Benedetto XV e l'Italia

Benedetto XV e l'ItaliaBenedetto XV e l'Italia La linea di svolgimento del pontificato tornano, da Pio IX a Benedetto XV, per Quanto'concerne la politica verso l'Italia è notevolmente diversa da quella della po- litico, generale vaticana. Mentre qui abbia¬ mo, come si osservava ieri in queste colonne, una specie di ritmo alternante, cioè, per dirla in lingua povera, dei movimenti avanti e indietro, in senso contrario, per 3Ueì che concerne invece l'Italia la linea di-svolgimento è continua. Pio IX segna il massimo di ostilità verso l'Italia: le rela. «ioni tra Italia e Vaticano furono allora di un'asprezza che diffìcilmente può essere Immaginata da- chi non conosce quei tem¬ pi per ricordi personali, o per precisa, particolareggiata cognizione storica. Leo- ne XIII. attraverso cambiamenti dovuti in parie alle circostanze esteriori, in parte alla sua indole, mantenne sostanzialmente intatta l'intransigenza del predecessore, c fece anche una politica estera in parte nstile, all'Italia: tuttavia è. innegabile che Il linguaggio talora violentissimo di Pio IX Mi di parecchio smorzato, e che i rapporti rii convivenza fra le due potestà in Roma, 5 più ancora fuori, si addolcirono e. si ar¬ rotondarono notevolmente. I cambiamenti avvenuti con Pio X furono, invece, noii soltanto di forma, ma di sostanza^ basta pen- fare agli omaggi ufficiali resi da alti di- unitari ecclesiastici allo Stato italiano anthe nell'ex-territorio pontificio (la visita del cardinale Svampa, in Bologna, al Re); Mia sospensione e l'abolizione di fatto del loncxpedit; all'estrema rarità delle proteste pontifìcie, ridotte, si può dire, allo stretto necessario per mantenere la posizione teorica della S. Sede in cospetto al mondo :attolico, e prive di qualunque preciso riferimento territoriale (la formula preferita fc ormai quella dell' « indipendenza della B. Sede», la più generica possibile). 11 ritmo progressivo — o regressivo, coaie preferirebbe qualche intransigente temporalista, dato che ancóra ve ne siano — prosegue con Benedetto XV. Intanto, i rapporti ira le due autorità, nella stessa Roma, sono giunti a un punto che, appena un passo più là. si sarebbe alla conciliazione definitiva ed ufficiale. Basti pensare, per ricordar solo episodi recentissimi, alla cerimonia del » milite ignoto», compiuta In Roma con la partecipazione solenne e calorosa delle autorità ecclesiastiche; e all'andirivieni di ministri del Re d'Italia in Vaticano, in occasione della malattia e della morte del Pontefice (il Segretario di Stato. Gasparri. era', evidentemente, sicuró~ò/'iritèroretarc lé"volontà dèi suo Signo- re). Ma' già la condotta del Pontefice de¬ finito; durante la guerra aveva chiaramente mostrato le sue disposizióni verso l'Italia. La situazione era delicatissima: se, da "una parte, il Governo italiano poteva so stenere con fondamento la buona prova fatta, in complesso, dalla Legge delle guarentigie, dall'altra parte un Pontefice desideroso di riaffermare e migliorare la propria posizione nella » questione roma na» poteva benissimo sfruttare qualche in¬ conveniènte inevitabile contro il Governo stesso, e più ancora poteva intralciare, in mille modi, l'adesione dei cattolici e del clero a\\g. guerra nazionale. Per il primo punto, invece, Benedetto XV ridusse le sue proteste e riserve a un minimo protocolia- • re^e sostanzialmente inoffensivo; mentre per il secondo coadiuvò, piuttosto che osta, colare, la concordia patriottica; e nessuno ormai più adduce, nello stesso campo exinterventista, le accuse del tempo di guer- ra contro di lui. La formazione del Partito popolare italiano segnò un altro passo importantissimo sulla via della uaciflcazione italo-vaticana. In.sè stessa, quella formazione può esser giudicata in modi diversi, sebbene, tutto sommato, a noi non paia dubbio che abbia portalo un elemento di coesione, di orga nicità, nella vita politica italiana, arre¬ stando il polverizzamento atomistico dei ceti medi italiani nel campo politico. Ma comunque sia di ciò, una tosa e certa: che la definitiva, totale scomparsa del non erpcdil: il diritto riconosciuto ai cattolici italiani, finalmente- non più minorenili rispetto agli stranieri, di governarsi politicamente da sé: e secondo un punto di vinta.nazionale; Va totale adesione seguitane dei cattolici stessi allo Stato nazionale e a Roma italiana, sono altrettanti fatti che hanno ormai sanato una piaga pericolosa e penosa nel corpo dell'Italia, consacrando la definitiva unità politica della coscienza italiana. Avvenuto questo, 10 stesso dissidio formala persistente fra Italia e Vaticano ha perduto quasi total-. mente il' suo virus malefico; e noi possiamo attèndere, senza fretta e senza preoccupazione, il suo assetto definitivo. A tale assetto aveva appunto rivolto il suo pensiero, da più tempo, Benedetto XV. Contatti ufficiosi, manifestazioni di pensiero quasi ufficiali ne erano seguite. In sos'anza, il Papa era pronto alla «conci¬ liazione » ove l'Italia lo riconoscesse come soprano — nel pieno senso internazionale della parola — entro le mura del Vati- cano. L'importanza data da Benedetto XV all' elemento territoriale richiama Leone XIII; ma la riduzione nelle pretese (quantunque anche fteone XIII si sarebbe eontentato,- al momenra buono, di molto meno che non ài suppónesse comunemente) dimostra 11 cammino percórso. La questione, tuttavia, rimane assai delicata, e va conside- rà'a attentamente, da tutti i punti di vista e In tutti gli elementi: considerata, secondochè abbiamo detto, senza fretta e senza preoccupazione. Dicendo questo, noi non Intendiamo menomaménte negare i vantaggi, morali e pratici, che potrebbero derivare alio Stato italiano dai rapporti, ut- fidali, regolari e completi, finalmente stabiliti con la Santa Sede, al pari delle altre nazioni. Una «osa sola vogliamo qui osservare. II ritmo progressivo di miglioramento nei rapporti italo-vaticani, da Pio IX in poi, dimostra, come indicavamo in principio, ch'esso ha una sua autonomia rispetto alle oscillazioni generali della politica vaticana. Ne segue che l'Italia — e intendiamo dire n^in solo il Governo, die va da 3ò, ma la'nazione in generale — farà bene a mantenersi spettatrice rispettosa e .imparziale delle diverse - correnti clic possano manifestarsi per la successione in seno alla Chiesa cattolica e al S. Collegio. Più precisamente, noi crediamo che, per una combinazione falale o provvidenziale (come meglio piaccia) la scelta di quel Pontefice che meglio risponde alle supreme necessità del cattolicismo e del cristianesimo in questo moracn'o, sarà altresì quella più giovevole per gli interessi italiani; inquantòchò questi, nettamento intesi, si includono in quella generale desiderata pacificazione di cui un pontefice religiosamente puro e forte non può non essere elemento propulsore.