Questioni vive e questione dormiente

Questioni vive e questione dormiente Questioni vive e questione dormiente Roma, 27, notte. (A.) Partendo da una veduta piuttosto unilaterale ed alquanto ristretta, il Mondo scrive : « Ormai è assodata la linea di demarcazione che dividerà nel prossimo Conclave le tendenze dei porporati e s« enj si verranno ad incontrare i gruppi contendenti; essa sarà segnata dal problema della riconciliazione coll'Italia ed i diversi modi di considerarne la solubilità». Con tutto il rispetto dovujto alla competenza del chiaro scrittore vaticanista del nuovo gior. naie romano, non è possibile condividere un apprezzamento così esclusivista. Gli Stessi nazionalisti più accesi non possono convenirne. Il problema dell'elezione del Papa è così immenso e vario, come sono immensi e svariatissimi gli interessi della grande Chiesa universale romana nelle cinque parti del mondo. Il problema italiano, viceversa, è problema assolutamente di indole nazionale, che può ossere variamente considerato sotto molti punti di vista dagli stranieri nei riflessi internazionali che da esso dipendono, ma che in fondo noD può e non deve interessare altrimenti che le parti in causa: la Santa Sede e l'Italia. Perchè, se poi si pensi ali'entifà dei problemi che investono tutta la politica internazionale del papato, chiara emerge la conseguenza che il problema italiano-romano è una semplice unità nell'enorme numero delle questioni maggiori nelle quali è interessata la Santa Sède. Enumeriamole senza avere la pretensione di ricordarle tutte. Verso i paesi dell'Europa del Nord: tutte le questioni di connivenza politica e religiosa colle credenze non cattoliche, la vecchia idealità dell'unità della Chiesa cristiana, col riconoscimento o senza da parte dello Chiesa protestante dell'autorità morale, politica e spirituale del Pontefice romano ; speciale intesa, se è possibile, cogli elementi grecoortodossi di Russia, di Grecia e dei paesi balcanici ; relative stipulazioni di concordati, taluni dei quali già firmati e tali altri in via di conclusione ; liturgia slava, o romana o greca. Nell'Oriente vicino ferve la discussione diplomatica dei rapporti e dei diritti della Santa Sede col Sultano dt Turchia. Questi rapporti, una volta, al tempo delle Capitolazioni, erano intercettati, monopolizzati dal rappresentante della Francia, il cpiale solo poteva parlare al nudisela dei credenti nel nome del Papa di Roma. Oggi, mentre la Francia aspirerebbe a conservare gli antichi diritti, i delegati apostolici pontificii in linea di fatto hanno rivendicato la loro autorità, ma la questione giuridfeamente non è ancora risoluta quantunque essa sia anzi perchè essa è di una somma importanza politica per il prestigio internazionale della Chiesa. Ricordar poi la questione della Palestina in confronto dell'Ineliilterra, della Francia, della stessa Italia, della Spagna e della Germania, sarebbe come portare i soliti vasi a Samo. Ma tutti sanno quanta importanza ravvisino in questa questione e la Propaganda Fide, dal lato religioso, e la Santa Sede ed il Vaticano dal lato politico Nell'Oriente estremo, in Cina, dove Benedetto XV tentò mandare un nunzio, suo diretto rappresentante presso quella repubblica, il Papa si vide opporre dalla Francia quel trattato di Tricntsin. che monopolizzava a Parigi i rapporti della Chiesa cattolica colla renubblica celeste. Il Nunzio non andò più (era l'Agliardi) e fu richiamato mentre stava per imbarcarsi a Napoli. Ma la one- ..M«^»-n tl-»*nn.