L'avventuriero che truffò un milione alle Banche torinesi arrestato in un ristorante di Padova con la sua amante

L'avventuriero che truffò un milione alle Banche torinesi arrestato in un ristorante di Padova con la sua amante L'avventuriero che truffò un milione alle Banche torinesi arrestato in un ristorante di Padova con la sua amante 11 falso ingegnere - Misteriose gite in automobile Un alterco coi complici -- Chèques sospetti -- La sorpresa e la confessione dopo un drammatico interrogatorio - Circa 700.000 lire di vaglia e gioielli sequestrati dalla Polizia L'elegante aeti l i idiosizioi in md h il L'elegante avventuriero clic si spacciava er Pietro Cossa o fu poi identificato per ngelo Margini e stato arrestato a Padova. a Questura <h Torino, come avviene in «1lii circostanze, ha appreso la notizia da un elegramma .inviato dalla Polizia di Padova' d ha dnimcdiataonente chiesto che il trufatore sia tradotto nella nostra città, ma a uanto pare egli verrà Invece, almeno temoraneamente accompagnalo a Milano perhè è colà pendente a suo carico un'altra rocedente istruttoria. Lo. notizia dell'avveuto arresto fc stata comunicata alle Direioni della Banca Commerciale e della Bana Nazionale di Credito, sedi di Torino, dovo Margini riuscì, a compiere la-duplice audaissima truffa per la complessivi.somma di uasi un milione col mezzo degli chèques alsificati. • , La prima notizia dell'arresto del Margini u data dalla Stampa nell'edizione pomeriiana di ieri con un fonogramma del corspondente da Milano. Come i lettori ricorano, in un primo tempo si era creduto rattarsi dello Zerbini, il ladro dei due mioni all'Esattoria di Milano, ina la verità u subito conosciuta Jiet suoi -veri termini. 'equivoco era avvenuto a causa del gymde serbo tcnulo dalla Polizia milanese. Ma ecco in quali termini i nostri corripondenti da Milano, da Venezia e da Padoa ci trasmettono i.nuovi particolari sull'aresto che ha indubbiamente una grande imortanza: 1 precedenti L'arrestato .di Padova, segnalato ieri matno, è veramento l'Angelo Margini, l'eleante' ed audace avventuriero che truffò Tortaio la Banca Commerciale e la Banca azionale di Credito, ex Banca Sconto. Come noto, il Margini appartiene ad ottima famiglia milanese, domiciliata sui bastioni aribaldi. Tornato dal servizio militare, cominciò proprio a Milano quella vita da imroglione in grandissimo stile, che doveva rocurargli ima ricdhczza effimera e che ora nalmente gli procura un soggiorno non inegno a San. Vittore. Il Margini iniziò le sue mprese creando una specie di Agenzia commerciale, dalla quale mediante espedienti ruffaldini riuscì a lucrare cento mila lire. coperto In se stesso il bernoccolo dell'imroglione, il Margini lasciò sollecitamente Milano mei- non farsi catturare e, andato a abilirsi a Roma, vi aperse in società con ltro individuo del suo 6tampo una nuova rnipa'csa di commercio". E' superfluo aggiunerò che nell'impresa <J«i questione il nome el Margini non figurava affatto. Al suo vero ognome egli aveva sostituito quello di rag. cdaelli. Apri dunque col socio e compare iacinto Carpaneto, un lussuoso studio in ia Tre Novembre, uno studio che affollò i impiegati e dotò di svariate macchine da crivere. Abilissimo e scaltro intessè una asta rete di affari, finché, un brutto gior o per li creditori, scomparve col .«ocio, iporandosi via /perfino le cauzioni degli . im- iegati. Fuggito da Roma il falso Redaclll si ecò a Como e dopo aver consumato un'altra ruffa, piccola nei riguardi di quelle che do eva poi tentare, fece ritorno a Milano, anando ad abitare al villino della vedova Maia Genoveffa l'ausimi, dove si qualificò per rag. Martini. Qui,, o sorprendendo la buona fede della ignora o usando di lei come complice n punto questo che l'autorità dovrà chiarire à-'tiuscl mediante vaglia falsi a carpire al Banco di Roma oltre ^trecento, mila lire,.