Chiarimenti e propositi dei dirigenti

Chiarimenti e propositi dei dirigenti La vertenza dfeg grafici a Torino Chiarimenti e propositi dei dirigenti pLa nuova divergenza di vedute, verificatasn questi giorni fra i rappresentanti dell'inustria e quelli degli operai che discutevano el nuovo concordato di lavoro per i grafici che ha portato alla rottura delle trattave, per le conseguenze e ripercussioni Che uò avere, e per il motivo particolare che ha agionato l'interruzione delle discussioni, ha uscitato molto interessamento fra gli indutriali e nella classe lavoratrice. Come abbiamo pubblicato, il punto sul quale on fu possibile raggiungere l'accordo e che eterminò la brusca sospensione delle tratative è quello dell'orario di lavoro. I rapresentanti operai chiedono che sia manteuta la clausola, vigente da due decenni, che ssicura all'operaio, quando è occupato, «8 re di lavoro settimanale, sempre. Gli induriali vorrebbero invece che fosse sancita el contratto di lavoro la facoltà di ridurre orario lavorativo, quando scarseggia il laoro, anziché procedere a licenziamenti. I degati operai invece ritengono preferibileuando manca il lavoro, effettuare i licenamenti che si reputano necessari, facendo erò eseguire agli operai trattenuti l'intero rario di 48 ore Su questo dissenso che, a tutta prima, può pparire strano, abbiamoaavuto occasione di ntrattenerci con tre def"Commissari operai he presero parte alle trattative: Garnerone, arnbon e Paggi e con Tommaso Bruno, seretario generale della Federazione del Liro. Ai quattro, che erano riuniti per altri otivi, abbiamo chiesto qualche delucidaone Umanitarismo ingiustificato — La questione sulla quale avvenne la rotra delle trattative — ci venne risposto — uò essere cosi definita: coloro che combatno la nostra tesi adducono due argomen Uno, d'ordine umanitario e sentimentale, d è quello di non mettere sul lastrico altri perai, di non aumentare la falange dei diccupati; l'altro, d'ordine pratico e realisti, è quello delle necessità industriali, segnamente quelle della piccola e media induria. Ebbene, noi siamo in grado di rassiurare completamente le anime sensibili o ntili che si preoccupano della sorte dei pòri operai che resterebbero disoccupati. La ederazione del libro ha creato tali e tanti gani di previdenza che è perfettamente in ado di provvedere affinchè i disoccupati on restino sprovvisti dei mezzi necessari r fronteggiare i propri bisogni. Noi corrionderemo loro un sussidio sufficiente, co che non abbiano a soffrire privazioni dunte la disoccupazione. Se si facesse invece come vogliono gli inustriali, che cosa avverrebbe? Che gli opei, almeno una gran parte di essi, coll'orao ridotto, non guadagnerebbero più tanto a poter provvedere allo esigenze famigliari, on potrebbero percepire sussidi dall'orgazzazione perchè non disoccupati e verrebro a trovarsi alle prese col bisogno. Non lo, ma, non potendo più essi corrisponde i contributi alle Casse professionali di predenza, ne seguirebbe l'insterilimento di ueste, con grevissimo danno'per l'intera cagoria, giacchè noi sappiamo — per crudele perienza — che anche con gli orari ridot i licenziamenti avvengono ugualmente. unque, motivi umanitari, niente. Sollecitune affettuosa e previdenza verso i lavotori la dimostriamo noi, che vogliamo l'oraio tranquillo sulla consistenza e regolaa dei frutti del proprio lavoro, come è ingabile diritto di tutti. — Ma, i bisogni della piccola industria? — Ecco. Su questo punto' è bene intenderci iaramente. Cominciamo col rilevare che i non siamo una categoria professionale di assa. Slamo dei piccoli nuclei di lavorato specializzati in un determinato ramo delarte grafica. Questa condizione speciale dà li industriali la sicurezza che possono conre sulla propria maestranza, non essendo possibilità di concorrenza con l'estero, acchè il nostro — a cagione della lingua — lavoro esclusivamente nazionale e, spesso, gionale e talvolta locale. Ci viene obbiettato che il patto che noi voiamo sia mantenuto danneggi la piccola dustria. Contestiamo, in via assoluta, la ndatezza di questo rilievo. Se fosse vero ò che asseriscono gli industriali e che il sima d'orario che vige da oltre venti anni nneggiasse la piccola industria, questa non rebbe potuto fiorire e svilupparsi come ha tto. Soltanto qui in Torino, per esempio, le pografia attualmente esistenti sono circa ntotrenta, mentre dieci anni