-» . r T>f»-i Arlni i r- vv . . derla presso i signori Briand e .Tonnara Recentemente, de) pari, l'Inghilterra prospettava a Benedetto XV l'urgenza di varie questioni religiose aventi per l'Impero britannico somma importanza politica e_ riguardanti l'Impero indiano, le colonie" sud-americane, i dominions americani ed alcune regioni dell'Australia inglese, questioni rimaste interrotte già dall'epoca del richiamd del Nunzio apostolico mons. Cerretti da Sidney. Benedetto XV, a sua volta, avrebbe prospettata una pregiudiziale chiedente la giuridica stabilità della Legazione inclese a Roma e anche avrebbe avanzato talune esigenze di privilegi religiosi e territoriali nel Regno Unito e soprattutto in Irlanda. Tutte questioni gravissime rimaste anch'esse sospese. E' poi nota, ->-.ma pochi si rendono conto della sua enorme portata politica — l'agitazione fervente nel Nord America da parte 'di quelle ingenti masse di cattolici richiedenti una' maggiore partecipazione politica e religiosa defili americani negli affari della Chiesa. Chiunque sia Papa domani, esso dovrà necessariamente prendere in prò-, fonda ed urgente considerazione simile agitazione, la quale, oltreché politica e religiosa, ha un'ingente importanza economica per la Chiesa, romana e per il Papa.i Considero quasi superfluo l'accenno alle infinite questioni, grandi e piccole, che investono le relazioni della Santa Sede colla Francia e la Germania e cogli Stati nuovissimi e turbolenti della Mittel Europa: sono affari tutti gravi e importanti per la religione e per l'incolumità dei diritti della «anta Sedo, e tutti sono interrotti e chiedono d'urgenza di essere ripresL E qui tronco l'enumerazione certamente monca ed incompleta, anche se in ultimo non si ometta l'accenno alle questioni speciali che investono la cattolicissima Spagna ed i paesi latinizzanti dell'America del Sud, verso i auali Benedetto XV aveva rivolto un'attenzione speciale. Ora, ciascuna di queste questioni o di cotesti interessi avrà uno o più rappresentanti nel Conclave e quasi tutti, ciascuno dal suo punto di vista, porteranno nell'elezione del Papa il criterio più o meno ' regionale di favorire gli interessi politici, diplomatici e materiali, che stanno a cuore dei singoli Stati dai quali provengono. Cosi è, per tornare a bomba, che i cardinali stranieri, eccezione fatta dei francesi nazionalisti ed esclusivisti ad oltranza, non arriveranno al Conclave con decisioni apposite riguardanti la conciliazione coll'Italia della quale essi non sentono e non apprezzano un'importanza che non li riguarda. Essi potranno, ove credano opportuno portare il loro contributo alla elezione di un Papa conciliatorista od intransigente, a seconda del loro punto di vista, ma, fatta eccezione di pochi, essi non attribuiranno al loro voto nulla più che il significato di un contributo alla soluzione di una questione italiana avento in sé un contenuto di notevole riflesso nella politica religiosa internazionale o, tutt'al più. una portata conciliatrice per grandi numero di coscienze cattoliche preoccupate ■ìstrnltamente dall'eterna mancata soluzione della cosidetta questione romana. Restano i cardinali italiani direttamente interessati. Sono una trentina.e forse meno, dati gli assenti. Essi certamente non potranno sottrarsi alle esigenze dell'opinione pubblica che preme, chiedendo per lo meno che la questione italo-vaticana non sia perduta di vista al momento dell'elezione del. Pontefice nuovo. E quantunque ancoi'a non sia possibile una rigorosa analisi personale dei singoli elettori, si sa che due tendenze opposte entreranno in Conclave con propositi rispettivamente coheiliatoristi ed intransigenti. Si sa come ormai le due opposte correnti siano determinate, ma non per questo, qualunque parte prevalga, resterà meno nebulosa la solu. zione della questione romana: forse la stessa persona del Papa, che sarà eletto, non rivelerà subito la soluzione del rebus, sneclalmente nel caso di un Papa di transizione, di colore scialbo, di identificazione imprecisa. Perchè se è lecito azzardare una previsione in base ad un intimo esame delle cose tradizionali ed un po' anche delle persone, bisogna attenersi alla ipotesi di un Papa.. che, dopo avere giurato la doppia formula di « mantenere integri ed intatti i diritti di ogni genere della Chiesa e rispettarne le tradizioni secolari, a lui trasmesse dai suoi .antecessori », si ripiegherà verso una politica conservatrice dello statu quo; cosicché la questione conciliatorista sarà messa a dormire, in attesa di essere ridestata da avvenimenti che a nessuna induzione umana è dato prevedere.

Persone citate: Agliardi, Benedetto Xv, Briand