La monarchia esiliata

La monarchia esiliata La monarchia esiliata L Sovrani di Grecia imbarcati per Bucarest sotto scorta d'un incrociatore inglese - L'ammiraglio Kondariotis reggente • 1 precedenti del movimento antimonarchico (Dal noetro inviato speciale) ATENE, 18, ore 21,15. Re Giorgio si prepara a partire, insieme con la Regina, per Bucarest, a borda di una nave da guerra greca,. scortata da un incrociatore inglese, giunta stamane al Pireo. Slamane una torpediniera greca è partila per Hydra, a prendersi l'ammiraglio Konduriotis, il quale fungerebbe da reggente durante l'assenza del Re. Konduriotis, come ricorderete, fece parte del Triumvirato di difesa nazionale di Salonicco, insieme con Vcnizelos e col generale Dànglist nel 1916, e fu anche reggente dopo la jnorte di re Alessandro, nel 1920, fino al ritorno di Costantino. Subì poi un attentato, in cui fu grcvemsnte, ferito, ed ora. viveva ad Hydra, ritirata dalla KY.a pubblica. Egli ha. circa SO anni. Mancano ancora ì risultati definitivi delle elezioni. Tanto i liberali ueìiizelisti quanto gli estremisti repubblicani affermano di essere in propria maggioranza. Tutti, ad ogni modo, sono da considerarsi anti-moìiarchici, o per lo menò anli-dinasiici. Certa e quindi la completa sconfitta dei realisti, i quali non otterrebbero nella nuova Camera che una dozzina di seggi Re mansueto Siamo cosi allo sfratto della dinastia, alla repubblica. A chiarimento della, situazione in lai guisa risaltasi, è interes. sanie riandare i precedenti del movimento anlimonarchico e dell'atteggiamento del Sovrano. 1 sanguinosi fatti di domenica 9 — sui quali vi informai telegraficamente — furono l'epilogo tragico di una manifesta zione in onore del re, in favore della monarchia costituzionale; manifestazione che è riuscita imponente per lo straordinario concorso e là schietto entusiasmo popolare, fino al momento in cui scoppiò inopinatamente il conflitto e segui là' violenta repressione militare. All'indomani i giornali pubblicavano — e soprattutto i venizelisti, quanto più in vista èva possibile — che il re aveva ricevuto il presidente del Consiglio, Gonatàs; e che, dopo ' la sua visita a'Palazzo, Gonatàs aveva dichiarato, che, avendo messo al corrente della-si-_ tuazione interna il sovrano, questi lo autorizzava a dichiarare ch'egli « ... tìeplo rava che 11 suo nome fosse statò mischiato... « al comizio del giorno avanti, « ... mentre i dimostranti avrebbero dovuto accontentarsi di dichiarare i loro sentimenti per i! regime, senza coinvolgere nelle loro manifestazioni la persona del sovrano ». . . Ow&ra diciannove volle secolare di Ponzio Pilato!,.. E questi poveri monarchici greci — che sono poi l'enorme maggio- dGzfigdC| r«»j=a del popolo, a dispetto delle elezioni al contrario — presi a schioppettale e mitragliati dalle truppe del Governo della u Rivoluzione », e sconfessali, o quasi dal e!... Che l'importanza della dichiarazione reale fu rilevala per contrasto, ed abilmente sfruttala, (Ieri repubblicani. l è La rivolta domata A spiegare, se non a giustificare, Val tegglamento del re riguardo ai parlili mo narchici e i falli del giorno 9, giova, per altra parie, considerare le conseguenze, che ebbe già per lui il fallito tcntaliva di rivolta militile del mese scorso. Quel moto era condotto, come si sa, dai generali Leonardoputo e Gargalidi, già vcnizclisli, < che già avevano operalo per la « Rifolu zione » — la rivoluzione di Plastiras — e che erano considerati quindi fedeli ad essa, e ligi al dittatore. Essi invece insorsero — e fors'anche per ragioni personali, di delusione e di malcontento — contro la u Rivoluzione », e soprattutto contro nuovi sviluppi decisamente repubblicani ch'essa andava prendendo, e con il programma di rovesciare la dittatura di Plastiras, e di ristabilire nel paese le condìioni normali. In un secondo tempo, quando il molo parve guadagnar terreno, e il successo di esso imminente, il generale Melaxas fece causa comune con i rivoltosi, e diede al moto stesso l'appoggio del suo nome.