addietro non ggiungevano la settantina. Nelle medie cit della nostra regione la situazione è anche ù significativa, in quanto le piccole e mee aziende si sono andate moltiplicando in sura anche maggiore. I precedenti della questione Proseguendo, i nostri interlocutori, ci nno esposto i precedenti dalla questione. — Tutto quello che abbiam detto, sta. a di. ostrare come l'industria tipografica rivela a progrediente tendenza al frazionamento, decentramento. E furono appunto le picco, tipografie che nel 1914 ci diedero la prova mpante che la nostra tesi è quella buona. lora, di fronte all'immane crisi provocata llo scoppio della guerra, alle difficoltà gerate dalla moratoria, dalla stasi improvvisa gli affari, consentimmo a derogare dal conatto di lavoro e permettemmo la riduzione ll'orario settimanale. Ma dopo qualche setmana si verificarono tali e tanti abusi e olazioni del contratto che dovemmo inizia, una seria agitazione e minacciare lo scioro per ottenere il'ritorno alla normalità. Quella breve d%roga, non valse ad evitare i enziamenti, tanto che il numero dei disocpati aumentò di ben cento operai e fummo stretti perfino a ricorrere alle Autorità perè venisse messo un freno agli abusi. Quan. l'orario normale venne ripristinato non si be — come si sarebbe dovuto avere, se gli dustriali avessero detto la verità — un ande aumento di disoccupati. Tutto questo mostra che noi abbiamo ragione ad opporci 'abbandono, che nulla giustifica, di una sposizione che nella nostra industria, cosi azionata, è indispensabile per la tutela del voratori. Tuttavia, durante le trattative di esti giorni uno dei nostri rappresentanti diiarò nettamente ebe in caso di vera, effeta, generale crisi di lavoro noi non ci sammo rifluati ad esaminare la situazione, n escludendo con aio la possibilità di ulriori accordi. Ma non servi a niente. Gli dustriali diedero prova di una intransigen ostinata. Certamente, noi non vogliamo ettere nel contratto una clausola di deroga e dovrebbe essere assolutamente ecceziona ma che invece verrebbe invocata, nell'avnire ad ogni momento, anche in occasio. i o e a a e e 8 no delle normali alternative di abbondanza e di scarsezza che il lavoro tipografico subisce secondo le stagioni. Poi vi è anche una questione di diritto. Dal momento die si fissa l'orario di 8 ore, secondo la legge, è legittimo ed equo chiedere che gli operai siano garantiti da ogni ingiustificata diminuzione di salario che potesse dipendere dalla sola volontà — cattiva volontà — dell'industriale. Altre categorie di lavoratori, come gli impiegati, hanno sempre avuta tale garanzia. Perchè non possiamo mante«cria noi, che l'abbiamo nel contratto da, almeno, vent'anni? Non è mica, questa, una conmiista del periodo del dopo guerra. Per quale motivo si tenta di togliercela? — E adesso, cosa intendete di fare? — Noi abbiamo la sicura coscienza di essere a posto. Non sappiamo se gli altri possano dire altrettanto. Noi nel triennio — cosi ricordato ad ogni momento — 1919-928, non abbiamo conquistato che l'indennità di licenziamento, che tutte le categorie di operai hanno ottenuto e le ferie pagate, Per io ferie, ora. siamo addivenuti ad una riduzione delie giornate festive pagate, cosi che le nostre condizioni, in sostanza, sono quello dell'ante guerra, fatti i debiti rapporti col mutato valora della moneta. — Ed allora? — Allora, oi difenderemo in modo assoluto, anche perchè il Governo stesso, per bocca del. l'oii. Mussolini, ed ha garantita piena liberta di difesa nei limiti, ben inteso, della legge. Abbiamo 16 mila organizzati, se dovessimo chiedere loro un contributo settimanale di 5 lire per i colleghi torinesi, ingiustamente e contro loro volontà trascinati in lotta, avremmo 80.000 lire settimanali da aggiungere agli altri nostri fondi di resistenza. In questo caso l'intera classe senza distinzione di parte — perchè anche i colleghi inscritti al Partito fascista sono ai nostro fianco — sarebbe compatta a difendere ed aiutare i grafici di Torino. Un comunicato ufficiale dell'organizzazione A proposito di questa vertenza ieri sera abbiain ricevuto un comunicato ufficiale dell'or, ganizzazione operaia, firmato da: « Le Sezioni poligrafiche riunite > e dal: « Gruppo poligrafico fascista ». Poiché molte considerazioni del comunicato-sono già contenute e sviluppate nell'intervista col dirigenti, pubblichiamo, del comunicato stesso, solo le parti che nono costituiscono una ripetizione di cose già dette. Il documento 'fa anzitutto la storia delle trattative e della prima intenzione di esse, poi espone le ragioni che militano a sostegno della tesi operaia della settimana integrale fissando i punti sui quali poggia la difesa che l'organizzazione fa di questa tesi. Quindi, dopo aver rilevato che gli industriali vorrebbero raggiunger lo scopo di mettere le istituzioni di previdenza dell'organizzazione in condizioni di non più poter funzionare, cosi prosegue: « ...