L'accentuarsi del dissidio socialista

L'accentuarsi del dissidio socialista L'accentuarsi del dissidio socialista fra i! nullismo di Serrati e il collaborazionismo zione del Lavoro Il dibattito politico riaperto al Consiglio Nazionale dopo il voto contrario a ogni collaborazione - Le organizzazioni e i Comuni socialisti chiedono attività ricostruttive e riformatrici, e la Direzione del Partito ribadisce la sua intransigenza parlando di "fronte unico,, - La Confederazione Generale del Lavoro farà da sé?. Roma, 18, notte. La riunione della notte scorsa del Consiglio nazionale socialista, venno ripresa alle 22. Dopo lunga discussone, cui hanno partecipato quasi tutti i convenuti ed in special molo leu. Velia che ha ribadito i suoi conconi di pretta intransigenza, 6 stato approvalo questo ordine del giorno presentato da Corsi : L'ordine del giorno votato ■ 11 Consiglio nazionale, richiamate le. deliberazioni del congresso di Milano, dalle quali non intende deflettere, dà mandato alla Divozione di preparare un'energica azione nel paese per fronteggiare la violenza borghese senza esclusione tJà alcun mezzo collettivo, aderendo ad un eventuale fronte unico difensivo di tutte le forze proletarie che agiscano sul terreno della lotta di classe; rli diseiplinarc la condotta del gruppo parlamentare in ruolo che stia mantenuto il rispetta più assoluto dei .veliberati irli Milano, che sono decisamente contrari ad ogni partecipazione e ad ogni appoggio o voto a indirizzi di Governo; di valorizzare le forze numeriche e polii.iclio nel paese mediante una intensa pròpacancia e partecipazione alla vita delle organizzazioni politiche sindacali delle classi operaie, ie ,i,n 'Parlamento con un'atticità !noncrcia indipendente da ogni trattative al accordo con qualsiasi altro gruppo, si da rendere precaria la vita a quel qualunque Governo che segua una politica di protezione della violenza e sopraffazione a danno del movimento proletario; di mantenere i più stretti ed intimi rapporti con la Confederazior.uo del lavoro, di molo che per il fattq di alleanze esistenti siano mantenute prevalenti le ragioni ili ordine politico su quelle più propriamente di ordine economico e contingente"; di promuovere e favorire Iniziative e pratiche atte a raggiungere una Intesa ira liuti i parliti socialisti e comunisti europei e (l'America per stabilirò un piano di lotta intemazionale contro la reazione borghese del dopo guerra, e frattanto rli delegare ad una Commissione l'incarico di Informare direttamente i singoli partiti europei della situazione italiana chiedendo che essa sia denunziata ed illustrata dalla tribuna dei singoli Parlamenti ». Quest'ordine del giorno ha avuto 13 voti contro fl raccolti dall'ordine del giorno Cazzamalli, il quale in sostanza, non differiva molto da quello Colsi. Soltanto nella parte che riguarda l'azione parlamentare l'ordine del giorno Cazza.mal.li si esprimeva cosi: » di valérsi dello strumento parlamentare nella più stretta disciplina agli organi ilirettivi, per determinare con accorto impiego delle forze del gnipi •» autonomo ed indipendente da qualsiasi altro gruppo parlamentare, le mellificazioni eli situazioni, politiche nell'interesse del protetariaào-pe.- la liberta.-della sua organizzazione di classe». La discussione notturna ebbe termùne alle ore 2,15. " Chi vuol collaborare esca dal partito!,, Il Consiglio nazionale ha ripreso stamani la discussione. La questione .politica doveva .considerarsi — secondo la Direzione del Partito — esaurita dal voto della notte, ma invece ò ritornata sid tappeto, dando luogo a nuovo, vivace dibattito. Sono presenti cir: ca 150 rappresentanti : deputati, membri della Direzione del Parino e del Consiglio nazionale, rappresentanti di Camere del Lavoro e Federazioni, specialmente delle plaghe in cui è più sanguinosa la lotta col lascismo. Aperta la riunione, ricorda che gli scopi del Convegno sono solamente quelLi di trattare le questioni tecniche dell'organizzazione, delle Federazioni, dei Comuni, delle tariffe doganali, della politica estera, il problema agrario, i problemi scolastico, provinciale, militare, ecc. Ma subito l'on. Musatti prende la parola per sostenere che non si dovessero affrontare questioni tecniche senza prima avere trattato la questione politici, che riguarda. 