La grande Conferenza economica, con la Germania e la Russia, convocata a Genova di Lloyd George

La grande Conferenza economica, con la Germania e la Russia, convocata a Genova La prima saggia deliberazione degli Alleati per la pace europea La grande Conferenza economica, con la Germania e la Russia, convocata a Genova La proposta di Lloyd George appoggiata calorosamente dall'Italia e approvata all'unanimità dal Consiglio Supremo - l capisaldi per la ricostruzioi e economico-finanziaria -1 capi di Governo degli Stati vincitori e vinti saranno personalmente invitati ad intervenire alla Conferenza - Vedremo Lenin a Palazzo San Giorgio ? - Come il Governo dei Soviets può ottenere il riconoscimento politico. (Dal nostro inviato speciale) CANNES, 6, notte. Ver una rolla lauto, ad onla dell'atmosfera pesante die continua ad avvolgerla, in ispecie sul terreno delle riparazioni immediate, il Consiijlio Supremo ha preso una decisione nella. Esso ha varato oggi lincila che si chiamerà la Conferenza di Genova e che potrà aprire davvero una nuova fase nella storia economica del dopo-guerra europeo. Per decisione del Consiglio Supreino, varrà infatti convocata a Genova, verso la metà di marzo, la Conferenza economica Inter nazionale ideata da Lloyd George. Vi saranno invitale tulle le Potenze, lauto quelle vinte,- quanto quelle vincitrici, e perciò anche la Germania e la Russia. Per giunta, esse potranno parteciparvi nella persona stessa dei loro Primi Ministri, il che potrà conferire anche un colorito politico alla grande adunata, i cui scopi prefissi saranno csscnzialmcnle economici, vale a dire inlesi sopratutto alla ricoslruziòhe materiale c pratica dell'Europa. Se la futura Conferenza di Genova sortirà i migliori fruiti che giova sperarne, essa potrà, condurre automaticamente a quella fondamentale revisione dei perfidi irullali di pace, clic invano si potrà sperare dal Supremo Consiglio per se stesso. Questo, infatti, è sialo manienulo più clic altro per imporr- l'esecuzione, dei trattali. Esso non può farsi revisionista se non a rìschio e pericolo di scissioni profonde e nefaste. Al contrario, un organo laterale come la Conferenza economica potrà costringere poco alla volta lo stesso Consiglio Supremo a mettersi sulla retta via, salvando le apparenzc,,sconijiurando i dissidi più aspri. Purtroppo, sarà una via più lunga e speriamo che l'arrivo alla meta non avverrà troppo tardi. Tutto questo nella ipotesi che le cose vadano per il meglio. Giacche non è da escludersi che la stessa Conferenza economica ora in gestazione-si risolva in una caotica ed inane enunciazione di pii dasiaVcri e di consigli di perfezione, come accadde alla famosa Conferenza finanziaria di Bruxelles. In ogni, modo, la Conferenza di Genova sarà il primo luogo di incontro ufficiale tra vincitori e vinti sopra uno stesso piede. Dal-punto di cista italiano, conviene rilevare subito cometa scella della nostra magnifica Genova a sede di questa Conferenza, intorno alla quale gru vii e ranno tante speranze, costituisce un giusto riconoscimento della missione di equità e di riconciliazione che l'Italia, attraverso i Governi degli ultimi anni, non ha esitato ad assumersi. La Francia prediligeva cóme sede della Conferenza, progettata da Llogd George, la città di Praga, ma da ultimo essa pure ha convenuto nella scelta, di Genova, dove è probabile che al vecchio Palazzo di San Giorgio, dui quale lauta forza mercantile si sprigionò per i mari attraverso i secoli, sia concesso l'onore di ospitare la grande adunanza, che .auguriamo riiinovatricc dalla vita europea. Proniotricc della Conferenza odierna è stala l'Inghilterra, [autrice la più calorosa è stata l'Italia. Sull'idea e sull'esecuzióne quindi si è stabilita oggi a Cannes una intesa unglo-ilulìana. di spirito ammirevole. Questo è.un punto importante da constatare senza indugio, prima di spiegarvi il processo attraverso il quale si è giunti stasera, dopo la prima giornata confercnziale di Cannes, alla deliba azione in parola. Il testo della deliberazione Ecr.ovene il lesto : «Le potenze alleate, riunite in ponferenEa, sono unanimi nel pensare che dovrebbe essere convocata in febbraio