Il sepolcro d'un impero

Il sepolcro d'un impero Il sepolcro d'un impero nvento di tregenda fischia e urla fra le altissime muraglie di vegetazione ora spoglia, precise 'é compatte 'come rilegature, che circondano d'ogni lato il castello di Schonbrunn. Si sente che siamo davanti a una costruzione solenne, su cui grava uria fatalità sinistra, a una casa storica, dove i grandi passarono, sostarono e quasi Bempre tristemente declinarono,, premuti da una forza più potente della loro grandezza. ' ■ Schonbrunn!. Nome lievemente arcadico e pieno di festevole serenità, che significa « pozzo bello ! ». Sembra di veder passeggiare intorno alla fontana adorna di sta- qdll• nlclvvdcatZ„if, T tontan,a adorna l* * 11 ™ al s?.col.a™ edl^l.° cun corteo di dame e di .cavalieri incipriati, piroettanti intorno a Maria Teresa, la grande sovrana che fece costrurre peri suoi ozi Sstivi questa austera Versailles e che fornì -albi rivoluzione francese la testa incoronata di sua figlia, Maria Antonietta. Ma presto sopravviene Napoleone a sgombrare il castello d'inutili artifici e a fissarvi per due volte i'1 suo quartier generale. Tuttavia* delve subire anch'egli indirettamente la nefasta influenza di questo • luogo croato per la gioia ma sacro alla tristezza e nella medesima camera dova riposò dopo lo sue gloriose fatiche di dominatore, morì alcuni anni più tar,di suo figlio, il giovinetto duca di Reichstadt, il re di Roma. Lo narra con gesti gravi1 e con intonazioni lugubri -da oratore da strapazzo la guida autorizzata che conduce attraverso alle vastissime ? sale un gruppo di gente : d'ogni paese <é; d'ogni'' razza, ira cui riluce come bronco '-chiaro "il -profilo, da medaglia' d'un mulatto o splèndono, gli occhiali ' a stanga doro di due giapponesi, ancorli a disagio nei loro raglan troppo occidentali. _ Quanti artisti', italiani ' durante il cammino dei secoli hanno .abbellito ed allietato con le grazie mèi lóro-ingegno questa austriaca re?giaVche anche l'abate Metastasio addolci con le eleganti svenevolezze del * suo stile! 1 Le - pareti di' varie, stanze' sono tappezzate di Gobelins, i ,pr(ezio_i|.G-obelins della casa d'Absbusgo, alcuni'disegnala »da'-vV;at- nnsstsbrairrbtdsopscqpfritnpdmsgIteftu, ohe in questi giorni dovrebbero emigrare in tirato patte negli Stati Uniti, dè-jr6.tando lo sdegno e le-proteste dei-pittori •! ti, ina, servendo di' garanziaf ai* ere- l'picesd dal gruppo Morgan. Altre-in-', pviennesi diti concessi dal gruppo Mo'rga . vtte aonc coperte d'immense pitture' ad olio che rappreséhtjano'pèr lo. più sontuosi banchetti offerti--a sovrani1 stranieri venuti a rinsaldare con la monarchia austriaca i' fraterni rappòrti dei -reciproci"'Stati. Le' mode femminili dei tempi, vi si susseguono con la precisione e la fedeltà della,/storia, | dallo scialle persiano alla") tournùr.6, dal cappello legato sotto ,il mento alla, lunga coda serpentina che. guizza sui'tappeti, ed/ è forse qussta l'unica cosa seria rijnasta su. quei muri, l'unica realtà ;.che ■ non abbia' smentito oon una sghignazzatay/beffarda quell'ironico e sconvolgente"' signore che è il Tenrpo. \ - Esiste- nell'estesissimo ..parco una vasta piattaforma circoridata'd'alberi che si.'chiama « La Glori.ette'v,< dove, nessuno poteva entrare >rcuè ^imperatrice'Elisabetta.l'a" ! veva riserbata a sè ed-alle sue passeggiate j solitarie e quotidiane. La bellissima •sovrana, che subì anch'essa, morèndo assassinata, la sinistra sorte degli Absburgo, vi trascorreva ogni giorno',un ora in com: -|pagaia d'un giovane ufficiale di. marina . che godette lungamente i suoi favori e] ererà ben noto e invidiato nelle! cronache-Lmondane d-allora. , Ahimè! Lungo «ue* viali ove ^iro | ''Vf^-^^^^^^^^un giovane, scelto unicamente dal dcside- rio paleggianoaorabambinaie vario- pinte col pargolo viennese addormentato 1 stro la carrozzella, e le ragazzine che ter- nano dalla scuola vanno a gettar sassi nel laghetto gelato sotto gli occhi fissi delle