* Il also Martini, o'l'autentico Margini, che dir i-voglia, aveva invero ottenuto dall'istituto na somma ben maggiore, ma per non «tatare pericolosi allarmi aveva indotto la Fautlni a depositare la massima pai-te del denaro carpito in una cassetta di sicurezza dela Banca stessa. Cosi quando comprese che imbroglio magnificamente architettato, staa per essere scoperto, il Martini se ne andava lasciando nelle panie la dònna, die fu rrestata e che tuttora si trova al cellulare, n attesa del processo. Il dibattito giudiziario era stato anzi fissato per il 29 settembre ma dovette essere rinviato per un vizio di procedura. - 11 Margini per un cerio periodo di tempo quindi riposò, ma poscia, perfezionato ormai nella sua arte, condusse a termine e con grande fortuna due ingenti e contemporanei olpi. U'25 settembre riuscì infatti ad incassae a Torino, nella filiale della Banca Commerciale 600 mila franchi ed in quella della Banca Nazionale di Credito 236 mila lire. In ale occasione si qualificò per 11 rag. Pietro Cossa, nome di battaglia che egli aveva assunto anche nelle prime avventure. Le truffe come si ricoida furono compiute con due chèques che erano stali datati da. Milano e che in. apparenza erano regolari. I due im brogli furono compiuti nello stesso giorno vaendosi il truffatore di una automobile che di ceva di'sua proprietà. 11. Cossa aveva con dotto a Torino vita da gran signore. Com piuta la duplice truffa si allontanò in auto mobile, automobile che dopo qualche giorno fu rinvenuta a Sampiordarenà: e sequestrata La sorpresa e la cattura Due o tre settimane or sono a Padova arrivava una coppia elegantissima che prendeva alloggio nel miglior albergo della città, Lui appariva distinto,, elegante;, lei era pie cola, giovanissima, vestita con grande slgno riitti e molto ingioicllàtà. I due si facevano passare per sposi in viaggio di nozze. A Padova i due ebbero dimora saltuaria; soggiornavano per alcuni giorni, poi si assenta vano. Affermavano di girare' il Veneto, e suoi castelli e di portarsi spesso a Venezia, In città frequentavano 1 migliori ambienti spendendo largamente. Dopo l'ultima assenza la coppia giunse a Padova a bordo di una grossa automobile con la targa recante il N. 24- IMI, che'era stata acquistata a Ferrara e che fu deposta in un garage. L'indi viduo — cioè il Maigini — espresse anzi al proprietario del garage stesso il desidèrio di vendere la macchina che possedeva per acqui starne un'altra. L'affaro fu condotto a termino ed il Margini — comperò infatti una grossa Fiat al preezo di 68 mila lire dovendo — egli annunziò — recarsi in Austria., Con la comoda macchina avrebbe fatto un viaggio più agevole. L'altra vettura fu lasciata in deposito con l'incarico di venderla se un'occasione propizia si fosse presentata. Aggiunse che l'aveva pagata il giorno innanzi 30 mila lire-e che qra disposto a cederla per diciotto mila pur di potersene sbarazzare. 