- La rivolta però, come è ben noto, appena scoppiata, fu domala dal Governo della « Rivoluzione » : il quale menò suhilo vanto d'avere salvalo ancora j • volla il Paese — cosa esattissima, qualora il Paese s'identifichi con le persone e con gl'interessi degli uomini della « Rivolu zione » e della dittatura Plasliras. Melaxas scampò, riparando all'estero; Leonardopulo e Gargalidi e tre altri ufficiali, che avevano partecipato alla rivolta, furono, dal Consiglio di Guerra, condannali alla pena capitale; ed ebber salva la vita soltanto per l'intromissione di qualche potenza occidentale, che invitò categoricamente il Governo - greco della « Rivoluzione » a sospendere sine die l'esecuzione della sentenza. Ma l'intervento, per quanto \ tardo, e anche abbastanza incèrto, di Melaxas nel moto, dato ch'egli era considerato il capo più In vista dei monarchici antivenizelisti, dei propriamente detti «eosfantàiiaMi», diede buon gioco ai repubblicani per affermare e divulgare che ti re GJorjiio sfesso, era implicato nell'affare, al'corrente, animatore anzi della con-giura, e provocatore della rivolta. Nessuno di colora che-conoscono-re Giorgio poteva ... .r . , , credere.ciò; e tanto meno potevano crederlo coloro che lo sorvegliavano davvìcitw. H dittatore Plastiras, il capo del Governo Gonatàs, e i loro accoliti della «Rivoluzione ». Ma proprio a .loro importava di fingere di crederlo,, e di farlo crédere. E • già in quei giorni il re fu ad un ca$ello d'esser spedito via, lui, la regina e la Corte. La tregua vana I repubblicani più arrabbiati rimproverarono, naturalmente, a Plastiras e al Governo della « Rivoluzione » di non. avere approfittato di un'occasione così favorevole, per rovesciare in ventiquallr'ore il regime, giustificando l'atto, dinanzi all'opinione pubblica, con una buona scorta di «prove» della correità del re nel tentativo sedizioso. Ed ecco ■ perchè; in vista delle elezioni, il re — c/ie è buono, sì, ma anche lui, po' poi, fina a un certo punto — s'è affrettalo, all'indomani del sanguinoso conflitto, a sconfessare i suoi zelanti sostenitori, deplorando che il suo nome (osse stalo mischiato alle dimostrazioni. (Ma a chi dunque, se non al re, dovevano g'ri-. dare evviva quei dabbene monarchici, se volevano manifestare, collettivamente e pubblicamente, i loro . sentiimenti realisti?...). Ma anche questa1 politica personale del re presentava la sua parte di pericolo: — come del resto tutte le politiche dettale soltanto da quell'eccesso di prudenza che consi.Ue nel non volere mai dispiacere a nessuno — per cui si finisce regolarmente per disp&cerc a lutti: — la politica personale del re, in questo caso, presentava dunque questo pericolo: che mentre non gli otteneva nient'altro che una tregua momentanea da parte dei venizelisli repubblicani — tregua ch'era già nelle stesse convenienze loro concedergli — minacciava peraltro lato di alienargli simpatie tra' suoi, o, se non altro, indeboliva i suoi.dì fronte all'opinione degli avversari - e all'opinione pubblica. Ma tant'è! quand'urto è nella pégola fino al collo... MARIO BASSI. La partenza dei Sovrani . . Atenei 19 mattino. I Sovrani-si imbarcano oggi..alle' 3 pòm., sa dl un piroscafo.greco, li Rè rìèèverà un mtiiòne di rtrhcrhe e le spese dl viaggio dalla snallsta civile. I Sovrahl' sai-anno accompagnati dal maresciallo di palazzo Soutzos e dall'aiutante <ii campo del .sovrano, Rousin. Re Giorgio ha dichiarato che, accettando'l'Invitti rivoltogli e l'evoluzione degli avvenimenti, si