L'on. Amendola aggredito e ferito nel centro di Roma

L'on. Amendola aggredito e ferito nel centro di Roma L'on. Amendola aggredito e ferito nel centro di Roma Cinque aggressori, di cui uno in camicia nera - Un colpo di rivoltella a vuoto e ie bastonate - La fuga dei feritori dall'automobile - Guaribile in 15 giorni salvo complicazioni - Vivissima impressione e unanime sdegno Deplorazione Roma, 26, notte. L'aggressione dell'on. Amendola viene stigmatizzata, si può dire senza eccezioni, nello stesso campo fascista. Tale elemento costituisce un indice eloquente della dolorosa impressione prodotta da questo atto, che presenta' singolari coincidenze coll'aggressione dell'estate scorsa a ■ danno dell'on. Misuri nei pressi di Montecitorio, dopo il discorso di critica fascista del primo eletto dell'Umbria. La Direziono Generale della P. S. ha ordinato indagini a fondo per la scoperta dei responsabili. Secondo quanto affermano gli amici dell'on. Amendola, non dovrebbe riuscire diffìcile rintracciare gli autori dell'attentato, perchè il caso avrebbe voluto che essi lasciassero in possesso di testimoni oculari traccie sicure per la loro identificazione. Ad ogni modo, nelle sfere ministeriali si dichiara che la luce completa sarà fatta sui responsabili, i quali saranno, se scoperti, .deferiti all'Autorità giudiziaria. E' da augurarsi che non tocchi ad essi il trattamento di favore denunziato dall'ori. Misuri nel discorso che doveva pronunziare alla Camera e che vide invece, la luce sui giornali. La difesa degli aggressori di oggi appare infatti alla stessa stampa fascista insostenibile, e la sola ipotesi azzardata nelle sfere della Direzione del partito è che si tratti di individui che vivono sui margini del partito, la cui azione non può pertanto, essere costantemente controllata dai dirigenti del partito. Vedremo quanto fondamento possa avere questa supposizione. Comunque, l'atto brutale deve essere giudicato, nei rispetti dello stesso fascismo, come un atto inconsiderato, tale da danneggiare in ogni senso il partito. Invero, all'infuori dell'inescusabile : sistema al quale l'aggressione si ispira, all'infuori ancora delle gravi violenze usate ad un membro del Parlamento, essa impone riflessioni gravi per due ragioni. Anzitutto, .per l'impressione che essa produrrà all'estero, dove appariremo sempre più lontani da quel periodo di assestamento che sembrava destinato a realizzarsi. In secondo luogo perchè, avvicinandosi secondo ogni probabilità il periodo delle elezioni generali, appare invece sempre più problematico quello statò di calma nel paese che l'on. Mussolini in. precedenti dichiarazioni aveva giudicato indispensabile perchè la campagna elettorale potesse compiersi. Una delle maggiori preoccupazioni delle sfere politiche dirigenti consiste infatti nella certezza, ormai diffusa, che la speranza di condurre sino alla fine in condizioni di relativa tranquillità del paese la lotta elettorale sia puramente illusoria. Allorquando senza una ragione immediata, nella piena tregua politica natalizia, si' verificano gravi incidenti come l'aggressione dell'on. Amendola, è purtroppo da prevedersi come inevitabile, nella vasta accensione degli animi di una campagna elettorale estesa a tutta la penisola, l'instaurazione del sistema delle violenze e delle sopraffazioni. ' La decisione alla quale l'on. Mussolini sta per accingersi di sciogliere definitivamente la Camera, oppure di aprire una nuova sessione della camera con un discorso del trono, è in entrambi i casi gravida di enorme responsabilità. Forse, incidenti come quel 10 di oggi indurranno il capo del fascismo a riflettere. L'aggressione dell'on. Amendola potrebbe infine giustificare la domanda se l'on. Mussolini possa garantire il controllo di tutte lo forze che lo attorniano. Per ora gli aggressori dell'on. Amendola vengono definiti come sei «sconosciuti». Non si può ancora pertanto parlare di. fascisti, sebbene l'aggredito dichiari che uno dei suoi bastonatori indossava la camicia nera. Ma se domani