10 terre dove più forte e .sanguinosa e la lotta tra fascisti e socialisti: le terre invase dal fascismo. Sopra quista i regi'iniziale la discussione si fa lunga e vivace, occupando tutta la mattinata. Naturalmente, •oPto che hanno parlato in sostegno della tesi Musatti hanno Unito tutti col trattare la questione politica, entrando nel merito. Primo a prendere la parola, dopo l'on. Musatti, è stato Serrati, il quale dice che è ormai troppo invalso l'uso che in ogni riunione sociali sta si cominci a presentare un ordine del giorno determinato e si finisca poi sempre per abbandonarlo per trattare la questione delle tendenze, cioè, la questione del collaborazionismo. Sostiene perciò la tesi del Fio ritta. Matteotti: — Sino a tanto che vi saranno regioni doloranti, i socialisti non potranno fare a meno di occuparsi di esse ogni volta che si riuniscono. Gli uomini della direzione sono responsabili di questo penoso stato di cose, che poteva essere da tempo sanato se avessero lasciala la libertà di compiere quell'esperimento collaborazionisia che le masse orniai vogliono. Serrati: — Il collaborazionismo è la negazione del programma socialista: chi ha desiderio di andare alla collaborazione esca dal partito Contro la Direzione del Partito L'on. Nino Mazzoni rileva che appare gin stificatissimo l'interesse che mostrano per la discussione politica i rappresentanti delle terre invase dal fascismo, considerando che essi vedono erme unica tavola di salvezza, se non un diretto intervento al potere, la migliore utilizzazione di una delle forze che 11 proletariato ha: il gruppo parlamentare. Esorta la Direzione a mitigare la propria intransigenza ed a consentire intanto che il convegno si occupi prima del doloroso e grave problema delle terre invase e poi delle questioni tecniche. L'on. Bussi dichiara che la Direzione deve sentire il suo dovere, anche percho uno dei suoi uomini, il Corsi, ha promesso ai rappresentanti della valle Padana, partecipanti al convegno di Parma ed a (niello di Roma, che il problema sarebbe stato ora trattato. L'ori. Smorti riconosce la necessità della discussione politica parlando a lungo delle tragiche condizioni in cui si trova il socialismo in Toscana. Si succedono altri oratori, tra cui Argentieri, i quali accusano la Direzione del partito di voler pregiudicare i risultati del convegno col noto ordine del giorno, in quanto che la Direzione doveva decidere soltanto dopo avere sentita la parola dei rappresentami delle terre niù martoriate. Serrati ripete che lo scopo del Convegno è quello dell'esame delle questioni non esaurite al Congresso di Milano e ciò per consenso unanime dei congressisti. Non è vero che i dirigenti del Partito siano insensibili alle voci di dolore delle masse socialiste « Sentamo bene quanto siano peculiari le condizioni del paese. Rigetto quindi le troppo fadili accuse che si muovono alla direzione e accetto che si ascoltino le voci dei rappresentanti delle organizzazioni delle terre invase ». In questo senso, appunto, il Convegno decido e si iissa che la questione delle terre invase sarà trattata subito dopo le questioni tecniche. La seduta finisco verso lo 13,30. La Lega dei Comuni socialisti Xet pomeriggio, allo 15, il Convegno riprende la discussione. La prima questione in discussione 6 quella dei Comuni. Zanardi, segretario della Lega dei.Comuni socialisti, illustra la sua importarne relazione sul funzionamento di questa Lega e rileva le difficoltà che il presente momen'.o crea al funzionamento dei Comuni socialisti. Accenna ai numerosi Comuni sciolti a causa dPlla violenza fascista ed agli intralci che ad arto crea loro il poterò centrale. Egli dice: « Su oltre duemila Comuni che furono t-onquistati dal partito socialista ne abbiamo ancora 1500. Di 25 provine ne sono rimaste