Tumultuosa seduta alla Camera francese

Tumultuosa seduta alla Camera francese Tumultuosa seduta alla Camera francese Poincaré: "Non sacrificheremo nulla nè delle nostre riparazioni, nè della nostra sicurezza : abbiamo interesse e desiderio di evitare un conflitto armato... „ — Violento attacco di Tardieu - La seduta sospesa - Il Presidente del Consiglio minaccia le dimissioni e ottiene il voto di fiducia : 500 sì, 70 no. (Servizio speciale della STAMPA) PARIGI, 23 notte. I giornali avevano annunziato che Poincaré avrebbe preso la parola al principio dell'odierna seduta della Camera e ciò è bastato per determinare a palazzo Borbone l'affluenza delle grandi occasioni. Alle 15 precise la seduta viene aperta ed il presidente dà immediatamente la parola al presidente del Consiglio. Tra un'intonsa, attenzione Poincaré sale rapidamente la scaletta che conduce alla tribuna. Egli appare alquanto nervoso. "Io Ilo l'anima meno primaverile Poincaré: — Prima di continuare lo svolgimento delle interpellanze voglio dare alla Camera delle informazioni su quello che avviene nella Bhur. Alcuni membri di questa assemblea, con le loro critiche mi hanno fatto capire che mi ritenevano troppo ottimista: altri sono andati a diffondere il loro pessimismo nei corridoi. Spero avranno il coraggio di esprimermi in faccia i loro timori neha [ discussione ili queste interpellanze. Tuttavia, prima di andare oltre, devo dire quello che pensa il sig. Jaspar dell'efficacia dell'occupazione della Rhur. Egli ha pubblicamente riconosciuto alla Camera belga tuito quello che la Ruhr ci aveva già dato ed ha riconosciuto soprattutto che il Reitch era stato obbligato a cedere. Qui Poincaré dà lettura della dichiarazione fatta da Jaspar a Bruxelles, e la maggioranza della Camera applaude. Indi espone all'assemblea che il traffico ferroviario ha ripreso il suo corso normale e che 45.500 ferrovieri renani sono stati riassunti in servizio. Poincaré: — Lo sfruttamento delle miniere ci ha dato un totale di 2.169.325 tonnellate di carbone e di 1.889.410 tonnellate di cock. Questa produzione non è però che il 22 % di quella che può darci lo sfruttamento totale. 10 vi dò queste cifre per provarvi come le valutazioni sono state largamente superate. Da un estremo all'altro della Ruhr la popolazione e gli operai hanno fiducia in noi. L'on. Sangnier ci diceva l'altro giorno che aveva constatato in Germania un grande movimento in favore della pace e del pagamento delle nostre riparazioni. L'on. Sangnier. vedendo qualche rondinella, ha predetto la primavera, ma io ho l'anima meno primaverile della sua. Tuttavia, è vero che migliaia di operai, anche appartenenti agli stabilimenti del signor Sttnnes, sono venuti a lavorare sotto il controllo dei nostri ingegneri. Ma gli incidenti degli ultimi giorni, che hanno preceduto la Conferenza degli Ambasciatori, sembrano provare che l'on. Sangnier avrebbe, proceduto con eccessiva fretta nelle sue previsioni. Il Kronprinz Quindi il presidente del Consiglio è passato a parlare del Kronprinz. Poincaré: — La data del ritorno del Kronprinz in Germania è stata male scelta in quest'epoca di turbamento. Secondo 11 trattato di Versailles noi dovevamo intenderci coi nostri allenti per esaminale le misure da adottare. Questo affare è stato dunque portato innanzi alla Conferenza degli ambasciatori. Noi avremmo desiderato che questa reclamasse la estradizione od il bando perpetuo del Kronprinz; ma quando si è in parecchi a chiedere l'esecuzione di un trattato c'è sempre qualcuno che sta per il minore sforzo. Ricorderò che al momento in cui fu redatta la lista degli imputati per delitti di guerra allo scopo di reclamarne il giudizio in Germania, il nome del Kronprinz non vi figurava, poiché egli si era rifugiato all'estero. Non si aveva dunque alcun mezzo legale per chiederne l'estradizione. Per quanto riguarda il bando, il trattato non ci dà nessun mezzo diretto per agire. 