11 pagamento delle 68-mila lire venne effettuato con alcuni vaglia .della liliale di Torino dblla Banca del Creiito Italiano, emessi a Ver celli- ' *■ ' „„ . A Padova il Margini si era qualillcato per l'ing. Malvisl, di Trieste, grande negoziante di? ferramenta. La sua condotta aveva però destato dei sospetti nei dirigenti della succursale padovana della Fiat ed 1 dubbi sorti sul conto del giovane erano nati dal latto che egli si disfaceva e si riforniva di automobili con una facilità piuttosto inusitata anche fra persone facoltose. Il pagamento, come si disse, era stato fatto con .deglf chèques e i dirigenti della Fiat temendoli falsi li inviarono a Vercelli donde si rispose che i vuglia erano autentici, ma che il nome tlell'lng. Malvisl era del tutto.sconosciuto. Si telegrafò allora per Informazioni a Trieste ed esse giunsero negative. In quella città non era mai esistito alcun ing. Malvisi negoziante di ferramenta. Dalla filiale di Vercelli del Credito Italiano si seppe anche che nel giorno stesso nel quale 1 due coipi furono fatti alle Banche di Torino, essa aveva emesso una serie di vaglia per quattrocento mila lire: di «rui- il sospetto che si trattasse del falso rag. Cossa.. ■ La Polizia di Padova fu messa al correlile di questi sospetti. Ma bisognava -Tire prudentemente. il questore in persona, cornai. Pini, diede disposizioni in modo che so il truffatore fosse capitato "a Padova, difficilmente sarebbe uscito dalla Tete die si stava tendendo. Che si trattasse proprio del truffatore di Torino esistevano ancora dei dubbi; i connotati, le fotograno della Polizia corrispondevano soltanto i:i parto alla fisonomia del prodigo... ingegnere Malvisl. C'era quindi il pericolo di commettere una galle e perdo si decise di procedere coi piedi di piombo, soprassedendo ad un progetto che. era stato affacciato, di mandare cioè uh telegramma a Trieste al sedicente Malvisi, avvertendolo che era 6ta\p trovato 11 compratore della automobile lasciata ili deposito o che perciò necessitava la sua presenza a Padova. E si confidò nella buona .stella. La speranza non fu vana .poiché di sedicente-Malvisi'giunse inaspettato a Padova, senza alcun richiamo, sabato mattina. Era caduto volontariamente nella pania. Giunse ir compagnia della sua elegante compagna. Vaniva da Trieste, almeno cosi diceva. L'automobllo impolverata lasciava però supporre che la coppia avesse piuttosto compiuto più lunga strada. Eglt si diresse immediatamente al garage della Fiat al Cotso del Popolo, ma quando 1 due scesero di macchina l'allarme era .già dato. Siccome era imminente 11 mezzogiorno, il Malvisi, anziché occuparsi di affari preferì condurre la compagna a colazione. I due entrarono nella sala della « Stella d'Oro», in piazza Garibaldi. Ad-un tavolo poco lontano prendevano posto il comm. Toma, dlrettoro- della filiale della Banca Commerciale di Padova ed un ispettore dello stesso Istituto, giuntò appositamente da Torino, non appena da Padova e da Vercelli erano stati esternati sospetti della presenza dell'avventuriero. Un po' lontano, per non dare sospetto, si trovava il commissario dott. Nesti, il quale aveva ai %uol servizi alcuni agenti specializzati messi a sorveglianza della coppia, la» quale fu lasciata In pace fino alla fine della colazione. Soltanto più tardi il funzionario decise di turbare la digestione del due forestieri. Avvicinatosi ài tavolo, il dott. Nesti, col più amabile dei sorrisi invitò l'uomo ad un breve coHouuo. 11 sedicente Malvisi mostrò una certa contrarietà, ma presto seppe dominarsi. Il dott. Nesti nel frattempo si era lualittcato. L'altro rispose secco, secco: — Sono a sua completa disposizione. Il colloquiò si svolse in una stanza Vicna. Il misterioso ingegnere Malvisi fu invitato a declinare lo proprie generalità ed egli pressn tò allora un passaporto intestato a tale Ma ver II funzionario gli fece subito notare la palese contraddizione tra la qualifica precedente e il passaporto esibito, ed il giovane, che dapprima parev. cosi franco e sicuro