risultasse dimostrato che l'ex-ministro dello Colonie è stato assalito da fascisti, non sarebbe inopportuna la domanda accennata, tanto più di fronte al fatto che dalle sfere del Governo si respinge con indignazione la calunnia che non solo il Governo, ma i dirigenti del partito avessero preventivamente qualun que contezza di quanto è avvenuto oggi a Roma. ^ ^ S, La cronaca dell'aggressioneRoma, 20. L'on. Amendola, ex ministro delle Colonie, è slato stamane aggredito e ferito 'da cinque sconosciuti nel centro della capitale. Ecco come. L'on. Amendola, uscito dalla sua nbl fazione, in via Porta Plnclana, verso le 9,30, ha preso, come di consueto, la strada verso11 centro. Giunto in via Capo le Case, l'on. Amendola ha notato che all'angolo di via Francesco Crispl era ferma un'automobile chiusa, nella quale erano cinque persone. Ad un tratto ha echeggiato una detonazione; uno dei cinque che erano a bordo dell'automobile aveva puntato una rivoltella contro l'on. Amendola, che proseguiva per la sua strada, ed aveva sparato. Il colpo andò a vuoto. Allora quattro del cinque 'automobilisti scesero dalla macchina ed aggredirono l'on» Amendola, lo gettarono a terra e lo colpirono ripetutamente con colpi di bastone. Alla barbara scena accorsero alcuni passanti. Ma gli aggressori, risaliti sull'auto, fecero jn tempo a dileguarsi. L'on. Amendola fu trasportato all'ospedale di San Giacomo. Quivi i medici gli riscontrarono varie ferite, più gravi specialmente quelle alla testa. L'on. Amendola fu poscia trasportato nella sua abitazione. Nessuna traccia degli aggressori; soltanto si sa che l'automobile da piazza nella quale essi erano Teca il numero 55-10663.n particolare grave del colpo di rivoltella, fortunatamente fallito, è confermato da tutte le versioni del fatto. La rivoltellata - Colpito anche a terraEcco la versione del Mondo: i Stamane verso le 10, l'on. 'Amendola, uscito come di consueto dalla sua abitazione di via Porta Pinciana 6, si è avviato solo e tranquillo verso la redazione del nostro giornale. Egli ha imboccato, tenendosi a sinistra, via Francesco Crispi, e non 6l è accorto che una automobile lo seguiva a passò d'uomo. Nell'automobile si trovavano cinque individui, di cui quattro di giovane età ed uno anziano. Di costoro uno solo indossava la camicia neru da fascista. L'automobile elio recava, secondo varie testimonianze, il nu¬ mero 55-40663, si fermava d'improvviso proprio accanto al negozio di antichità di cui è proprietario 11 sienor Gaetano Basile. Ed ecco cho dall'automobile discendevano di scatto cinque individui, armati di grossi bastoni di cuoio e aggredivano improvvisamente alle spalle l'on. Amendola, ignaro e inerme. Un primo colpo gli veniva vibrato violentemente alla testa. Colpito in pieno, stordito e sanguinante, l'ex-mlnlstro delle colonie ha tentato di reagire e di svincolarsi, muovendo qualche passo verso la strada per raggiungere ii marciapiede di destra, ma I colpi seguirono brutalmente, ed egli, sopraffatto, cadeva a terra. Nel cadere ha sentito echeggiare distintamente un colpo di rivoltella, fra le grida di orrore c di spavento dei passanti, fra ii fuggi-fuggi dei più pavidi, e mentre qualche negozio calava le saracinesche. Gli aggressori si accanirono nel vibrare altri colpi violenti sul caduto ; quando ritennero che la loro impresa fosse ben compiuta, ripresero posto tranquillamente nell'automobile. Lo chauffeur, die era rimasto impassibile accanto al volante durante tutta la scena selvaggia, ha dato libertà al freni e l'automobile si è dileguata scendendo per Capo le Case. « Riavutosi subito, l'on. Amendola si è rialzato alla meglio, grondando sangue, ed ha mosso alcuni passi alla ricerca di un ricovero qualsiasi. Il signor Renato Bruegner, che ha un magazzino di materiale fotografico in via Francesco Crispi, si è precipitato generosamente incontro al ferito, lo ha aiutato a varcare la soglia del suo negozio e ve l'ha fatto sedere. Poi è ritornato indietro per riprendere il cappello rotolato per strada ed ha chiesto al