11 ristabilimento di quella monarchia ma» letica desìi Hclienzollern pesa come una minaccia costante sulla pace dell'Europa (Applausi calorosi scoppiuno su lutti l banchi delta Camera, senza eccezione). Tutti i nostri alleati sapranno stasera che su questo punto la Camera è unanime (Gli applausi raddoppiano da ogni parte). 11 18 novembre il Governo tedesco fece sapere ohe il Kronprinz aveva abdicato e che il Kaiser non sarebbe stato autorizzato a rientrare in Germania. Per quanto ciò sembrasse insufficiente, io ritenni che la Erancia doveva rimanere d'accordo cogli alleati, i quali su falò questione sembravano essere pressoché d'accordo. L'intervento di Briand II presidente del Consiglio dichiara poi di veter fornire alla Camera alcune informazioni sul controllo militare, c dice: « Come concepire un patto eli garanzia che non comporti misure militari in caso di aggressione della Germania? Tardieu, uno dei fautori del famoso patto di garanzia anglo-americano, mai stato approvato, si alza per interrompere, ma Poin» care si rifiuta di cedersii la parola, mentra alla sinistra Franklin Iiouillou, alzandosi pronuncia parole roventi contro il Tardieu. Ma le sue parole vengono soffocato dal rumori della destili, che •.•.rida « perdifiato: — Ad Angora! Ad Angoru! Ui:<iabiUtasi llnaliiionie lu nUnia, Poincaré può continuare la sua esposizione elio eyli vuole ripetutamente qualificare di • puramente obbiettiva». Poincaré: — Dopo che erano state offerte alla Francia delle garanzie, fu rifiutato qualsiasi impegno positivo sulle forze che, occorrendo, avrebbero dovuto venire in aiuto di essa. ' A questo punto l'oratore fa un accenno alla Conferenza di Cannes, e tale accenno provoca l'intervento di Briand, a quell'epoca presidente del Consiglio. Briand : — Non fu Lloyd George, ma fui io che, preoccupato per la non accettazione del patto da parte degli Stati Uniti, offrii al Governo inglese di fare un trattato scambievole di garanzia. Consideravo naturalmente che un trattato di quel genere doveva comportare convenzioni militari che si sarebbero potuto stabilire 1n seguito. Poincaré, riprendendo il suo discorso: — Anche dalle odierne dichiarazioni di Briand risulta che la proposta inglese era inaccettabile. Briand, come me, voleva ottenere delle convenzioni militari. Blum: — Se il patto fosse esistito nel 1914 tra la Francia e l'Inghilterra la guerra sarebbe stata forse evitata! [Applausi all'estrema sinistra). Poincaré, continuando: — Prima che il nuovo Ministero fosse formato, vidi al suo passaggio da Parigi Lloyd George. Il primo ministro inglese parlò del patto. lo dissi che bisognava dare al patto una maggiore durata, che la formula doveva essere modificata ed infine che doveva essere accompagnala da convenzioni militari. Per le convenzioni militari Lloyd George disse che non sarebbe stato possibile concluderne. Di recente ho chiesto al Gabinetto di Londra l'autorizzazione per la pubblicazione di un Libro Giallo al riguardo. Noi vogliamo dimostrare che non avevamo chiesto nulla che non fosse ragionevole e sarebbe bene che di ciò tutti potessero convincersi. "...Senza aspettare il beneplacito di nessuno „ Poincaré legge a questo punto la nota di risposta, al Governo inglese, die chiedeva alla Francia di non agire isolatamente. Poincaré: — Alla Camera del comuni è sta. ta commentata Inesattamente questa risposta. Noi conserviamo il nostro diritto integrale di agire isolatamente per le questioni che intc. russano direttamente la Francia ed in panicolar modo la sua sicurezza, lo l'ho precisato negli ultimi negoziati. Se la nostra sicurezza ;fosse in puoeo non c'oviemmo aspettare il beneplacito di nessuno! (applausi). Una delle garanzie accordate alla nostra sicurezza non è altro che la sorveglianza della Commissione di controllo. A questo controllo la Germania non si è mai prestata, invocando il pretesto che non poteva garantire la sicurezza del membri della Commissione. 