del fatto suo, cominciò a turbarsi, a balbetta re, a contraddirsi. Il dott. Nesti Teputò necessario di andare a fondo nella faccenda e invitò senz'altro lo sconosciuto e la sua compagna — che, nel frattempo era rimasta vigilata dagli agenti nella sala - a recarsi entrambi nei'ufflcio di pubblica sicurezza della Stazione ferroviaria. _ Colloquio drammatico Ndla saletta di q\:est'ufflclo si svolse quia di il decisivo colloouio, il quale ebbe fasi che in certi momenti assunsero un tono di alta drammaticità e che culminò colla completa confessione da parte del truffatore.. 11 Nesti contestata la duplicità dei nomi, riusciva abilmente a mettere colle' spalle al muro, con un fuoco di fila di contestazioni il Margini, sinché questi finiva coli esclamare : —SE «ia 1-Ammetto .di. essere io 11 truffatore, feonó io che lid coinpfutó la truffa e sono, io stesso che ho falsificato 1 chèques. Tanta è ormai inutile negare! Cosi dicendo sembrava un uomo rassegna to alla sua sorte. Poi aggiunse alcuni parti colari di cui il funzionario ha fatto tesoro particolari che si crede varranno a lumeggia re pienamente l'affare della falsificazione degli chèques ed a scoprirò gli eventuali complici, nonché a ricuperare l'altra parte del bottino. Intanto buona parte del denaro come mezzo milione di lire, è stato sequestrato addosso all'Angelo Maigini, qualificatosi questa volta col suo vero nome. La somma era stata quasi tutta investita in vaglia. Furono pure sequestrate molte migliaia di lire in denaro liquido. Una parte degli assegni era conservata nella borsetta assai voluminosa della compagna del Margini, la quale dopo ima scena di lagrime, declinò il suo nome: Tilde MercandalU di 19 anni da Dogliente SI tratterebbe di una ragazza di buona famiglia, traviata non si sa con quali arti dall'amante. Alla Mercandalll che subì anche in uno stanzino riservato una minuziosa perquisizione furono sequestrati gioielli per un ingente valore, e che erano tutti regali fattile dall'amante. Tra essi si trova un anello con solitario elio da solo fu valutato a ventimila lire. Altri oggetti ed altri valori furono in fine,-sequestrati nelle valigie lasciata nelle automobili al.garage. Si può ancora dire che le. due automobili rappresentano un notevole capitale e naturalmente esse sono state po ste sotto sequestro. SI calcola che Intanto sidho state completamente ricuperate 700 mila lire. Altro denaro dell'Ingente bottino si ha ancora speranza di ricuperare ed a questo proposito è partito per Milano il dottor Nesti per completare la brillante operazione' Il truffatore del milione e la sua piacente compagna furono interrogati ieri a lungo anche dal Questore Pini e dal commissario Blandino., Sull'esito di questi iuterrogatorl è ovvia si mantenga il più assoluto silenzio, giacché 1 operazione si può dire si trova ancora nel suo pieno sviluppo, lersera l'elegante coppia ha fatto ingresso nel carcere dei Paolottl, Come avvenne la prima identificazione e Questa dunque, le notizie che ci sono state trasineastv da nostri corrispondenti. Ma altri particolari è bene mettere.in luce e che abbiamo finora taciuto poiché tutte le Questure del Regno lavoravano alla ricerca del'audacissinio avventuriero. Principale artefice della identificazione del Margini è stata la Questura di Torino alla quale si deve una meritata parole di lode. I primi passi, infatti, che- guidarono verso il successo, sono stati fatti dalla nostra Polizia, nel senso che questa ha saputo, con felice intuizione e abili ricerche, identificare quel fiora di lestofante che si nascondeva sotto il nome di Pietro Cossa. Ma prima di venire al rucconlo del modo come fu raggiunta questa Identificazione e delle circostanze in cui fu effettuato l'arresto, non sarà inopportuno «pendete due parole ancora sulla memorabile truffa, tanto più che ora si può dare di essa qualche particolare Un qui ignorato.