oc! ai primi tli marzo una Conferenza di ordine economico e finanziario alla quale tutte le potenze europee, incluse la Ccrmnn'ia, l'Auriria, l'Ungheria, !a Bulgaria c la Russia, dovrebbero essere invitate ad inviare dei' rappresentanti. Esse considerano che una simile Conferenza costituisce una tappa urgente ed essenziale sulla via della ricostituzione economica dell'europa centrale ed orientale. Esse nutrono la ferma opinione ohe i primi ministri di ciascuna nazione dovrebbero, se possibile, assistere in persona alla Conferenza suddetta, affinchè le raccomandazioni di questa possano essere seguite il più presto possibile dai fatti. Le Potenze- alleate considerano che la ripresa del commercio internazionale attraverso l'Europa, carne pure lo sviluppo delle risorse di tutti i paesi, sono necessari per aumentare la qualità della mano d'opera produttrice e per alleviare le sofferenze sapportate dai popoli europei. Uno sforzo comune degli Stati più potenti è necessario per rendere al sistema europeo la sua vitalità, oggi paralizzata. Questo sforzo dovrebbe applicarsi aSIa soppressione di tutti gii ostacoli ohe rendono difficile Il commercio. Esso deve applicarsi altresì alla provvisione di crediti impor¬ tpsp ' tanti accordati ai paesi più deboli, come pure alla collaborazione di tutti per il restauro della produzione normale. Le Potenze alleate considerano che le condizioni fondamentali indispensabili alla realizzazione di uno sforzo efficace possono essere definite per sommi capi 'come segue: l.o — Le nazioni non possono rivendicare il diritto di dettarsi vicendevolmente i principi! secondo i quali esse intendono organizzare all'interno il loro regime di proprietà, la loro economia ed il loro governo: spetta a ciascun paese di scegliersi il sistema che esso preferisce. 2.o — Nondimeno non è possibile disporre dei capitali stranieri per aiutare un paese a meno che gli stranieri fornitori di fondi abbiano la certezza che i loro beni ed i loro crediti saranno rispettati e che saranno loro assicurati i benefici delle [oro imprese. 3.o — Questo sentimento di sicurezza non potrà essere ristabilito se non a patto che le nazioni (od i Governi delle nazioni) desiderose di ottenere dei crediti esteri s'impegnino liberamente: A) a riconoscere tutti i debiti e le obbligazioni pubbliche che siano state o saranno contratte o garantite dallo Stato, dai municipi e :dagli altri organismi pubblici, ed a riconoscere egualmente l'obbligazione di restituire e restaurare, oppure indennizzare, tutti gli interessi stranieri per le perdite o per i danni sausati loro da confische o sequestri; B) a stabilire un sistema legale e giuridico che sanzioni e stabilisca l'esecuzione imparziale di tutti i contratti commerciali o di ailro genere. 4.o — Le nazioni dovranno disporre: di convenienti mezzi di càmbio, cioè, parlando in generale, dovranno assestare le loro condizioni finanziarie e monetàrie le quali cifrano al commercio garanzie sufficienti. 5.o — Tutti i paesi devono impegnarsi in comune ad astenersi da ogni aggressione contro i loro vicini. So per assicurarsi le condizioni necessarie aHo sviluppo del commercio in Russia il Governo russo reclamasse di venire riconosciuto ufficialmente, lo Potènze alleate non potrebbero accordare tale riconoscimento se non a patto che il Governo russo accetti le stipulazioni precedenti. Il primo... e l'ultimo buon frutto? Questo 'è il primo ouon fruito del Convegno attuale. Probabilmente, sarà anche l'ultimo, perchè l'albero delle riparazioni, così come continua ad essere coltivato anche qui dalla -maggioranza dei tecnici, non può maturare che frutti il cenere e di tosco. Sulla idea della Conferenza economica sì potè invece, stabilire l'accordo relativamente con facilità. Anzitutto perchè l'Inghilterra, coadiuvata dall'Italia, era una volta tanto risoluta ad imporla, e poi perchè la Conferenza può significare tutto, ma anche significare nulla e per la sua natura è meno ostica ai diffidenti che ogni risolutiva a definitiva decisione di fallo Cosi, la seduta inaugurale del Consiglio Supremo è stata esteriormente liscia come folio. Vero è che i Delegati francesi avrebbero