ferito in che modo potesse essergli- utiile. Intanto una vera folla si addensava nella strada, commentando con frasi violente l'inqualificabile attentato, la cui no. tizia si spargeva rapidamente nel centro di Roma e poscia nei quartieri pefftfemlci. L'onorevole Amendola nonostante la perdita copiosa del sangue e la storditezza pei colpi ricevuti, mantenne li suo spirito sereno e gagliardo, e chiedeva soltanto di essere trasportato all'ospedale per le prime cure e non in casa, per non Impressionare i suol. Egli fu adagiato' in una automobile e fu accompagnato all'ospedale di San Giacomo. Strada facendo, alcuni amici dell'on. Amendola facevano fermare l'automobile e vi prendevano posto, accompagnando il deputato all'ospedale. L'infermiere Evangelisti si affrettava a condurre il ferito nella sala di pronto soccorso, ove il dott. Fasano, lo medicava accuratamente stendendo il seguente referto: ? Ferita lacero-contusa al vertice della regione parlcta'e destra ed occipitale. Escoriazioni alla faccia. Giudicato guaribile in 15 giorni, salvo complicazioni ». o Nel mentre il ferito veniva medicato, dichiarando di voler essere trasportato fn casa, una-vera folla di cittadini e giornalisti 6i agglomerava nell'ampio portone dell'ospedale, tamo la grave notizia si era diffuse in un baleno per la città. Appena' medicato l'on. Amendola ha voluto ritornare. a casa sua. Lo hanno accompagnato il figlio primogenito, subito accorso, e il dtreltòfé dèi nostro- giornale. All'uscita dell'automòbile la folla ha fatto una simpatica dimostrazione di affetto all'ori. Amendola. « Intanto sul luogo dell'aggressione si re cavano per le primo indagini il comm. An dreanl, commissario di Castro Pretorio, ed altri funzionari. All'ospedale di San Giacomo si recava un altro commissario. Cosi la Questura-ha a.nerto la serie delle indagini. Un collega è riuscito ad Interrogare un vice-brigadiere dei carabinieri, il quale ha detto che si trovava a passare per via Sistina allorché aveva udito un colpo d'arma da fuoeo, ed aveva visto accorrere la folla. Recatosi sul posto, ha scorto l'on. Amendola, caduto san guinante a'terra, nel mentre l'automobile degli aggressori si allontanava •. Il racconto dello chauffeur Minacciato con le rivoltelle Intanto 11 console della milizia signor Candelori ha accompagnato in Questura lo chauffeur Fausto Zaccagninl, il quale spontaneamente si era presentato alla caserma di Magnanapoll. Lo Zaccagninl, interrogato dal funzionari, ha fatto il seguente racconto : — Io mi trovavo in piazza del Popolo quando, poco prima delle 10. si avvicinarono alla mia macchina cinque individui, quattro giovani ed uno anziano. Mi ordinarono di portarli in via Francesco Crispi. Li attesi un poco, fermo in principio deila strada, verso porta Pinciana. Poi i miei clienti ini ordinarono di percorrere la via Francesco Crispi a passo duomo. Essi evidentemente seguivano la vittima. Io non ne .sapevo nulla e non mi preoccupai di quanto avveniva. Del resto, non potevo immaginare nulla. Ad un tratto, quatta-o di essi scesero dalla vettura e si precipitaroo su di un uomo, lo percossero e tornarono quindi sulla macchina, or. dinandomi di allontanarmi alla massima velocità. Per farsi obbedire entrassero le rivoltelle e. me le puntarono contro. Io, sbigottito, obbedii. Ero convinto di avere a che fare con cinque malandrini e non pensai di ribellarmi ad -essi. Quando fui al Traforo, senza attendere ordini, li portai in via Nazionale verso piazza Venezia, coll'intenzione di- sbucare presso la caserma fascista ai Magnanapoli ove avrei co^egnato i malandrini. Gli sconosciuti devono avere però subodorata la mia intenzione, perchè quando furono allo svolto di via Nazionale, dove la vettura deve per forza rallentare, essi apri rono lo sportello e si precipitarono a terra, dileguandosi quindi tra la folla. La loro fretta nello scendere è stata tale che ruppero un vetro delio sportello. Io gridai, ma invano. Visto che ormai tutto era inutile, ritenni che la migliore cosa fosse recarmi alla caserma