- La sera del 25 settembre u. s. il sedicente rag. Pietri. Cossa si presentava alla sede della Banca Commerciale ed esibiva per la riscossione un assegno di 600 mila franchi emesso in data 10 settembre dulia succursale di Ancona a carico della Banca franco-italiana per 1 America del Sud. all'ordine di esso Pietro Cossa. Sono note le circostanze In cui avvenne il pagamento del « chèque ». 11 Cossa aveva presso la Ranca Commerciale un conto cori-ente, era personalmente conosciuto dal vicedirettore Foa, e questi, interpellato in proposito, approvo e concesse il pagamento, che, in ragione dpi cambio corrente, fu effettuato in lire italiune 807.009. Poco dopo il messere si recava alla Banca Nazionale di Credito e facendosi quivi pagare in lire 33G.87.1 due assegni di franchi 125.000 ciascuno, truffava inailo stesso modo anche 11 secóndo ente. Qui egli aveva usato l'accortezza di far precedere un'operazione atta a destare fiducia in lui, e cioè egli aveva rilasciato in deposito lire 98.000 Come'si sa, gli «chèques* risultarono Calsi ; per meglio dire, lineilo della Banca Commerciale era stato emesso veramente; ma si trattava di uno « chèque > di misuri 600 franchi, che il lestofante aveva convcrtiti .io 6c1mtftlGmdcDemfibpnqsbs 00 mila. A somme fatte, il truffatore aveva' osi realizzato un... provènto esatto di lire 046.484. . i Scoperta la truffa, la nostra Questura per mezzo di telegramma circolare comunicava a utte le' Questure d'Italia i connotati del trufatore. Dalle indagini relative venne incaricao l'avv. cav. Palma, capo dell'ufficio di Pozia giudiziaria, ed il vice-commissario dott. Giudice, comandante interinale della squadra mobile. La parte realmente attiva delle inagini fu appunto assunta dal dott. Giudice, he ebbe ad efficaci coadiuvatoti i marescialli Di Pietro e Pezzi. Il questore gen. Zamboni il vice-questore cav. Fedele st mantennero empre personalmente informati della Inhiesta. Come i lettori ricordano, il Cossa - chiamiamolo ancora cosi - aveva qui acquistata uba ammante automobile Ceirano, carrozzata • a attello > col cofano in alluminio a madreerla; una macchina, insomma, che dava ell'occhio. E tonto ha dato nell'occhio, che uesto è slato il principio della sfortuna del uo possessore. Laddove egli pensava di farsi ello di una macchina originale, ha creato a se tesso, senza volerlo, la sua disgrazia. Quella macchina che gli suscitò intorno tanta ammirazione, gli aperse, in sostanza, la- porta el carcere. Ed ecco come. Nel coreo delle proprio indagini l'ufficio di olizia giudiziaria era venuto a sapere ohe n prossimità di Arona nell'agosto preedente era stata vista la famosa machina Ceirano, guidata da un individuo cui contrassegni corrispondevano a .quelli del Cossa. Saputa questa notizia, il cav. Palma non tardò a inviaro ad Arona 1 marecialli Di Pietro e Pezzi. Con tanta maggior fiducia il cav. Palma ndirizzò le indagini verso quelle località, in quanto egli aveva già intravisto qualcosa, di oncreto ai fini dell'identificazione. Il Palma, in dal giorno 27 settembre aveva soffer mata la propria attenzione sopra truffe efettuate qualche mese fa a Milano, al Banco di Roma ed alla Banca d'Italia, mediante vaglia falsificati: una truffa, Insomma, che otto qualche aspetto poteva ricordare quella ompiuta alle Banche di Torino. Autori di ali truffe milanesi risultava essere un sedicente rag. Angelo Margini di Luigi, milanese, di anni 29. 