preferito che le discussioni si fossero aperte sul tema specifico e spinoso delle riparazioni, ina non fu necessaria alcuna pressione per indurla a rinunziarvi. infatti, si era abilmente provvisto ieri ad affidare la controversia delle riparazioni, per l'ennesima volta, alle cure dei tecnici i quali, naturulmente non si sarebbero troppo affrettati ad accordarsi. In tale modo la Conferenza di oggi non ha potuto abbordare che la questione generale delle ricostruzioni economiche e finanziarie europee, esattamente come desideravano le Delegazioni inglese ed italiana. presiedeva Briand ed assisteva in veste di osservatore anche l'ambasciatore americano a Londra. Prese subito la parola LloydGcor,jc. Egli ha saputo imprimere alle mosse iniziati del convegno un carattere meno ristretto ed utilitario di quello che sarebbe mto se anche questo Supremo Consiglio avesse dovuto riassidersi d'emblais ' alta tavola sgangherata dette riparazioni tedesche Il discorso di Lloyd George Il discorso con cui il Premier, appena apertasi la seduta, ha presentato l'ordine del gior no che 'incarna la sua proposta, ha avuto il merito di. essere vibrante e convincente in vari punti, ma. ha il torlo di essere troppo prolisso e generico, A questa Conferenza egli ha attribuito una importanza specialissima Essa, sccundo lui, dovrà prendere decisioni più late e lungimiranti di tutte le precedenti. Ila avuto accenni, assai espliciti alte gravi condizioni in cui si diballe-il mondo, ed ha fatto appello al senso di responsabilità di | tutte le grandi Potenze. In pari tempo, ha creduto ancora più conveniente bruciare qualche granello d'incenso al Trattato di Ver- \ saillcs. Subito dopo, però, egli avvertiva'che nei riguardi delle indennità bisogna corìsi iterare sopralutlo sino a quale grado può tèssere resa esecutiva la sentenza pronunziata. a L'interesse del mondo — aggiunse egli richiede che la Germania non venga trascinata al punto di sfacelo e di rivoluzione a\.cui fu sospinta la Russia, anche perchè una Germania rossa sarebbe assai più pericolosa:\per lutti quanti ». Non ha esortato tuttavia alla compassione e neanche ad alcun rigucn'da verso i vinti, ma solo a seguire le regole, di ordinaria prudenza che si usano nel trattamento del competitori. Anche dal punto:, di vista delle riparazioni Ltbyd George ha sostenuto che le buone condizioni generali .dell'Europa sarebbero- un elemento essenziale, giacché la capacità delta Germania di pagare o un aggravio permanente » dipenderà dàlia estensione del suo commercio èstero. A questo punto.il Premier si è rivolto*'ancor, p^ù esplicitamente alla Francia rammentandole che tutte quante le nazioni alleate hanno fatto sacrifici ugualmente grandi e che l'Inghilterra, oltreché i pensionati, di guerra, deve, sostenere la maggiore molliludin,e ■ di disoccupati che CSsa abbia mai- avuto. Lo stesip Belgio ne ha 120 mila, mentre la Francijji, per le sue speciali condizioni, ne ha larici di meno. Ora, anche la Francia in nome il tutta l'Europa — ha detto Lloyd George — deve avere l'animo di affrontare ,ig comuni responsabilità. Da ultimo, egli.prospettando la sua grande Conferenza economica^Ka spazata una lancia per una più intensa ripresa dei rapporti colla Russia. « Chi ripete iti rt, tornello che non si può stringere la ,'maaÉ qgli assassini non è forse'pronlo a'Stringere quella del -Governo Ìiirco''che*7ra^a«&'''fff'ftie stragi- di armeni? Sarebbe:'assurdQr,H{iiitar, a trattare c'on i'ifóvcrnTi'c^iì'mclodtcì rfìnfc gnano. D'altro canto, è pure neacssarig che il Governo russo offra certe garanzieMndispensabilì ». E qui Lloyd-Gearr'ffc ha ripetuto la serie delle garanzie die è'eantenuta nell'ordine del giorno!' • ' • Una impressione profonda hanno suscitalo le parole, talora 'sacrosantamente vivaci, del Primo ministro inglese. Il discorso di Borjomi Più breve e schemaliw il discorso dcll'on.l BonOmi che ha'aderito d itutiq cuore alla proposta inglese. L'on. Bonomt-dice-. «La delegazione italiana aderisce volentieri alla proposta di convocare immediatamente una conferenza economica alla quale 1utte le Potenze europee-, comprese la Germania- e la Russia, siano invitate. Il Governo italiano, non