è facile anche constatare che non soltanto alla integrità dolla giornata lavorativa vogliono attentare gii Industriali torinesi col loro nuovo progetto tariffario, essi mirano, ripetiamo, a distruggere tutte le modeste conquiste sindacali rea. lizzate dalla Classe gTaflca torinese. Le paghe ridotte in misura sensibilissima, il diritto del padronato sovrapposto in maniera brutale, nella vita deU'orflolna, su qualunque diritto del lavoratore, l'assolutismo, infine, più gretto e razionarlo elevato a sistema inflessibile di rapporti fra datore di lavoro e lavoratori, costituiscono i • punti salienti > che emergo, no dal contratto • preparato dai sigg. industriali grafici torinesi. Da qui, la sicura convinzione ormaii formatasi nei lavoratori trafici di voler l'Industrialismo costringerli a qualunque costo alla lotta. Ma, da qui anche la ferma preparazione dei lavoratori stessi alla lotta a cui 11 si intende trascinare. « E quando si ha nel proprio animo la con-' vanzioue di difendersi per un sacro ed insop. prinùbile diritto, quando si è più che persuasi che la difesa a cui li si costringe non può servire che ad impedire il trionfo deH'arbi. trio e capriccio padronale su qualunque equa valutazione delle ragioni che anche ai lavoratori vanno riconosciute, la causa di costoro viene già a trovarsi magnificamente impostata E la dimostrazione di questo asserto non tarderà a rivelarsi, se a un più assennate e sereno atteggiamento non sapranno inspirarsi ì Sigg. Industriali grafici torinesi. Ai quali fln'ora nulla ha Insegnato neppure l'atteggiamento molto più obbiettivo che gli Industriali grafici di altre città non hanno mancato di adottare verso i lavoratori alle Ioto dipendenze. E' di ieri il Concordato dei grafici di Milano, col quale salari e condizioni morali Bono quasi del tutto salvaguardati. La « maniera foTte » è a Torino soltanto, dunque, che s'intende far trionfare? Ma i metodi Sopraffattori, sono quelli che meno si addicono, ai lavoratori grafici di Torino. Avrebbero torto a" dimenticare ciò i signori proprietari ». Il Consiglio Nazionale della Federazione Italiana legatori cartai ed affini Nei locali delle Sezioni poligrafiche torinesi si sono iniziati, domenica mattina, i lavori del Consiglio nazionale della Federazione italiana fra legatori, cartai e categorie affini. Sono presenti t rappresentanti delle segustati regioni: Piemonte; Lombardia, Veneto, Liguria Emilia, Toscana, Lazio; hanno scusato la Ioto assenza le rappresentanze della Campania e della Sicilia. Dòpo i saluti d'occasione, portati dalla Presidenza della Giunta esecutiva della Federazione, dal segretario della Sezione di Torino, e dal rappresentante la Confederazione Generale del Lavoro, saluti ricontraccambiati da vari rappresentanti, si passa alla nomina dell'ufficio di presidenza, dei segretari e delia Commissione per la verifica derpoterl. Una proposta di inversione dell'ordine del giorno, perchè non tutti i rappresentanti hanno preso conoscenza delia relazione morale del Comitato Centrale, viene approvata, e 6i passa quindi a discutere subito del comma che parla dei rapporti internazionali. Dalla relazione su questo argomento si apprende come la Federazione italiana del legatori si sia adoprata in questi ultimi tempi ad imprimere maggiormente nell'organismo internazionale della classe criteri corrispondenti ad una maggiore reciprooanza ed assistenza fra le varie Federazioni, massimamente in rilievo è posto lo statuto internazionale ed il patto di reclprocanza recentemente ap5e provato, col quale- si stabilirono norme precise per corrispondere ai soci delle Federazioni affiliate, aiuti tangtbli circa t sussidi di viag-gio, di disoccupazione, ecc. La discussione, breve o concisa, che ha seguito, si è occupata anche delle condizioni in cui versano l legatori della Germania, ed è terminata con l'approvazione del seguente ordine del