11 cav. Palma pensò molto ogicamente che il Margini e il Cossa fossero a stessa persona, e l'iuvlo di Pezzi e DI Pietro ad Arona fu appunto in certo qoW modo ntonato a tale supposizione: che cioè il Cossa altri non fosse che il Margini. Il cav. Palmai come i fatti dimostrarono poi, si appose, perfettamente al vero, e l'opera sua è anto più meritoria, in quanto egli non deviò da tale punto di vista neppure quando lo « chauffeur » Piovesana — che fu agli ordini del Cossa a Torino — parve riconoscere il uoApadrone nella fotografia di tutt'altro.. perronaggio che non era il Margini. Il 4 ottobre scorso, adunque senza indugiare i marescialli DI Pietro e Pezzi'partirono per Arona. Ne fecero presto ritorno, per riferire alcune cose interessanti: che, cioè, 'individuo dell'automobile Ceirano aveva colà abitato saltuariamente dal giugno'all'agosto, prendendo alloggio nella villa Barbe ris, in comune di Mcina, frazione di Da gnente. dcccsdpdpfstsVita allegra e movimentata il ViCO-COL 10 che il sfc isl pel dott. 11 si era di A Dagnente, fu sùbito inviato il vice-com missario Giudice, 11 quale accertò dlcénte Pietro COssa, qualificatosi Carlo Magginl (questa volta egli multo avvidnato al suo vero nome) aveva affittato tino al 15 ottobre un appartamento alla pensione Barberis, pagando cinque* mila lire anticipate. In questo alloggio separato a v-rebbe* dovuto venire a raggiungerlo la famiglia del... dottore Margini. Dopo alcuni giorni giunsero invoce due signori accolli colle maggiori cordialità, ed espansioni dall'elegante giovanotto. Di costoro altro non si sapeva se non che uno di essi veniva chiamato l'avvocato, l'altro Gino. Insième i tre conducevano vita brillante e dispendiosa. Spesso si assentavano in automobile per gite di piacere, tutti e tre insieme od in compagnia di villeggianti col quali avevano stretto amicizia. Il dottor Maggi-ni, vero tipo di gran signore, sempre allegro, amava la vita movimentata, tumultuosa, e sembrava nato per profondere il denaro a pieno mani. Il tempo trascorreva piacevolmente per tutti, ed i tre giovanotti si erano guadagnata la simpatia di tutta la colonia di villeggianti che li riguardavano con particolare distinzione, quando improvvisamente essi videro gli aristocratici personaggi mutar linguaggio e modi e mostrarsi sotto l'aspetto di... autentici mascalzoni. ' La scenata che fece improvvisamente cambiare opinione al villeggianti avvenne la sera del 22 agosto u. s., alle ore 21. Il funzionario Giudice nel suo rapporto al capo della Polizia Giudiziaria Ira raccontato la scena, che al jniù cosi riassumere: Un'automobile giunta da Milano con* tre persone a bordo, si era fermata alla (pensione « Barberis ». Gli sconosciuti domandarono subito del Margini, ed appena fu loro Indicato l'alloggio occupato dal dottore e dai suoi due amici, vi salirono affrettatamente. L'accoglienza fatta ai viaggiatori giunti da Milano fu tutt'altro che cordiale. Poco dopo che le sei persone si trovavano nell'appartamento, gli altri pensionanti udirono dapprima scoppi di voci irate, poi un incrociarsi di contumelie volgari, insulti die solo sono soliti scambiarsi gli appartenutili alla mala vita. Il baccano nell'interno dell'alloggio assunse un diapason tale che dal di fuori si udiva corno il iHimore di lotta ed il rotolar di mobili rovesciati. Quale... catastrofe avveniva là dentro? Questa domanda ansiosamente si rivolgevano i villeggianti, sorpresi da queU'lnfprovbisa bufera e timorosi di trovarsi coinvolti in qualche