marmoree deità pagane e quelli distratti ! del guardaboschi a cavallo che chiacchiera 1 benevolmei!De con due passanti. Negli ap-'partamene del castello di Schonbrunn c'è ; una camera detta la Sala Feketin, che costò • diecimila ducati perchè tutta quanta rico- ; perta nelle pareti e nei mobili d'una patina ' d'oro finissimo. Qui si svolsero i più su- perbi. ricevimenti e la casa d'Austria era ! I orgogliosa dì poter accogliere i suoi amici ! in quello .scrigno foderato d'oro di zeo-1 ' chino. Ma allorché, subentrato il nuovo j ■ Governo, <_'li appartamenti furono aperti ai j visitatori, molti di questi riuscirono a im- J ' padronirsd d'un pezzetto di quell'oro e a ; portarselo via, così come si raccoglie un : fiore, per memoria, nel giardino d'un de- j f unto. Il 'Governo repubblicano, però, non ! ; comprese a questo modo la religione dei ! : ricordi e la ^ui'da autorizzata, sotto la vi- ; siera del suo duro berretto da poliziotto'.quarantottesco, vigila attentamente sui vi- j sitatori sentimentali che sembrano amare troppo le preziose reliquie del passato. : Passato che risorge fosco ad ogni passo._ Ne'lla • stessa camera ove, dinanzi a un crocifisso ritto fra due ceri accesi, si pie- Igavano su un inginocchiatoio i ministri di ,Francesco Giuseppe a prestare il loro so-; I lenne giuramento, moriva pochi anni "r |sono il Vecchio e stanco Imperatorei, in un :piccolo letto modesto, solo fra ì suo: servi, |probabilmente senza rivolgere neppure un Iestremo addio a Katerina Schratt, 1 antica ' amante rimanagli fedele che oggi ancora gli sopravvive. Nello studio di Maria Teresa, dove ad un cenno dell'imperatrice s'apriva a cerchio il pavimento e, come nelle favole che c'incantarono bambini, sorgeva dal suolo la tavola magnificamente imbandita per la Sacra Maestà e per i' suoi illustri convitati, passano adesso coppie d'amanti internazionali che si mormorano all'orecchio leggieri commenti e che mandano sottovo- .ce°all'indirizzo di' quella maga regnante frizzi e motteggi in tutte le lingue conosciute. Ma nella camera attigua c'è il letto nuziale di Carlo e Zita che li fa sorridere maliziosi, un letto in puro stile Luigi XVI anch'esso tutto d'oro, ancora nuovo e rilucente, quantunque vi sieno nati sette figli-, come la corona imperiale ch'essi hanno con tanto strazio perduta. * *■ I viennesi parlano con ilare bonomia del loro decrepito Franz Joseph che pure li ha condotti alla tremenda rovi'na presente, e con allegra causticità dei suoi successori ohe vollero ad ogni costo, — anche a costo dl far ridere l'Europa intera, — ricon- pdccreteebrduqfA quistare il trono. E narrano piccoli episodi significativi che dimostrano, quale assoluta concezione' conservassero costoro -eia loro funzione di re. S'aggira ancora attualmente per gli innumerevoli caffè di Vienna una fioraia dall'aria zingaresca sotto il • suo scialle rosso, chiuso alle tempia da duo fermagli metallici, chtì offre alla clientela il giti natalizio verniciato d'oro come lo vendono qui, dove amano l'oro vero o falso con una specie di frenesia .mettendolo •< ovunque con un cattivo gusto inesprimibile, e lo -orse agli avventori accompagnando il gesto con un largo riso di selvaggia letiziaT Si racconta che. costei il primo giorno dell'ultimo an- primo giorno no in cui regnarono Carlo e Zita, — è strano come il nome- di questa donna s'associ sempre a quello del marito, — incontrato sulla Ringstrasse il piccolo principe ereditario a -passeggio con la sua governante si slanciò col suo entusiasmo istintivo di boema verso la minuscola Altezza Imperiale e le appuntò sul petto con parole di augurio un ramoscello di gèi. Ma tosto intervenne con rigidità soldatesca un severo wachmann che arrestò la fioraia irriverente ri profanatrice, la quale dovette subire un processo e scontare'il suo atto, ritenuto dai giudici offensivo, con due mesi di carcere. E' vero però che quella condanna fu la sua fortuna, perchè le creò tale notorietà oh'essa viene