solo aderisce alla iproposta, ma è lieto di- constatare che essa è nata nelle tfonversazioni -che i delegati 'italiani hanno avuto in questi giorni coi delegati delle Potenze alleate e corrisponde cosi ai sentimenti dell'opinione pubblica in Italia come alle vedute del Governo. La guerra e gli avvenimenti da essa portati hanno turbato profondamente la vita economica dell'Europa. Le guerre precedenti non hanno mai lasciato conseguenze cosi dolorose come la lunga e vasta guerra recente. Noi abbiamo ora. regioni vastissime compieta-mente devastate e che sono completamente da ricostituire, abbiamo da riassettare il campo finanziario di tutti gli Stati, siano essi antichi o nuovi, abbiamo un disordine monetario quale la storia non ricorda l'eguale Ma ciò dite più colpisce in questa ora di crisi profonda, è il persistere di una situazione perturbatrice profonda nella produzione e nei commerci, per cui nei "paesi, fra i più dolorosi, si manifesta il dannoso fenomeno della disoccupazione. Mentre dopo una vasta guerra si è sempre constatato una vivace ripresa, della produzione, quasi si volesse rifare rapidamente ciò che si è distrutto, ora si constata invece una penosa lentezza nel ritmo della nostra vjta economica. « La ragione di questo fatto è indubbiamente a ricercarsi nelle condizioni in cui si trova molta parte dell'Europa centrate e tutta l'Europa orientale. Questi paesi, che erano strettamente collegati all'economia europea e che rappresentavano centri di produzione specialmente agricola e mercati cospicui per l'esportazione industriale dell'Occidente, .questi paesi che sono 'serbatoi preziosi di materie prime, sono ora separati dal resto dell'Europa e vivono in una economia chiusa, che turba e squilibria l'economia del mondo. Occorre, dunque, che questi paesi ritornino noi circolo produttivo dell'Europa occorre che nel loro interesse e nell'interesse nostro, essi riprendano i loro rifornimenti e si riallaccino alla vita degli altri paesi. Qui non si tratta di fare prevalore l'una o l'altra forma di produzione o di scambio, l'uno o l'altro modello di vita sociale: si tratta di far comunicare fra loro energie che sono fatalmente, per logge economica, insopprimibili, complementari l'una dell'altra, e per ciò necessàriamente solidali. Noi crediamo, perciò, che occorra, preparare questa ripresa della solidarietà eco¬ nomica, che è più forte delle nostre tendenze e delle nostre particolari opinioni, con una conferenza di tutte le Potenze europee, compresa la Russia. Queste Potenze furono divise in guerra, ma la produzione ed il lavoro devono riunirle. Ciascuna Potenza mantenga pure la sua particolare posizione derivante dall'esito della guerra stessa, ma tutte sentano che il risorgimento proprio è collegato al risorgimento degli Stati vicini e che senza la solidarietà economica sincera c profonda il mondo non può riprendere il suo corso. « Quanto alla Russia, noi desideriamo riaffermare qui le dichiarazioni fatle in Parlamento dal collega degli Affari esteri. Noi non abbiamo nessuna pregiudiziale 1 * un eventuale riconoscimento della:Russia attuale. Noi riteniamo che l'ordinamento interno di un paese è cosa che lo riguarda e non possiamo né dobbiamo prescrivere forme di vita sociale diverse da quelle che un paese si è date. Ma come noi non vogliamo entrare in questioni interne ' della Russia, cosi essa deve astenersi da ogni propaganda c da ogni azione indirizzata a mutare l'ordine interno degli altri Stali. Ci deve essere su queslo punto la reciprocità perfetta Cosi pure, noi aderiamo volentieri alle condizioni ch2 l'attuale Conferenza ritiene indispensabili per il riconoscimento della Russia dei Sovieti. Non vi possano essere scambi economici, non vi può eseere penetrazione di capitali e di attività produttive, in tin paese, se esso aion offre garanzie sicure e precise. Occorre quindi, come condizione necessaria, che l'economia comunista della Russia offra all'economia capitalista occidentale adattamenti e garanzie tali da permettere la lóro convivenza. Io credo che con la buona.'.yolontà da entrambe le- parti questi adattaménti potranno essere «abiliti) 0~- , ;.