Le condoglianze del Corpo diplomatico al Sacro Collegio

Le condoglianze del Corpo diplomatico al Sacro CollegioIn attesa del Conclave Le condoglianze del Corpo diplomatico al Sacro Collegio Roma, 28, notte. Stamane, alle ore 10. 1 cardinali si sono riimiti, come al solito, in congregazione nella sala del Concistoro. La congregazione è stata interrotta per il ricevimento di condoglianze. Alle ore II il segretario del Sacro Collegio, mons. Sincero, ha dato ordine di introdurre il corpo diplomatico. Questo si era già riunite nella sala degli Arazzi dell'apparìamento pontificio. Erano presenti tutti i capi delle ambasciate e delle legazioni e tutti erano in uniforme e decorazioni. 11 prefetto delle cerimonie, mons. Respighi, assistito dai cerimonieri, ha introdotto i diplomatici. I cardinali attendevano schierati ai lati del decano cardinale Vanutelli. I diplomatici erano disposti in due gruppi: il primo formato dagli ambasciatori, ministri e capi delle missioni: il secondo formato dal personale delle rispettivo rappresentanze. Il discorso dell'ambasciatore di Spagna Il marchese di Villnsinda, ambasciatore di Spagna, decano del corpo diplomatico, ha rivolto al Sacro Collegio questo indirizzo: « Éminentissimt e venerabili principi della Chiesa. Colia pia viva emoziona e profondo dolore io vengo a portare al sacro Collegio nella mia qualità di decano del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Vesprcssione collettiva delle nostre condoglianze per la perdila irreparabile che colla morte impreveduta di sua SS. Benedetto XV, ha subito la Cliicsa cattolica e con essa il mondo intero, di. cui è testimone il cordoglio universale. I rappresentanti diplomatici presso la Santa Sede, qui presenti in numero più grande che in ogni altra occasione della storia, risentono questo dolore, tanto più in quanto hanno av.uto l'occasione di ammirare rispettosamente dappresso le alte virtù morali e intellettuali del Santo Padre, che noi tutti piangiamo, il suo spirito giusto e generoso, il tesoro dì bontà del suo cuore apostolico, la carità cristiana colla quale egli ha saputo nei tempi turbinosi del suo pontificato soccorrere in una maniera incredibile e. sublime le sofferenze spirituali e materiali di migliaia ili esseri umani, senza distinzione di razze di popoli e di religióni. In questo momento così triste, alla preghiera del Sacro Collegio ed a quella di innumerevoli cuori riconoscenti, noi uniamo le nostre per questo santo servo di Dio Onnipotente, che è entrato nell'eternità unendo al suo estremo sospiro un'ultima supplica per la pace del mondo ». La risposta del cardinale Gasparri Il camerlengo del Sacro Collegio, cardinale Gasparri, ha quindi così risposto: * Signori ambasciatori capi di missioni. Dopo aver seguito con interesse pieno di ansietà gli inquietanti progressi della malattia cosi inattesa di S.S. Benedetto XV, il Corpo diplomatico ha voluto anche unirsi al sacro Collegio dei cardinali nel cordoglio immenso in cui lo ha gettato la morte del grande pontefice. Il cordoglio nel mondo intero è più particolarmente sentito da coloro che, per la loro posizione, hanno potuto apprezzare più da. vicino l'azione salutare ed apostolica dell'augusto e venerato defunio. Ecco perche le nobili espressioni di condoglianza che, per mezzo del vostro degno decano, voi venite ad indirizzarci, sigg. ambasciatori capi di missioni ci toccano profondamente. Noi le accogliamo colla più viva gratitudine. Esse sono per. noi un conforto nella nostra dura afflizione, esse sono anche un conforto pel compito imiiortante che. quésta morte, inopinata pone al Sacro Collegio e che noi ci prepariamo compiere secondo le regole canoniche. Possiamo noi, con tale incoraggiamento e sopratutto colla aiuto della luce che ci viene dall'alto, dure ben presto alla Chiesa un capo supremo degno di succedere a colui che il mondo ha acclamato benefattore dell'umanità, apostolo della carità e pontefice della pace ». Dopo la risposta dei cardinale Gasparri, i diplomatici si senio intrattenuti qualche minuto a scambiare saluti e complimenti coi cardinali e quindi si sono ritirali' e hanno lasciato il Vaticano. I cardinali hanno prosegui^ i lavori di congregazione e alle ll.W) hanno dato l'ordine che si intreduceafe il Consiglio del S. M. Ordine di Malta che, conio di rito, presenta a.ach'esso in udienza solenne le condoglianze al Sacro Collegio dopo la morte del Papa. Nell'assenza del grande maestro, i cavalieri erano presieduti dal luogotenente conte Lambertenghi. Tra essi si notava il principe Chigi-Albani, che giovedì prossimo assumerà le funzioni di maresciallo del Conclave, carica ereditaria nei a sua famiglia. 