assenta provvisoriamente, per evitare anoma, lie intorno ». I giornali danno ampi .resoconti sul comizio tenuto dai partigiani dell'Unione repubblicana, che emise un voto per esprimere al Governo ringrazi amen ti per l'ordine ammirevole da esso assicurato nel giorno delle elezioni, e per proclamare che la. popolazione di Atene e del Pireo, desiderando la pacificazioni; definitiva del paese e la cessazione delle divisioni intestine, esige che il Re lasci immediatamente la Grecia affinchè l'assemblea costituente decida in colma e senza Intrighi di corte sulla questione del cambiamento di regime. I giornali pubblicano pure una mozione votata dagli ufficiali dell'esercito e della marina presenti in Atene e al Pireo, come pure di quelli di Salonicco e di altre città della Grecia. Tale mozione enumera le sventure scatenate contro la Grecia dalla dinastia, rilevando specialmente che. questa impedì alla Grecia la partecipazione alla guerra mondiale allorché questa ebbe inizio, violò il trattato di alleanza colla Serbia, fu la causa del disastro dell'Asia Minore, e creò un abisso che divide i greci. Termina affermando che gli ufficiali.proclamano decadua la dinastia 1 giornali consultano che l'assenza del Re è considerata come una partenza in congedo, e Airnntc questo' periodo sarà proclamata la repubblica. ... Uenizelos non va in Grecia (Servizio spedalo della • Stampa ») Parigi, 19, mattino. Venizelos si trova sempre a Parigi dove occupa un elegante appartamento nel'fa via Beauion..Egli è tenuto al corrente dl quanto avviene attualmente in Grecia, ma, secondo quanto affermano-1 giornali, egli non si ritiene a.', bastanza informato per giudicare là situazione, tanto più che non tutti i risultati delle ekzioni gli sono pervenuti. Si dice che prima di partire. Re Giorgio gli abbia telegrafato^per scongiurarlo di recarsi d'urgenza ad Atene. Questo telegramma, ad ogni modo. Ano alle 20 di ieri sera non gli era ancora pervenuto. In ogni caso," Atene deve essere una capitale da cui siiparte volentieri ma dove ' si esita a ritornaA, perchè Venizelos non sembra, almeno in questo moménto, troppo premuroso di lasciare Parigi Sili succedersi degli eveniPin Grecia if Matin scrive che dopo il tentato colpo di Stato del generale Metaxas- il Re era divenuto sospetto. Non si potè provare la sua vera complicità, ma il Governo possedeva una lettera dell'ex-regina Sofia, sorella dei Kaiser, a Metaxas, che diceva: «Puoi contare sul mio aiuto ». Dopo il movimento militare di ottobre, al quale i due aiutanti del Re avevano partecipato, il colonnello Plastiras si recò a trovare-il Sovrano. Una scena patetica si^svolse allora. 11 colonnello Plastiras gii disse: — Come mai. Giorgio? Io ti ho sempre difeso, e ti ho dato il irono. Como mai hai potuto far questo? Giorgio, non me lo sarei aspettato da te! Il disgraziato Re si sentiva in una posizione instabile,- ed era deciso a partire alla prima ingiunzione. Perciò non deve essere rimasto eccessivamente meravigliato dalla in. Umazione ricevuta l'altro ieri dal Consiglio dei'ministri. Dalla Jugoslavia e dalla Romania, commoventi appelli erano stati inviati ni Governo francese dai parénti del Re, che chiedevano . con insistenza eli appoggiare la dinastia. Ma il Governo francese si è astenuto dall'inlerv^nire in tale questione, e non si decidèrà„a farlo, uuilnnque i-osaavvenga. Lord Cui'zon sarà nominato linea | (Servizio speciale della « Stampa •) Londra, 19. notte. Lord Giirzon alla vigilia di abbandonare il i.-ni-eigu Office verrà, secondo un foglio rlp.'ià fero, nominato Duca-.Questa «mmina snretó^ ; inclusa nella lista delle onorificenze di capo d'anno, naturalmente dietro proposta del Go. I verno di Baldwin,

Persone citate: Baldwin, Kaiser, Ponzio Pilato, Re Giorgio