11 Presidente del Consiglio dà comunicazione alla Camera dei testi del documenti in. vlati al Reich per invitarlo a facilitare il controllo, e continua; — Nessuna risposta. Nuo vo avvertimento. La Germania diede risposta evasiva e chiese dilazioni. Rammento ancora che la Conferenza degli Ambasciatori aveva deciso che le operazioni di controllo dovevano essere riprese senza indugio e nel caso in cui esse si fossero urlate contro la mala volontà del Governo tedesco, i Governi alleati si erano riservati di prendere le t'ecisioul ne. cessarle. E' stato un avvertimento collettivo, Se lu Germania sollevasse nuove difficoltà la Conferenza degli Ambasciatori sarebbe nuo. vamente convocata. L'ultimo incidente dell'arresto CI un ufficiale belga e di un sottufficiale francese le sarà sottoposto perchè tali azioni non possono rimanere 6enza sanzioni. I Governi francese e belga chiederanno alla Conferenza le riparazioni'a cui hanno diritto. Certo, la soluzione di mercoledì scorso non è perfetta, ma — come ha detto qui il sig. Tardieu — governare è saper scegliere. Quelli che parlano di capitolazione avrebbero fatto un gronde chiasso se ci.fossimo c'ivisl dai nostri alleati. " Non abbandoneremo la sinistra del Reno,. «lo ho sempre consideralo — prosegue Poincaré — una rottura dell'Intesa come una sventura per là Francia e per la pace europea. Ecco perchè, per regolare questioni che non avevano nulla di tragico, ho preferito un avvertimento collettivo a misure separate. D'altronde, la nostra sicurezza ò sopratutto garantita dal consolidamento dei territori, che noi occupiamo, e sinché il trattato non sarà interamente eseguito noi nou abbandoneremo la riva sinistra del Reno. La cattiva situazione economica del Reich ha risveglialo antagonismi locali in Baviera e nei paesi occupati, ma contrariamente a quanto pretende il Governo inglese la Francia non ha favorito il movimento separatista nell» Renania; ' essa si è solamente preoccupata di mantenere l'ordine. Noi abbiamo fatto srnrzi continui per mantenere l'unione degli alleati, ma non sacrificheremo nulla nè delle nostre riparazioni nè della nostra sicurezza. Non aspettiamo che l'esecuzione dea Trattato per riprendere colla Germania relazioni di buon vicinato. Si attribuiscono al nostro paese, da varie parti, pensieri ascosi, assurdi, ambizioni segrete, uno spirito di megalomania. La Francia invece non chiede che 1 esecuzione del Trattato. Sinora è a noi soltanto che sono slate Imposte concessioni. Ora che not teniamo del pegni siamo pronti • u a e a a o e è a l , i e i . i ad intenderci cogli Alleati. Ci auguriamo che la crisi europea non si prolunghi e che la ' •Germania riprenda il suo equilibrio. Abbiamo tutto l'Interesse ed il migliore desiderio di evitare un conflitto armato. Chiediamo soltanto che i nostri Alleati ci aiutino a cosso* lidare la pace, ed è in tale spirito che abbiamo lavorato ieri, ed è con lo stesso spirito che lavoreremo domani 1 ». L'attacco di Tardieu La Camera ha fatto al presidente del Con» siglio un'ovazione prolungata quando è ri» tornato al suo banco. Ma subito l'on. Tardieu chiede la parola per fatto personale ed ottenutala attacca con violenza 11 presidente del Consiglio, la' sua politica e la maggioranza della Camera che mostra di approvarla. Tardieu vuol mostrare che la Conferenza degli ambasciatori si è accontentata, per quello che concerne il Kronprinz, di promesse illusorie e per il controllo di una commissione inesistente. Poi, raddoppiando di vigore nella' sua offensiva, vuol