11 conte Lambertenghi ha pronunziato parole di condoglianza ed ar.i-ho a lui ha risposto il cardinale decano Vaumutclli. L'udienza non è durata che dieci minuti e pochi minuti dopo i cardinali, terminati i loro lavori, sono ritornati alle loro dimore. Oggi sono arrivati i cardinali Csernoc, arcivescovo di .Strigatila; Cucowsckl, arcivescovo di Varsavia; Dal ho r, arcivescovo di Posnttuia: Morder, arcivescovo di Malines. L'atteggiamento dei cardinali francesi Roma, 28, notte. ' A). — Giungono a Roma i cardinali francesi eli arrivarlo; perfettamente preparati da acconcie evangelizzazioni nazionaliste. 11 belga cardinale Morder ed il polacco Kakowski sono in coda a loro, dii rinforzo. La Francia in questo Conclave si presenta numericamente, indebolita, perchè la 'morte ha negli ultimi tempi sr>ttratto alla lotta dei viventi ben tre cardinali': Amette, Dubourg e Cabrieres. Comunque, col belga e col polacco sono sei che, data la prevedibile scarsità dei preserti al Conclave, hanno ancora la laro Importanza. Dei quattro cardinali di Francia, il Lucon e l'Andrieux rivendicano la loro origine a Pio X e gli altri due, il Maurln ed il Dubois, sono cardinali di Benedetto XV. Sencxneliè, le origini questa volta sembra non abbiano eccessiva importanza in quanto die l'episcopato francese lia mediocremente gustato quello statuto della chiesa di Francia che è tuttora in gestazione laboriosa, e sembra avverso all'adozione di quelle associazioni diocesane escogitate dal nunzio mons. Ceretti e dull'an. Briand, ma che sono ravvisate insufflcientò trasformazione di quelle cultuali che furono cosìta.ntemonte respinte da Piq X e nenie quali si ravvisa una minaccia di dispersone dei patrimoni ecclesiastici della chiesa di Francia. Così è che il programma di sistemazione della chiesa di Francia,-dopo lo-, ripresa delle relazioni, non garba a grande parte dell'episcopato di Francia ed i rappresentanti di esso vengono al Conclave animati da propositi non precisamente favorevoli alla continuazione del programma di politica religiosa di Benedetto XV nei- riguardi della Francia. Se sa aggiunga che qualcuno dei porporati francesi è anche notoriamente incline a vagheggiare un'idealità gullicar.ista e separatista, si intuisce facilmente come i cardinali francesi ed i loro aderenti non vengono al Conclave con idee troppo nette Da avvertirsi, però, che questi cardinali sono sempre in stretti rapporti col loro Governo, onde la necessità Ili valutare la loro stessa apposizione entro limiti accomodanti ciò che del resto non esclude che essi possano svolgere la loro attività elettorale secondo i criteri direttivi- non sempre precisamente conformi alla consegna governativa. L'unanimità dei consensi francesi si prevede che si manifesterà, sia nei riguardi della politica orientale, si? per quello che concerne 1 futuri rapporti tra l'Italia e la Santa Sede. Tutti unanimi, i francesi ed i loro aderenti sono profondamente ed irrevocabilmente avversi a qualsiasi visione di riconciliazione italo-' vaticana. Il cardinalle Gasparri lo sa, come pure sa che non c'è da ritenere di riuscire mai a ridurre l'irreconciliabile avversità francese contro qualsiasi tendenza conciltatorista. Lucon o Andriieux, creati da Pio X, espressero già le loro idee. Non le manifesta rono nè Maurln nè Dubois, caidinali benedettiani, ma si, sa che questi due porporati, sono devoti alle direttive del Governo, che è notoriamente, specie ora che è diretto da Poincaré, avverso ad una politica pontificia filo-italiana. La scuola di Rouhen e dell imperatrice Eugenia trova ancora nel regime della repubblica i suoi continuatori. E' nella tradizione. Si prevede per questo che il concorsq dei cardinali francasi e dei loro aderenti non sarà mai accordato a qualsiasi tendenza che miri nel Conclave a dare al eattolicismo un Papa comunque incline verso qualsiasi soluzione pacifista del conflitto italoromano. Si vuole continuare quindi quello stato idi malinteso che, del resto, è l'esponente di un'enorme corrente di idee prevalente in Francia, perchè si ritiene che qualsiasi vantaggio che potesse essere acquistato dall'Italia nei riguardi della Santa Sede toglierebbe qualche cosa all'influenza che la Francia riconciliata crede di avere conquistato in Vaticano.