della Milizia nazionale a raccontare l'accaduto. Questo il racconto dello Zaccagninl, che presenta sin da principio una contraddizione coi risultati dell'Inchiesta degli agenti del commissariato di Castro Pretorio, i quali hanno raccolto la testimonianza di alcuni chauffeurs di via Veneto di fronte all'Excelslor e secondo la quale gli sconosciuti sarebbero saliti in vettura in quel punto. Ora la polizia sta controllando queste affermazioni che, se risulteranno vere, condurranno al rilascio del giovane meccanico per il mo mento trattenuto in arresto. Preavviso anonimo La Questura ne era stata avvertita? Alla cronaca del fatto, il Mondo premette una circostanza importante, che cioè la Polizia era stata preavvertita di minacele anonime all'on. Amendola e al giornale. Scrive infatti U Afondo: « Da parecchi giorni l'on. 'Amendola riceveva lettere anonime, con le quali lo si avvertiva che si stava preparando un attentato alla sua persona. Ma sicuro della 6ua coscienza, sereno come tutti coloro che nulla possono rimproverarsi dalla vita, e che anzi si sentono orgogliosi della lealtà e della nobiltà u cui imprimono ogni propria azione, pubblica e privata, l'on. Amendola a\cva scrollato lo spalle agli avvertimenti anonimi. Poiché gli avvertimenti riguardavano anche la sicurezza del nostro giornale, la Questura ne era stata informata ». L«rvCsftmlrp E' da ricordare che il giornale fascista L'Impero, il 18 corrente, a proposito del fermo » dell'on. Amendola a Salerno, duante la visita del Re, cosi 6ii esprimeva rivolgendosi allo, stesso ex-ministro delle Colonie : « Sa i solerti funzionari di P. S.. - anziché' equestrarlo nella comoda poltrona della conortata casa -paterna, lo avessero abbandonao alla gioventù fascista salernitana, che si .e mostrata già troppe volte tollerante verso al ui, oggi il direttore del Mondo ci avrebbe risparmiato quattro colonne di prosa lacrimogena. Bisogna, in certi casi, che il furore popolare esploda spontaneo e punitore. ' Infrenarlo per salvare la pellaccia di un miserabile Giovanin Bonaée è. secondo noi, un m« coraggiainento alla delinquenza ». 'au Ciò che racconta il ferito % Ci siamo recati dall'on. Amendola per avere da lui maggiori notìzie. Nell'alloggio del deputato siciliano sono numerosi amici, accorsi! subito presso di lui. Sopra un tavolo dei vestibolo è un vassoio già colmo di biglietti; da visita di uomini polltiìci e di amici del¬l'on. Amendola, che hanno voluto immedia-temente esprimergli tutta la loro solidarietà, e la loro simpatia con gli auguri di una pronta guarigione. L'on. Amendola ci riceve nella sua camera da letto. E' coricato; ha latesta interamente fasciata. Sulla guancia sinistra è una larga echimosi provocata dai uno del numerosi co3pi di bastone ricevuti* Egli è tuttavia calmissimo e sereno. Ci con* ferma la versione dei fatti come ve l'abjbiamd narrata. « Ero uscito alle dieci precise da casa mia, secondo il mio solito, e mi avviavo al centro della città, percorrendo il marciapiede di destra di via Francesco Crispi dirigendomi ver» 60 via Due Macelli, improvvisamente, ho sentito come un urtone violento, e prima,che avessi tempo di voltarmi sentii cadere sul mio capo una bastonata. In quel momento ero giunto all'angolo estremo della strada presso via delle Rose. Già stordito dal primocolpo, feci per'voltarmi, mentre udivo — e ciò confusamente intorno a me — un colpo secco di rivoltella ed il vociare di ingiuria volgari, pronunziate con intonazione grosso-lanair.ente e tappisticamente violenta. Ma al tempo stesso altre bastonate mi piovevano addosso, mentre avevo la vaga impressione che. cinque o sei-persone mi circondassero strettamente per impedirmi di muoverai*Quasi barcollando traversai la strada, Seguito sempre dai miei aggressori che faceva» no cadere sulla mia testa e sulle mie «palleuna gragnuola di colpi. Ero impossibilitato, per il dolore e per lo stordimento, cosi di sbarazzarmi del loro attaccò, come di fissare i loro precisi connotati. Molto fatic«amente raggiunsi il marciapiede di