateo, vuole invece la dominazione papale ai servigi dell'assolutismo. Senonchè cattolicismo e papato sono, certamente, ordine, disciplina e gerarchia; ma sono anche, debbono essere, pena il fallimento, cristianesimo. Maurras e i suoi odiano il Cristianesimo e il Vangelo, perchè rappresentano la più alta affermazione religiosa del valore autonomo, supremo, irriducibile dell'anima, e cioè dell'individuo, e quindi la più netta condanna religiosa dello Stato-Dio nazionalista. Essi deinunzierebbero Gesù, reduce oggi in terra, come un n traditore comprato dall'oro tedesco-ebra teo-bolscevico n, e lo farebbero gioiosamente fucilare, a meno cho preferissero, su regolare perizia psichiatrica della sciènza ulliciale, farlo chiudere in manicomio. Rimane, intanto, vero che se il cristianesimo senza cattolicismo può significare anarchia individualista e' follìa mistica, •cattelicisirfb senza cristianesimo non può finire che in materialismo oppressivo e bigotto. Noi vediamo la storia della Chiesa cattolica, attraverso i secoli, risultare dall'equilibrio dei due elementi, equilibrio instabile, come instabile è. la vita; e se l'elemento « ordine, disciplina, gerarchia» -• l'elemento « cattolico » — appare in prevalenza négri ultimi secoli, queste, tut¬ tavia, non è mai giunte al punto da trasformarsi' in dominio esclusivo, spegnendo l'elemento i cristiano ». Un secolo fa, la Chiesa e il Papato ai trovarono presi tra le preoccupazioni por l'ordine sociale, minacciato dal radicalismo carbonaro-mazziniano e repubblicanosocialista, e le aspirazioni dei popoli e dello nazioni alia libertà: libertà che poteva anche significare, oome Lamennais vide! in Francia e l'esperienza dimostrò, liberazione della Chiesa dall'assolutismo statale. Chiesa e Papato sacrificarono allora, sostanzialmente, le aspirazioni liberali alla causa dellVordine »; e ne derivò un lungo contrasto fra ossi o lo spirito della civiltà moderna. Oggi, siamo a una svolte della Storia corrispondente a quella di cen-1to anni fa- i carhnmri Ai allnra ai chiama- tei anni ra. i carbonari di allora si cHiama no oggi bolscevichi, ali assolutismo della ''anta Alleanza è subentrata la reazione jnazionalista, e il posto dell'Austria di Metternich e della Russia di Nicolò I è te- mito daila^Francia di Millerand e di Poitt- care. Anche òggi lo spauracchio rivoluzio- !nario - che sÓìd il trionfo della reazione . . , . ,. potrebbe tradurre in realtà — fa rinnegare a moltó' lo spirito liberale, che ora, oltrepassato il ciclo delle rivendicazioni nazionali, si riassume nell'internazionalismo. E oggi come un secolo fa, la lotte, al pari di ogni contrasto veramente storico, è essenzialmente lotta di forze spirituali. C'è in quetete forze un posto cospicuo, anche se non così esclusivamente preminente come in altri tempi, per lo spirito cristiano. Saprà il Conclave, saprà il nuovo Ponteee interpretare quetsto spirite, con la « fede intrepida » di cui parla la profezia? LUIGI SALVATORELLI.

Persone citate: Charles Maurras, De Maistre, Gesù, Gregorio Vii, Innocenzo Hi, Maurras, Motta, Spirito Sante

Luoghi citati: Austria, Francia, Metternich, Russia