Varie impressioni e opposti pareri a Londra sull'accordo di Duesseldorf

Varie impressioni e opposti pareri a Londra sull'accordo di Duesseldorf Varie impressioni e opposti pareri a Londra sull'accordo di Duesseldorf (Servizio speciale della « Stampa ») Londra, 26, nolto. Mentre, le elezioni continuano a concentrare tutto l'interesse del pubblico, ed i loro risultati si profilano pieni' di confusione, e forse tali da itiantenere abbastanza inoperante la politica inglese per un nuovo periodo di tempo, Poincaré ha costretto questo Governo a riesaminare subito gli aspetti legali dell'occupazione della Ruhr. La causa risiede nel colpo francese di ieri l'altro. La firma dell'accordo degli industriali tedeschi non era attesa qui a Londra, giacché si credeva che Stinnes e compagni fossero impressionati dall'attepei amento dell'Inghilterra nei riguardi delle due ultime note alla Germania, e quindi seguitassero a segnare, il passo. Evidentemente gli industriali' della Ruhr si sentirono poco persuasi, dell'ultimo gesto di Londra, e mossero verso la firma. L'accordo di Duesseldorf naturalmente mette il mestolo nelle mani della Francia. Una parte dell'accòrdo' assume l'apparenza di transazione; ma l'altra risponde ai soli ed esclusivi criteri di Poincaré, che vuole pagarsi anzitutto del costo della sua impresa. Entrambe le parti comunque non possono attagliarsi alla teoria londinese della illegalità dell'occupazione. Se quest'ultima è illegale,- ogni versamento tedesco in base all'occupazione stessa è conseguentemente illegittimo; e tanto più quando debba servire esplicitamente, per decisione unilaterale {degli occupatori, a coprire le spese di questa.; Riunione di ministri e di periti 'Orbene, di fronte al fatto compiuto, che cosa- può fare l'Inghilterra? Il problema sarà' esaminato domani in una riunione di alcuni ministri e di parecchi periti del Ministero del Tesoro, del Foreign Oiflce e del ^Ministero della giustizia, convocati d'urgenza. Si tratterà di considerare — riferiscono gli ufficiosi — la nuova e difficile jituazione sorta in seguito a questi «Itimi due fatti: l.o l'impugnazione, avvenuta per parte del rappresentante britannico venerdì scorso, davanti alla Commissione delle riparazioni, della legalità delVoccupazione franco-belga della Ruhr; ■3.0 "l'accordo di Duesseldorf. Tra i consulenti della conferenza di domani figurerà anche sir John Bradbury. Da qui la probabilità cRe la nuova seduta fissata per domani della Commissione delle riparazioni venga rinviata, oppure che si Joccupi solo di questioni secondarie. Non si fa alcun prognostico sulle conclusioni a cui potranno giungere domani i competenti inglesi. Si osserva soltanto che il problema è complicato» e che è troppo preBto per passare in rassegna tutti i suoi aspetti attuali e virtuali. Sarebbe dunqu'a un puro bisantinismo, Vagliare sin da ora il materiale sul tappeto, tanto più che il suo substrato sotto .il tavolo consiste praticamente in una causa perduta. Alcuni prospettano senz'altro un tentativo inglese di chiedere, in conformità del trattato, una quota-parte dei pagamenti e delle consegne in natura, 'a cui s'è impegnata la Ruhr verso la Francia ed il Belgio. Essi sostengono che questo tentativo non implicherebbe il riconoscimento della legalità'dell'occupazione. ^Tutti ammettono por altro che l'accordo idi Duesseldorf, fondato sopra il concetto del separatismo economico della Ruhr e della Renania dal rimanente del Reich, può rappresentare anche un nuovo sforzo per creare indirettamente quel separatismo politico che l'azione diretta non è ancora giunta ad effettuare. (Sennonché, mentre qui si.ragiona di Queste cose piuttosto accademicamente, l'inviato speciale del Times telegrafa da Colonia: « Si fa sempre più evidente che il piano ■francese per la virtuale separazione della Renania