giorno : « Il Consiglio nazionale dei legatori e cartai ed affini, riunitosi in Torino, preso atto della relazione del segretario federale sui rapporti intemazionali, e. tenuto conto del continuo peggiorare delle tristi condizioni in cui versa la classe operaia tedesca, invita le Sezioni tutte a farsi promotrlci di volontarie sottoscrizioni a favore dei colleghi germanici, e malgrado le numerose agitazioni in corso ed il perdurare della reazione, che minaccia sempre più da vicino il nostro" movimento, delibera di dar mandato alla Giunta Esecutiva di stanziare quella somma che crederà opportuno, quale testimonianza del sentimento di solidarietà verso il proletariato di lutto il mondo, che anima 11 movimento sfftacale operaio ». La seduta di ieri Il Consiglio, ieri mattina, ha proseguito 1 suoi lavori iniziando l'esame della relazione morale del Comitato Centrale. In questa relazione si rileva come la Federazione mantcnura ancora oggi la sua efflcenza nei grandi centri d'Italia, in special modo per ciò che riguarda le categorie del legatori e del cartotecnici. Accenna al regióne di economie usato in questi ultimi mesi per preciso mandato del Congresso dell marzo decorso tenutosi a Milano. Alle agitazioni tariffarie di Milano, Torino, Roma e di alirf centri; alla cooperazone, con un pascolare accenno alla costituzione di una cooperativa federale in Roma', e non è trascurato uno degli obbiettivi costanti defila Federazione, la cultura operaia, rilevando l'elargizione di 3000 lire fatta a pio della istituzione! Pietro Osimo in Milano. La relazione fa cenno anche dell'azione svolta in sede di Consiglio Confederale Grafico, e del voto emesso dai rappresentanti l'organizzazione nel recente convegno della Confederazione Generale dol Lavoro. Prima di Iniziare la discussione generale, il Consiglio decide di dividere la minzione in due parti; quella cioè riguardante esciu. sivamente l'opera sindacale, e la parte sin dacale-potótica. „ Alla discussione della prima parte della relaziono prendono parie moltissimi rapprew sentu.ni i, soffermandosi in particolar model su quanto riguarda il movimento tarmarlo di Midano, e l'azione del Consiglio Con'mu. rale' Grafico. Sii questa questione si delineano due correnti: una per dichiarare nulla tallo óstittizione, l'altra per sospingere gì\ organi centrali ad una maggiore intesa, a ad una trasstormazione della medesima nei 6enso di dare a questa maggiore aut trita. Vengono infine approvati i seguenti ordini del giorno: t II Consiglio Nazionale presa visione della ralezione morale sindacale della Giunta federale, rimessa per iscritto a tutti i consiglieri, udite - inoltre le ampia discussioni date verbalmente dal segretario federale, su quanto venne richiesto; constatato l'alia re» lozione che l'operato della Giunta fu pari alla sua bisogna, approva con plauso e paisà all'ordine del giorno». , Al voto di quest'ordine del giorno si «sten» gono i rappresentanti della sezione dt Mi» lano. L'altro è il seguente approvato ad una. riunita: < il Consiglio, ecc., ecc., discutendo lo merito al funzionamento del Consiglio Confederale Grafico, ed ail Ravvicinamento delle organizzazioni PollgranV-he da mandato alla Giunta federale perchè in unione al Comitali Centrali delle Federazioni consorella ed alia Confederazione Generale del Lavoro. — anche per pensi eri espressi in materia da uomini responsabili di essa Confederazione — di riesaminare il problema della Unita Poligrafico-Cartaria ». Un nitro ordine del giorno approvato, presentato dal rappresentanite del Veneto e il seguente: « Il Consiglio, compreso delle ragioni the iposero i colleglli e le colleghe cartai di Fabriano nella impossibilità di essere rappresentati al Consiglio Nazionale Federale di Torino, rivolge ad essi col vero saluto fraterno il più vivo augurio di rivederli entro breve tempo in condizione di pater disporre delQa propria volontà nel rientrare Mberamente nei quadri federali. Impernia la Giunta federaibe a richiedere l'intervento della Confederazione Generale del Lavoro in difesa del diritto di organizzazione che ai lavoratori tutti deve essere riconosciuto ». Il Consiglio ha proseguito nella serata t suoi lavori per discutere la 2.a parte della relazione lin quella parte che riguarda l'au taggiainento di fronte alla ConfederazSone del Lavoro.

Persone citate: Garnerone, Mussolini, Paggi, Pietro Osimo, Quan, Tommaso Bruno