IR. E' inutile ripetere qui le vicende che hanno condotto allo scioglimento di tanti Comuni. L'avvenimento più doloroso per ì socialisii e crucilo del Comune di Bologna, ina nonostante che da Bologna fosse partita l'offensiva contro di noi nel bolognese abbiamo ancora la metà dei 52 comuni conquistati. La Lega, comunque, ha avuto scarsi aiuti dai Comuni stessi. E' da lamentare, il particolarismo (Pile amministrazioni locali e lo scarso funzionamento rli grande parte delle federazioni provinciali dei Comuni socialisti. L'attività della Lega è grande: circa tremila pratiche in favore dei Comuni sono stale espletate. Alla Camera diversi discorsi furono pronunciati da deputati socialisti per i tributi locali e per le indennità agli amministratori: ina l'indennità agli amministratori, votata, lieila passata legislatura non fu sanzionata dal Senato. Oggi di nuovo dinanzi agli Uffici. Non è stato possibile per le circostanze parlamentari fare di più ». Zanardi parla poi della situazione delle varie regioni, situazione che egli definisce grave anche dove non c'è il fascismo: « In Piemonte siamo insidiati dal settarismo comunista. Nello Marche gli agrari rifiutano di pagare le imposte. Il Consiglio generale della Lega dei Comuni, pur rimettendosi al vostro giudizio, crede utile segnalarvi che ritiene nencssario seguire una linea politica conforme a quella indicata d-illa Confederazione Generale del Lavoro nella sua ultima riunione di Milano ». Serrati rileva che la relazione fatta da Zanardi è improntata ad un eccessivo pessimismo. — Vi ó — dice — un'azione da compiere presso quei Comuni troppo corrosi (tall'individualisino. Occorro che essi coordinino la loro azione sinora ancora interamente slegata; occorre realizzare, insomma, ciò cho fu votato a Rimini nel campo legislativo. - Modigliani Parla' quindi l'om. ModigliVini: — Se la ■Lega dei Comuni non funziona — rileva l'oratore — è, perché non funzionano i Comuni, ' per un vizio dli origine- e per l'ambiente politico che si è creato attorno ad essi. Io ritengo che .nei Comuni si possa fare molto net senso di' fiancheggiare la lotta di classe, ma ben poco si è fatto. Ci avvolgiamo nell'equivoco di un rivoluzionammo a parole Creato questo stato di animo, appena ì Comuni si sono posti a fare qualche cosa di serio, che ledeva gli interessi effettivi norghesi, è sorta la reazione durante la quale è mancato il ilancheggiamento da parte degli organi dirigenti del .Partito. Bisogna superare la contraddizione che vi è fra il dichiararsi partito rivoluzionario e il lamentarsi che non ci si lasci amministrare. Noi deputati, di fronte alla richiesta dei Comuni, siamo ridotti a questuanti. O noi acquistiamo l'autonomia comunale o perdiamo tutti i Comuni. Se vogliamo essere coerenti coi deliberati del passato, non perdiamo t.empo. Abbandoniamo i Comuni e dedichiamoci a t.utt'altre azioni; e so voi sentite quali vantaggi abbiamo con i Comuni, occorre metterci in condizione di avere un'influenza sui poteri centrali. Dopo l'on. Modigliani parlano vari altri oratori ; quindi' l'on. Mafll polemizza con l'on. Modigliani circa il concetto di collaborazione. « Non bisogna farsi illusione — egli dice — della necessità dei sofferènti, dei colpiti da una situazione di violenza e di diritto, il cui giudizio non può essere mai sereno. L'andata al governo potrebbe ('.arci dei vantaggi se noi fossimo, come il Partito popolare, un partito conservatore. Io sostengo che l'incertezza della nostra azione nei Comuni e nelle Provincie è una conseguenza dell'incertezza dei nostri programmi. Occorre che la nostra azione parlamentare sia fiancheggiala e rafforzata d.i una azione continua di ogni giorno. Nessuno di noi è convinto che la collaborazione sia il tocca-sana. E alloia. fatela voi, con le vostre forze, e non domandate, in nome dell'unita, che altri vi segua e .sacrifichi il proprio metodo per seguire il vostro metodo, che è la debolezza del Partito. La situazione di oggi è pienamente rivoluzionaria, e noi non possiamo essere con coloro che vogliono ^ livare là crisi alla borghesìa ». L'on. Mazzoni, per mozione d'ordine, domada che si discuta nei Limiti stabiliti dalla Direzione e che non si rifaccia il Congresso di Milano. La discussione si prolungi ancora. Infine parla Baratone e la seduta, tolia alle 20, è rinviata alle 22 per discutere sulle autonomie locali. Quel che dice Tarati Filippo Turati, richiesto delle sue impressioni sul voto anticoilaborazionisia di ieri notte lei Consiglio nazionale socialista, ha risposto: — Sembra che si voglia adottare sino alle, ultime conseguenze come tattica il sabotaggio sistematico di tutte le possibilità di azione del partito. — E la Cojnfedeir,azioc.e generale del lavoro? Le nostre organizzazioni sindacali, eh sono nella migliore coalizione per valutare la realtà degli interessi proletari, hanno fatto ur. pas-:.o che certo non ritire'anno. Anzi sono convinto che alla fine riusciranno ad avere ragione tanto più che a sostenerlo sono anche la Lega dei Comuni e buona parte del gruppo parlamentare. — Allora? — Allora non c'è da disperarsi. Si ricomincierà e sempre con buona lena. L'on. Turati si ferma ed ha come tino scatto di risentimento. Dopo riprende accorato: — Sarebbe meglio che tutto avvenisse in buon accordo, senza allarmi di inesistenti pericoli e di esagerate preoccupazioni. Bisogna lavorare senza soste e senza deviazioni, e penso che dalla nostra concordia re guadagneremmo noi socialisti e ne guadagnerebbe il paese. — E a proposito del fronte unico proletario che cosa ne pensa? Comprende un'alleanza per cosi dire difensiva con colorq che sono stati scomunicati : anarchici, sindacalisti e comunisti? — Non so bene — risponde l'on. Turati. — Non sono informato. Certa è che si tratta di una decisione che avrebbe carattere nettamente e chiaramente anti-fascista. Quanto all'alleanza non riesco a capirla. Sinora sJ sono nicchiati tutti: fasctsli, comunisti, sin» dacalisti e talvolta tinche i socialisti. Confederazione e Partito in aperto contrasto Alcuni membri del Consiglio direttivo della Confederazione del Lavora che si trovano attualmente a Roma, interrogati sul voto del Consiglio nazionale hanno detto: « No;i abbiamo constatato 1 impressione che in definitiva la' tendenza che por Interdersi chiameremmo collaborazionista era destinata all'in-successo. Tuttavia, sperammo che il chiaro)' e precìsi» discorso dell'on. D'Aragona avrebbe' richiamato i nostri oppositori adi un'esatta valutazione della; realta del momento .politico e parlamentare. D'Aragona lumeggiò coti parole precide la situazione particolare dellei organizzazioni e di una parte della borghesia.. Foce rilevare come la classe borghese non sia un tutto omogeneo e compatto, mal un insieme di categorie che hanno intercssb e lini contrastanti quando non sono in aperta* lotta fra loro. Non sapersi giovare di un tale stato di fatto sarebbe per il socialismo; un errore. Ma anche su un altro punto l'on. D'Aragona insistette purtroppo inutilmente-. Egli si sorprese della proposta del fronte urico proletario quando di fatto questo fronte unico; a. base sindacale esiste da un pezzo e funziona regolarmente e non. sente proprio lai necessità di un confratello elio non potrà es-, seme clic una copia. Disse poi della necessità uiTcme di dare ai lavoratori la sensazione) olio il partito socialteta fa qualche cosa a fa-; vere dei biro interessi al di fuori delle maìiifestuzi.oiii che ormai non trovano più alcun crédito. In sostanza — ha detto uno degli organizzatori interrogati — l'on. 1) Aragona fece intendere chiaramente che la Ccinfeoerazione generale del lavoro è anche disposta ai prendere qualche decisione della medesima gravità nei confronti dei rapporti col partito socialista. Questa possibilità diede modo all'ori. Velia, nel sui) discorso nettamente anticollaborazionista, di dire elift ormai tutti, riconoscono la esistenza nelle tilfe del socialismo di duo tendenze divergenti e avverse, e che llnora furono tenute insième più per l'orza che per amare sventolando il bandieroi:e delle supreme idealità del partito. ' ■ Siamo allora alla vigilia di una rottura di rapporti fra la Confecteraziono generale del lavoro ed il partito socialista? Gl'intervistati non credono ulie il momento sia giunto per quanto taluno accarezzi l'idea di creare in Italia qualche cosa che s-'inigli al «Labour Party» inglese. Non credono sia giunto il momento anche por il fallo che il nuovo corso degli avvenimenti indurrà l'intransigenza del parlilo socialista a irovare, innanzi ai propositi della Confederazione, dei temperamenti. lì Gruppo parlamentare chiede libertà di movimento Starnane, a Montecitorio si sono riuniti a" parte i rappresentanti della Léga .dei Comuni socialisti. Dopo empia discussione è stato votato un ordine del giorno col quale si approva la condona dei dirigenti della Confederazione del lavoro e si delibera di seguirne le direttive. Nel pomeriggio, poi. a Montecitorio, si è riunito il direttorio del gruppo parlamentare socialista, presenti tutti i componenti, e cioè gli on. Turati, Trevés, Vacirca, Matteotti, Zilocchi, Stordii, Musatti, Cazzamalli, Maiolo, Baraiono e D'Aragona. I convenuti hanno esaminato la discussione che si è svoliti in serio al consiglio nazionale a l'ordine del giorno votato a Milano' dal Consiglio direttivo della Confederazione de] lavoro ed hanno votato un órdine del giorno proposto dall'Oli. Turali, con cui si dichiara che il direttorio del gi.ippo parlamentare socialista ritiene che nella presente situazione il gruppo parlamentare stesso debba avere una più granile libertà di movimento che gli permetta la sua valorizzazione nel giuoco delle forze parlamentari. sialo daio incarico all'on. Cazzamalli di presentare quest'ordine del giorno alla Direzione del partito, ordine del giorno che è. stato votato da tutti i presenti, tranne gli; on. Cazzamalli e Baratono, che si sono astetiiui perchè facenti parte della Direzione deL partito. Il direttorio ha inoltre deciso di riconvocarsi iil più presto. I da noi invocali «sviluppi necessari i> dei » buoni inizi » contenuti nella deliberazione del Consiglio confederale del la-, voro circa la collaborazione socialista, sono venuti, per ora, ti mancare. L'acquiescenza di Serrali alla deliberazione confederale, da noi messa in luce, fu seguita immediatamente da una ripresa.di intransigenza dello stesso Serrati alla sezione socialista milanese; e il risultato favorevole all'anti-collaborazionisnio colà, ottenuto deve averlo più che mai incoraggiato alla resistenza, rafforzata a Roma dai furori intransigenti dei' Velia e compagni. Occorre, tuttavia, notare che l'ordine del giorno Corsi, approvato boa circa due terzi dei voti contro quello Cazzamalli implica, nella sua dicitura alquanto vagti, un atteggiamento più" concreto del gruppo parlamentare socialista, che potrebbe giungere, a giudicar dalla lettera dello slesso ordine de! giorno, non solo fino all'astensione, ma- anche al voto favorevole in cast determinati (quello, infatti, che è escluso apertamente, è la partecipazione e l'appoggio a « indirizzi di governo ni. D'altra parte, la differenza ira i due ordini del giorno non era gran¬ de, poiché anche quello Cazzamalli — più' j collaborazionista — affermava che il grup- socialista doveva mantenersi «indi¬ po socialista doveva mantenersi pendente da qualsiasi altro gruppo parlamentare », il che, in sostanza, veniva ad escludere un vero c proprio collaborazionismo, implicante appunto, per necessità, accordi con altri gruppi. I collaborazionisti, dunque, del Consiglio nazionale sono stati timidi, mentre gli anticollaborazionisti non si sono mostrati troppo recisi. In conclusione: si segna il passo, si evitano le soluzioni nette e si fa dell'accademia. Checché altri pensi in contrario, — per esempio qualche organo del partito popolare che., preso da qualche tempo da fobia antisocialista, ha creduto necessario ironizzare sulla piuttosto benevola accoglienza da noi fatta all'ordine del giorno confederale, — noi riteniamo che ciò sia male per tujfi. E crediamo che alla Confederazione del lavoro toccherebbe, ora, intervenire^