dalla Germania sta riuscendo in 'modo ammirevole. I francesi sono 6tati capaci di rendere cosi intollerabili le condizioni, di esistenza del paese, che i rappresentanti e le delegazioni cominciano ad accorrere da ogni parte all'ufficio dell'Alto Commissario francese, signor Tirarti, a Coblenza, per chiedergli che cosa possono fare, allo scopo di sottrarsi alle condizioni suddette ». ,.JJ corrispondente domanda poi quale parte abbia la Francia in questa ricostruzione della carta dell'Europa. Evideti- " temente a Colonia egli non è riuscito ad ottenere alcun lume. « Certi negoziati — egli soggiunge — vengono diretti dal capo di, quella Commissione renana, in cui l'Inghilterra è rappresentata, intorno ai destini di una regione dalla quale l'Inghilterra spera di ottenere riparazioni, e che in parte è custodita da truppe britanniche. Gli interessi commerciali inglesi saranno turbati direttamente se un nuovo Stato verrà tagliato fuori dalla compagine tedesca, e posto in. condizioni tali che la sua politica commerciale possa essere dettata dalla Francia ». farla il sottosegretario agli Esteri . E questo è tutto. La politica estera è stata quasi assente dai grandi discorsi elettorali delle ultime 48 ore. Per altro il sottosegretario di Stato agli Esteri, on. Mac Neill, rappresentante di quella formazione di « Die Hards » che in caso di luna vittoria conservatrice potranno attrij indirsi tutto il merito, ha dichiarato ai suoi elettori di Canterbury: «E' evidente che se il partito liberale potesse ritornare al potere, il primo effetto sarebbe una rottura coi nostri amici francesi. Noi verrernmó'.lasciati senza un amico in Europa. E' inutile dire che il Governo conservatore non ha avuto successo perchè ha mantenuto la nostra alleanza colla. Francia, o perchè non è riuscito ad attirarsi la cooperazione degli Stati Uniti, oppure perchè, quando certuni erroneamente protestavano, ha lasciato abbassare il presti gip britannico: per parte mia, finché rimarrò in carica, userò tutto il mio influsso nel cercare di appianare le difficoltà riguardo alle questioni che sorgono seniore tra le nazioni: io farò tutto il possibile di mantenere intatta la nostra amicizia e la nostra alleanza con quelle -grandi nazioni al fianco delle quali noi ci battemmo ». Intanto due importanti organi conservatori, ossia la Morning Post, che può dirsi il eternala che maggiormente sostiene Bwdvvin, ed il diffusissimo Daily Mail <-saltano, in base all'accordo di Duesseldorf, la vittoria di Poincaré nella Ruhr. La Morning Post senz'altro proclama che la politica di Poincaré è pienamente giustificata. <: Essa ha suggellato — continua il; giornale — la vittoria alleata, ed ha ottenuto da una nazione sconfitta quella sottomissione che avrebbe dovuto essere accordata ai vincitori.sin dal-1§18 n.^Entoaafci i giornali vogliono cb.o jUlGoyèrno. inFrdiglstqualfrretabipaneguanziRmmmsvsuna nLi podtoe sttosucoscnnitohprmcaalundepbefrdedemnaririadmdtiGlippmcosiadtapGstlougpchmgi cgdleppdpddSèdrapEdvnftFzdgdglgdfidtbs■pdvc dlla « Stampa ») inglese rimanga amico e solidale della Francia, ad ogni costo. Il « Times » poi oggi trova opportuno di difendere Baldwin dalla critica, che gli muovono alcuni, « di non essere abbastanza francofllo ». 11 giornale chiede a questi critici: « E' possibile concepire un Governo di alternativa, il quale possa .essere più francofllo che il Governo di Baldwin? Sarebbe tale un Governo liberale, sarebbe tale un Governo socialista? E una combinazione liberale-laburista sarebbe da parte sua pronta a lasciarsi influenzare nel particolare senso della francofilia? ». Questi, i soli commenti odièrni nei riguardi dell'accordo di Duesseldorf. Con annessi e connessi, non sono manifestazioni certamente chiarificatrici. M. P.

Persone citate: Baldwin, John Bradbury, Mac Neill, Poincaré