sinistra, quando già le forze mi abbandonavano. Un ulti» mo colpo violento di bastone ,-mi lece Pronipitaré a terra. Non potrei dir» ciò che avvenne dopo. So che alcuni gassanti mi toécorsero é mi trasportarono nel negòzio'delsignor Brùéfner, è he si trova poco diicostoPoco dopo venni trasportato all'ospedale dt San Giacomo dove venni curato delle..tra ferite, di cui la più grave è alla testa, e dquesta profonda echimosi che vedete trasversale qui in tutta la parte sinistra. La .aggressione è stata compiuta proditoriamentealle spalle, da sei individui. - Essa ha avuto tutte le caratteristiche dell'aggressione premeditata, il. che mi è stato reso maggiormente evidente non soltanto per il modo con cui è stata compiuta, ma anche per il genere di ingiurie da cui venni ricopertoEvidentemente a costoro erano ben note le mie abitudini; attesero in taxi che io uscissi di casa, mi seguirono, e quando- credettero fosse giunto il momento propizio mi attaccarono. Essi scelsero il punto dove la stradafa un gomito e dove cioè la fuga era restì più facile ■. L'ori. Amendola ha concluso dicendo:' — E' da domandarsi fino a quando gli italianl tollereranno simili sistemi. Sono, fattche certamente non valgono a guadagnare afascismo i consensi della maggioranza sana del paese che non può che riprovarli ». Vibrate deplorazioni di deputati d'ogni parte La! notizia di questa aggressione' .subita dall'on. Amendola ha prodotto una oisa*strosa impressione negli ambienti politicdella capitale 11 fatto fu appreso a Montecitorio verso le 11, avendo alcuni giornalistportato le prime informazioni. I pochi deputali presenti nella saia di scrittura " hanno premurosamente chiesto per telefono all'Ospedale di San Giacomo notizie sulle condìziont di salute dell'aggredito, provando un profondo senso di sollievo neU'apprender«che le ferite dell'on. Amendola, nonostantela prognosi riservata del sanitari, non presentavano, almeno per il momento, caratte» di gravità e che, dietro sue vive Insistenzel'illustre parlamentare era stato trasportata alla sua abitazione. Infatti, le prime notizisparse erano assai gravi e pessimistiche Dame spontanee manifestazioni dei v» senti, appartenenti ai più disparati ed' o posti pertiiti, si è potuta constatare la pron solidarietà verso l'on. Amendola e lo sdeg: suscitato dall'aggressione che veniva co; derata come cinicamente preordinata. Il polare on. Cecconi dicova: — Senza commenti. Il nostro popolo ha w buon senso da giudicare da sè simili misfat Avvenimenti del genere di quello svol ' oggi in una via della capitale fanno pi bare la nazione al livello dei paesi m civili. Quando si consente, od almeno i si impedisce, che uomini politici di prov fede patriottica, ex-minisfri del Re, v gano brutalmente aggrediti in una via d capatale, non vi possono essere parole adi per esprimere « proprio sdegno. . Anche gli onorevoli Camerini e PetriaSdeputati liberali di destra, vivamente ini pressionati per l'accaduto, non nascondi vano la loro deplorazione. — Chi compie simili aggressioni — 'diceva ion. Camerini. — non può essere chiamai fascista; egli è il peggiore nemico del fa&cUjmo, « sono sicuro che tanto il Partito ariana to 1 Autorità di P. S. gare ggieranno per asfisicurare 1 colpevoli alla giustizia ed infli^gere loro una severa punizione. La situaSzlpne si aggrava ogni giorno di più ed ìcritengo che il primo a deplorare simili tatusia lo stesso on. Mussolini. — Ma — è stato osservato — voi ■ cAesiete i tradizionali tutori del liberalismo it*^ liano, che cosa aspettate per illuminare;' Presidente del Consiglio su questa anoi situazione che si va determinando nel p — Noi ci sforziamo a fare giungere la stra voce sino al Presidente, ma egli è. cordato da reticolati insormontabili. Io — aggiunto l'on. Petrillo — sono riuscito adir vicinare due sole volte il presidente ir' mesi. Ritengo che egli non sia bene i maio della situazione. Del resto, l'qppot ne del Afondo non è una opposizione devrebbb preoccupare il Governo. Noi,

Luoghi citati: Roma, Salerno, Umbria