dimostrare che la poli* tica del presidente del Consiglio non ha condotto ad alcun risultato. — C'è bisogno di rammentare — egli dica con forza — i risultati della politica del presidente del Consiglio? Il trattato di Losanna? I crediti francesi non vi figurano. Ed ecco oggi che il Kronprinz regna; ecco la Commissione di controllo che si trova nella stessa condizione di impotenza come lo era un anno fa. Intanto la Germania continua ad armarsi. E' un fatto ormai noto. Questo vuol dire che si prepara alla guerra. Con rincrescimento devo constatare che qua. , sta Camera, divisa in ogni occasione, non si è trovata unita che negli scmtlntt nei quali si è trattato di sanzionare le mutilazioni dei diritti della Francia I Queste parole, accolte da violenti clamori, provocano una prolesta immediata del Presidente Peret, il quale con voce energica dice che la Camera attuale, come quella che l'aveva preceduta, fu sempre unita quanc'o si è trattato di difendere i diritti del paese. Poincaré da parte sua non manca di rispondere e lo fu con vivacità. Egli si dice stupito della presuntuosa sicurezza colla qua lo l'on. Tardieu combatte una maggioranza che lotta, da quattro anni per trarre il miglior partito da un trattato incompleto. Quand'era presidente della Repubblica — E quando eravate Presidente della Repubblica? — interrompe un deputato dell'estrema. La discussione a questo punto diviene ancor più appassionante. Poincaré: — Io ho avuto una concezione ( del compito di presk'cnte della repubblica conforme alle tradizioni repubblicane e non ho bisogno di aggiungere che oggi come ieri, questa tradizione è quella del primo magistrato della repubblica. (Al centro 1 deputati si alzano ed applaudono lungamente). Quando il trattato di Versailles è stato negoziato, su di un gran numero di punti il Presic'ento della Repubblica si è trovato in disaccordo col negoziatori o questi si sono trovati in disaccordo permanente, col maresciallo Foch. — Rimaneva al Presidente della Repubblica la libertà di andarsene — esclama ron, Varenne. — Si! — risponde con forza Poincaré — mal se il presidente della repubblica non è partito si è che dopo aver consultato i presidenti delle due Camere ed il maresciallo Foch egli ha ritenuto che suo dovere.era di rimanere. Alla ripresa Poincaré riprende il suo discorso : — Io mi sono sempre preoccupato — dice -— di riunire armi per permettere di appoggiare- di fronte agli alleati 1 diritti della Francia, senza di che sarebbe curioso sapere quale atteggiamento avrebbe avuto In questi giorni la Conferenza degli Ambasciatori. Nel modo più. chiaro dichiaro che mi rifiuto di lasciare senza risposta gli argomenti svolti dall'on. Tardieu; io non accetto la responsabilità del potere se non ho in questa questione'particolare l'adesione della Camera. La votazione Con queste paiole Poincaré chiede il voto: l'i fiducia. L'on. Blum parla brevemente per rifiutare la sua approvazione alla politica di Poincaré ed Herriot deplora l'importanza eccessiva da^ ta a certi incidenti personali. Ma Poincaré, punto, dichiara ancora una volta che presenterà le dimissioni questa sera stessa se non ■ ottiene T approva zio: > e della Camera. La votazione avviene su di un ordine det giorno presentato dall'on. Le Redu ed ai quale aveva aderiio anche ron. Habert. L'or, dine del giorno è cosi concepito: «ta Camera, approvando la condotta det Governo alla conferenza degli ambasciatoti, e fiduciosa esso, passa all'ordine dei giorno ». Poincaré1 accetta quest'ordine del giorno oh»' è vorato per ('(visione. La" prima parte è approvata con 526 contro 15; la seconda,, esprimimi.' flrlucia, con 500 contro 70. L'insième dall'ordine àpi giorno fu puro votato con 90O iiontro 70. n.ipo di che la seduta, alle 21, è tolta e rln*' •....iaa martedì, — * ™;