spiacevole pasticcio. Ad un tratto al baccano infernale scatenatosi nell'alloggio successe un improvviso silenzio. Alcuni minuti dopo l'uscio si spalancava: ne uscivano 1 tre sconosciuti diMilanoedict.ro di loro il dottor Maggini coi suoi amici: l'avvocato e Gino. Anche questi ultimi si erano vestiti da viaggio e portavano a mano le loro valigie. Scesero senza parlarsi né parlare con nessuno, nel garage. I tre primi montarono sulla rum china che li aveva condotti a Dagueiite, mentre i secondi presero posto sulla caratteristica « Ceirano », e tutti partirono in terza velocità, scomparendo. Da quel giorno né il falso dottore né i suoi amici tornarono più alla pensione Barberi!,, dove la loro inspiegabile fuga aveva lasciato uu lungo strascico di commenti e di supposizioni, le une più azzardate delle altre. • 11 dottor Giudice, raccolte tutte queste circostanze, volle, sebbene con poca speranza, perquisire le camere già occupate dai viaggiatori. In esse tuttavia trovò alcuni manuali di chimica ed una penna da disegno, die si ritiene sia la stessa che servi alla falsificazione degli chèques. Raccolte quelle scarse prove 11 comandante della nostra Squadra Mobile, prosegui per Milano, dove egli riusci, ad Identificare le comitive delle due automobili, appi-Adendo cosi che a Dagnente si ciano trovati jànche due avvocati di Milano. Non essendo ancora possibile stabilire il motivo vero di quel... movimentalo colloqui!', la Polizia ha ritenuto opportuno serbare il silenzio sugli individui delle due comitive. 11 giorno S ottobre il dott. (.indice ritornava a Torino colla completa identificazione di tutti.. Ma a Torino il funzionario si fermò ben poco. Le ricerche che si facevano del truffatore in tutta Italia obbligarono il Giudico a ripartireaper Milano, ,per la riviera ed in altre città. 11 ritrovamento a Sampierrlareiitt della macchina « Ceirano » al Garage Palestrirta fu seguito dalla scoperta fatta dallo stesso fùi|Ziuua.'.io a Milano di un'ultra macchina, sen.pi" appartenente al sedicente Cossa. impegnala in quella i-iiià per dieci mila lire, ed anch'essa sequestrata. fq Tutta la criminosa attività del Margini vcn-ne in luce durante queste ricci-che. Trop- po lungo enumerare tutte le città jjer le qua"i passò o si urinò a bordo di una delle due macchine. Faceva sempre la vita da gran signore, alloggiando nei primari Hotel. Fu anche a Venezia ed a Himinl, fra l'altro in quest'ultima città il Margini, che viaggiava quasi sempre insieme ad una avvenente giovane, la sua amante Tilde Mercantali!, avea stretto amicizia col conte Ippolito Salvoni con lui eseguiti alcuni voli in idroplano. Egli insomma -corcava di Infiltrarsi, e bene spesso vi riusciva, nella migliore società, guadagnandosi la simpatia di tutti. Lo strano ò che quest'uomo, pur essendo n possesso di somme rilevanti pensava seniIlo a commettere nuove truffe. Era una mania la sua; una mania che doveva perderlo. Essa In fatti, come abbiamo narralo, concorse a farlo trarre in arresto a Padova, quando ormai si teneva al sicuro delle ricerche della Polizia. Come il Margino fu un cattivo cittadino cosi egli pure sembra sia stato un pessimo soldato. Sommarle informazioni a suo carico dicono che, tenente nel 276.0 fanteria, rimase prigioniero degli invasori, ma a differenza degli altri prigionieri egli venne lasciato n piede libero a Udine. Il fatto ha gettato una fosca luce 6U questo ufficiale elio in quella slessa città venne poi processato per truffe e appropriazioni indebite. Tutto questo può dare un'idea approssimativa dell'individuo. Le indagini potranno in seguito completarlo.