segnata a dito ovunque si presenti tìò. ogni straniero al corrente delle sue vicende dinastico-giudiziarie si compiace di ricevere il ramiccllo augurale da questa bizzarra figura di fioraia che occupò di sè la pubblica opinione, eimergendo fra l'altre negli ultimi aneliti d'un impero morente. Un altro episodio, ma che risale ai temidi Francesco--G-iusepperè quello del portalettere-cortig'auo il quale durante una notte 'che precedette il compleanno dell'imperatore si arrampicò con serio pericolo della vita, lungo i muri e le guglie del maestoso Duomo di Santo Stefano per issare sul più alto campanile la bandiera gialla e nera in segno di giubilo nazionale. Il domani i viennesi videro con molta me- raviglia sventolar nell'aria quell'inconsue to simulacro di giocondità e1 lo stesso im'peratore ne fu così commesso che volle premiare l'acrobata portalettere col dono accKtddbgmaKgcrg1tc6crccfgelgqatmrpMgcdccml dell'uno' é niènte dell'altra, ma non appe j na ha radunato il gran mucchio di carta vimciincontro |uo :,n tutU • 0&m ogni sera in tutti i tea ^ di varietà che si contano a centinaia, e 0 ue si raccoiga un po' di questo genL-,^^ nel modo piur dimesso la ouale ha bisogno d'esaltarsi, d'illudersi, di stor- * dimcnticare) n fatale dissolvi ^ù, della nazione che la conduce incc , , . . ,- ,- a e.venfc:' . . ,. 1 ostante la povertà genera e., bi¬ g^l del de?h .«P,e*^ dl be" neficenza, delle esposizioni d arte vengono un momento esauriti Da oltre una set, ! timana non e pui possibile trovare un po1 sto per una recita benefica a cui parteci'perà Katerina Schratt, 1 ormai vecch a ; amica di. Francesco Giuseppe, che fu in • altri tempi una famosa e avvenentissuna ; attrice del teatro di prosa. .1 viennesi ac ' corrono con avida curiosità a contemplare la settantenne favorita che già quasi op ! presso dal peso d'un secolo e non lontano ! dalla sua fine, Franz Joseph si recava re1 golarmCnte a visitare, uscendo a piedi, al- j le t»e di notte da una porticina segreta j che dal parco di Schonbrunn lo conduceva J fra ombre idilliache, come un innamorato ; diciottenne, alla villa della sua amica, : Katerina Schratt si era chiusa dalla sua j morte in una solitudine quasi vedovilo che ! tutti rispettavano e soltanto in questi e'or- ! nj torna per pochi momenti alla ribalta ; jn pro dei miseri e degli affamati, a reci..taire qualche brano di Goethe o di Schiller j C0I1 qllen'a slla voce educata a tutte le si n„osjtà della parola che seppe far vibrare' : ppr ranti al1Ili |e d„re fibre dell'inflessibi. )(1 monarra austriaco. T cittadini di Vien ,ln ed anche quelli di tutto il mondo, con I venuti qm a decine di migliaia in questa , {..^tica metropoli di fortune sconvolte, ve; dprio in questa donna segnata dalle im- | placabili stiemato della de^nrlenza fis;^a ma : c1)p vjyCj 0 mPgr];0 -R: sopravvive in mezzo |n ]nyo^ ].„rtimn. benchè.illefale superstite I di c-h rhe f„ ,„ -s„perba corfce imperiale, ' premiare 1 acrobata po: d'un orologio d'oro fregiato dell'aquila bicipite. Senonchè l'anno seguente un mendicante vagabondo a cui faceva gola quell'e- 1 • . , ^ • X I rologio aureo e imperiale, ritento la nrova I e con eguale pericolo di precipitare da al tezze vertiginose andò a piantare sulla più eccelsa guglia del Duomo il vessillo giallo e nero. Ma anziché ricevere un ricco e ambito premio da Sua Maestà, il disgraziato ricevette dagli uomini della legge una condanna a parecchi mesi di reclusione. A "Vienna si sorride di queste storielle un po' burlesche che h^nno,- come tutto qui, un non so che d'operettistico e che fanno ricordare la famosa frase di Maria Antonietta alla vigilia della rivoluzione : i E se non hanno pane mangino della focaccia «. Qui la classe media mangia noco monetata che rappre'senta il numero di corone necessarie allo scopo, corre ad ascoltare la musica che suona festosa ogni gior-. Vienna, fjennqìo. AMALIA GUGLIELMI NETTI,

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