*t /• r « La delegazione: italiana dà il suo voto al- ^r4jLna^Wi.*iorrio- ch.e-.e4. »*ato-*«^ofttOr--«t • augura che alla prossima Conferenza economica aderiscano e siano .presenti tutte le Potenze-di Europa, laiche si dimostri al mondo c'ie ilT nostro glorioso e antico continente sa ritrovare.' dopo la lunga e dolorosa guerra, la via' -della solidarietà economica nell'interesse, supremo della civiltà e del lavoro ». ■ Al'Italia e a Genova, farsi onore! - Un'adesione più succinta è stala quella del Belgio.e piuttosto riservala quella data subito dopo Giappone, il quale ha certo i suoi fastidi colle popolazioni finitime della Siberia orientale. Da ultimo, con. pochissime parole, Briand ha aderito a sua volta a!, progetto. Rimaneva da discutere l'ordine del giorno presentato da Lloyd George. La discussione si è svolta rapida nella seduta pomeridiana alla quale hanno assistito anche i ministri degli esteri. Con qualche emendamento di minore conto, alla fine è stato approvalo alla unanimità l'ordine, del giorno che istiuiscc la Conferenza economica. Anche sulla scelta della sua sede il dibattilo & stato breve. Praga, proposta dai francesi, cedette presto di fronte a Genova proposta dal nostri, delegali con a cordiale appoggio degli, inglesi, e la seduta terminò con molta strette di mano specialmente tra Lloyd George e l'on. Bonomi. V. lavoro di organizzazione della Conferenza di Genova, che è affidalo ai Governo italiano, s'ir.izierà senza ritardo. La nostra Delegazione si mostra conscia delle « chances » che questa òggi offre al nostro paese anche per tursi conoscere meglio al mondo. Essa garantisce che le cose saranno fatte per bene e sarà certo che Genova, non disavvezza ai vasti concetti mondiali, coopererà di lena colte autorità di. Roma. Bisognerà fare tutto il possibile anche da parte nostra perchè la Conferenza non i^ risolva in un'accademia ma scavi un solco che non lasci, irritate e deluse le genti come in tutti i convegni supremi economici avvenuti sin qui. Il successi completo si otterrebbe se l'America deliberasse di parteciparvi essa pure. Uno speciale invito le sarà certamente rivolto, ma la sua accettazione appare problematica. Le riparazioni Frattanto, dinanzi al Consiglio supremo resta il problema delle riparazioni, tiellc. sedute odierne non se ne è parlalo se non per deliberare che il Cornila'- composto dei cinque ministri delle Finanze esamini la reta, zionc che presenteranno i tecnici. Questi hanno contimuito oggi la loro riuntone sotto la presidenza del perito inglese Blcckett. Essi sembrano alfine sulla Via di un accordo. Il progetto anglo-francese concertato a Londra fra Lltigd George e Briand — concertato fino al punto che ne venne estesa e sottoscritta una regolare mimila — è stato abbandonato in seguito alle lagnanze del Relglo che si è sentito trattalo piuttosto male tanto dalla Francia che dall'Inghilterra. Gli esperti si sono dirisi oggi in due Sottocommissioni, ima delle quali ha avuto l'incarico di rispondere al quesito se la Germania possa pagare ,più di iùQ milioni di marchi tnlro il 1922, e l'altra al quesito se sia necessario accordare ai tedeschi una moratoria. Sembra che al primo quesito sia stalo risposto di. si e al secondo di no. Comunque si sarebbe escogitalo un nuovo piano secondo cut ,Vz Germania verrebbe chiamala a versare per il H)22 «il latrile d^duc miliardi di marchi, 750 milioni dei quali dovranno essere in natura e il resto in contanti. Se è cosi, buona parte di questi fantastici versamenti dovranno essere attesi a lungo. Si spera ad ogni modo che i tecnici presentino entro domani una re. lozione purchessia, la quale sarà l'ennesima compiuta dagli esperti In questa materia aitraverso i vari Consigli supremi : o<7?ii nuova relazione rimangiandosi la coda della precedente. Domani, si riuniranno pure i delegati bancari e industriali che a Parigi, con l'assistenza di Raineri. Louclléur ed Evans, hanno studiato la questione del consorzio finanziario internazionale per la ricostruzione europea. Essi presentarono al Supremo Consiglio una noia che domanda una quantilà di schiarimenti sul progetto consorziale. Sembra una selva di punti interrogativi. MARCELLO PRATI.